Ok, sono una schifosa esterofila

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Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi gio » 13/01/2011, 13:10

Va bene. Lo dico. Non avrei mai pensato di esserlo e invece forse sì.

Sono una schifosa fanta-esterofila, di quelle che tanto fanno arrabbiare - giustamente - gli emergenti del panorama fantasy nostrano.

Eppure non so. Ora che ho letto Martin e ancor di più la Hobb (lasciando stare i mostri sacri come Tolkien), be', io non trovo un autore italiano (parliamo sempre di fantasy) che mi abbia conquistato al pari di loro. Non mi riferisco tanto alle storie (le vicende narrate da Martin ad esempio, non è che mi facciano proprio impazzire, ha fatto fuori tutti i miei prediletti ;) ), ma al modo in cui vengono scritte.

Penso alla Hobb. Malvagi a tre dimensioni, non semplici macchiette senz'anima modalità vi-distruggo-conquisto-odio tutti. Mai un infodump per spiegare aspetti dei mondi narrati. Mi vengono in mente i velieri viventi della saga di Borgomago. Un concetto non semplice o scontato che viene messo lì, senza note al testo. All'inizio non capisci tanto bene, sicuramente ti chiedi cosa sono questi velieri, ma grazie al cielo la Hobb non si sogna di farti la storiella e tanto meno di fartela raccontare dai soliti passanti-amici-conoscenti che fanno due chiacchiere, per la serie "Come tu sai, i velieri viventi sono..."
A Borgomago tutti sanno cos'è un veliero vivente. Le famiglie dei mercanti li possiedono da generazioni, nessuno ha bisogno di spiegare qualcosa di tanto normale.
Tu non lo sai, invece. Perchè sei nuovo di queste terre. Be', pagina dopo pagina, anche tu capisci, impari, conosci. E quando sai tutto dei velieri viventi e delle altre tradizioni, be', ti senti davvero uno del posto, senti di aver percorso le vie di Borgomago insieme ai protagonisti, senti di essere "entrato" nella storia.

Ebbene. Non tutti gli autori stranieri che ho letto mi sono piaciuti allo stesso modo, certo. Però -ad oggi - nessuno degli autori italiani mi è piaciuto a questo modo.
Attenzione, ci sono alcune opere che mi sono piaciute moltissimo e autori che ritengo davvero capaci. Ma - ribadisco fino ad ora - non ai livelli di alcuni autori esteri.

Perchè? Immagino la risposta sia la solita ed è anche giusto. Gli autori stranieri che giungono fino a noi, sono già molto scremati, sono quelli che sono stati più amati dai lettori del loro Paese, quindi è più probabile che piacciano anche a me.

Quindi, se so la risposta, perchè questo post?
Era una riflessione-confessione, perchè per un attimo (dopo l'ennesima notte trascorsa a Borgomago) ho pensato che mi addicesse la definizione di esterofila che ho sempre guardato con sospetto.
Ma no, sarà una fase.

Una domanda che si collega a quella di B.Frank: mi dite il titolo di un fantasy italiano che secondo voi è, non bello-piacevole-promettente, ma è MERAVIGLIOSO? C'è un libro che senza dubbio alcuno definireste il migliore tra tutti i fantasy italiani che avete letto?
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi nihal87 » 13/01/2011, 13:36

io ce l'ho, ma prima di dirti che cos'è ti dico perchè me ne sono innamorata e perchè li ho comprati e letti tutti!
E' dolce, mi rende felice, ogni volta che finisco uno dei suoi libri ho il sorriso sulle labbra ed è un libro che so per certo farò leggere ai miei bambini (se mai ne avrò e se mai avranno la voglia di leggere). il libro è Fairy Oak.
E' decisamente da femmina e la storia non è violenta, non c'è un intrigo di misteri. Ci sono solo dei ragazzini, con sentimenti da ragazzini e con storie da ragazzini.
Non è di certo le Cronache del Ghiaccio del Fuoco con i suoi misteri e le sue immagini crude e violente, ma è meraviglioso come dici tu!
C'è una cosa che adoro del mondo della Gnone: Il cestino della domenica.
E' un cestino pieno di leccornie che ogni abitante della valle trova davanti alla sua porta ogni domenica e ogni volta in regalo c'è una molletta e ogni molletta ha il disegno di un abitante della valle.
Lo so sembra una cavolata da bambino, ma a me piace tantissimo e te lo consiglio se non l'hai già provato!! :mrgreen:
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi claudia » 13/01/2011, 13:42

