[Nessuno - In volo]
Sorvolo (
) sul pessimo gioco di parole del mio imprevisto compagno di viaggio per questa rapida evasione dalla città e, tentando di muovermi in maniera più delicata possibile monto sulla groppa del medesimo, nel rispetto delle sue indicazioni, della sua volontà in tal senso. Cerco di dispormi all'altezza della congiunzione fra collo e schiena, fra le scapole del drago: per quanto questa debba essere considerata la postura più "naturale" possibile che mi sia consentita in questo frangente, risulta estremamente difficile considerarla effettivamente comoda, là dove la schiena di un drago non è di certo stata creata dagli dei per trasportare un elfo, un uomo o un nano. Spero solo di non concludere il viaggio con troppe escoriazioni fra le gambe...
La falce è abbandonata a terra, per non risultarmi d'ostacolo in questo momento, nella certezza che, comunque e dovunque, saprà purtroppo ritrovarmi.
« Sono pronto. » comunico, ormai già sinceramente pentito dell'idea che mi ha colto.
Il balzo verso il cielo è un'esperienza a dir poco terrificante. Non ho mai volato prima d'oggi, là dove se la vergine oscura avesse desiderato che gli elfi volassero avrebbe loro donato le ali: ciò nonostante non riesco a provare entusiasmo per questa esperienza, là dove l'impeto del movimento della creatura sotto di me e dell'aria attorno a me è sì elevato, sì terribile, da negarmi qualsiasi occasione di respiro.
E quando, raggiunta la cima dei cieli, tanto in alto da poter pensare di poter cogliere le stelle semplicemente allungando le dita di una mano, la domanda del mio compare mi raggiunge con quella che non può evitare di risuonare alle mie orecchie come una malcelata beffa, per quanto, forse, le sue intenzioni debbano considerarsi assolutamente innocenti.
« Ricordami di vomitare, se mai torneremo a terra... » rispondo, sincero « Ora non potrei neanche volendo, dal momento in cui non so più dove sia il mio stomaco. »