di FraAngel82 » 18/10/2009, 21:31
Ciao! Sono appena tornata dalla presnetazione a Brescia e sono un pò cotta. Però ci tenevo a rispondere, per non dimenticarmi poi, stordita come sono.
Io capisco il ragionamento che fai, però il fatto è che, nonostante la passione per l'oriente, resta un fatto che non si può cambiare: io non sono nè cinese nè giapponese. Per cui, inevitabilmente, i miei wuxia sono mediati da un occhio occidentale.
E io non credo che questo sia un male, quel stipicizzare che noti, per me è qualcosa invece di importante, perchè io non voglio scimmiottare il wuxia o rifarlo. Non potrei, ma posso mettere la mia passione nella costruzione di un mondo che si richiami all'oriente.
Da un romanzo ambientato nell'oriente antico, ad esempio, mi aspetto di imbattermi in personaggi che diano grande importanza al rispetto, specie per autorità e superiori, alla compostezza ed dominio di sé.
Io creco che questo ci sia, però è mediato attraverso il mio approccio.
Ad es, a me non è affatto piaciuta la trilogia fantasy di Sean Russel, la Saga di Wa, proprio perchè lui (a parte non conoscere altra punteggiatura se non i puntini di sospensione) usa solo stereotipi: l'imperatore è il primo imperatoree della Cina, con tutta la sua storia di progressima follia, i barbari del nord sono i mongoli cattivi, brutti e cafoni, come ce li presenta l'annalistica cinese, i monaci sono buddhisti e i guerrieri samurai. E' tutto troppo poco personale. Io non ho capito qual'è la visione dell'autore in quella Saga, ho rivisto solo una serie di cose che cinesi e giapponesi avevano fatto meglio in tante altre occasioni.
Io non credo di aver inventato nulla, intendiamoci, ma quando scrivo dello Si-hai-pai e dintorni cerco di partire da ciò che è storico, da ciò che è vero, da culture e tradizioni esistenti, per poi però creare qualcosa di diverso. E' qualcosa che ho ritrovato in altri autori occidentali che scrivono d'oriente e che ho apprezzato.
Il fatto di essere occidentali secondo me è qualcosa non possiamo mai dimenticare quando affrontiamo la scrittura di testi simili, tante cose sono e resteranno distanti da noi. Perciò io preferisco magari discostarmi dai canoni tipici del genere, uscire dallo stereotipo, però sapere che quel personaggio, nel bene e nel male, con tutti i suoi difetti, viene da me e non da un "canone".
Con umiltà, io scrivo il mio fantasy orientale, sapendo che in cima a un ideale montagna ci sono i grandi maestri della narrativa wuxia, che sono però cinesi.