[Nessuno - sempre lì
]
Le parole di Zara, per quanto severe, non mi tangono in maniera più incisiva di quanto non avevano fatto quelle della giovane elfa incontrata alla Città Murata. Sembra essere prerogativa comune di questi elfi delle selve quella di ergersi molto rapidamente a giudici degli animi altrui, soprattutto quando non hanno neppure idea di cosa stiano dicendo e, ancor più, quando in giuoco c'è uno di quei valori per i quali si ostinano a ricercar vanto.
Peccato che, dal proprio altare, anche Zara riesca a predicare molto bene... senza offrir però concreto esempio con il suo stesso stile di vita. Se solo mi interessasse minimamente il suo pensiero verso di me, le rimprovererei di star rivolgendo a me parole d'accusa che non ha riservato a se stessa nel segregarsi qual eremita entro questa selva. Ma ciò, appunto, non mi interessa.
Diversa è, altresì, la reazione del drago, che mi coglie, per l'ennesima volta, a dir poco impreparato.
Se non fossi certo di essere privo di qualsiasi prezioso, probabilmente potrei sospettare che dietro il suo abbraccio si potesse celare altro desiderio. Ma egli stesso, al mio pari, sa bene come attualmente la mia sola proprietà è rappresentata dai miei abiti, dalle mie catene, dalla mia falce e dai miei orecchini... e alcuno di questo potrebbe avere mai valore per lui. Ragione per cui solo sincerità d'intento deve essere letto nel suo agire.
Non riesco sinceramente a comprenderlo... e ciò, non lo nego, mi turba.
« Buon cammino, mastro drago... e che la vergine oscura possa vegliare sempre sul vostro volo. » lo benedico, con intento sincero.
« Buon cammino, Zara... nella speranza che le tue preoccupazioni nei confronti dei tuoi amici possano considerarsi vane. » mi concedo di salutare anche la padrona di casa, prima di allontanarmi, ora definitivamente, oltre la soglia.