saxosax ha scritto:Secondo me in quei casi, SE SI VUOLE DARE UN FEEDBACK sul libro in questione (cosa che nessuno è obbligato a fare se non vuole ovviamente), la scelta di dare un voto è troppo facile e anche un po' scorretta (non nei confronti dell'autore ma proprio per una questione di onestà intellettuale) mentre quella di lasciare un commento nutrito, proprio per sopperire alla mancanza del voto, è apprezzabile.
Mah...
Sinceramente non capisco il tuo discorso né dal punto di vista della "scorrettezza verso l'autore" né da quello della presunta "disonesta intellettuale".
Affrontiamo la questione dal punto di vista di aNobii, visto che se non scegliamo neppure un riferimento comune il discorso diventa sterile.
aNobii è un social network. Basato sui libri, ma è pur sempre e solo un social network.
Non è un circolo di intellettuali. Nè, tanto meno, una rivista letteraria. E premettendo che anche nelle riviste letterarie si possono trovare stroncature non commentate, non vedo proprio dove un voto negativo di un libro non finito e privo di particolari analisi abbia da essere considerato sbagliato.
Dell'autore, a meno che non si tratti di un esordiente, l'opinione di un lettore su aNobii non interessa assolutamente.
Non conosco Licia Troisi personalmente, ma mi voglio ritenere certo che non sia lì a controllare, minuto per minuto, cosa la gente possa dire o non dire sui suoi libri. Anche perché rischierebbe di dar di matto e smettere di scrivere se stesse a sentire tutti.
Un autore esordiente, poi, se proprio desidera può anche cercare un contatto personale con il lettore, scrivendogli in PM e chiedendogli le ragioni per le quali si è espresso in maniera negativa. Questo, ovviamente, nell'ipotesi che lo scopo dello scrittore sia di "migliorarsi" e non, semplicemente, di contrattare stelline (in aNobii ho spesso visto scene imbarazzanti dal punto di vista della contrattazione delle stelline). Ciò non di meno, anche per lo scrittore esordiente che desideri "migliorarsi", confrontarsi con un lettore che non ha apprezzato la sua opera può essere un'arma a doppio taglio, dal momento in cui, parliamoci chiaro, non si può piacere a chiunque!
Nel merito, invece, di una qualche onestà intellettuale, non vedo proprio dove assegnare un voto negativo abbia da considerarsi disonesto. Non, soprattutto, ove un libro è stato giudicato tanto pessimo da non merita neppure di essere finito.
Cioè... se io ho già speso tempo, e magari anche soldi, dietro a un libro che non mi è piaciuto per nulla, ho tutto il diritto di manifestare il mio dissenso. Così come, ovviamente, coloro a cui è piaciuto hanno diritto di manifestare il loro consenso. E per manifestare il mio dissenso, nulla mi impone di essere così "professionale" da stare a indicare punto per punto cosa non mi è piaciuto. Non, soprattutto, ove c'è il rischio che con l'autore possano iniziare botta e risposta a cui non ho interesse a star dietro.
A conclusione del discorso, vorrei sottolineare come io, personalmente, utilizzi un unico metro per stelline e commenti, non considerandoli espressione di due sentimenti diversi. E, ultimamente, per mancanza di tempo, sto ricorrendo più spesso alle stelline che alle recensioni.
Se un libro mi è piaciuto in maniera straordinaria: 5 stelline. A prescindere da che argomento tratti o da come lo tratti.
Se un libro mi è piaciuto, ma non credo che mi abbia cambiato la vita: 4 stelline.
Se un libro l'ho portato avanti a fatica: 3 stelline.
Se un libro non mi è piaciuto: 2 stelline.
Se un libro mi ha proprio fatto maledire il momento in cui ho deciso di iniziare a leggerlo: 1 stellina.
Se poi ho tempo e voglia, nulla mi impedisce di esprimere un commento. Ma tanto le stelline, quanto i commenti, non li pubblico per cercare approvazione popolare, ma, semplicemente, per esprimere il mio stato d'animo alla conclusione della lettura.
Nulla di intellettuale o di professionale... solo pancia, come direbbe Blackie!