Oh no... il gioco pensa che abbia tirato!
Come sarebbe "il gioco pensa"?! »
(Dialogo tra Alan Parrish e Sara Wittle)
La storia inizia nel 1869, quando due ragazzi seppelliscono una cassa misteriosa. Cento anni dopo, nel 1969, Alan, un ragazzo di dodici anni, ritrova la cassa fra gli scavi di un'impresa edile. Questa cassa contiene un magico e misterioso gioco a dadi, chiamato Jumanji, con cui il ragazzino inizia a giocare, totalmente per caso, con la sua amica Sarah. Dopo aver letto le strane istruzioni ("Jumanji: un gioco che sa trasportar, chi questo mondo vuol lasciar. Tira i dadi per muovere la pedina, i numeri doppi giocano due volte, e il primo che arriva alla fine vince"), i due iniziano a scoprire i magici poteri del gioco, che muove da solo le pedine ("Dev'essere magnetizzato, o roba del genere!") ed è capace di trasportare ad ogni tiro di dado gli elementi più pericolosi delle foreste amazzoniche e africane. Lanciando i dadi, Alan viene inghiottito dal gioco ("Nella giungla dovrai stare finché un 5 o un 8 non compare"), dove rimarrà per ventisei anni. Sarah non riesce ad aiutarlo e fugge inseguita da pipistrelli africani. Ventisei anni dopo, altri due ragazzini, Peter e Judy (Kirsten Dunst), orfani di entrambi i genitori per un incidente d'auto in Canada, vanno a vivere con la zia nella casa dove era vissuto Alan e scoprono il gioco. Anche loro, casualmente, iniziano a giocare, e dopo aver scoperto le caratteristiche che avevano spaventato Alan e Sarah ("Devono essere microchip o roba del genere!"), liberano Alan (Robin Williams) tirando un 5. Alan è ormai un uomo e viene convinto dai due ragazzini a portare a termine la partita. La seconda parte delle istruzioni, infatti, recita: "Avventurosi attenzione! Non cominciate se non intendete finire. Ogni sconvolgente conseguenza del gioco scomparirà solo quando un giocatore raggiunto Jumanji gridato forte il nome avrà". I tre vanno a cercare Sarah perché il gioco richiede anche la sua presenza: infatti i segnalini di Alan e Sarah giovani sono ancora fissi alla plancia di gioco (e il gioco non muove le pedine se a tirare i dadi non è il giocatore del turno). Anche la donna viene convinta a forza, e i quattro continuano a giocare. Man mano che la partita continua, altri elementi terrificanti escono dal gioco, quali pipistrelli, zanzare enormi, leoni, scimmie, un cacciatore folle chiamato Van Pelt, mandrie imbizzarrite, monsoni, coccodrilli, sabbie mobili, ragni giganti, terremoti. Peter, volendo barare, viene addirittura trasformato progressivamente in una specie di lupo. Negli ultimi atti di gioco, compare Van Pelt: egli punta il fucile verso Alan costringendolo a buttare i dadi che, miracolosamente, fanno un 3, che porta il segnalino di Alan alla fine del gioco: l'uomo pronuncia la parola Jumanji e tutto torna a posto: Alan e Sarah sono di nuovo dodicenni, come se la partita si fosse svolta in un attimo. I due ragazzini decidono di buttare il gioco nel fiume. La scena finale mostra la stessa casa, ventisei anni dopo, addobbata a festa per Natale: Alan e Sarah sono sposati e conoscono i genitori di Judy e Peter, che ovviamente non li conoscono. I due esprimono l'intenzione di fare un viaggio in auto in Canada, ma Alan glielo sconsiglia, sapendo che sarà il viaggio in cui avranno l'incidente mortale. Il film si conclude con il gioco sulla spiaggia che richiama due passanti.
CURIOSITA'
Il padre di Alan, Samuel Alan Parrish, ed il cacciatore spietato, Hunter Van Pelt, sono entrambi interpretati dall'attore Jonathan Hyde. Questo è un chiaro riferimento alle vicende di Peter Pan, nella cui versione originale (teatrale) l'attore che recita il ruolo del padre di Wendy ha anche quello del Capitan Uncino