TERMINATO IERI: stamattina presto ho scritto la recensione su aNobii. Eccola qui:Non posso di certo dire che la storia del famigerato barbiere di Feel Street non sia inquietante quanto reale: verso la fine del settecento, o molto più probabilmente agli inizi dell'800,
Sweeney Todd si guadagnò la fama di peggiore e diabolico assassino londinese, prima ancora che nascesse la terribile leggenda di Jack lo Squartatore. La storia di Sweeney è ammantata ancora nel mistero, ad esempio quante siano le vittime da lui uccise è ancora tutto da vedere, sebbene alcune indagini nei sotterranei della chiesa St Dustan, a fianco alla bottega del barbiere, siano stati trovati corpi con teste e mani mozzate. Si contano, fra i cadaveri dei sotterranei e quelli portati ai forni della complice Margaret Lovett, ben 160 persone uccise. Un numero davvero sorprendente. Il barbiere, infatti, uccideva semplicemente per denaro e per arricchirsi le tasche: quando un cliente della sua bottega si mostrava ricco e benestante, lui utilizzava "la sedia capovolta", ovvero un marchingegno che capovolgeva il cliente, seduto sulla sedia del barbiere, facendolo sparire sotto le assi del pavimento, alla parte opposta delle assi utilizzate per il meccanismo vi era un'altra sedia uguale. Il processo veniva azionato da un catenaccio posto in cucina. Questo terrificante mezzo per far scomparire i clienti fu piuttosto utile: le vittime cadevano a testa in giù ad un'altezza di circa dieci o venti metri, spezzandosi il collo. Se fossero state ancora in vita, allora sarebbe stato Sweeney a finire il lavoro con i suoi rasoi affilati, tagliando la gola da orecchio a orecchio al malcapitato. Cosa ancora più disgustosa e difficile da credere è la spietata mente del barbiere, il quale cercò di sedurre la signora Lovett, figlia di un fornaio molto famoso, per coinvolgerla nei suoi piani: una cosa terribile era quello che accadeva da otto anni nel negozio della signora Lovett senza che nessuno se ne rendesse conto. La complice di Sweeney, infatti, cucinava e infornava pasticci di carne di "vitello" e "maiale" che per qualche ragione sembravano avere lo stesso sapore. In realtà la signora Lovett utilizzava le membra delle persone uccise da Todd come ripieno per i suoi pasticci.
Questa agghiacciante verità di molti secoli prima mi fa venire i brividi: persone inconsapevoli divoravano i pasticci tanto rinomati nella vecchia londra, pasticci fatti di carne umana.
Otto anni per incastrare l'assassino spietato, il quale probabilmente avrebbe progettato una sorta di fuga dal Paese molto presto, riuscendo a collegare i sotterranei della bottega di Feel Street con quelli della chiesa St Dunstan (dove vi era sempre un puzzo tremendo di morte) e con quelli dei forni della signora Lovett.
La storia mi ha veramente colpito quando, dopo il film di Tim Burton,incuriosita, ho fatto delle ricerche pensando che fosse un personaggio letterario, scoprendo invece che Todd è realmente vissuto nella Londra dell'800.
Una mia amica ha acquistato il romanzo in ed. integrale della Newton Compton e me lo ha gentilmente prestato: sono qui per giudicare la storia e il romanzo in generale.
Posso dire che la storia in sé è davvero agghiacciante e merita due stelle (il che è molto, calcolando il fatto che mi sto riferendo solo alla storia!), il resto mi ha fatto rimanere perplessa.
Capisco che si tratta di un libro dell'800, ma ho letto Wilde e Austen che scrivevano in maniera divina anche ai loro tempi: lo stile è orribile, troppi dialoghi lasciano immaginare la scena con fatica, giacché vi sono pochissime descrizioni sia nel comportamento dei personaggi sia nei luoghi, sembra quasi che il romanzo sia stato scritto di fretta e furia. In ogni caso, vi è un linguaggio povero e alcune parti sono inutili e logorroiche per tenere costantemente interessato il lettore. Non vi sono scene in cui Sweeney uccide i suoi clienti, ma solo scene in cui Tobias Ragg, il garzone della sua bottega, ha dei sospetti nei confronti del barbiere che lo minaccia di poter coinvolgere sua madre, una lavandaia onesta e generosa. Non vi sono scene di morte neanche quando Marh Ingrieste, povero in canna, arriva dalla signora Lovett per un lavoro (anzi, lì si vede la scena in cui il vecchio cuoco viene ucciso a colpi di martello... ma poi basta), che ottiene senza repliche.
Insomma, onestamente le parti più belle sono quelle vissute da Sweeney Todd e dalla signora Lovett, mentre prepara i pasticci, utile e interessante la postfazione di Cristiano Armati, il quale racconta l'intera e reale vicenda di questo diabolico barbiere, basandosi sulle notizie raccolte all'epoca nella vecchia Londra.
Perciò, in sostanza, la storia è in sé perfetta per un horror, tuttavia il libro è stato scritto molto male: uno stile decadente, troppo semplicistico, basato unicamente sui dialoghi di persona a persona.
Il romanzo si merita, a mio parere, tre stelline.
3/5 Al prossimo commento!