BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Domenica 15 e Lunedì 16 maggio, è festa in locanda.
Eventi, iniziative, cene in compagnia per festeggiare i 200 viandanti altroviani :)

Moderatori: koukla, demon black

BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi gio » 14/05/2011, 10:14

PER LA DUE GIORNI DELLA LOCANDA
a tutti i partecipanti è stato richiesto un lasciapassare molto speciale: una breve citazione - tratta da racconti o romanzi fantasy - che riguardi una Locanda (osteria, taverna e simili).

La citazione dovrà essere consegnata QUI a questo banchetto e dovrà contenere brano "locandoso" e titolo del libro da cui è tratto.

Il Banchetto apre domani, domenica 15 maggio, di prima mattina e resterà aperto per tutto il giorno.
Il lasciapassare è valido per tutte e due le giornate di festa

grazie



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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi gio » 14/05/2011, 10:15

IL BANCHETTO APRE DOMANI MATTINA, DOMENICA 15 MAGGIO

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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi Tremalnaik » 15/05/2011, 9:39

Che sono la prima a consegnare il brano :?: Molto strano, forse gli altri viandanti dormono ancora :!:

Dal libro BLODEUWEDD di Alberto Buchi
Locanda Ansercula Doma
Di tutto questo si discuteva anche all’ Ansercula Doma.
Ettore zoppicava ancora, ma aveva deciso di riaprire la sua locanda. Il giorno della nuova apertura, parecchia gente era andata a raccontare le storie che aveva sentito e a discutere su ciò che avrebbe potuto accadere nei giorni successivi. Si parlava di processi ad alcuni Eretici catturati, dell’omicidio di Ministri importanti e c’era anche chi giurava di aver visto il rachitico ministro Porfirio steso e privo di sensi poco fuori la città, a nord. Di queste di molte altre cose si discuteva ma, soprattutto, si beveva.
Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza.
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi manusk » 15/05/2011, 9:52

TITOLO:La sfera del buio-4° volume della saga La torre nera
AUTORE:Stephen King

BRANO:tutto si svolge all'interno della taverna al Riposo dei viaggiatori.
Davanti all'ingresso del saloon,giunto per pura buona sorte in tempo,per nn perdersi il melodramma,Jonas vi assisteva con stupore,sdegno e qualcosa di molto vicino all'orrore.Prima uno dei bambocci dell'Affiliazione mette in scacco Depape e,quando Reynolds corre ai ripari,quello più grosso con la faccia rotonda e le spalle da contadinotto preme alla gola di Reynolds un coltellaccio.E nessuno dei due bambocci che potesse aver celebrato il quindicesimo compleanno e nessuno dei due che fosse armato di pistola.Fantastico.Lo avrebbe trovato meglio di un circo itinerante,nn fosse stato per i problemi che sarebbero seguiti se nn avesse rimediato alla situazione.Che cosa potevano sperare di combinare ad Hambry se fosse circolata la voce che erano gli orchi ad avere paura dei bambini e nn viceversa? C'è ancora tempo per intervenire prima che qualcuno ci lasci la pelle,se vuoi.Dimmi,lo vuoi? Jonas concluse di si,pensando che se la fosse giocata al meglio ne sarebbero ancora usciti da vincitori.Concluse anche che,ameno di una fortuna davvero straordinaria,i bambocci dell'Affiliazione nn avrebbero lasciato vivi la Baronia di Mejis.Dov'è quell'altro? Quel Dearborn? Ottima domanda.Domanda importante.L'imbarazzo sarebbe assunto a tale umiliazione se si fosse trovato nella stessa trappola in cui erano caduti Roy e Dep.Dearborn nn era nel saloon,di questo era certo.Girò su se stesso e scrutò la via in entrambe le direzioni,nessuno.Bene.Alain sentì il cigolio di un cardine,ma la pistola di Jonas gli sfiorò la tempia prima che potesse cominciare a voltarsi.<Se nn sei un barbiere,credo che faresti meglio a mettere via quello sbudellatore,figliolo.Nn avrai un secondo avviso.>
<No.>rispose Alain.Per Jonas,che nn si era aspettato altro che ubbidienza e a null'altro era pronto,fu come una mazzata.<Che cosa?>
<Mi hai sentito.>rispose Alain.<Ho detto di no.>
Non c'è modo per cui da solo possa salvare il mondo,ma mi vergognerei di far passare un solo giorno senza provarci! I.A.
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi DaisyDery » 15/05/2011, 10:08

