ziadada ha scritto:SeanMacMalcom ha scritto:Voi cosa ne pensate? E' davvero così "pericoloso" scrivere in Italia?
IMHO? E' pericoloso scrivere male, se non si sanno accettare le critiche.
Mi piace come risposta. Sia per il concetto che esprime, sia per il modo in cui lo esprime.
Tuttavia, c'è un punto che, secondo me, attorno al concetto dell'accettazione della critica, rischia di essere particolarmente pericoloso (giusto per rimanere in tema) e di porsi qual fondamento per molte (e spesso gratuite) polemiche come quelle che ho visto nel thread di Gio su aNobii.
Ossia un presunto valore "vincolante" della critica che molti utenti di internet spesso ritengono esistere in stretta connessione allo stesso, sacrosanto, diritto di critica.
Aneddoto:Mi rammento come, e si parla di parecchi, ma parecchi anni fa, diversi utenti frequentanti il forum della PaniniComics (che all'epoca - quand'ancora internet, in Italia, era molto giovane e non esistevano blog, social network o altro - era un must, un punto di ritrovo irrinunciabile per qualsiasi appassionato di fumetti o manga o altro) si ponevano nel confronto con l'editore con una certa arroganza (non trovo termine migliore per descriverla) nel pretendere che qual conseguenza del proprio diritto di critica vi dovesse essere, necessariamente, un intervento da parte dell'editore a scusarsi per quanto occorso e a correggere quel comportamento da loro ritenuto erroneo.
Fine dell'aneddotoIn altre parole, mi pare che sebbene il diritto di critica sia sacrosanto e imprescindibile, soprattutto da parte di chi investe tempo (e magari denaro) in un certo prodotto poi non ritenuto all'altezza delle proprie aspettative, che sia esso un film al cinema come un libro di autore straniero o italiano, nel confronto con realtà nostrane, che siano autori o, persino, editori, vi sia in alcuni (non in tutti, sia chiaro!!!) la pretesa che la propria critica abbia da considerarsi legge, Verbo nel confronto con il quale chiunque, sia l'autore, che l'editore, che eventualmente altri lettori altresì favorevoli all'opera, debba accettare chinando il capo e invocando perdono.
Questione, ovviamente, grottesca, soprattutto nel considerare come, alla fine, la critica altro non debba che essere considerato (perché altro non è) che un semplice punto di vista, fattibile di fallibilità allo stesso modo dell'opera a cui fa riferimento.
Insomma... forse tanto per chi scrive, per chi pubblica, ma anche per chi legge e per chi critica, alle critiche non dovrebbe essere attribuito quello stesso presunto potere che, talvolta, viene loro attribuito.
Non in misura maggiore, per lo meno, a quello che potrebbe essere giudicato il potere di un comico che in TV fa satira sulla politica.
O erro?!
Sempre da
Twitter, a tal fine, mi sovviene un'altra citazione, questa volta da un autore professionista quale Tito Faraci:
Che un autore dia retta ai forum è discutibile. Che lo faccia una casa editrice, pericoloso.