Trovarono la locanda dopo un'ora appena, un piccolo luogo di sosta nel mezzo del niente, giusto prima del borgo di Lunes come aveva preannunciato l'abate. Era più che altro una fattoria quasi sulla strada, costruita in uno spiazzo disboscato in cui erano ricavati un orto, un recinto per capre e vacche, un fienile, alcuni abbeveratoi e una staccionata a cui legare i cavalli degli ospiti.(...)
"C'è gente. Allora non si mangia poi così male" commentò Daniel allegramente, nello scendere di sella.
L'edificio della locanda era grezzo, di legno e pietra, con una grande stanza sul davanti, arredata da un enorme camino, da un bancone per la mescita del vino e da quattro tavolacci appena sbozzati. (...)
La locanda non sembrava brillare per efficienza e infatti passarono molti minuti prima che un garzone svgliato si decidesse a farsi vedere per servire i nuovi clienti. I due locandieri una coppia di marito e moglie sulla cinquantina d'anni, andavano e venivano tra la cucina, il bancone e i tavoli, lanciando sguardi sospettosi agli ospiti dei tavoli più grandi.
(Hyperversum. Il falco e il leone di Cecilia Randall)