Bjorn li guido a una locanda che conosceva, in un quartiere tranquillo.
Dopo aver asciugato e strigliato i cavalli, si misero degli abiti asciutti e procedettero all'interno. C'erano pochi clienti e la padrona, una donna imponente con i capelli rosso fuoco, li accolse calorosamente. Poi i suoi occhi si posarono sul lupo.
(...) - Non ci penso proprio a ospitare questo mostro nella mia locanda.
Camille non se la sentiva di uscire di nuovo sotto la pioggia, tanto più che un gradevole fuocherello scoppiettava nel camino e un buon odore di spezzatino aleggiava nell'aria. Ma se Salim non poteva rimanere...
Si fece allora avanti mastro Duom.
- Forse possiamo metterci d'accordo - azzardò.
- Pago per il... cane come se fosse uno di noi. Ci resta accanto, e se fa qualche sciocchezza mi impegno a rimborsarla senza fare storie.
L'argomento sembrò interessare la locandiera più dei sorrisi di Bjorn. Riflettè un istante, e infine si decise.
- D'accordo, ma solo nella sala comune Non se ne parla nemmeno do farlo entrare nelle camere. Dovrà accontentarsi della scuderia!
(da Ewilan dei due mondi. L'isola del destino, di Pierre Bottero)