Visto che siamo in argomento, anch'io faccio outing e vi confesso la mia vera identità.
In realtà Loredana La Puma non esiste. Io sono... LUI!
(giusto per inciso, magari avessi davvero un decimo dell'ironia di Snoopy )
Tornando seri, tutta questa storia (che ho seguito su anobii senza intervenire, giusto perché le arene anobiiane mi hanno stufato) mi ha lasciato sinceramente basita. Fino a qualche giorno fa sembravano tutte congetture (anche se l'improvviso abbandono del blog della Manni giusto in contemporanea con lo "scoop" dava parecchio da pensare), poi è arrivata la presunta (anche se abbastanza convincente) "prova": il bollino SIAE di "Esbat" col nome della Lipperini sopra. Lo shock non deriva certo dal fatto che una persona più o meno nota possa pubblicare un romanzo sotto pseudonimo (scelta del tutto legittima), ma dalla costruzione di un'intera identità completamente fasulla. Farsi passare per ciò che non si è, intrattenere per anni rapporti con altri usando questa maschera (e senza avvisarli che lo sia), recitare la parte della giovane esordiente sconosciuta che ce l'ha fatta con le sue sole forze, sapere quanto il tuo esempio incoraggi chi sogna di pubblicare con una grande casa editrice e, nonostante questo, portare avanti la finzione per tutto questo tempo? Non ammetterlo neanche quando vieni "beccata"?
Certo, potrebbe ancora rivelarsi tutto falso (una parte di me spera che lo sia), ma se fosse vero sarebbe la vicenda più ridicola che si sia mai sentita nella storia dell'editoria italiana (il che è tutto dire ).
Ricordo ancora, all'uscita di "Esbat", i post in cui Lara raccontava le emozioni provate nel vedere la pila di libri col suo nome sopra, la descrizione delle paure di chi è all'esordio e non sa come la sua opera verrà percepita dal pubblico, ecc. E noi tutti lì a incoraggiarla. Io mi sentivo il doppio solidale perché, nel mio piccolissimo, so quali e quanti timori possano cogliere un'esordiente alle prese col primo impatto con i lettori. Personalmente adesso mi sento presa in giro. Una cosa è scrivere sotto pseudonimo e non voler rivelare la propria identità, un'altra è organizzare una colossale messinscena come questa. Non capisco davvero come certi personaggi, nella discussione anobiiana, possano non cogliere questa differenza, a mio parere per nulla sottile (ho sentito alcuni dire che, in caso di conferma di tutta la storia, sarebbe solo da ammirare per essere riuscita a emergere due volte ).
So che presto su FantasyMagazine uscirà un articolo in proposito. Chissà se a quel punto arriverà qualche intervento ufficiale delle due (o forse dell'unica ) persone in causa. Vedremo.