Ciao a tutti! :-P
Il mio lasciapassare è tratto da
La lama del dolore di Marco Davide

"Servita la birra, Mutio estrasse un vecchio straccio dal grembiule che lo copriva fino alle ginocchia e iniziò a passarlo vigorosamente su uno dei tavoli liberi della locanda. Gestire il Boccale del Gioco era diventato, negli ultimi tempi, davvero estenuante e le cose sarebbero peggiorate entro breve"
"Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono fare tutto" O. Wilde
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi claudia » 15/05/2011, 10:10

IL PORTO DI MARE da Gens Arcana di Cecilia Randall

Manente entrò per primo in una taverna odorosa di cenere, braci e stufato di carne. Da fuori il locale sembrava una delle tante case abbruttite dal tempo lungo la strada parallela a quella che conduceva a Porta San Miniato. Tre finestre erano aperte nonostante la pioggia per lasciare entrare la luce del giorno e solo un'insegna di legno cigolante e sbiadita avvertiva gli avventori che stavano per entrare al Porto di mare: un nome assurdo per un locale di una città che per avere un porto si era dovuta comprare Livorno.
[...]
Dentro, la taverna non faceva miglior impressione rispetto a quanto si vedeva da fuori. Nel grande stanzone vi erano solo quattro tavolacci grezzi, circondati da panche e sgabelli sui quali dormivano gli ubriachi, con la testa appoggiata tra le braccia. Un bancone su cui si mesceva il vino, e un grande camino per cucinare nella parete alla destra della porta completavano il quadro; vi lavoravano un uomo di mezza età secco come una scopa e una giovane donna bruna dalle forme provocanti.
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi Elli » 15/05/2011, 14:12

Premessa: come espressamente richiesto dalla nostra Locandiera, il mio Lasciapassare è un brano tratto dal mio libro! :mrgreen: Trattandosi di un urban fantasy, abbiamo pensato che un luogo di ristoro come quello di seguito descritto potesse fungere in qualche modo da "Locanda"! 8-)

Il cerchio si è chiuso - Trilogia dell'Averon, vol. 1 di Loredana La Puma

Intirizziti dal freddo i tre decisero su proposta di Rita di andare a bere una cioccolata calda. Si ritrovarono così seduti a un tavolino della cioccolateria, intenti a osservare un grosso pupazzo a forma di cuoco che, in un angolo, muoveva continuamente avanti e indietro un vassoio pieno di cacao grezzo. Rita si allontanò un attimo per andare in bagno, raccomandando a Elli di ordinarle una cioccolata al cocco e una fetta di crostata.

«Tutto molto dietetico» commentò Fabio in tono scherzoso, dando un’occhiata al bancone pieno di pasticcini, torte, creme al cacao ed enormi barrette di cioccolato. Il suo umore sembrava decisamente migliorato.

«Già» convenne Elli, «prima o poi io e Rita raggiungeremo il peso di due orche assassine a forza di frequentare questo posto. In compenso però saremo sempre molto allegre: dicono tutti che il cioccolato è un ottimo antidepressivo!»