Indubbiamente la Redivo.
Per quanto mi riguarda, mi ha tenuta incollata alla pagina, emozionata, resa felice, fatta piangere.
Ho trovato la scrittura piacevole e i personaggi umani e verosimili.
Personalmente non ho letto, né Martin, né la Hobb, né altre saghe importanti, ad esclusione di Brooks, ma la prima trilogia di Fabiana ha tutto quello che potrei desiderare da un fantasy.
Per ora. Magari in futuro, leggendo di più, potrò cambiare idea.
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi SeanMacMalcom » 13/01/2011, 14:28

Silvana Mari de L'ultimo elfo. Gli altri non li ho ancora letti, ma L'ultimo elfo è una vera perla. :ugeek:

Per la cronaca...

gio ha scritto:Gli autori stranieri che giungono fino a noi, sono già molto scremati, sono quelli che sono stati più amati dai lettori del loro Paese, quindi è più probabile che piacciano anche a me.


... grandiosa e sacrosanta considerazione. Peccato che siano pochi a rendersene conto, credendo che in USA e UK esistano solo grandi miti e nessun altro diverso da loro tenti di scrivere qualcosa. :? :? :? :?
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi SeanMacMalcom » 13/01/2011, 14:35

P.S.

gio ha scritto:Sono una schifosa fanta-esterofila, di quelle che tanto fanno arrabbiare - giustamente - gli emergenti del panorama fantasy nostrano.


Lo dico senza nascondere poi la mano: un esordiente/emergente italiano che si arrabbia perché un lettore è "esterofilo"... è un idiota.

Qui in Italia partiamo troppo spesso dal credere che solo perché una cosa è italiana debba meritare maggiore considerazione rispetto alle altre. Falso. Falsissimo.
Se (e sottolineo se, perché la mia non vuole essere una considerazione di merito, ma solo un'esemplificazione) la FIAT non mi produce buone auto, non si devono comprare auto della FIAT solo perché sono italiane.
Se un regista italiano non mi produce un buon film, non devo andare a vederlo solo perché è cinema italiano (e non devo ritardare l'uscita nelle sale di Avatar di un mese rispetto al resto del mondo perché sennò fa concorrenza ai cine-panettoni).
Se un autore italiano, esordiente, emergente o anche affermato e famoso qui in Italia, non mi produce una buona storia, non si deve comprare/leggere solo perché è italiano.
Punto.

E questo lo penso innanzitutto come "consumatore", ma anche come "produttore". Odierei il pensiero che qualcuno leggesse le mie storie con condiscendenza, perché, dopotutto, sono italiano e "non è che ci si può aspettare molto da un italiano": preferisco non essere letto che essere letto solo per pietà.
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi nihal87 » 13/01/2011, 15:05

La cose della "scrematura" la conosco fino alla nausea :lol:
tento di fare leggere alcuni libri, come la Redivo, al mio moroso e forse forse l'ho convinto anche se dubito. Lui non ha mai letto fantasy italiano. Il motivo: con gli stranieri è più difficile prendere una cantonata perchè sicuramente sono già stati selezionati dal loro pubblico ed è per questo che sono arrivati fino a noi. E' il suo motto preferito :lol:
Con questo motto mi ha letteralmente salvato dal comprare L'Evocatore di Paola Boni... quindi sia lode a questo motto! (che io non seguo :? :lol: :lol: )
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi Sophie » 13/01/2011, 15:05

gio ha scritto:
Sono una schifosa fanta-esterofila, di quelle che tanto fanno arrabbiare - giustamente - gli emergenti del panorama fantasy nostrano.


