di SeanMacMalcom » 13/07/2010, 18:21
[Nessuno]
Osservo l'evoluzione della situazione e, prima ancora di domandarmi in che modo i nostri avversari siano riusciti a mascherare i propri odori e i propri respiri al punto di ingannare i miei sensi, cerco di valutare entro quali termini poter rischiare le vite dei miei attuali "compagni di squadra".
Purtroppo molti sono giovani, alcuni appartengono a razze che neppure riesco a identificare e di cui, peggio, non conosco neppure esattamente le capacità. La mia falce è un'ottima arma, forgiata per uccidere da dei di cui chiunque, io per primo, proverebbe timore a pronunciare i nomi, ma in una simile situazione non mi potrei muovere certo di riuscire a uccidere venti uomini prima che almeno uno fra loro non riesca a scoccare la propria freccia.
Vedo la saggia che cerca il mio sguardo, ma, sinceramente, non desidero offrirle risposta alcuna ai suoi dubbi, là dove, altrimenti, una reazione artefatta potrebbe farci perdere la sola occasione di salvezza: forse, infatti, una maligna astuzia potrà esserci di soccorso, concedendoci un colpo di scena inatteso, utile a ribaltare le sorti di una trappola dalla quale, altrimenti, potremmo non avere alcuna via di uscita.
« Comunica pure ai tuoi uomini di non scoccare alcuna freccia... » prendo voce, rivolgendomi all'unico interlocutore sino a ora offertosi alla nostra attenzione, nel mentre in cui faccio roteare, lentamente, la mia falce ad assumere una posizione orizzontale, sorreggendola solo con la destra « ... desidero semplicemente deporre la mia arma innanzi a te, in segno di resa. » soggiungo, provando a muovere un passo verso il soldato verde.
Spero che le reazioni dei miei compagni si propongano sufficientemente aspre nel confronto con un gesto da loro considerabile qual vile e codardo, dal momento in cui tutto ciò potrà solo contribuire a rendere più realistico il tutto.
« Non sto riservando alcun inganno... » proseguo, con tono pacato, chinandomi appena, a voler dimostrare sottomissione « ... ecco, la mia sola arma è tua. Prendila. » definisco, appoggiando la falce a terra, a meno di un passo dal portavoce del gruppo, e subito retrocedendo, in attesa che il destino compia il proprio naturale decorso.