Spesso sento dire che il fantasy italiano naviga in cattive acque, ma io in libreria di fantasy italiani pubblicati da case editrici grandi ne vedo sempre tanti...
Cosa si intende secondo voi quando si parla di *guai* del fantasy italiano?
Moderatore: nihal87
gio ha scritto:Cosa si intende secondo voi quando si parla di *guai* del fantasy italiano?
Ma io penso anche un'altra cosa... non sento tutto questo bisogno di "originalità"
nihal87 ha scritto:Noi non abbiamo questa tradizione, non abbiamo questa base di fantasy
Settimo Capitolo: i Folletti
Il termine Folletto è un nome generico con il quale si è soliti designare alcuni degli insoliti abitanti dell'Alto Regno, e sotto questa classificazione ritroviamo moltissimi esemplari distribuiti in tutte le regioni italiane. L'etimologia della parola è assai incerta, forse deriva dal greco "farfalla", oppure il termine sta a designare una variante popolare dei "lari" romani.
E' comunque certo che queste creature hanno una tradizione molto remota. Nella "Cena Trimalchionis" si parla di un convitato invidioso e pettegolo, tale Ermerote, il quale attribuisce l'improvvisa ricchezza di un commensale al furto del cappuccio ad un folletto. Un episodio analogo ancora più antico è contenuto nelle "Metamorfosi" del greco Ovidio. Anche Virgilio e Cicerone confermarono nelle loro opere come l'operato dei Folletti e degli Incubi fosse molto conosciuto in tempi assai antichi.
Nel Medio Evo, quando il cristianesimo spazzò via l'idolatria pagana, i Folletti vennero ignobilmente relegati nel campo della superstizione e della stregoneria, poi, più tardi, la credenza in questi spiriti domestici si mischiò alla Magia e alle arti esoteriche confondendosi spesso con i dettami dell'occultismo e, infine, negli ultimi decenni, molte manifestazioni ritenute una volta opera di spiriti Folletti, vennero sbrigativamente etichettate dalla parapsicologica con il termine di Poltergeist.
Così, costretti ad emigrare continuamente da un posto all'altro e scacciati inesorabilmente dal becero materialismo della civiltà attuale, questi esseri si sono ritirati di buon ordine nei pochi boschi rimasti, connaturandosi all'ambiente in attesa di tempi migliori e, se non si mostrano più così spesso come una volta, è perché sono rifiutati a priori dal raziocinio del ventesimo secolo.
Ma quante sono le famiglie di Folletti disseminate nella nostra Italia? Rispondere a questa domanda è praticamente impossibile perché, nel corso dei secoli, l'originario ceppo genealogico di questa antichissima stirpe ha prodotto una quantità rilevante di nuovi germogli: casate e tribù si sono moltiplicate tra di loro e, col trascorrere del tempo, altri gruppi hanno assunto qualità, usi, costumi e tradizioni differenti l'uno dall'altro, dando vita ad una pittoresca e intricata genie di simpatiche famigliole. Tutto ciò, oltre che ad ingenerare un'enorme confusione, non ha permesso di raccogliere organicamente notizie e testimoniante qualificate e sufficiente attendibili su svariate casate elfiche. E' perciò doveroso da parte nostra, prima di accingerci nel tentativo - assai laborioso - di districare l'elfica matassa, avvisare il lettore che le famiglie di Folletti più rappresentative verranno esaminate a parte una per una. Tutte gli altri invece, i minori, indicati nel testo con l'appellativo generico di Folletti, saranno oggetto di una rapida trattazione, invero un po' schematica e riduttiva, che chiuderà il presente capitolo.
I Folletti appartengono tutti agli Elfi del Crepuscolo. L'unica famiglia che fa parte degli Elfi della Luce è quella dei Folletti del Vento.
Elli ha scritto:Secondo me, anche chi ne conosce l'esistenza, ha comunque un'inspiegabile remora a rifarsi alle leggende di casa nostra; tant'è che non se ne parla quasi mai, nessuno (o quasi) le conosce o si prende la briga di studiarle, men che mai di usarle per scriverci un romanzo. Come mai secondo voi?
gio ha scritto:(mi è piaciuta così tanto che ho ordinato il libro!)
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