Me too, me too!!!! E sinceramente lo dico senza farmi troppi sensi di colpa: non è che sto dicendo che mi rifiuto di leggere i fantasy italiani o che alcuni non mi siano piaciuti, magari anche tanto, è solo che... boh, è diverso! Sicuramente per quella questione di 'scrematura' iniziale di cui parlavate voi, ma anche no :mrgreen: : ciò non toglie infatti che parecchia robaccia arrivi tradotta fino a noi da oltre il mare, e che altri libri validi, anche di successo in altre nazioni, rimangano ignorati dagli editori italiani, molto probabilmente perché considerati non adatti al gusto del pubblico italiano (e non starò qui a pontificare su COME il pubblico di lettori di fantasy italiano venga considerato dai più, perché poi se attacco con la solita solfa 'vampiri-angeli-nani-elfi arcieri-ma-chi ne-può-più' conoscendomi non la pianto più... :twisted: )
Sta pure di fatto che, prima di arrivare a scrivere 'L'apprendista dell'assassino' nel 1995, Robin Hobb aveva già pubblicato una quantità non indifferente di romanzi di fantasy e fantascienza con il suo vero nome o sotto un altro pseudonimo: come a dire, la Hobb ovviamente è eccezionale, ma dalla sua ha avuto anche a disposizione a) la fortuna di lavorare con gente competente che sicuramente l'ha aiutata a maturare (perché scrivere un romanzo non è per niente un lavoro da fare in solitaria: o meglio, puoi anche farlo, ma il risultato che ti becchi alla fine avrà delle pecche quasi di sicuro, perché nessuno a quanto ne so è onnisciente), b) la possibilità per l'appunto di continuare a scrivere e a migliorare meritando sempre più consensi e successo passo dopo passo (quanti scrittori esordienti italiani vanno al di là di questa fase, per l'appunto, quella di 'essere esordienti e italiani'?), c) in America, Inghilterra, Australia, Canada o dovunque altro vi pare, chiamatemi noiosa ma è vero che il mercato è più vasto e offre più possibilità. Non per colpa degli autori, però: io sono quasi sicura che i cassetti degli editori italiani in questo preciso istante siano non dico traboccanti ma quasi di romanzi che potrebbero strabiliarci e farci rimanere senza fiato dalla meraviglia/divertimento/commozione. Sono altrettanto sicura che quei libri non li leggeremo mai, perché (sì, sì, sono proprio fissata!) non parlano di talismani da recuperare né di affascinanti sconosciuti coi dentoni né di principesse frignone da aiutare. E se anche i suddetti autori alla lunga si stufassero di aspettare e decidessero di autopubblicarsi, bé, siamo sinceri: ma davvero pensiamo che un autore esordiente, inesperto e alle prime armi, possa riuscire a portare un testo ad un livello di eccellenza assoluta, senza avere dalla sua un supporto professionale? Sono i lettori, per quanto riesco a capire, i primi che dovrebbero 'cambiar testa' (se davvero ne hanno la volontà, è chiaro: a me non cambia niente, se davvero vogliamo affermare che Licia Troisi ha scritto i migliori fantasy possibili, okay, non sarò certo io a mettermi a questionare... 8-) ), e cominciare a premiare anche i romanzi un pò più 'complessi' e originali... perché fino a quel giorno, ragazzi miei, non ne usciremo mica. Gli editori si son convinti che il pubblico abbia bisogno di sentirsi raccontare sempre la stessa storia usando sempre lo stesso linguaggio e trattando sempre le stesse quattro o cinque rassicuranti tematiche da 'sole, cuore e amore' (w l'amicizia, w l'amore, purché sia fra splendidoni; abbasso la guerra, abbasso i cattivi bruttoni), finché non saremo noi a convicerli che ci stiamo stufando, bè... cloni di Tolkien e di Harry Potter a ripetizione, ecco tutto quello che avremo! :roll:
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi nihal87 » 13/01/2011, 15:12

