"Scusa se scrivo."?!

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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi niji » 09/06/2011, 20:58

Il problema e' la definizione... Per me queste sono professioni! Che significa? Che ci mangio! Non ci mangio? Allora sono un aspirante blablabla. Se io disegno durante i weekend e per il resto della settimana faccio siti web, allora "programmatrice" mi definisce meglio di "illustratrice", se il mio "animo" non e' d'accordo con la realtà dei fatti, allora faro' il possibile per cambiare la situazione, ma questo non vuol dire che un hobby mi possa caratterizzare. Se io mi diverto a tirare due cavi ogni tanto, sono un'elettricista?
So che questo vuol dire che praticamente non ci sono scrittori, ma appassionati di scrittura o altro. Non capisco che cosa ci sia di male ad ammettere che una cosa e' un hobby.
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi saxosax » 09/06/2011, 21:04

niji ha scritto:Non capisco che cosa ci sia di male ad ammettere che una cosa e' un hobby.


Un hobby è una cosa che fai solo quando non hai altro da fare, non è qualcosa per cui sacrifichi del tempo. Per quello che mi riguarda questa è una differenza fondamentale.
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi niji » 09/06/2011, 21:15

E quindi sarebbe giusto mettere sullo stesso piano chi rischia un posto stabile per provarci e crederci, chi ne fa il fulcro della propria vita, con chi lo rilega a qualche spazio forzato ogni tanto?
so che il mio punto di vista e' un po' estremo, ma io non ritengo illustratori quelli per cui l'illustrazione e' uno sfogo personale e non hanno il coraggio di farlo con i rischi e i compromessi che richiede una professione. Le persone come me, insomma. Siamo hobbisti, ma come dici tu... Poi ci sono degli aggettivi. Ci sono hobbisti appassionati, ci sono hobbisti che se ne fregano, ma entrambi sono hobbisti perché non sono professionisti.
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi ziadada » 09/06/2011, 21:25

sono d'accordo con niji, praticamente con tutto quello che ha detto in questa discussione :-P
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi Sophie » 09/06/2011, 21:38

Mumble... cari ragazzi, io vi voglio bene, ma qui secondo me adesso si sta andando un pò troppo sul fantascientifico. 8-)

Volete venirmi a dire che la metà (o anche di più, se ho capito bene il vostro discorso) degli esordienti italiani che avete letto non sono stati all'altezza delle aspettative, oppure che avete comunicate con loro tramite anobii e avete trovato alcuni di loro (o molti di loro) parecchio boriosi e narcisisti (fra l'altro, senza che ve ne fosse buona ragione... :roll: )... ? Vi rispondo: okay, per quanto ne so, potrebbe anche essere.

Volete dirmi che vi piacerebbe sentirvi più liberi di esprimere la vostra opinione, senza dover temere di continuo che questo o quel tipo si offenda, se scrivete che il suo libro fa pena o se lo criticate in qualche modo... sta bene anche questo, se l'autore "si facesse da parte" probabilmente chi commenta il libro avrebbe maggiori possibilità di esprimere il proprio parere.

Ma così come lo scrittore (imbrattacarte? come preferite che li chiami, se questa parola vi sembra inadeguata? :lol: ) ha il sacrosanto dovere di non rompere lo scatole al lettore (che fra l'altro, gli rende il primo favore leggendo, e il secondo commentando, anche se in negativo... quindi per quanto mi riguarda non avrebbe motivo di lamentarsi comunque!), il lettore, scusate, ma secondo me ha il sacrosanto dovere di non essere offensivo nei confronti di chi cerca di imparare un mestiere. :geek: Poi, capiamoci, io non mi sono sentita offesa dai vostri discorsi, eh? Per niente! (prima di tutto perché vi conosco troppo bene; e in secondo luogo perché, essendo quello che sono, ho imparato a offendermi di rado e solo se c'è un motivo vero ;))
Però credo che frasi come alcune di quelle che avete scritto qui sopra, possono risultare mortificanti per qualcuno.
E inasprire ulterioremente questa assurda diatriba autori/lettori che si sta trascinando avanti da troppo tempo. :roll:

Ora... sarò molto, molto, molto narcisista in questo: per quanto mi riguarda, scrittori si nasce, non si diventa. Puoi essere un cattivo scrittore, puoi essere un bravo scrittore, puoi essere il Dio Supremo della Santa Scrittura...
Ma non è un "titolo". In un certo senso, non è nemmeno una cosa che uno "fa".
Non è la pubblicazione e non è il successo a fare di qualcuno uno scrittore. "Artista" è un parolone troppo grande che io non uso mai, non ha niente a che fare con me e con la mia esigenza di raccontare storie.
Dovete capire che io penso a me stessa, e al resto degli imbrattacarte di questo mondo, come a delle specie di... sì, di Servitori. Noi serviamo le Storie che raccontiamo. Tutto lì. E' come una chiamata: voi non avete idea di quante volte, nel corso della mia vita, io sia stata sul punto di mollare tutto, di posare la penna e farla finita una volta per sempre. Forse è capitato anche ad altri, non so. Forse sono solo io che sono strana. :lol: Spesso mi capitava di pensare: "Non sono abbastanza brava. Non ce la farò mai. Devo piantarla di farmi illusioni, non è roba per me."

Sapete quando ho capito di essere una scrittrice? Il giorno in cui ho capito che avrei continuato a scrivere comunque. Nonostante tutte le mie paure. Nonostante tutte le mie incertezze. Avrei continuato a esercitarmi, e avrei continuato a fare del mio meglio, a prescindere dai risultati. Perché non potevo farne a meno. Perché era nella mia natura. :)


Poi, ribadisco: in questa nazione si attribuisce decisamente troppa importanza alle persone che scrivono (e alle case editrici che pubblicano) e troppo poca ai libri e alle storie in sé, che sono la parte bella, la parte ancora sana di tutto questo complesso e strano baraccone.
Noi lettori abbiamo i nostri sacri diritti, che sono inviolabili.
Ma non è certo il lettore, a fare lo scrittore.

E quindi sarebbe giusto mettere sullo stesso piano chi rischia un posto stabile per provarci e crederci, chi ne fa il fulcro della propria vita, con chi lo rilega a qualche spazio forzato ogni tanto?
so che il mio punto di vista e' un po' estremo, ma io non ritengo illustratori quelli per cui l'illustrazione e' uno sfogo personale e non hanno il coraggio di farlo con i rischi e i compromessi che richiede una professione. Le persone come me, insomma. Siamo hobbisti, ma come dici tu... Poi ci sono degli aggettivi. Ci sono hobbisti appassionati, ci sono hobbisti che se ne fregano, ma entrambi sono hobbisti perché non sono professionisti.



Niji, ti quoto in questo al mille per mille! E sono d'accordo con te su quasi tutto quello che hai scritto, a proposito! :-P
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi SeanMacMalcom » 09/06/2011, 23:02

Mmm...
Tanti argomenti. Tante posizioni. E molto rischio di rumore bianco che disturbi tutto il resto.

Un paio di centesimi sparsi in maniera disordinata...

Mio cugino, sulla sua carta d'identità, alla voce "professione" ha fatto scrivere "ingegnere". Io ho fatto scrivere "lavoratore dipendente". Entrambi ci siamo laureati al Politecnico (laurea di primo livello), ed entrambi lavoriamo come dipendenti: io programmo robot, lui programma Virgilio.
Che c'azzecca?!
C'azzecca nei termini in cui io non riuscirei mai a considerare l'"ingegnere" quale una professione: è una qualifica, un traguardo formativo, ma non una professione. Tecnicamente parlando, mi rendo conto, anche "lavoratore dipendente" non è una professione: è una qualifica, una collocazione professionale, ma non una professione, ragione per cui, probabilmente, lui, come me e a me opposto, non ha pensato di dichiararla quale propria professione.
Quale domanda probabilmente ci siamo posti quando abbiamo dato queste diverse risposte?
Io credo che la domanda comune a entrambi sia stata "Cosa faccio io per vivere?". Domanda alla quale lui ha risposto "faccio l'ingegnere" e io ho risposto "faccio il lavoratore dipendente".

