Che bello il bookcrossing! Voi lo conoscete? Lo praticate?
Qualche informazione:
Book Crossing: condividere i libri amati
Un libro abbandonato nel parco, sul bus o in caffetteria. È un’idea suggestiva quella alla base del book crossing, ovvero la volontà di condividere con altri una lettura che ci ha particolarmente colpito. Tutto è iniziato in America, tra il 1999 e il 2001, quando alcuni ragazzi hanno inaugurato la consuetudine di lasciare libri sulle panchine, nella speranza che qualcuno li raccogliesse. Una trovata originale che presentava però un grosso limite: il destino del libro restava infatti un mistero, non era dato sapere se fosse stato ritrovato da un lettore appassionato o gettato via. Un limite che è stato superato grazie a Ron Hornbaker, 36enne del Kansas, che nel 2001, dopo aver visitato un sito che permetteva di ‘seguire’ il percorso compiuto dalle banconote mediante il numero di serie, ha pensato di applicare lo stesso sistema al book crossing.
Grazie ad una semplice etichetta e a un numero di codice da applicare al libro che si desidera lasciare a disposizione di chi lo troverà - o, più propriamente, per usare il linguaggio dei book crosser il libro che si desidera ‘liberare’ - è infatti possibile sapere se il proprio testo è in buone mani e quanti saranno i lettori che lo leggeranno.
Ad oggi i bookcrosser nel mondo sono 685.173. E i libri che sono stati ‘liberati’ in questi anni sono 4 milioni e 871.884. In Italia i bookcrosser sono 21.113.
‘Liberare’ i libri: dove e come
Come ‘funziona’ in pratica la ‘liberazione’ di un libro? Il sistema più noto ed immediato è quello classico, si lascia il volume in un luogo dove ci sono buone probabilità che venga trovato: al parco-giochi, in un locale pubblico, in una sala d’attesa.
Naturalmente, se si desidera seguire le vicende del libro è indispensabile apporre un’etichetta con il codice - che si può trovare sul sito www.bookcrossing.com -, questa è infatti l’unica possibilità per conoscere il destino del libro che avete amato.
Un’altra soluzione è quella di portare il libro in una “crossing-zone”, ovvero in uno scaffale, all’interno di un luogo pubblico, destinato proprio a questo tipo di iniziativa. Le crossing-zone si trovano presso biblioteche, facoltà universitarie, librerie, ma anche locali, botteghe, negozi, sedi di associazioni.