saxosax ha scritto:Finito!
CONTIENE SPOILER
Allora. La verità...? A me non è piaciuto tanto. SICURAMENTE non è il mio genere e alcune delle cose che mi hanno dato fastidio nella lettura, come l'evolversi molto rapido delle vicende, le poche descrizioni e il secondo finale (quello alla "piccoli brividi"), fanno parte di un canovaccio che a molti sicuramente piace. Ci sono anche state delle altre cose però che non mi hanno fatto godere la lettura, che prescindono da questo discorso, secondo me. Provo a mettere i pensieri in ordine.
In primis, ma qui forse è solo una cosa mia visto che ho vissuto in america, non mi sono sentito molto "statunitense" leggendo questo libro. Un elemento che ricordo mi avesse colpito era il fatto che Brandon e Darryl si conoscessero dalle MEDIE, una cosa molto rara negli stati uniti visto che le scuole elementari e medie in genere sono unite (tranne quelle per persone molto ma molto facoltose) però magari nel maine non è così, non ho controllato. Inoltre era metà aprile, in america a metà aprile manca poco più di un mese alla chiusura estiva, e in america la chiusura estiva comporta tutta una serie di eventi molto importanti (balli, feste, premiazioni per le attività scolastiche e non) e di questo non c'è il minimo sentore, quasi fossimo in una scuola nostrana che finisce a giugno e in cui l'unica cosa importante è il fatto stesso che la scuola finisca. Forse però il passaggio che mi ha reso poi leggermente prevenuto su tutto il resto è stato questo (si trova tra le prime righe del primo capitolo che parla di Brandon, è mattina e lui si è appena svegliato): "una brezza calda arrivava dal mare, insolita per quella stagione". Insolita... nel maine a metà aprile si svegliano con 2 gradi quando va bene, dire che la brezza è "insolitamente calda" e soprattutto che arriva "dal mare" cioè da dove arrivano le correnti artiche, non è proprio una scelta felice.
In secondis, anche questo forse è tipico del genere ma a me è sembrato esagerato, i personaggi sono troppo stereotipati. C'è il ragazzo sfigato con l'asma e il "pel di carota" che ha un gran cuore ed è l'eroe del libro, l'amico nero coi capelli a cespuglio simpaticissimo, la stragnocca mora e ricca che sembra abbia la puzza sotto il naso ma in realtà è che vorrebbe essere vista per qualcos altro che non fosse il suo aspetto, il bullo grossissimo di origini nordeuropee (sì, anche questo è uno stereotipo), la svitata punk bionda che però quando non si trucca strana in relatà è figa... Per il mio gusto personale questi stereotipi erano davvero troppo marcati e imblocchettati, rigidi a tal punto da essere surreali in certi momenti. I personaggi "dell'altro canton", cioé Annette, Rose, Jacob ecc, lo sono un po' meno, ma anche lì non mi ci sono immedesimato tanto.
In dulcis le reazioni dei personaggi ai dialoghi, il loro "linguaggio del corpo", spesso mi spiazzava. C'è, secondo me, troppa gente che troppo spesso spalanca gli occhi, scatta in piedi, rimane inorridita, fa un grande sforzo per calmarsi, guarda gli altri con espressioni arcigne... anche in momenti dove persone vere avrebbero avuto delle reazioni più... medie diciamo, meno eclatanti e plateali. Poi alcune reazioni sono proprio fuori scala. Se posso dirlo, ho trovato un po' ingenuo il momento in cui Vania scopre di essere sotto la casa bianca, dove vive il presidente degli Stati Uniti, e ha quasi un attacco di cuore Ora... va beh che gli americani tengono in considerazione il loro presidente un po' più di quanto non facciamo noi con i nostri, ma sta benedetta ragazza ha appena scoperto di essere la reincarnazione della regina Cleopatra, il presidente non le sembrerà poi sto gran che. In alcuni punti poi ho anche avuto la sensazione che i personaggi cambiassero idea troppo rapidamente sulle cose: "Dobbiamo farlo" "No non voglio" "Ma è necessario" "Sì, hai ragione" un po' esagerato forse, ma questa è l'idea che ho avuto in alcuni momenti, specialmente quando viene spiegato a B e a V cosa dovranno fare per liberarsi del sacerdote cattivo.
In caffèis non mi sono piaciute le scene d'azione non so se riuscirò a spiegarmi bene qui, ci provo. Mi sembrava di vedere delle pedine su un scacchiera, tutte in attesa che fosse il loro turno di muoversi. Non ho percepito il movimento generale, al confusione, quasi i personaggi "non inquadrati" fossero congelati sulla scena aspettando che l'attenzione si spostasse di nuovo su di loro. L'effetto risultante è che non me le sono godute e mi hanno un po' annoiato, sia al museo (poi non ho capito perché Vania dovesse a tutti i costi far apparire lo scarabeo nella sua mano per non far scattare l'allarme quando gli altri avevano già spaccato metà delle teche di vetro nella stanza) che nel passato quando combattono contro James e Ah assieme.
In ammazzacaffeis ho apprezzato il finale (quello vero, non quello da piccoli brividi), che ha effettivamente riscattato la lettura, il colpo di scena è riuscito bene e me lo sono goduto molto, bello il modo in cui si va a riallacciare con quello che succede nelle prime pagine. Anche qui c'è qualcosa che non mi ha girato giusto, ma pazienza. Solo un po' di infodump (quanto odio questi termini simil-tecnici) quando Rose, spiega al Annette e a Jacob (ma in realtà è solo un modo per spiegarlo al lettore) che ha sempre finto. "Sììì, perché ho sempre finto hai capito!!" "Ma anche quando facevi quella roba lì??" "Certo, e ti dirò di più...!!!" Un po' come i personaggi dei fumetti che quando fanno un colpo, non si sa perché, devono per forza urlarne il nome a squarciagola.
Questo è quanto. Dovendo dare un voto sarebbe 2 e mezzo.
Spero di non aver esagerato.
Torna a Saghe e Romanzi di esordienti fantasy italiani
Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti