Approfittando del mare e della spiaggia sono infine giunta anche io a Colvian
Prima di tutto i miei complimenti a Lord per il bellissimo libro, scritto in maniera decisamente sublime. Una capacità espressiva e una ricchezza lessicale di tutto rispetto le sue, tanto che ho imparato almeno tre parole nuove durante la lettura.
Ho apprezzato moltissimo le scene iniziali e le relative descrizioni dei boschi: trasmettono veramente la sensazione di camminare sugli aghi di pino o assaporare sulla lingua il gusto aspro delle resina. E tutto questo con poche, sapienti pennellate.
Andando avanti sono rimasta affascinata dall'inseguimento nella foresta: anche in quel punto sono palpabilissime le sensazioni e le emozioni che guidano i fuggitivi, mi sembrava quasi di sentir risuonare nelle orecchie il fiatone e i bisbigli, le foglie secche che si increspano sotto i corpi stanchi dei soldati e l'odore della paura.
Mettendo da parte il protagonista, di cui parlerò in seguito, vorrei sottolineare il bel personaggio del padre di Yanvas. Forse lo ama per le ragioni sbagliate, ma è indubbio che lo sostenga e che pensi al suo bene prima che a tutto il resto. Un personaggio veramente molto sfaccettato, essere umano decisamente imperfetto, ma con una sua positività che mi ha conquistata.
Il Guercio: dopo Yanvas, il personaggio che ho preferito. La sua storia procede parallela, anche se separata, da quella del protagonista, e ha tutta una sua parabola molto significativa. E' la rappresentazione dell'ideale cieco, del fanatismo che non sente ragioni, fino a che un evento imprevisto e inarrestabile... spero veramente che torni nei prossimi volumi, anche perché credo che abbia ancora molto da dirci.
Sylia è stata l'unico personaggio a lasciarmi fredda, e senza la spiegazione che qualche post sopra Lord ha dato a Gio, credo che neanche io l'avrei capita fino in fondo. La sua esistenza è indubbiamente strumentale: esiste perché deve dirci qualcosa di Yanvas e non nego che certe scene di loro due insieme mi sono sembrate un po' forzate, innaturali in un certo senso. Motivo per cui, concordo con Gio quando dice che forse andava sviluppata un po' di più.
E infine lui, il protagonista: Yanvas. Non è un personaggio di cui la lettrice si innamora, non ha quel non so che di carismatico che fa sospirare i cuori romantici (e credo anche che l'autore si offenderebbe se qualcuno avesse l'ardire di parlare così del suo personaggio), però lo si ammira fin dalle prime righe. Si ammirano il suo coraggio, la sua integrità, la sua umiltà, persino le sue debolezze e si soffre con lui l'ingiustizia della sua caduta. Non tanto perché a quel punto lo si ami, ma proprio perché si percepisce con forza che lui non merita quello che gli succede. E poi il colpo di scena. Favoloso. Un ribaltamento che rende il libro avvincente oltre che interessante e ben scritto.
Da quel momento in poi il ritmo diventa incalzante, le azioni si susseguono e l'ammirazione nei confronti dell'eroe cresce a dismisura.
In poche parole un libro che mi sento assolutamente di consigliare (anche se, e do di nuovo ragione a Gio, è molto maschile).