c'è anche da dire una cosa importante... siamo l'unico popolo nel mondo ad autodiscriminarci.
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi niji » 13/01/2011, 15:17

io penso che il tuo discorso sia assolutamente normale... è anche semplicemente un discorso di quantità, oltre a quello che hai giustamente detto riguardo alla "scrematura" dei libri esteri che arrivano in italia.
Per me "esterofilo" non vuol dire quello che hai detto... vuol dire schifare un libro a priori se il cognome dell'autore non ha un po' di H e Y all'interno. E' questo che fa arrabbiare, io credo: che non venga data una possibilità solo per un pregiudizio.

Ma rispondo alla tua richiesta di un titolo italiano così come ho risposto a quello di Frank: Lisidranda, di Mariangela Cerrino. Non smetto di consigliarlo a chiunque, è un libro magnifico! E non ha nulla da invidiare ad autori di qualsiasi parte del mondo. Anzi, possiamo solo ritenerci fortunati di poterlo leggere senza il filtro di alcuna traduzione.
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi Sophie » 13/01/2011, 15:23

nihal87 ha scritto:c'è anche da dire una cosa importante... siamo l'unico popolo nel mondo ad autodiscriminarci.


OT: Non so se siamo gli unici o no. Però ti dico: se una persona adesso viene da me e mi dice: "Volevo comprare quel libro lì ma non l'ho fatto, perché l'autore è italiano", il mio primo istinto è quello di incavolarmi. Al di là di questo, però, scorrono delle motivazioni implicite che non si possono ignorare: se ormai alla gente viene in mente 'italiano =cosa fatta un pò alla meno peggio', è perché nel tempo gli italiani (la maggior parte di noi, almeno) hanno fatto del loro meglio per offrire al mondo una particolare visione di loro stessi che non è proprio positiva-positiva (non saremo tutti pigri, non saremo tutti svogliati, non saremo tutti agnellini inconsapevoli, non saremo tutti apatici e poco professionali e influenzabili... ma una buona parte di noi mi sa che lo è davvero!! :roll: Avremo mai permesso alla situazione generale di degenerare fino a questo punto, se non lo fossimo stati?)
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi gio » 13/01/2011, 15:35

Niji grazie per l'osservazione, in effetti, forse il termine esterofila non è proprio calzante. Anche perchè non mi verrebbe MAI in mente di non leggere un libro perchè è di autore italiano, anzi al contrario, non solo ne ho letti parecchi ma continuerò a leggerli per trovare nuovi autori preferiti :-P
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi Elli » 13/01/2011, 15:53

Sophie ha scritto:Sta pure di fatto che, prima di arrivare a scrivere 'L'apprendista dell'assassino' nel 1995, Robin Hobb aveva già pubblicato una quantità non indifferente di romanzi di fantasy e fantascienza con il suo vero nome o sotto un altro pseudonimo: come a dire, la Hobb ovviamente è eccezionale, ma dalla sua ha avuto anche a disposizione a) la fortuna di lavorare con gente competente che sicuramente l'ha aiutata a maturare (perché scrivere un romanzo non è per niente un lavoro da fare in solitaria: o meglio, puoi anche farlo, ma il risultato che ti becchi alla fine avrà delle pecche quasi di sicuro, perché nessuno a quanto ne so è onnisciente), b) la possibilità per l'appunto di continuare a scrivere e a migliorare meritando sempre più consensi e successo passo dopo passo (quanti scrittori esordienti italiani vanno al di là di questa fase, per l'appunto, quella di 'essere esordienti e italiani'?)


