Il proposito di questo post è rivolgere un semiserio ma accorato appello agli aspiranti scrittori (specie di fantasy, ma anche no), e per conoscenza ai lettori, affinché se possibile prestino maggiore attenzione a quello che scrivono/leggono: almeno tanta quanta ne prestano all'aria che respirano ed al cibo che mangiano, perché ahinoi pure le parole sbagliate imprudentemente rilasciate nell'ambiente nel loro piccolo inquinano e fanno danni. (FINE PREAMBOLO )
Logica: "logica" non è una parolaccia, né un vezzo per matematici puri. Quello che scrivete/leggiamo non deve avere solo un bel suono, ma anche avere senso. Se scrivere senza (frequenti) errori di ortografia e sintassi bastasse ad essere scrittori, anche i bollettini postali sarebbero pubblicati, ed i quaderni di quarta elementare sarebbero bestsellers. Ma c'è di più: esercitarsi a controllare sempre, instancabilmente, se quello che diciamo o ci dicono è corretto e coerente impedirà che ci vengano propinate affermazioni incongrue, senza fondamento, disoneste e pericolose. Non si è ancora estinta completamente una generazione che ha visto dattilografe e commesse di Berlino lasciarsi raccontare che ciabattini e lattai di un remoto villaggio polacco costituissero per loro una minaccia grave e diretta, e le conseguenze le ricordiamo ogni 27 gennaio. Correttezza e coerenza delle parole che si usano possono essere questioni dannatamente serie.
Ergo: verificate sempre se le azioni e gli eventi del vostro racconto sono logici e coerenti. Se nella vostra storia un genio del male trama da anni nell'ombra, quando agisce deve venirsene fuori con un piano diabolico a prova di bomba e, semmai, fallire a causa di una circostanza assolutamente imprevedibile a priori. Se agisce a casaccio o con un piano raffazzonato, lui non è un genio del male e voi non siete scrittori. Se la situazione precipita o si risolve a causa di una persona o di un oggetto che si trova sulla scena, persona od oggetto devono avere un motivo per essere lì. Almeno in una logica interna: se siete la reincarnazione di Jacovitti, va benissimo che la situazione sia salvata da un salame a due zampe.
Lessico: se usate una parola, assicuratevi di sapere come si scrive e cosa significa. Se usate un termine scientifico o tecnico assicuratevi anche che sia esattamente quello appropriato: le ciliegie non sono pomodori piccoli. Se il vostro racconto ha un rimando preciso ad un determinato periodo della storia terrestre, controllate anche che quella tecnologia o quella scoperta fossero noti al tempo del vostro racconto. Re Artù non mangiava il purè.
Purtroppo, oltre alla coerenza storica dei dati materiali, dovete fare caso pure alla coerenza dei comportamenti. Se piazzate la vostra storia in un contesto storico e/o geografico reale o che ne richiama fortemente uno reale, non dovete solo documentarvi sul contesto materiale: i vostri personaggi dovranno pensare e parlare come uomini e donne di quel tempo/luogo, non come il bidello del vostro liceo. Se descrivete Gengis Khan che esce dalla sua tenda, rappresentare correttamente quello che c'è là fuori è solo il vostro dovere; ciò non toglie che, se il condottiero è venuto fuori per fare una sfuriata ad un servo, il servo possa restare paralizzato dal terrore, cagarsi addosso, buttarsi ginocchioni, suicidarsi sul posto per la vergogna, ma non possa rispondere "WTF".
Se proprio il "WTF" del servo o il purè di Camelot sono elementi centrali nella vostra narrazione, assicuratevi almeno di essere i Monty Python.