niji ha scritto:ma sono assolutamente d'accordo con te, assolutissimamente! infatti per questo dicevo che è una lacuna che devo colmare e una cosa a cui devo prestare più attenzione... solo che è un mondo veramente ampio, passare dai quattro editori italiani alla marea che ti trovi davanti in lingua inglese è quasi uno choc. Poi contando che ci sono le case editrici inglesi e quelle americane.. che ripubblicano gli stessi libri per i diversi mercati. Faccio parecchia confusione. Poi con tutte le varie marche delle case editrici... aiut! La Orbit ad esempio è quella che pubblica anche The Wheel of Time, in inghilterra, ma io questa serie la sto seguendo con la Tor, americana. Vedo un sacco di libri pubblicati dalla DAW Books, e scopro che non è un editore a sé ma fa parte della Penguin. Sono incasinatissimi! E adesso scopro che anche questa Gollancz è in realtà parte della Orbit...
... va a finire che sono in quattro pure loro!!
Ehehe, hai beccato il punto
E citi bene la Tor, tipico esempio di co-edizione UK/USA.
E hai temo davvero ragione, sono in 4 pure loro, ed è quello il problema grosso! Il fatto che l'editoria sia diventata una branca dell'alta finanza come molti altri settori d'industria, ovvero divisa tra megacorporazioni mediatiche.
Prendi la nostra Gollancz. A me non risulta sia della Orbit, ma della Orion, ma comunque sia entrambe Orbit e Orion appartengono al megagruppo editoriale francese Hachette Livre
La storica Penguin, per sempio, appartiene con tutta la sua ventina di sottogruppi e imprints al gruppo Pearson.
Se si sta appresso alle acquisizioni delle compagnie si diventa scemi, è una cosa che gli stessi addetti ai lavori non riescono a seguire con continuità. Io ti posso dire per la mia esperienza che la differenza da tenere a mente è solo quella tra "imprint" e acquisizione totale. Ad esempio, io ho avuto la fortuna di lavorare con la David Fickling Books (casa editrice di
Queste Oscure Materie,
The Edge Chronicles,
Monster Blood Tattoo, per citarne alcuni), che è stata comprata da Random House, che a sua volta appartiene al mega colosso tedesco Bertelsmann. La DFB è rimasta però un "imprint" indipendente, ovvero finanziariamente fa sì rapporto e cassa alla Random che a sua volta lo fa alla Bertelsm. , ma ha conservato pressoché completa indipendenza per quanto riguarda la liena editoriale da tenere (e
Queste Oscure Materie ne è una prova). La differenza sta tutta qua, vedere quanto le piccole case riescano a mantenere la propria "identità" a discapito di chi alla fine ne è padrone "in borsa" (esempio simile in Italia sono Einaudi passata sotto Mondadori).
Per tornare a bomba e in America, una super casa editrice che fa roba tosta e che rimane indipendente è la Night Shade Books (credo che abbia qualche editor tosto che lavora in comune proprio con la Gollancz, forse J.J. Adams). Se ti piace il genere fantascienza/post-apocalittico (tra l'altro vedo ora che era l'argomento della vostra ultima webzine! Io c'ho fatto la tesi di master
) edita da loro ti consiglio una meravigliosa antologia di racconti che in Italia (non sia mai) non è stata tradotta. Si chiama
Wastelands, e dentro c'ha racconti brevi di Stephen King, Martin, Octavia Bulter e quant'altri. Una lettura tosta anche se mastichi bene l'inglese, ma ne vale davvero la pena. Su questa linea la Nightshade ha fatto anche un'antologia di racconti zombie, ma non l'ho letta
Sì, in effetti la testa fuma a star dietro a tutto, però dai..