Sotto questo profilo, forse fazioso, forse limitato, si potrebbe quindi dirimere la questione nel merito a "chi è uno scrittore?" così come ha giustamente proposto Niji (trovandomi pienamente concorde, sottolineerei).
Scrittore è chi vive della propria scrittura.
Tito Faraci, già tirato in ballo in uno dei miei interventi di ieri sera, è uno scrittore. Perché mangia grazie al suo scrivere. Perché si pone al mattino davanti alla tastiera e sa che dovrà battere i tasti non solo per mero piacere personale nel farlo, ma perché se non riesce a farlo (e a fare qualcosa che soddisfi i suoi datori di lavoro) potrebbe non mangiare.
Parimenti, artista è chi vivere della propria arte.
Max Bertolini, che ho avuto il piacere di conoscere di persona tempo fa, conversandoci a lungo (e comprendendo di non potermi di certo illudere di avere un qualunque futuro nel campo del disegno nonostante ogni mia passione in tal senso), è un artista. Perché mangia grazie alla sua arte. Perché si pone al mattino davanti a una pagina bianca e sa che dovrà darle vita con un'illustrazione non solo per mero piacere personale nel farlo, ma perché se non riesce a farlo (e a fare qualcosa che soddisfi i suoi datori di lavoro) potrebbe non mangiare.

Questo criterio, forse impietoso, credo che potrebbe essere giudicato l'unico utile a distinguere concretamente uno scrittore da uno che scrive per hobby (così come, ancora, già proposto da Niji).
Così come è l'unico che, dopotutto, distingue un avvocato da un appassionato di Perry Mason. Un poliziotto da un appassionato di Salvo Montalbano. Un medico da un appassionato di Gregory House (ommamma!!!).
Criterio sulla base del quale i millemila autori aNobiiani citati da Gio si ridurrebbero drasticamente a...? Quanti? Una ventina?!

Un colpo al cerchio e uno alla botte.

Robert E. Howard scriveva per mangiare. Ed erano più le volte che non mangiava. (in compenso molta gente dopo la sua morte ha mangiato grazie a lui e continua a mangiare tutt'oggi)
J.R.R. Tolkien scriveva per diletto. Perché mangiava grazie al suo lavoro da professore universitario. (e, parimenti, molta gente comunque mangia ancora oggi grazie a lui)
E' un esempio. E un esempio forse malizioso.
Ma stando a quello che ho detto un attimo fa (e che non desidero smentire), potremmo considerare come Robert E. Howard sia stato uno scrittore, mentre J.R.R. Tolkien no. Tolkien era un professore universitario che, come hobby, scriveva.

Cosa rende J.R.R. Tolkien uno scrittore?
Risposta retorica: il fatto che oggi qualcuno si ricorda il suo nome. E non perché lo ha conosciuto. Ma perché le sue opere sono perdurate oltre la sua morte e gli hanno donato, a modo loro, l'immortalità.

A chi non piace l'idea di poter distinguere uno scrittore sulla base della dichiarazione dei redditi, direi che l'unica, magra, consolazione che resta è il pensiero, la speranza, che da qui a cento anni qualcuno si possa ancora ricordare il suo nome, per merito delle sue opere.
E non mi vergogno ad ammettere che, personalmente, io mi colloco proprio in questa categoria, fra gli illusi che sperano che fra cento anni qualcuno possa ancora avere ragione per ricordarsi il nome di Midda Bontor. :)
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi mpblack » 10/06/2011, 8:39

no no, l'autore non deve ritenersi una divinità, e quando mai? Noi, in primis, siamo lettori, ricordiamolo sempre, e a nostra volta recensiamo libri di altri autori. Le critiche negative, se costruttive e ribadisco se costruttive (non il semplice "il libro fa schifo!") devono essere accettate, perché possono dare buoni spunti di riflessione.
Personalmente mi danno fastidio i commenti nei quali mi viene detto pressapoco così:

"Dovevi scrivere così, dovevi togliere quel pezzo e aggiungerne un altro.... quel personaggio lo dovevi fare biondo, etc..."

Capite quello che intendo dire?

