di SeanMacMalcom » 24/04/2010, 17:21
[Nessuno - Locanda]
La questione si sta facendo più affollata del previsto. Fra i due pargoli, la locandiera, lo straniero e, ora, anche questa presunta Saggia della Città, accompagnata, a quanto pare, da almeno due ulteriori presenze femminili, la speranza di potermi riservare un momento di tranquillità sta rapidamente sfumando.
Studiando per un istante la situazione, mi genufletto per potermi chinare all'altezza dei due pargoli e potermi rivolgere direttamente a loro.
« Avete sentito, vero? » domandò, guardandoli a turno, entrambi « Quella è la donna che vi potrà aiutare: andate da lei, ricordatevi dove è il carro di vostro padre e godetevi il resto della vita che gli dei vorranno riservarvi, possibilmente dimenticandovi di avermi mai incontrato. » li invito senza eccessivi indugi, senza mezze misure.
Per un istante i due bambini si guardando l'un l'altro, guardano il saggio, guardano nuovamente me e, subito dopo, scuotono i loro testolini.
« Questa città è il vostro ambiente. Non il mio. » cerco di spiegare loro, provando a separarli dalle mie catene alle quali, purtroppo, le loro manine sembrano essersi legate in maniera indissolubile « Vi ho condotto sino a qui... ora il mio compito è finito. »
Ancora muta negazione in risposta alle mie parole.
« Dannazione! » ringhio verso di loro, sempre mantenendo un tono moderato nel non voler condividere simile dialogo con alcun altro, ora pur cercando di dimostrarmi assolutamente spiacevole nei miei modi di fare, per impaurirli e costringerli a lasciarmi libero « Ho dovuto sopportare per giorni i vostri capricci, i vostri pianti, le vostre continue richieste di fermarci... ora, per carità, lasciatemi andare se non desiderate essere dati in pasto ai corvi! »
Qualsiasi uomo, elfo, nano o troll, di fronte a un invito tanto esplicito, tanto chiaro, non avrebbe probabilmente cercato di mantenersi in una sì spiacevole situazione, preferendo augurarmi di bruciare per l'eternità piuttosto che restare, ancora un istante, in mia compagnia. Ma questi non sono uomini, elfi, nani o troll... sono cuccioli.
E nonostante ogni mio sforzo, nonostante i loro occhi si colmino immancabilmente di lacrime per le mie parole, non il maschio e non la femmina abbandonano la loro presa su di me, quasi fossi l'unico punto di riferimento innanzi ai loro occhi, nella buona e nella cattiva sorte.
« La malora. » cedo « Dannati mercanti degni figli di vostro padre... » sbottò, storcendo le labbra verso il basso « E sia. Andremo insieme da questa Saggia. Ma che sia l'ultima volta. Intesi?! »
E, cogliendomi realmente di sorpresa, questi due figli dell'uomo, pur necessariamente a me sgraditi con il loro odore, tanto offensivo per il mio naso, con il loro frastuono, tanto lesivo per le mie orecchie, reagiscono saltandomi al collo, praticamente all'unisono, per stringersi a me tremanti di paura e, al contempo, grati per il sollievo loro accordato con le mie ultime parole.
« Questo è assolutamente imbarazzante. » sussurrò, cercando di sciogliermi dal loro duplice abbraccio e risollevandomi, subito dopo, da terra, per avviarmi, ora, con passo convinto nella direzione della Saggia, ovviamente scortato dalla coppia.
Giunto al suo cospetto, attendo che il suo sguardo mi autorizzi a proferire verbo, qual segno di rispetto per la sua autorità locale.
« La locandiera mi ha invitato a conferire con voi, nel merito di un duplice fardello di cui, mio malgrado, mi sto facendo carico da qualche giorno... » esordisco, non meno diretto di come mi ero proposto nei confronti della stessa locandiera.