Come rappresentante della categoria "autori (o aspiranti tali :P ) italiani", non posso esimermi dal partecipare. Credo che Sophie abbia sottolineato un aspetto fondamentale: Robin Hobb (tanto per citare l'autrice di cui si è parlato per prima) si nasce o si diventa? Io sono una che in parte crede nel talento innato. Ci sono scrittori (o attori, o pittori, o ballerini, o quello che volete... :P) dotati di quel qualcosa in più che difficilmente altri riusciranno a raggiungere. Ma non c'è solo il talento innato dietro un grande artista: c'è lo studio, c'è il lavoro, c'è il sudore e la fatica, ci sono i trionfi e le sconfitte, gli sbagli e i tentativi di rimediare e di migliorarsi. E c'è il confronto con i "colleghi", con gli addetti ai lavori e con il pubblico. Prendo il mio caso come esempio, ma solo per illustrare meglio il mio punto di vista. Ho avuto la fortuna di vedere due miei libri pubblicati da una piccola casa editrice, due libri che generalmente vengono considerati carini e leggibili. Questo mi fa sentire una scrittrice? Non direi proprio. Più che altro mi fa sentire una che sta "facendo gavetta"! :P Un po' come un attore all'inizio della carriera che ancora studia e si impegna per migliorarsi. Ho scritto il primo libro ormai sette anni fa ( :? ), in un periodo in cui sconoscevo (se non "a istinto") le più elementari regole della narrativa, e se ne ho applicata qualcuna l'ho fatto per puro caso! :lol: Ho scritto quel libro solo per divertirmi, e non certo con un piglio professionale. Ero sicuramente molto più ingenua di adesso, sia stilisticamente che come persona, e il mio romanzo ovviamente riflette ciò che ero all'epoca. Questa esperienza di pubblicazione, nel mio piccolo, mi ha aiutato a capire tutto questo e a vedere con occhio più oggettivo pregi e difetti dei miei lavori, così che (spero) in futuro potrò evitare di ripetere gli stessi errori e le stesse ingenuità. Arriverò mai ad alti livelli, qualitativamente parlando? Non ne ho idea, ma ci proverò.
Il problema è anche che oggi in troppi scrivono e in troppi "pubblicano" (in quanti altri paesi esiste l'editoria a contributo, o comunque ha tutto questo "successo"? :? ); altri veramente bravi - come diceva sempre Sophie - magari non verranno mai presi in considerazione perché giudicati "non commerciali"; altri autori purtroppo sono stati fagocitati troppo presto dalla grande editoria, che non ha nessun interesse a veder cambiare lo stile e i temi di scrittori che hanno venduto bene e hanno adesso un loro pubblico affezionato da accontentare. Tutto questo non aiuta la maturazione degli scrittori nostrani, c'è poco da fare.
Come diceva Sean, niente di più sbagliato del concetto: "non ci si può aspettare molto da un italiano". Invece si deve e si può.
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Re: Ok, sono una schifosa esterofila

Messaggiodi Elli » 13/01/2011, 16:29

Ah, dimenticavo di rispondere alla domanda di gio! :P
Fra i nomi più conosciuti, un'autrice che secondo me non ha nulla da invidiare agli "stranieri" è Cecilia Randall (che però s'è scelta uno pseudonimo :? ). I romanzi della serie Hyperversum mi hanno entusiasmato e ho trovato eccezionali le sue ricostruzioni storiche. Se proprio vogliamo cercare il pelo nell'uovo, forse i suoi personaggi sono un po' troppo "fortunati" (gira che ti rigira, alla fine trovano sempre una scappatoia e tutti i pezzi del puzzle finiscono al posto giusto... :lol: ), ma mi hanno comunque emozionato tantissimo.
Fra i semi-sconosciuti della picola editoria, invece, la vera scoperta per me è stata Lavinia Scolari, la vera eccezione alla regola. Una scrittrice al suo esordio che ha prodotto qualcosa di originalissimo e di stilisticamente impeccabile. Però in questo caso parliamo di un testo molto particolare, difficilmente inquadrabile in un genere preciso.
E' da molto tempo infine che vorrei leggere la Redivo... ma i suoi libri sono introvabili... :cry:
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