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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi demon black » 15/05/2011, 19:47

Ok...ho riciclato una Locanda trovata tempo fa, ma non ho trovato nessuna locanda nelle mie ultime letture :roll:

Locanda "Covo dei draghi" da The King - Il Re Nero di Marco Menozzi

La vista della locanda lo rasserenò. Nonostante fosse ancora lontana, quella notte avrebbe dormito in un letto caldo.
(...)
Maugis si decise ad affrettare il passo nonostante quel giorno avesse percorso molta strada. Voleva giungere alla locanda prima dell'imbrunire.
Arrivò quando il cielo cominciava ad arrossare. Era proprio come se la ricordava. L'insegna in legno recitava "Covo dei Draghi" e non era solo un semplice edificio quanto piuttosto una vera e propria borgata, raccolta dentro un muro di cinta. Maigus varcò il grande portone, largo abbastanza da permettere il passaggio di tre carri affiancati, ed entrò nell'ampio cortile su cui si affacciavano quattro costruzioni strettamente collegate fra loro.
La locanda vera e propria stava nel centro. Era costruita su tre piani. Il più basso ospitava una rimessa per carri e attrezzi, il primo era occupato dalla grande sala comune, dalle cucine e dai magazzini di cibo. Le stanza da letto erano al piano più alto.
Sul lato destro della locanda si trovavano le stalle e un edificio più piccolo con altre stanze per i clienti meno facoltosi, mentre a sinistra vi era la casa dove viveva la famiglia dell'oste e la gente che lavorava per lui. Era una comunità di discrete dimensioni, formata da una trentina di persone e stanze a sufficenza per ospitare più di duecento clienti.
(...)
Varcando la porta d'ingresso fu assalito dai ricordi. Non era cambiato ulla. La stanza era vastissima come allora, con i due grandi camini accesi che la scaldavano e il lunghissimo bancone che occupava tutta una parete. L'odore che veniva dalle cucine parlava di carne alòlo spiedo, zupper ribollenti e pane appena fatto. Le sensazioni gli riempivano, occhi, naso e orecchie.
(...)
Il suo sguardo corse al lungo tavolo in fondo vicino al camino grande.
Era come lo ricordava.
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 16/05/2011, 9:03

Giunta fino alle scale, poco separava ancora la mercenaria dalla cura per ogni male quando una voce la bloccò, ritrovandola non diversamente da una bambina colta in flagranza di capriccio o dispetto: « Non so perché, ma credo che tu questa sera mi offrirai rogne… »
« Chi… io?! » domandò Midda, voltandosi verso l’amico, nel riconoscerne il tono di rimprovero preventivo, laddove evidentemente egli aveva già compreso i di lei intenti « Mi consideri così male? »
« No, il punto è che ti conosco così bene. » sorrise Be’Sihl, scuotendo il capo « Possibile che non riesci a restare un po’ tranquilla? »
« Giuro che io non desideravo altro! » rispose lei, sincera, sollevando le mani in propria difesa da quelle accuse « Fosse stato per me sarei rimasta volentieri a letto, a dormire… ma purtroppo qualcuno deve avere progetti ben diversi, dato che non mi è stata concessa possibilità di chiudere occhio serenamente. »
« Se non riesci a prendere sonno posso sempre prepararti una tisana… » le propose egli, accostandosi a lei e prendendola a braccetto con la propria mano destra, reggendo invece nella sinistra una bottiglia per recuperare la quale si era dovuto allontanare dalla propria solita zona di lavoro « C’è una vecchia ricetta di famiglia che farebbe proprio al caso tuo. »
« Beh… ma anche il mio è un rimedio “tradizionale”, per certi versi. » sorrise ella, sorniona, nell’appoggiare la testa contro la di lui spalla « Non sai che un po’ di movimento fisico favorisce sempre il buon riposo?! »
« E non riesci proprio ad immaginare alcun genere di attività diversa da quella che comporti uno spargimento di sangue nel mio locale? » replicò l’uomo, giungendo insieme ad ella alla sala principale, dove immancabilmente verso di loro venne attratto ogni sguardo nella presenza della donna.
« Ricominci con le proposte indecenti, Be’Sihl? » gli rispose Midda, sussurrando giocosamente « Sei proprio incorreggibile… »

