nihal87 ha scritto:non credo che sia limitante il fatto che esista qualcosa di migliore...
Maradona, come quasi tutti pensano, è il più grande giocatore di tutti i tempi... non per questo il calcio è finito
Non sono concorde.
Tu dici Maradona, io dico Pelé, un altro magari dice Baggio... ognuno ha le sue idee, che siano di maggioranza o no poco ha importanza dato che non esiste un metro assoluto per dire chi è il migliore. E se anche esistesse, sarebbe comunque un limite che si potrebbe cercare di superare per dimostrare di essere il migliore. Nessuno gioca per perdere... partecipare è importante, è gratificante, ma chi gioca parte dal presupposto di voler vincere. Perché questo è lo spirito del gioco.
Ogni record nasce non quale limite inviolabile ma, al contrario, quale limite da violare... nello sport e anche nella vita.
Ti faccio un esempio iperbolico.
Prova a immaginare di avere la certezza ASSOLUTA (perché il discorso ha senso quando si parla di certezza assoluta, priva di speranza) che il giorno che hai appena vissuto abbia da considerasi quale il migliore della tua intera vita.
In che modo vivresti tutti gli altri giorni?
L'umanità, da sempre, ha necessità della speranza. La speranza di evolversi, la speranza di migliorarsi, la speranza di andare sempre oltre.
Elimina a un uomo la speranza ed eliminerai anche il senso stesso della sua vita.
d'altronde io penso che gli scrittori (dimmi se sbaglio
) scrivano per il piacere di scrivere e di lasciare qualcosa a chi li legge... non necessariamente per essere i migliori!! o no?
Premesso che molti, soprattutto in passato, hanno scritto per famE (non famA, proprio famE), lascio perdere questa categoria per non traviare il senso del tuo discorso.
L'atto dello scrivere, a mio umile avviso, è un atto di autocompiacimento (e non uso altri termini per rispetto verso il pubblico infantile del forum).
E' un atto che nasce come fine a se stesso, per dare uno sfogo a un'esigenza. E questo permette agli scrittori di scrivere anche in assenza di un pubblico e in presenza di chiari limiti personali (anche un bambino di 7-8 anni scrive le proprie storie e ne è fiero e orgoglioso).
Tuttavia, in un discorso di "migliore assoluto e invalicabile", sarebbe l'atto del far leggere ciò che si è scritto che risulterebbe inibito.
Perché io dovrei espormi al pubblico ludibrio essendo consapevole di quanto il mio scrivere non potrà mai produrre nulla di meritevole, là dove tutto ciò che meritava di essere scritto viene considerato già scritto?
Sarebbe, tornando agli esempi agonistici, come sfidare a braccio di ferro contro Yuri Chechi in diretta mondiale illudendomi di aver possibilità di vincere.
Io, personalmente, scrivo da anni Midda per autocompiacimento. Mi piace, mi diletta, mi rilassa...
Perché, però, invece di tenerla nel mio PC, preferisco pubblicarla quotidianamente, ponendola ipoteticamente innanzi agli occhi del mondo, nella buona e nella cattiva sorte?
Perché la pubblicazione quotidiana, per me, è una sfida che da maggiore senso a ciò che scrivo... una sfida volta a tentare di conquistare l'apprezzamento di un qualche pubblico... l'interesse di un qualche lettore... e, continuamente, a migliorare me stesso, a superare ogni giorno i limiti raggiunti il giorno prima, nella consapevolezza di poter e dover sempre migliorare. Non credo che un giorno arriverò a competere con un Maestro (che sia Tolkien, che sia Howard, che sia Salgari... quello che vuoi)... ma non considero neanche l'opera dei Maestri quale necessariamente conclusa e conclusiva, là dove, altrimenti, il mio scrivere sarebbe un semplice "scimmiottare" quanto già scritto da altri, un atto vano e privo di senso.
Dopotutto impegnarsi a scoprire l'acqua calda può essere accademicamente interessante... ma umanamente risulta solo svilente.