In riferimento a quanto già discusso qui, nel merito di presunte invidie e guerre fra poveri (scusate il termine, ma è quello che a volte certe discussioni finiscono per apparire) mi sono appena ricordato di uno scambio di battute che lessi qualche tempo fa su un forum (forse aNobii, forse da qualche altra parte, non ne sono sicuro) decisamente significativo e che vorrei condividere con voi tutti.
Erano un gruppo di candidati autori che si confrontavano sulle eventuali case editrici alle quali offrirsi e, nel merito di un editore di cui non ricordo il nome, qualcuno commento con una frase del tipo: "Ahhh... ma in quella casa editrice ha pubblicato anche quella tal velina/soubrette/altro/non-ricordo-chi. Già da questo si capisce che approfondito genere di selezioni compiano."
Al che, altri, intervenendo, gli risposero: "Se guardi il catalogo, pubblicano un po' di tutto. Evidentemente quella l'hanno pubblicata per cavalcare l'onda del momento... ma non per questo è una brutta casa editrice."
In replica al quale, il primo concluse: "Miii... scusate. Non credevo foste tutti candidati a divenire nuove Troisi o non-ricordo-quale-altro-grosso-nome-commerciale-nostrano..." con tono chiaramente dispregiativo nei riguardi della Troisi e di quell'altro.
... ora...
Se si vuole parlare di vera invidia, io penso che - senza nulla togliere alla bravura della nostra M.P. Black nel thread sopra citato, e senza volerla porre in un qualunque paragone diretto o indiretto con la Troisi - questo sia un esempio azzeccato, non quello di un qualche ipotetico autore esordiente che andrebbe a lasciare in giro cattivi commenti giusto per "eliminare la concorrenza".
Anche perché, ipocrisie e retorica a parte, non riesco proprio a immaginare che un qualunque autore/autrice non vorrebbe avere l'occasione di divenire una nuova Troisi.
Che poi si voglia imitare la volte con l'uva, quello è un altro paio di maniche. Ma che la Troisi, o un altro qualunque nome, che al proprio esordio o in seguito abbia avuto possibilità di arrivare a pubblicare così tanto con uno fra i più grandi nomi dell'editoria italiana (perché che piaccia o no la Mondadori è questo), venga utilizzata quale riferimento negativo e dispregiativo per criticare comportamenti d'altri... beh... quella è pura e semplice invidia.
Altrimenti sarebbe come dire che un ragazzino, giocando a pallone sotto casa con gli amichetti, potrebbe insultare qualcuno fra gli stessi dicendogli: "Miii... scusate. Non credevo foste tutti candidati a divenire nuovi Totti o Del Piero..."