Il locandiere scosse il capo a quelle parole e si mantenne passivo di fronte ai tentativi di giocosa seduzione che la compagna iniziò a proporre verso di lui, prima offrendogli piccoli baci sul collo, sotto all’orecchio, e poi guidando le proprie curve a strofinarsi lascivamente contro di lui. Egli, al di là degli umani sentimenti che poteva provare in quel momento, era invero conscio di come non fosse lui il vero destinatario di simili attenzioni: al contrario esse si concedevano quale esclusivo spettacolo per tutti i presenti nel locale, allo scopo di poter individuare fra essi quali sarebbero potuti essere i più indicati a sopperire ai di lei desideri di scontro, alla di lei volontà di rissa. Immediatamente molti si concessero gli sguardi curiosi e divertiti rivolti nella loro direzione e numerosi furono in tale frangente i gesti più o meno discreti di acclamazione nei di lui riguardi da parte di altri uomini, a complimentarsi con spirito cameratesco per la sua conquista, per quel risultato di indubbio valore: non tutti gli spettatori dimostrarono, però, la stessa correttezza nei suoi riguardi. Fra i presenti, in effetti, si dimostrarono anche espressioni di cocente invidia da parte di coloro che, altresì, non riuscivano ad accettare come lui, semplice albergatore, potesse godere della presenza di una donna del livello di Midda Bontor al proprio fianco, una donna che, dal loro fazioso punto di vista, avrebbe meritato sicuramente di meglio, e proprio in onore di questi ultimi esemplari di umana meschinità era in realtà rivolto l’interesse della stessa mercenaria, sebbene non nei termini da essi sperati.

« Sei tu incorreggibile… » le sussurrò egli quale replica, scuotendo il capo per quel di lei desiderio di combattimento, di sfida, di confronto assolutamente gratuito.
« Ma… come?! » esclamò ad alta voce la donna, in una scena tanto plateale da apparir grottesca « Vuoi dire che io non sono abbastanza per te, amor mio? »

Con quelle parole, con quei termini teatralmente offerti all’intero pubblico, la lunga lenza da lei gettata in quel tranquillo e pescoso mare si vide mossa sapientemente allo scopo di attirare i candidati più ideali ed essi, senza prendere in ipotesi la possibile esistenza di un amo celato dietro all’esca, abboccarono con entusiasmo, levandosi dal tavolo attorno al quale erano riuniti a bere copiosamente in allegra compagnia di una coppia di prostitute.

« Eccoli… » suggerì sottovoce Be’Sihl, levando appena gli occhi al cielo dopo aver individuato senza fatica gli agnelli sacrificali di quella sera « Cerca di non rompere troppi tavoli, questa volta… per favore… »
« Puoi scordartelo! » rispose ella, continuando la sceneggiata e spintonandolo lontano da sé, nell’esprimersi sempre con toni concitati per essere certa che alle proprie prede non sfuggisse nulla del di lei impegno nei loro riguardi « Se questo è quello che pensi, puoi scordarti anche il mio nome, per quanto mi riguarda! Considerami pure morta, razza di stupido… » lo rimproverò, in replica a chissà quale ipotetico insulto da lui rivoltole.
A stento il locandiere riuscì a mantenersi serio di fronte ad ella, scuotendo il capo con rammarico non tanto per quella falsa perentoria richiesta, quanto per il fatto che l’amica fosse ancora una volta riuscita ad ottenere quanto desiderato in maniera troppo semplice: « Il mondo è pieno di stolidi… » commentò fra sé e sé, allontanandosi da ella « Ma in Kriarya essi sembrano offrire particolare insistenza per entrare. »
« Tu sei Midda Bontor… » commentò uno degli stolidi in questione, al contrario avvicinatosi ad ella, caduto nella di lei trappola « Non è vero? »
« Cambia aria, bello. » gli suggerì lei, apparentemente non desiderando degnarlo di uno sguardo.
« Una come te merita di trovare compagnie migliori di quella specie di sguattero… » intervenne un altro del gruppo, sorridendo sornione « Dai, vieni a bere qualcosa con noi e vedrai che sapremo come farti sentire veramente apprezzata… »
« Se sapete come mi chiamo, saprete anche i guai in cui state rischiando di cacciarvi… » li avvertì, ora osservandoli ed aggrottando la fronte con evidente perplessità di fronte alla loro proposta « Quindi accettate il mio consiglio e tornate al vostro tavolo prima che qualcuno si possa fare del male: mi spiace dirvelo ma per quanto vi possiate illudere, voi non varrete mai neppure un fugace istante della mia attenzione… »
E di fronte a tale risposta, scontata fu la reazione di essi, dettata dall’orgoglio ferito e dal troppo alcool in corpo: « Lurida cagna… »