Non mi puoi scrivere tu la trama, mi verrebbe da ribattere:

"Perchè allora il libro non te lo riscrivi tu?"
:mrgreen:
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi saxosax » 10/06/2011, 10:40

Vi dirò una cosa, giusto per chiarire. Io sono d'accordo praticamente su tutto quello che hanno detto niji, sofie e soprattutto sean riguardo persone come Tolkien, diventate famose dopo morte. Sono d'accordo nel senso che i vostri ragionamenti mi convincono, il problema di quello che dite secondo me sta nell'ipotesi di base e cioé quello di poter decidere che cosa è o non è un'altra persona.

Rispondete a questo: avete letto un libro (visto che stiamo parlando di scrittori), vi è piaciuto o magari no, lo dite, spiegate perché, siete soddisfatti... che cosa ve ne importa di chi è che lo ha scritto? Perché dovrebbe essere importante quello che fa nella vita, cosa pensa, come ragiona? Perché tutto questo dovrebbe influire sulla vostra valutazione? Perché volete rendere questo parte della vostra valutazione? Come potete fare un processo alle intenzioni quando l'unica cosa che avete fra le mani è un oggetto, risultato di un lavoro e non motivazione? Chissenefrega di quante altre persone, oltre a voi, considerano quell'oggetto un buon oggetto? Ha forse importanza, per voi? La vostra opinione, come la vostra parola, non appartiene forse a voi e a nessun altro?

Altro quesito, forse più a tema con l'argomento originale: non credete che tra dire a una persona "sei un pessimo scrittore" e "non sei uno scrittore" ci sia differenza? Secondo me ce n'è parecchia, perché nel primo caso stiamo valutando il risultato, dicendo che non è bello/adeguato/conforme/quello-che-vi-pare, nel secondo caso state facendo un processo alle intenzioni, senza avere il benché minimo elemento per poterlo fare. Vi sembra strano dunque che l'autore si offenda? (badate, non sto dicendo che è giusto che ve lo dica, perché la prima cosa che deve imparare un autore che si mette in gioco è starsene zitto e non rispondere mai e poi mai alle offese) Non pensate che, se i lettori si fermassero a riflettere su questa sottile differenza ci risparmieremmo moltissime situazioni spiacevoli.

A voi. :-P
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi niji » 10/06/2011, 11:02

Bellissimo intervento, Sean!
E bellissimo intervento anche quello di Davide. Che evidenzia che la differenza sta nel valore che si da ai termini.
Per rispondere alle tue domande, che cosa faccia l'autore di un romanzo per vivere, non me ne può fregar di meno. Mi piace il libro o non mi piace il libro. Io non potrò mai dire ad una persona, letto semplicemente un libro "non sei uno scrittore". Io non lo so se è uno scrittore, quello dipende dalla vita che fa, non dalla qualità del libro. Però credo che se la gente si rendesse conto che la maggior parte delle volte quello che fa è solo per passione, e se ne ricordasse, invece di credersi - anche solo a livello di autodefinizione - qualcosa di "arrivato", tutto andrebbe molto meglio. Che cosa c'è di male ad avere una passione? ad essere un aspirante qualcosa?
Sinceramente, con tutta l'acredine che c'è nel mondo della scrittura, pare che girino milioni... invece di soldi ce ne sono pochissimi. E allora, che ci si diverta come è giusto fare con un hobby, per quanto preso seriamente - e che caspita! - invece sembra che ne dipenda il pane per i figli...
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi gio » 10/06/2011, 11:18

Quando leggo un libro, lo leggo per quello che è, un libro. Chi lo ha scritto e cosa fa nella vita chi lo ha scritto non mi importa. Ma proprio per niente.

Però sull'autodefinirsi "scrittore", quoto questa frase di Niji

Però credo che se la gente si rendesse conto che la maggior parte delle volte quello che fa è solo per passione


Mi rendo conto che la diversa posizione (rispetto a Saxo) nasce da una diversa interpretazione dei termini. Se per scrittore si intende colui che scrive qualcosa, che ha scritto un racconto, una storia, un romanzo, allora immagino che sì, gli scrittori in Italia siano moltissimi e che si tratti di un titolo che ognuno può attribuirsi da solo.

Io quando parlo di scrittori penso a una professione. Attenzione, non intenso nel senso che lo scrittore debba necessariamente far solo quello nella vita o mantenersi con quello, ma intenso nel senso di "professionalità".

