Essendo pigra, scopiazzo la recensione di "I pirati dell'oceano rosso" da anobii...
Prosperino i ladri - i ricchi ricordino.
Non si faccia caso a qualche espediente alchemico, qualche manufatto di antichi alieni e qualche centinaio di pagine di avventure a terra: siamo al cospetto di pure letteratura marinaro-piratesca, con tutti i suoi necessari passaggi di rito: la formazione marinaresca dei terraioli, le superstizioni, le tradizioni, il malumore a bordo, la tempesta, l'ammutinamento, l'arrembaggio, le misteriose presenze che occhieggiano dagli abissi... Questo secondo romanzo delle avventure di Locke e Jean è una vera gioia per il cuore!
Vengono fuori, tra mare e terra, i sentimenti, l'etica, la religiosità dei nostri eroi; l'accettazione dei rovesci di fortuna, l'affratellamento spontaneo con chi sia audace, malandrino, sventato o folle, l'antagonismo con i ricchi in quanto oziosi, corrotti ed innecessariamente crudeli.
I romanzi di Scott Lynch sono franca letteratura d'avventura: scenario, intreccio, inganni e prodezze, per il tramite di una penna felice.
Non cercano di essere altro, non vogliono parlare (anche) d'altro: per questo il momento in cui Jean, per ingannare l'attesa in un passaggio di grande tensione, legge un romanzo, e quello successivo, in cui lui e Locke si chiedono se loro stessi potrebbero essere mai personaggi di storia o di epopea, ci regala una parentesi di genuino ed inaspettato lirismo. Bravo Lynch.