Così immancabile fu la rissa tanto desiderata da parte della mercenaria ed assolutamente prevedibile fu il risultato della medesima, laddove per ella simile attività non si sarebbe mai proposta diversamente da un altro qualsiasi esercizio fisico, una ginnastica non più impegnativa rispetto a quella in cui poneva il proprio interesse e le proprie energie in ogni occasione disponibile al fine di mantenere in forma il proprio corpo. Solo dopo aver avuto soddisfazione nell’aver ottenuto quanto richiesto, lasciando privi di sensi e di bramosie lussuriose gli otto balordi a lei avvicinatisi, ella decise di accomodarsi al bancone della locanda, nella nuova volontà di impegnarsi a distrarre ora dispettosamente Be’Sihl dal compimento del proprio lavoro, in attesa del momento giusto per risalire in camera e finalmente trovare il sonno desiderato.
Il locandiere, con tanta pazienza ed una nota di biasimo, aveva assistito silenziosamente allo quello spettacolo, che forse avrebbe anche potuto considerare in proprio onore, allestito con la collaborazione inconsapevole di quegli avventori, facendosi aiutare dai propri garzoni per liberare al termine del medesimo la sala dagli otto corpi e permettere, pertanto, alla serata di riprendere il proprio corso con non meno allegria di quanto non fosse stato in precedenza: quella in fondo era la città del peccato ed ipotizzare l’assenza di almeno una rissa all’interno di un locale pubblico, se non di un omicidio colposo o volontario, sarebbe stato assolutamente assurdo. Midda, con il proprio gesto, aveva per certi versi reso tributo alla richiesta di violenza all’interno di quella città, utile a mantenere in tal modo a bada gli animi più caldi e pericolosi: ciò nonostante, esattamente come ella non avrebbe mai rinunciato al proprio diritto di giocare con lui al contempo in maniera tanto maliziosa e tanto innocente, allo stesso modo egli non avrebbe mai rinunciato al proprio diritto di rimproverarla, inscenando la parte dell’irritato quasi tale fosse il suo ruolo in un infantile gioco di parti.

Da Midda's Chronicles - La corona perduta, episodi 295 e 296
Questo racconto (in edizione riveduta e corretta) è presente nel libro: Midda's Chronicles - Condannata (e altre storie)
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi nihal87 » 16/05/2011, 13:52

ce l'ho fatta!!! il libro è a casa, ma ho scovato l'ebook!!
ecco qua:

Il Paiolo Magico da Harry Potter e la Pietra Filosofale
«Eccoci arrivati» disse Hagrid fermandosi. «Il paiolo magico. Un posto
famoso».
Era un piccolo pub, dall'aspetto sordido. Se Hagrid non glielo avesse in-
dicato, Harry non ci avrebbe neanche fatto caso. I passanti frettolosi non
gli gettavano neanche un'occhiata. Gli sguardi andavano dalla grossa libre-
ria su un lato della strada al negozio di dischi sull'altro, come se per loro Il
paiolo magico fosse invisibile. E infatti, Harry aveva la stranissima sensa-
zione che solo lui e Hagrid lo vedessero. Prima che potesse dire una paro-
la, Hagrid lo aveva spinto dentro.
Per essere un posto famoso, Il paiolo magico era molto buio e dimesso.
Alcune vecchie erano sedute in un angolo e sorseggiavano un bicchierino
di sherry. Una di loro fumava una lunga pipa. Un omino col cappello a ci-
lindro stava parlando al vecchio barman, completamente calvo, che sem-
brava una noce di gomma. Il sordo brusio della conversazione si arrestò al
loro ingresso. Sembrava che tutti conoscessero Hagrid; lo salutarono e gli
sorrisero, e il barman prese un bicchiere dicendo: «Il solito, Hagrid?»
«Non posso, Tom, sono in servizio per Hogwarts» disse il gigante dando
una grossa pacca con la manona sulla spalla di Harry, al quale si piegarono
le ginocchia.
«Buon Dio!» esclamò il barman scrutando Harry. «Questo è... non sarà
mica...?»
Nel locale cadde d'un tratto il silenzio; tutti si immobilizzarono.
«Mi venisse un colpo...» sussurrò con un filo di voce il vecchio barman.
«Ma è Harry Potter! Quale onore!»
Uscì di corsa da dietro il bancone, si precipitò verso Harry e gli afferrò
la mano con le lacrime agli occhi.
«Bentornato, signor Potter, bentornato!»
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi B. Franck » 16/05/2011, 20:27

Ecco il mio lascia passare :)

Dal libro la vendetta dei nani, di markus Heitz
Tungdil e il Rabbioso entrarono nella locanda, restando sbalorditi alla vista di ciò che l'oste aveva raccolto come ricordo. Le pareti erano piene di vecchie armi di mezz' orchi e albi, tra cui ciondolavano zanne di tutte le creature possibili. Lunghi chiodi erano stati usati per fissare alla trave di legno, attraverso le orbite, i teschi dei mostri.
< Ma guarda quello...> Mormorò Boindil indicando l'angolo accanto al bancone.
Li si ergeva un vero e proprio mezz' orco impagliato, con una spada piena di tacche mella mano destra sollevata nell'atto di colpire, e al braccio sinistro uno scudo su cui stava scritto GILSPAN MI HA UCCISO. Sull'armatura erano incisi i prezzi delle bevande.
"Più ti immergi nella lettura di un libro, più il tuo piacere aumenta, la tua indole si affina, la tua lingua si scioglie, la tua abilità si perfeziona, il tuo vocabolario si arricchisce e il tuo cuore è appagato"Jahiz 850 d.c.
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi Asia » 16/05/2011, 21:07

Nel libro che sto leggendo, l'unico sotto mano, anche se non è che se ne parli proprio, c'è un piccolo estratto di un riassuntino di alcuni che vanno in una locanda, la cosa migliore che ho trovato.

HIPERVERSUM di Cecilia Randall (pag 538)

Sancerre in compenso, oltre ad avere dimostrato l'utilità della sua idea del viaggio, aveva anche dato prova di un talento pressoché infallibile nello scovare le locande in cui si mangiava e beveva meglio, quando il gruppo di giovani decideva di non cacciare. Ian cominciò a sospettare ben presto che il cadetto Sancerre non fosse nuovo a quei viaggi spensierati di borgo in borgo e che avesse già sperimentato locande di molti feudi diversi, compreso quello dei Montmayeur
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Re: BANCHETTO DEI LASCIAPASSARE (QUI la consegna e l'ingresso)

Messaggiodi gio » 16/05/2011, 21:31

ma quante belle locande per la nostra collezione... (si sfrega le mani soddisfatta) :-P
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