Il concetto di professionalità per me fa da discrimine in tutti i settori tra hobby-passione-aspirazione interiore-sogno nel cassetto e... professione?
Per cui i miei disegni appesi alle pareti di casa mia e molto apprezzati da parenti e amici, fanno di me un'appassionata di disegno, mentre le copertine di libri realizzate da Niji o le illustrazioni di libri per infanzia realizzate da Ayram e gli studi fatti per arrivare a questo risultato fanno di loro delle illustratrici (anche se ad oggi non si mantengono così).
(è solo un esempio, non appendo per casa i miei disegni :mrgreen: )

Così come il fatto di amare molto gli animali e aver accudito così bene la mia cagnolina da farle vivere ben 17 anni di salute, non fa di me un veterinario.

Ma come dicevamo, è un problema di terminologia. Non intendiamo la stessa cosa con il termine scrittore :)
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi gio » 10/06/2011, 11:23

ah, naturalmente non penso di aver ragione io, eh. Semplicemente ho sempre inteso così il termine scrittore.
cmq, le diverse posizioni, mi fanno riflettere. per arrivare a quali conclusioni non so... però rifletto :mrgreen:
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi gio » 10/06/2011, 11:29

a proposito dell'intervento di MpBlack, che naturalmente condivido pienamente, mi viene da tornare al punto di partenza. A un intervento di Niji a favore della "distanza" tra autori e lettori.

Perchè diciamolo, per gli autori è un tormento vedere stroncate le proprie opere: alcuni hanno un temperamento che permette loro di reagire in modo dignitoso, altri fanno pessime figure, ma in generale, chi glielo fa fare?
Credo che Licia Trosi abbiamo presto imparato che non era salutare inseguire tutti i commenti e le recensioni che comparivano in rete, molto meglio attenersi ai dati di vendita e ai feed back dei lettori in occasione di presentazioni ed eventi.
D'altro canto, alcuni lettori hanno modi assurdi, supponenti, presuntuosi, che probabilmente vengono incoraggiati proprio da questa "accessibilità" dell'autore.

Insomma, ognuno a casa sua e via.

Che è poi quello che già fanno gli scrittori che non hanno bisogno del web per promuovere le loro opere, poichè son già ben distribuite. Pensandoci, mi rendo conto che per gli autori ai primi passi che non hanno alle spalle una realtà editoriale forte, anobii possa essere una risorsa non trascurabile. Però è un sistema che non mi convince...
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Re: "Scusa se scrivo."?!

Messaggiodi claudia » 10/06/2011, 11:40

Siamo finiti un po' OT ma la discussione si sta facendo comunque interessante.
Per curiosità sono andata a controllare la mia personalissima bibbia, il mitico Vocabolario Enciclopedico della Lingua Italiana Treccani. Ecco la definizione della parola "scrittore": chi si dedica all'attività letteraria; chi compone e scrive opere con intento artistico.
Quindi scrittore è colui che scrive, indipendentemente dalla bravura, dal successo, o dalla pubblicazione.
Pittore sarà colui che dipinge indipendentemente dalla bravura e dal successo o dall'eposizione pubblica.
Poeta sarà colui che compone versi indipendentemente dalla bravura e dal successo o dalla pubblicazione.

Dirò di più, secondo me le parole chiave sono: intento artistico. Io scrivo ff, ma non ho assolutamente un intento artistico, bensì ludico, quindi, giustamente non sono e non mi ritengo una scrittrice.


Per curiosità, e perché colpita dal ragionamento di Niji, sono andata anche a cercare la definizione di illustratore: chi esegue o raccoglie i disegni e le fotografie occorrenti per l'illustrazione di un libro o giornale e li dispone nella pagina.
A mio modesto avviso qualcosa di più tecnico che può con più facilità rispondere ai requisiti di una professione.
D'altro canto, se gli scrittori italiani dovessero vivere solo di quello che dà loro la scrittura in quanti lo sarebbero veramente? Così stando le cose, neppure Camilleri potrebbe essere definito uno scrittore: chissà se tra 50 anni i suoi libri avranno lo stesso successo che hanno oggi. Oppure sono le vendite che fanno lo scrittore? :?
Ultima modifica di claudia il 10/06/2011, 11:48, modificato 1 volta in totale.
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