I PIU' GRANDI MAESTRI DI ANIME

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I PIU' GRANDI MAESTRI DI ANIME

Messaggiodi demon black » 27/04/2010, 22:04

Anno, Hideaki (classe 1960)

Ikuhara, Kunihiko (classe 1964)

Kawamori, Shōji (classe 1960)

Kon, Satoshi (classe 1963 - 2010)

Matsumoto, Leiji (classe 1938)

Miyazaki, Hayao (classe 1941)

Nagai, Gō (classe 1945)

Oshii, Mamoru (classe 1951)

Ōtomo, Katsuhiro (classe 1954)

Rintarō (classe 1941)

Takahata, Isao (classe 1935)

Tezuka, Osamu (classe 1928)

Tomino, Yoshiyuki (classe 1941)

Watanabe, Shinichirō (classe 1965)

Yoshida, Tatsuo (classe 1932)
È morto nel 1977.

Di seguito le schede biografiche :ugeek:
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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HIDEAKI ANNO

Messaggiodi demon black » 10/05/2010, 12:03

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Hideaki Anno (Ube, 22 maggio 1960) è un regista e animatore giapponese. Con il suo stile visuale che si caratterizza per vividezza e realismo, Anno è conosciuto principalmente per il lavoro svolto con l'influente serie tv d'animazione Neon Genesis Evangelion. È sposato con la mangaka Moyoco Anno.


ESORDI

Anno inizia la sua carriera come animatore per la serie Fortezza superdimensionale Macross (1982–1983), ma il suo talento non venne riconosciuto fino a quando non ebbe modo di prendere parte alla realizzazione del film Nausicaä della Valle del Vento di Hayao Miyazaki nel 1984. Poiché avevano bisogno di animatori, lo studio di produzione del film pubblicò un annuncio sul famoso magazine di animazione giapponese Animage, annunciando che cercavano disperatamente altri animatori. Anno, al tempo poco più che ventenne, lesse l'annuncio e si precipitò allo studio, dove incontrò Miyazaki e gli mostrò alcuni suoi disegni. Impressionato dal lavoro di Anno, Miyazaki lo ingaggiò per disegnare alcune delle scene più complicate verso la fine del film.

Miyazaki e i suoi aiutanti apprezzarono molto il lavoro di Anno, che dopo questa esperienza divenne sakkan dello studio Gainax, da lui stesso fondato insieme ad ex compagni di università, che si apprestava a realizzare il suo primo lungometraggio, Le ali di Honneamise (1987). In seguito divenne il principale regista della Gainax, dirigendo la maggior parte delle opere come Punta al Top! Gunbuster (1988) e Nadia - Il mistero della pietra azzurra (1990–1991), quest'ultima impostagli dalla NHK come parziale remake di Laputa: castello nel cielo di Hayao Miyazaki, riducendogli le possibilità di essere creativo. Dopo la conclusione di Nadia, Anno cadde in una depressione durata quattro anni.

NEON GENESIS EVANGELION

Il progetto seguente fu la serie anime Neon Genesis Evangelion, (1995–1996), che è diventata definitivamente uno dei più importanti prodotti di animazione di sempre, battendosi per un ritorno a stili di disegno e temi più tradizionali e portandoli a nuovi livelli di precisione e profondità. Durante la lavorazione, Anno respinse lo stile di vita da otaku che stava vivendo, considerandolo una forma di autismo forzato. Per questa e per altre ragioni, la trama di Evangelion divenne sempre più psicologica e introspettiva con il procedere della serie, nonostante fosse mandata in onda in un orario accessibile ai bambini. Anno sentiva che le persone dovevano essere esposte alle realtà della vita il più presto possibile, da piccoli, e prima che la serie si concludesse tutti gli sforzi di trovare una logica narrativa furono abbandonati, lasciando gli ultimi due episodi come un viaggio nella mente del personaggio principale. La serie non ottenne grandi risultati di ascolto nella fascia oraria iniziale (le 18.30), anche se in seguito, con la replica in orario notturno, più orientato verso gli adulti, divenne eccezionalmente popolare in Giappone.

Dopo la conclusione di Neon Genesis Evangelion, Anno ricevette numerose lettere ed email dai fan, che gli facevano complimenti per la serie e criticavano gli ultimi due episodi, in quanto risolvevano la parte psicologica ma non quella narrativa. Tra queste c'erano minacce di morte e lettere di disapprovazione da fan che pensavano che Anno avesse rovinato la serie per loro. Anche per rispondere a queste lamentele, fu lanciato un progetto per creare un film con un finale vero e proprio nel 1997, alla fine culminato nel discusso The End of Evangelion.

OPERE RECENTI

Dopo Evangelion, Anno diresse una significativa porzione della serie anime del 1998 Le situazioni di Lui e Lei — il primo lavoro della Gainax basato su un'opera preesistente — finché controversie con lo sponsor e con l'autrice del manga finirono con la partenza del regista, che lasciò lo spettacolo nelle mani del suo protetto Kazuya Tsurumaki, che già era suo stato assistente alla regia inEvangelion. Dopo questa disputa, Anno andò a lavorare con Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli su diversi corti animati che sono stati mostrati al Ghibli Museum.

Anno ha anche fatto incursioni nella cinematografia live action, iniziando con Love & Pop (1998), un film-verità sull' enjo kōsai ("appuntamento a pagamento", una forma di prostituzione adolescenziale) in Giappone, in gran parte girato con camere digitali in miniatura che cambiavano costantemente le proporzioni dell'immagine. Il suo secondo film dal vivo, Shiki-Jitsu (2000) (cioè "Giorno del rituale" o "Giorno della cerimonia"), è la storia di un ex direttore d'animazione (interpretato dal popolare regista indipendente Shunji Iwai) che si innamora di una donna che si è estraniata dalla realtà. Anche se era, come Love and Pop, un lavoro sperimentale, il film fu girato usando un più tradizionale formato 2.35:1, presentandosi in modo più raffinato ed evitando la schiettezza del primo film dal vivo del regista.

Nel marzo 2002, si sposa con la mangaka Moyoco Anno. In questo periodo i suoi unici coinvolgimenti nell'animazione sono il doppiaggio dell'OAV del 2000 FLCL, diretto proprio da Tsurumaki, in cui presta la voce come comparsa al gatto Miyu-Miyu, e quello della serie TV Abenobashi, dove ha un cameo nel dodicesimo episodio e dove inoltre cura gli storyboard del tredicesimo.

Del 2004 è il suo terzo film dal vivo, un adattamento tokusatsu (cioè con effetti speciali) del manga di Go Nagai Cutie Honey. In duro contrasto con i suoi precedenti e più realistici lavori dal vivo, Cutie Honey è un film decisamente leggero, dai toni fantasy/supereroistici, in cui lo stesso regista appare in un cameo. Più avanti nel 2004, Anno supervisiona l'OAV in tre parti Re: Cutie Honey, la cui regia viene affidata a Hiroyuki Imaishi (prima parte), Takamichi Ito (seconda parte), e Masayuki (terza parte). Quella di Cutie Honey non è il suo unico cameo in un film live action: fra il 2004 ed il 2007, Anno compare anche in Cha no aji, Koi no Mon, Nice no mori: The First Contact, Nihon chinbotsu e Quiet Room ni yôkoso.

Nel 2005 torna a collaborare con Tsurumaki, questa volta come supervisore (e autore dello storyboard del quarto episodio) dell'OAV del 2004 Punta al Top 2! Diebuster, sequel di Gunbuster. Inoltre, lavora per un breve periodo allo Studio Pierrot in qualità di animatore, storyboarder e regista delle animazioni d'apertura e chiusura di Sugar Sugar Rune, anime basato su un manga della moglie Moyoco. L'anno seguente, lascia la Gainax per fondare lo Studio Khara, e pochi mesi dopo annuncia la produzione della tetralogia cinematografica Rebuild of Evangelion, basata sulla serie TV del 1995. Al progetto collaborano tutti i membri dello staff originale. I primi due capitoli della tetralogia escono nei cinema nel settembre del 2007 e nel luglio del 2009, riscuotendo un grande successo commerciale. L'uscita del terzo capitolo, intitolato Q: Quickening, è programmata per l'estate del 2010.

FILMOGRAFIA

Regista

1988 - Punta al Top! GunBuster
1990~1991 - Il mistero della pietra azzurra
1995~1996 - Neon Genesis Evangelion
1997 - Evangelion: Death & Rebirth
1997 - The End of Evangelion
1998 - Love & Pop
1998 - Le situazioni di lui & lei [episodi 1~18]
2000 - Shiki-Jitsu
2004 - Re:Cutie Honey (OAV)
2004 - Cutie Honey
2007~TBD - Rebuild of Evangelion

Storyboards

2001 - Mahoromatic
2002 - Abenobashi - Il quartiere commerciale di magia
2004~2006 - Punta al Top 2! Diebuster
2005~2006 - Sugar Sugar Rune

Animatore

1982-1983 - Macross
1984 - Nausicaä della valle del vento
1984 - Birth
1987 - Le ali di Honneamise
1987 - Kinban no Mokushiroku Crystal Triangle
1988 - Una tomba per le lucciole
1988 - Gunbuster
1988 - Metal Skin Panic MADOX-01
1993 - Hon Ran
1994 - Macross Plus
1995 - Macross Plus Movie Edition
1995~1996 - Neon Genesis Evangelion
1997 - The End of Evangelion
2005~2006 - Sugar Sugar Rune

PREMI

Yokohama Film Festival 1999, Best New Director per Love & Pop
Tokyo International Film Festival 2000, Best Artistic Contribution Award per Shiki-Jitsu
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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KUNIHIKO IKUHARA

Messaggiodi demon black » 11/05/2010, 17:42

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Kunihiko Ikuhara (Komatsushima, 21 dicembre 1964) è un artista e regista giapponese.

Attivo prevalentemente nel campo dell'animazione, è conosciuto soprattutto per aver ideato la saga cult La rivoluzione di Utena.


ESORDI

Diplomatosi in disegno grafico presso il Komatsu City College, entra alla Toei Animation dove collabora come aiuto regista con Jun'ichi Satō in diverse serie, tra cui Maple Town, un nido di simpatia e Akuma-kun, per poi passare alla regia di alcuni episodi di Kingyo chū‎ihō! e della prima stagione di Sailor Moon.

IL SUCCESSO: DA SAILOR MOON AD UTENA

In seguito, succedendo nel ruolo a Jun'ichi Satō, gli viene affidata la regia generale della seconda parte della seconda serie delle avventure di Sailor Moon, Sailor Moon R, cui va affiancata la direzione del primo film cinematografico tratto dalla saga, Pretty Soldier Sailor Moon R: The Movie. La regia di tre serie di Sailor Moon (metà seconda, terza e quarta) è sicuramente il suo lavoro più importante con la Toei Animation, ed è ancora oggi uno dei migliori e più emblematici risultati raggiunti del regista.

Insoddisfatto, però, della poca libertà artistica concessagli, al termine della quarta serie di Sailor Moon, nel 1996 lascia la Toei per fondare un suo gruppo creativo, noto come Be-Papas, insieme all'autrice di shojo manga Chiho Saito, l'animatore Shin'ya Hasegawa, lo sceneggiatore Yōji Enokido ed il produttore Yuichiro Okuro. I primi frutti del lavoro del gruppo sono quindi il manga e la serie anime La rivoluzione di Utena.

In particolare, mentre il manga è soprattutto frutto dell'opera della Saito, l'anime è un'opera quasi esclusiva di Ikuhara, cui si deve anche il coinvolgimento del compositore anglogiapponese Julius Arnest Seazer, autore dei noti cori heavy metal dell'anime. Il successo della serie fu tale che la stessa fu premiata come miglior serie televisiva del 1997, e con il Premio Kobe nello stesso anno. Alla serie fece quindi seguito il lungometraggio Utena La fillette révolutionnaire The movie - Apocalisse adolescenziale nel 1999, accompagnato dall'omonimo manga della Saito. Dopo l'uscita del film il gruppo Be-Papas è quindi entrato in pausa.

DOPO UTENA

Conclusa l'esperienza di Be-Papas, nel 2000 Ikuhara scrive il romanzo illustrato Schell Bullet a quattro mani con Mamoru Nagano (autore del noto Five Star Stories), da cui trae ispirazione per il concept album Thanaphs 68, di cui canta alcuni brani, come già accaduto per la colonna sonora di Utena. Successivamente si riunisce ai Be-Papas e collabora di nuovo con Chiho Saito, insieme alla quale nel 2002 crea il manga World of the S & M; dopodiché, di nuovo, i Be-Papas tornano in pausa.

Per alcuni anni ha vissuto a Los Angeles dove, oltre a curare il doppiaggio inglese del film di La rivoluzione di Utena, ha frequentato diversi corsi presso l'American Film Institute.

Attualmente è un regista ed animatore free-lance.

OPERE PRINCIPALI

ANIME

1986 - Maple Town, un nido di simpatia (serie TV); aiuto regia episodi #26, #28, #31, #33, #35
1987 - Evviva Palm Town (serie TV); aiuto regia episodi #2, #5, #7, #11, #13, #15
1989 - Akuma-kun (serie TV); aiuto regia episodi #1, #5, #8, #11, #15, #18
1991 - Kingyo chūihō! (serie TV); regia episodi
1992 - Sailor Moon (serie TV); regia episodi
1993 - Sailor Moon R (serie TV); regia della seconda parte
1993 - Pretty Soldier Sailor Moon R: The Movie (film); regia
1994 - Sailor Moon S (serie TV); regia
1995 - Sailor Moon SuperS (serie TV); regia
1997 - La rivoluzione di Utena (serie TV); soggetto e regia
1999 - Utena La fillette révolutionnaire The movie - Apocalisse adolescenziale (film); soggetto e regia
2004 - Punta al Top 2! Diebuster (OAV); storyboard episodio #2
2007 - Nodame Cantabile (serie TV); storyboard e regia sigla iniziale
2009 - Aoi hana (serie TV); storyboard e regia sigla iniziale

MANGA

Le seguenti opere si intendono di Ikuhara come componente dei Be-Papas.

1997 - La rivoluzione di Utena; soggetto e sceneggiatura
2002 - World of the S & M; soggetto e sceneggiatura
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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SHOJI KAWAMORI

Messaggiodi demon black » 11/05/2010, 17:55

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Shōji Kawamori (Toyama, 2 febbraio 1960) è un regista e autore di anime, nonché mecha designer giapponese. Nei primi anni di carriera ha utilizzato spesso lo pseudonimo Eiji Kurokawa.

GLI ESORDI E GLI ANNI '80

Ancora liceale, insieme all'amico Haruhiko Satō "Mikimoto" frequenta come disegnatore il neonato Studio Nue, all’epoca impegnato nella lavorazione della seconda serie di Uchū senkan Yamato (Star Blazers) di Leiji Matsumoto per la Toei Animation; durante il primo anno di studi in ingegneria meccanica, gli viene offerta la possibilità di curare il mecha design originale di un episodio della serie Uchū kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock), e così scatta la scintilla che gli fa abbandonare definitivamente gli studi universitari per dedicarsi a tempo pieno all'animazione. Dopo una serie di collaborazioni come mecha designer aggiunto in cui ha modo di mostrare il suo talento, gli viene affidato un ruolo di primo piano nel progetto di una nuova serie che lo Studio Nue sta per affrontare su incarico della Tatsunoko, Chojiku yosai Macross (Macross), di cui curerà il soggetto, parte dello storyboard (con lo pseudonimo di Eiji Kurokawa) e l'intero mecha design, nel quale saprà coniugare la nuova tendenza del real robot anime con l'inesauribile filone delle grandi navi spaziali, riprendendo in modo originale la via già tracciata da Kunio Okawara appena tre anni prima in Mobile Suit Gundam. Il successo clamoroso, in patria come in Occidente, della serie lo lancia come nuova promessa dell'animazione del Sol Levante, ed il resto degli anni ottanta lo vedrà impegnato in produzioni di alto livello ed in collaborazione con i più importanti nomi dell'epoca, a cominciare da Yoshikazu Yasuhiko, in Crusher Joe nel 1983, per finire con Mamoru Oshii e Yutaka Izubuchi, in Patlabor the Movie nel 1989, passando per un successo del home video come Haja Taisei Dangaiō (Dangaio) del 1987.

GLI ANNI '90 E 2000

Nel decennio successivo Shoji Kawamori, oltre a raffinare le sue doti di mecha designer, maturerà anche come autore. Nel 1991 scrive il suo nome nella saga di Gundam in qualità di mecha stylist dell'OAV Kidō Senshi Gundam 0083: Stardust Memory, di cui crea direttamente anche il mecha design dei primi due dei tre mobile suit principali; riprende quindi la collaborazione con Mamoru Oshii partecipando come mecha designer ai suoi film Talking Head (1992), pellicola sperimentale che alterna sequenze dal vivo a scene animate, Patlabor 2 the Movie (1993) ed infine Ghost in the Shell (1995), cult movie degli anni novanta tratto dal celebre manga di Masamune Shirow. Ma non solo design. In questa fase, infatti, si afferma anche come autore, rivisitando a più riprese l'universo di Macross, di cui scrive i capitoli Macross 7 e Macross Plus, per arrivare nel 1996 ad uno dei momenti più alti ed artisticamente maturi della sua carriera con il soggetto, la sceneggiatura e la supervisione della fortunata serie della Sunrise Tenku no Escaflowne (I cieli di Escaflowne) ed il mediometraggio sperimentale Ihatov Gensō: Kenji no haru, una visione sull'opera e la breve vita del poeta Kenji Miyazawa. Chiude il secolo occupandosi delle ambientazioni della serie Cowboy Bebop e partecipando al team dei mecha designer dell'OAV Ao no roku-go (Blue Submarine No. 6).

Gli anni 2000 vedono Kawamori sempre sulla breccia, sia come disegnatore che soprattutto come autore e regista. Tra le opere più rilevanti la serie breve a sfondo ecologista Chikyû shōjo Arjuna e la collaborazione al mecha design del terzo film di Patlabor, WXIII: Patlabor the Movie 3, nel 2001, l'OAV Macross Zero nel 2002, la serie Sōsei no Aquarion (Aquarion) ed il mecha design della serie Eureka seveN nel 2005. L'anno successivo aderisce al progetto Genius Party, un'antologia di sette cortometraggi dello Studio 4°C, di cui ha scritto, disegnato e diretto il secondo, Space-Time Wars. Nel 2007 realizza il mecha design della serie Kiss Dum Engage Planet della Satelight, di cui è membro, per la Bandai Visual. Tra il 2007 e il 2008 scrive e dirige l'ultimo capitolo di Macross, la serie televisiva Macross Frontier.

NON SOLO ANIME

Nel 2001 presta il suo talento di mecha designer ad un progetto reale, disegnando l'ERS-220, una variante del cane robot della Sony AIBO. Nel 2006 si cimenta anche come attore, recitando una parte nel film Tachiguishi Retsuden di Mamoru Oshii, finto documentario dai toni ironici, in cui si narrano le vicende di un gruppo di mangiatori a sbafo nei fast food del Giappone attraverso gli anni, dal dopoguerra in poi. Nella sua carriera ha anche disegnato il mecha di innumerevoli videogiochi, tra cui molti della serie Armored Core, e diverse linee di giocattoli e model kit, soprattutto per la Takara.

OPERE PRINCIPALI

In parentesi il titolo italiano.

ANIME

Uchū kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock), serie TV, 1978 - mecha design aggiuntivo
Toshō Daimos (General Daimos), serie TV, 1978 - mecha design aggiuntivo
Toshō Gordian (Gordian), serie TV, 1979 - mecha design aggiuntivo
The Ultraman, serie TV, 1979 - mecha design
Uchū densetsu Ulysses 31 (Ulisse 31), serie TV, 1981 - mecha design
Ogon senshi Gold Lightan, serie TV, 1981 - mecha design aggiuntivo
Techno Police 21C, lungometraggio, 1982 - coreografia scene d'azione
Chōjikū yōsai Macross (Macross), serie TV, 1982 - soggetto, storyboard e mecha design
Crusher Joe, lungometraggio, 1983 - mecha design
Chojiku yosai Macross: Ai, oboete imasu ka, lungometraggio, 1984 - regia, sceneggiatura e mecha design
Tatakae! Chorobots seimeitai Transformers (Transformers), serie TV, 1984 - mecha design
Chojiku yosai Macross: Flashback 2012, OAV, 1987 - regia e mecha design
Haja taisei Dangaiō (Dangaio), OAV, 1987 - mecha design
Crusher Joe, OAV, 1989 - mecha design
Kidō keisatsu Patlabor gekijōban (Patlabor the Movie), lungometraggio, 1989 - mecha design aggiuntivo
Kidō senshi Gundam 0083: Stardust Memory, OAV, 1991 - mecha styling e mecha design
Cyber Formula: Shinseki-GPX, serie TV, 1991 - mecha design
Chojiku yosai Macross II - Lovers Again (Macross II), OAV, 1992 - mecha design originale
Kidō keisatsu Patlabor 2 gekijōban (Patlabor 2 the Movie), lungometraggio, 1993 - mecha design
Macross Plus (Macross Plus), OAV, 1994 - soggetto, regia, storyboard e mecha design
Macross 7, serie TV, 1994 - soggetto e mecha design
Kōkaku kidōtai (Ghost in the Shell), lungometraggio, 1995 - mecha design
Tenkū no Escaflowne (I cieli di Escaflowne), serie TV, 1996 - soggetto, sceneggiatura e supervisione
Ihatov Gensō: Kenji no haru, mediometraggio, 1996 - regia, sceneggiatura e storyboard
Macross Dynamite 7, OAV, 1997 - soggetto e mecha design
Seihō bukyō Outlaw Star, serie TV, 1998 - mecha design
Cowboy Bebop (Cowboy Bebop), serie TV, 1998 - sceneggiatura e setting
Ao no roku-go (Blue Submarine No. 6), OAV, 1999 - mecha design
Escaflowne the Movie, lungometraggio, 2000 - soggetto
Chikyū shōjo Arjuna, serie TV, 2001 - soggetto, regia e supervisione sceneggiatura
Chikyū bōei kazoku, serie TV, 2001 - soggetto, pianificazione e mecha design
WXIII: Kidō keisatsu Patlabor the Movie 3, lungometraggio, 2001 - mecha design
RahXephon (RahXephon), serie TV, 2002 - storyboard
Macross Zero, OAV, 2002 - soggetto, regia e mecha design
Sōsei no Aquarion (Aquarion), serie TV, 2005 - soggetto, regia, supervisione sceneggiatura e mecha styling
Kōkyō shihen Eureka Seven, serie TV, 2005 - mecha design
Noein - Mō hitori no kimi e (Noein), serie TV, 2005 - storyboard
Glass no kantai, serie TV, 2006 - mecha design
Space-Time Wars, cortometraggio, 2006 - soggetto e regia
Kiss Dum ENGAGE Planet, serie TV, 2007 - mecha design
Macross Frontier, serie TV, 2008 - soggetto, regia e mecha design

FILM DAL VIVO

GUNHED, lungometraggio, 1989, - mecha design
Talking Head, lungometraggio, 1992 - mecha design
Remnant 6, lungometraggio, 1996 - mecha design
Tachiguishi Retsuden, lungometraggio, 2006 - cast

MECHA PER VIDEOGIOCHI

Armored Core: Project Phantasma
Armored Core: Master of Arena
Armored Core 2
Armored Core 2: Another Age
Armored Core 3
Silent Line: Armored Core
Armored Core: Nexus
Macross DIGITAL MISSION VF-X series
Omega Boost
Tech Romancer
Armored Core 4
Armored Core: For Answer
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SATOSHI KON

Messaggiodi demon black » 13/05/2010, 10:21

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Satoshi Kon (Kushiro, 12 ottobre 1963) è un regista, autore e character designer di anime giapponese.

MAESTRI ECCELLENTI

Studia design della comunicazione visiva presso la Musashino Art University, con l’idea di diventare un pittore. Terminati gli studi, nel 1990 realizza il manga Kaikisen (La stirpe della sirena), suscitando l’attenzione di Katsuhiro Ōtomo, che l’anno dopo lo chiama a collaborare al suo manga World Apartment Horror. Nello stesso anno debutta nel mondo dell’animazione come art director nell’OAV Roujin Z, scritto dallo stesso Ōtomo, autore che influenzerà notevolmente l’inizio della sua carriera. L’anno seguente partecipa come responsabile del layout al film Hashire Melos! e nel 1993 lavora con Mamoru Oshii come scenografo e responsabile del layout nel film Patlabor 2 The Movie. Dopo un’altra collaborazione con Oshii per il manga breve Seraphim, inizia a lavorare anche come sceneggiatore e nello stesso anno scrive il quinto episodio dell’OAV JoJo no kimyo no boken (Le bizzarre avventure di JoJo). Nel 1995 entra nello staff creativo di Memories, film a episodi ideato da Katsuhiro Ōtomo, di cui scrive il primo, Kanojo no omoide (Magnetic Rose) diretto da Koji Morimoto.

AUTORE E REGISTA

Ormai sicuro dei propri mezzi, debutta alla regia nel 1997 con il thriller psicologico Perfect Blue. Inizialmente prodotto come film per il mercato home video, consideratone l’elevato livello viene poi distribuito e proiettato nelle sale cinematografiche, ottenendo un ottimo riscontro di pubblico e di critica, tanto da vincere premi al FantAsia Film Festival di Montréal ed al Fantasporto Film Festival di Oporto. Il successo incontrato dalla sua opera prima gli consente di proseguire la carriera registica disponendo di buoni budget e godendo di un’ampia libertà creativa, tanto che i suoi soggetti avranno sempre poco in comune con quelli generalmente scritti per gli anime, caratterizzandosi soprattutto per le tematiche psicanalitiche e sociali. Nel 2001 scrive e dirige quindi il suo secondo film, Millennium Actress, che pure riscuote consensi di pubblico e critica, e due anni dopo il terzo, Tokyo Godfathers, una deliziosa favola per adulti ambientata tra gli homeless della metropoli, proiettato anche nelle sale italiane. Nel 2004 interrompe temporaneamente la serie di lungometraggi per scrivere e dirigere la serie breve Mōsō dairinin (Paranoia Agent), per tornare subito al cinema due anni dopo con Paprika - Sognando un sogno, un poliziesco “onirico” tratto dal romanzo di Yasutaka Tsutsui, presentato in concorso alla 63a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

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OPERE PRINCIPALI

ANIME

Rōjin Z, film, 1991 – scenografia
Hashire! Melos, film, 1992 – layout
Patlabor 2: the Movie (Patlabor 2), film, 1993 – scenografia, layout
JoJo no kimyo no boken (Le bizzarre avventure di JoJo), OAV, 1993 – sceneggiatura ep. 5
Memories, ep. 1 - Kanojo no omoide (Memories, ep. 1 - La rosa magnetica), film, 1996 – sceneggiatura, direzione artistica, layout
Perfect Blue (Perfect Blue), film, 1997 – regia e character design
Sennen joyû (Millennium Actress), film, 2001 – soggetto, regia e character design
Tokyo Godfathers (Tokyo Godfathers), film, 2003 – soggetto, regia e character design
Mōsō dairinin (Paranoia Agent), serie TV, 2004 – soggetto e regia
Paprika (Paprika - Sognando un sogno), film, 2006 – sceneggiatura e regia

MANGA

Kaikisen (La stirpe della sirena), 1990
World Apartment Horror, 1991 – soggetto
Seraphim, 1995 – soggetto
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LEIJI MATSUMOTO

Messaggiodi demon black » 13/05/2010, 17:34

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Leiji Matsumoto, pseudonimo di Akira Matsumoto, (Kurume, 25 gennaio 1938) è un autore di fumetti e animatore giapponese.

BIOGRAFIA

Akira Matsumoto, in arte Leiji, sviluppa precocemente l'interesse per il disegno, e vince a soli 15 anni un concorso, grazie al quale pubblica il suo primo lavoro, nel 1954, Le avventure di un'ape, sulle pagine del magazine Manga Shonen, che riscuote un buon successo.

Inizia a lavorare su degli shōjo manga, pubblicati su riviste femminili, con i quali attira l'attenzione del grande pubblico. Passa in seguito a serie per ragazzi, specializzandosi in quelle di fantascienza che lo hanno reso celebre, caratterizzate dal suo tratto più attento alle suggestioni che al realismo. La sua prima opera di questo genere è del 1968, Sexaroid.

Sceglie per sé come pseudonimo il nome Reiji, i cui kanji sono 零 (Rei, 'zero', 'mezzanotte'), e 士 (-shi o -ji, 'gentiluomo'), normalmente utilizzato nei composti guerrieri come 武士 (bushi, 'guerriero'), 戦士 (senshi, 'soldato') e 騎士 (kishi, 'cavaliere'). Il significato accreditato di Reiji sarebbe, dunque, "Samurai di mezzanotte", oppure "Guerriero Zero".[1] I kanji vengono però scorrettamente traslitterati in romaji come Leiji, anziché Reiji, per volontà dello stesso Matsumoto, per il quale la lettera L rimanda alla parola inglese "lion" (leone).[2]

Tra i fumetti che realizzò prima di cimentarsi con le sue celebri serie fantascientifiche, vi fu la commedia Otoko Oidon ("Io sono un uomo", il cui protagonista - probabilmente caricatura dello stesso Matsumoto - era un maldestro giovane alle prese con gli esami di ammissione all'università) ed il western Gun Frontier, la cui eredità sarebbe stata raccolta dalla saga di Capitan Harlock, dove non mancano dei pianeti governati dalla legge della pistola.

Tra i suoi manga più famosi vanno ricordati Galaxy Express 999, Corazzata Spaziale Yamato (la più longeva casa di distribuzione di anime in Italia, Yamato Video, prende il nome proprio da questa serie), Danguard A, Queen Emeraldas, La Regina dei Mille Anni e, soprattutto, Capitan Harlock, personaggio al quale ha dedicato ben quattro distinte serie, tra cui la penultima, un breve ciclo di OAV, concepita in chiave di rivisitazione fantascientifica della saga wagneriana dei Nibelunghi.

Tutte queste serie, che spesso si intrecciano tra di loro attraverso le tematiche, mescolando personaggi e avvenimenti ricorrenti, sono tutte state trasposte in fortunati anime, curati dallo stesso Matsumoto. A partire dagli anni settanta, infatti, egli si dedica direttamente anche all'animazione, in particolare alla regia generale, dei lungometraggi cinematografici e dei serial televisivi.

Leiji Matsumoto è anche l'autore di Interstella 5555, un anime-musical con colonna sonora dei Daft Punk. Alcuni estratti del film sono stati proposti in senso autonomo come videoclip per i singoli che la band francese ha distribuito durante il lancio del proprio album.

Fra le sue collaborazioni, Matsumoto è stato anche il disegnatore della serie "Tyltyl, Mytyl e l'uccellino azzurro" (diretta da Hiroshi Sasagawa), tratta da un racconto dello scrittore e Premio Nobel belga Maurice Maeterlinck.

Matsumoto possiede una delle collezioni di fumetti più importanti al mondo, ed è anche autore di un saggio sulla storia dei manga.

CRITICA

Lo stile di Matsumoto rende inconfondibili e uniche le sue opere nel campo del fumetto mondiale. I suoi manga, particolarmente quelli di fantascienza, si avvalgono di un tratto romantico-barocco.

I protagonisti hanno dei tratti ricorrenti: le figure, in particolar modo quelle femminili, sono slanciate e affusolate secondo un grado di delicatezza di rara bellezza che le rende al tempo stesso divine e tragicamente fragili. Rinviando alla tradizione delle strisce umoristiche, gli altri personaggi sono generalmente tozzi e grotteschi, comici all'apparenza, tutti caratterizzati da mosse particolari del corpo e dello sguardo, e con una personalità in grado di rivelarsi d'improvviso.

I suoi universi risentono senz'altro dell'esperienza della seconda guerra mondiale: vi si trova il degrado morale e materiale di una società post-atomica. Oppure è uno stesso tipo di degrado, ma sentito e mostrato come ignobile perché perpetuato dalla volontà umana, un'accusa contro la Storia e contro una Civiltà che, omologando sé stessa, si è tolta la vita. Le masse degli individui sono costrette a subire senza possibilità di riscatto in una società ultra post-industriale, altamente automatizzata, priva di cultura, incapace di produrre del nuovo, ma solo di perpetuare il medesimo. Per questo i personaggi di Matsumoto sono degli anarchici o degli eroi, agiscono sul piano della Storia come i personaggi del western agivano sulla Frontiera. Combattono in piena coscienza e per libera scelta, soffrendo con la propria vita per affermare i propri sogni.

La fantascienza di Leiji Matsumoto crea una space-opera fortemente connotata da elementi stilistici originali, che nel disegno trovano una risoluzione semplice e immediata tra il taglio politico e morale del racconto e lo stato d'animo, pregnante e malinconico. Tutto viene puntualmente immerso in un universo che il lettore/spettatore riconosce come analogo, condotto seppur con un'estrema libertà narrativa su queste due corde, alla maniera forte degli scrittori della space-opera letteraria. I suoi lavori manifestano una rielaborazione autonoma e pienamente soggettiva di tutto il cinema classico, americano e non, in particolare del western, del quale, nel suo universo narrativo contano, in modo vario e specifico, sia le regole etiche di comportamento sia il background, in quanto orizzonte possibile degli eventi. Risultano essere fondamentali, nella creazione dell'immaginario matsumotiano, i film realizzati da Howard Hawks (naturalmente vedi anche il Patto delle cinque pistole, tra Harlock, Maetel, Emeraldas, Tochiro e...). Molto importanti a ben vedere sono pure state pellicole come Notre Dame del 1939, con Charles Laughton, e La morte corre sul fiume (Night of the Hunter), dello stesso Laughton.

È anche da rilevare come Matsumoto abbia sempre cercato di far agire i suoi eroi spaziali su di un background comune, come se tutti vivessero nello stesso universo, chiamato Leijiverse, similmente a come viene gestita la continuity dell'universo a fumetti della Marvel. Non sono mancati i refusi e le inesattezze, ma la sua scelta si è rivelata decisamente originale per l'epoca.

OPERE

MANGA

La Corazzata Yamato (Uchū Senkan Yamato), 3 volumi, Panini.
Capitan Harlock (Uchū Kaizoku Kyaputen Hārokku), 5 volumi, Panini, 1976.
Galaxy Express 999 (Ginga Tetsudo 999), 21 volumi, Panini, 1977.
L'anello dei Nibelunghi (Hārokku Sāga Nīberungu no yubi wa), 8 volumi, Hazard Edizioni, 2002.
Queen Emeraldas, 4 volumi, Hazard Edizioni, 2005.
La Nuova Corazzata Yamato, 2 volumi, Hazard Edizioni, 2008.
Shadow Warrior, 2 volumi, Hazard Edizioni, 2008.
La corazzata spazio-temporale Mahoroba, 2 volumi, Hazard Edizioni, 2009.
La Regina dei 1000 anni, 3 volumi, d/visual 2009.

ANIME

Star Blazers o Corazzata Spaziale Yamato – prima serie (Uchū senkan Yamato), 26 episodi, ottobre 1974 – marzo 1975.
Danguard (Wakusei Robo Danguard Ace), 56 episodi, giugno 1977 – marzo 1978.
Star Blazers o Corazzata Spaziale Yamato - film (Uchū senkan Yamato), film riassuntivo della serie, agosto 1977.
Capitan Harlock (Uchū Kaizoku Kyaputen Hārokku), 42 episodi, marzo 1978 – febbraio 1979.
Starzinger (SF Saiyuki Starzinger), 64 episodi, aprile 1978 – agosto 1979.
Arrivederci Yamato (Saraba uchū senkan Yamato: Ai no senshitachi), film, agosto 1978.
Galaxy Express 999 (Ginga tetsudō 999), 113 episodi, settembre 1978 – aprile 1981.
Star Blazers o Corazzata Spaziale Yamato – seconda serie (Uchū senkan Yamato 2), 26 episodi, ottobre 1978 – aprile 1979.
Yamato: Il nuovo viaggio (Uchū senkan Yamato: Ataranaru tabidachi), film TV, luglio 1979.
Galaxy Express 999 - film (Ginga tetsudō 999), film diretto da Rintarō, agosto 1979.
Yamato per sempre (Yamato yo eien ni), film, agosto 1980.
Star Blazers o Corazzata Spaziale Yamato - terza serie (Uchū senkan Yamato 3), serie di 25 episodi, ottobre 1980 – aprile 1981.
La regina dei mille anni (Shin taketori monogatari: Sen-nen joō), 42 episodi, aprile 1981 – marzo 1982.
Addio Galaxy Express 999 (Sayonara ginga tetsudō 999 - Andromeda shūchakueki), film diretto da Rintarō, agosto 1981.
La regina dei mille anni – film (Sen-nen joō), film, marzo 1982.
Capitan Harlock - L'Arcadia della mia giovinezza (Waga seishun no Arcadia), film, luglio 1982.
Capitan Harlock SSX (Waga seishun no Arcadia - Mugen kidō SSX), 22 episodi diretta da Rintarō, ottobre 1982 – marzo 1983.
Yamato, l'ultima battaglia (Uchū senkan Yamato: Kanketsuhen), film, marzo 1983.
The Cockpit, 3 OAV di 30 min l'uno, gennaio 1994.
Galaxy Express 999: Eternal Fantasy (Ginga tetsudō 999 ), film, marzo 1998.
Queen Emeraldas, 4 OAV di 30 min l'uno, giugno 1998 – dicembre 1999.
Harlock Saga - L'anello dei Nibelunghi (Hārokku Sāga Nīberungu no yubi wa), 6 OAV di 30 min l'uno, gennaio – novembre 1999.
Maetel Legend, 2 OAV di 42 min l'uno, settembre 2000.
Gun Frontier, 13 episodi, marzo – giugno 2001.
Cosmo Warrior Zero, 13 episodi (+ 1 non trasmesso, + 2 episodi “Gaiden”), luglio – settembre 2001.
Space Pirate Captain Herlock: The Endless Odyssey, 13 OAV diretti da Rintarō, dicembre 2002.
Submarine Super 99, 13 episodi, maggio – luglio 2003.
Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem, film basato sulle musiche dei Daft Punk, maggio 2003.
The Galaxy Railways (Ginga tetsudō monogatari), 26 episodi, ottobre 2003 – aprile 2004.
Great Yamato #0 (Dai Yamato Zero-go), 3 OAV , marzo – giugno 2004.
Space Symphony Maetel (Uchū kōkyōshi Maetel: Ginga tetsudō 999 gaiden), 13 episodi, agosto 2004 – giugno 2005.
The Galaxy Railways: Crossroads to Eternity (Ginga tetsudō monogatari: Eien e no bunkiten), 26 episodi, ottobre 2006 – marzo 2007.
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HAYAO MIYAZAKI

Messaggiodi demon black » 15/05/2010, 20:00

« La filosofia di Miyazaki unisce romanticismo e umanesimo a un piglio epico, una cifra di fantastico visionario che lascia sbalorditi. Il senso di meraviglia che i suoi film trasmettono risveglia il fanciullo addormentato che è in noi. »
(Marco Müller, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, parlando di Hayao Miyazaki)


E' il Dio fatto uomo dell'animazione mondiale

Blackie :ugeek:



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Hayao Miyazaki (Tokyo, 5 gennaio 1941) è un autore di fumetti, animatore, sceneggiatore, regista e produttore giapponese di anime di fama internazionale, grazie all'Oscar ottenuto per il film La città incantata ed al Leone d'Oro alla carriera ricevuto alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2005. Fondatore dello Studio Ghibli insieme al suo collega e mentore Isao Takahata, è il padre del regista Gorō Miyazaki.

Miyazaki nacque il 5 gennaio 1941 a Tokyo. Nonostante la guerra, la sua infanzia trascorse tranquilla, grazie ad una famiglia agiata. Suo padre possedeva infatti una fabbrica di componenti per gli aerei (che diventarono una delle sue passioni). Una tubercolosi spinale colpì la madre, che nel 1947 venne ricoverata in ospedale, dove rimase nove anni (probabilmente Il mio vicino Totoro contiene riferimenti anche a questa vicenda).


L'INIZIO DEL PERCORSO ARTISTICO

Durante l'adolescenza negli anni cinquanta Miyazaki, da sempre appassionato disegnatore, fu conquistato dalla scoperta dei manga e degli anime. Dopo la laurea in Scienze Politiche ed Economia conseguita nel 1963, entrò a far parte dello staff dei disegnatori nella importante società della Toei (all'interno della quale incontrò la sua futura moglie). Il suo primo importante contributo lo diede proponendo un miglior finale per il film Garibaa no uchu ryoko (1965) (in inglese Gulliver's Travels Beyond the Moon).

Alcuni anni più tardi partecipò, sotto la direzione del suo maestro Yasuo Ōtsuka, come animatore chiave e scenografo a Taiyō no Ōji - Horusu no daiboken (edito in Italia dapprima con il titolo La grande avventura del piccolo principe Valiant, quindi con quello de Il segreto della spada del sole), film animato diretto da Isao Takahata: era l'inizio di una collaborazione che sarebbe durata nel tempo. Nel frattempo pubblicava il manga La tribù del deserto (Sabaku no Tami), negli anni 1969-70.

LE SERIE ANIMATE E IL PRIMO FILM

Nel 1971 Miyazaki, insieme ai colleghi Isao Takahata e Yoichi Kotabe, seguì Yasuo Ōtsuka alla A Production; per questo studio, insieme a Takahata diresse alcuni episodi (7, 8, 10, 11, 13~23) della prima serie di Lupin III.

Sempre al 1971 risale il progetto di Nagagutsushita no Pippi, mai portato a termine perché Astrid Lindgren si rifiutò di concedergli i diritti, nonostante Miyazaki e Yutaka Fujioka si fossero recati personalmente in Svezia[2]

Nel 1972 fu realizzato anche il mediometraggio Panda! Go, Panda! composto da due puntate (Panda! Go, Panda! ed Amefuri sakasunomaki). Compariva anche una buffa bambina con le treccine, probabilmente recuperata degli schizzi preparatori del mai realizzato Nagagutsushita no Pippi.

Nel 1973, Miyazaki e Takahata iniziarono la collaborazione con la Zuiyo Pictures, poi Nippon Animation, lavorando ad alcune serie animate relative al famoso progetto World Masterpiece Theater, una serie animata creata ogni anno traendo spunto dai più famosi libri per bambini di tutto il mondo. Furono affidati a lui il progetto e l'organizzazione di scena (sovente con Takahata quale regista) in Heidi (Alps no shōjo Heidi) del 1974 (da un racconto svizzero); Marco (Haha o Tazunete Sanzen-ri) del 1975 (da Dagli Appennini alle Ande, una delle storie narrate nel libro Cuore); Anna dai capelli rossi (Akage no Anne) del 1979 (Canada). Fu anche animatore chiave di Rascal, il mio amico orsetto (Araiguma Rasukaru) del 1977 (tratto da un racconto statunitense).

Del 1978 è la serie animata Conan, il ragazzo del futuro (Mirai shōnen Konan), molto famosa in Italia, tratta dal romanzo per ragazzi The incredible tide di Alexander Key. Di essa fu regista, character designer assieme a Yasuo Ōtsuka, nonché curatore delle scenografie e degli storyboard.

Nel 1979 diresse il suo primo lungometraggio, Lupin III - Il castello di Cagliostro (Rupan Sansei - Kariosutoro No Shiro), il secondo tra i film dedicati a Lupin, affiancato ancora una volta da Ōtsuka e Takahata. Di Lupin III diresse ancora due episodi (145 e 155) della seconda serie tv nel 1980.

Dalla RAI venne cofinanziata la serie Il fiuto di Sherlock Holmes (Meitantei Holmes) di cui diresse i primi sei episodi nel 1982.

LO STUDIO GHIBLI

Nel 1982 la rivista Animage iniziò la pubblicazione del manga Nausicaä della Valle del Vento disegnato esclusivamente da Miyazaki e riuscì a convincere l'artista a sceneggiare e dirigere un film tratto dal manga. Prodotto da Takahata per lo studio Topcraft, l'anime Nausicaä della Valle del Vento, uscì nelle sale nel 1984.

Il successo ottenuto dal film permise al regista di fare il grande salto: fondare uno studio di produzione proprio. Nel 1985, da Miyazaki e Takahata nacque lo Studio Ghibli (dal nome dell'aereo italiano della Seconda Guerra Mondiale, tratto a sua volta da Ghibli, vento caldo del Sahara), luogo in cui i due registi si sarebbero potuti esprimere con la libertà che la loro creatività richiedeva e con le necessarie coperture finanziarie.

Il primo lungometraggio dello studio vide la luce nel 1986: Laputa: castello nel cielo che narrava dell'avventura di due ragazzi, sulle tracce di una misteriosa e magica isola fluttuante nel cielo, (lo spunto fu la città di Laputa, descritta da Jonathan Swift ne I viaggi di Gulliver).

Nel 1988, mentre Takahata portava a termine Una tomba per le lucciole Miyazaki presentò Tonari no Totoro, poetica favola moderna sull'incontro di due bambine con un essere magico chiamato Totoro (la cui sagoma fu poi scelta come logo dello Studio) premiata come miglior film dell'anno in Giappone.

Nel 1989 con Kiki consegne a domicilio iniziarono i successi al botteghino, nel paese del Sol Levante. Con essi l'ingrandimento dello Studio, la produzione di diversi film d'animazione, assunzioni permanenti di collaboratori, l'aumento dei costi e dei rischi: tutto questo ebbe come conseguenza un aumento delle politiche di marketing da parte dello Studio Ghibli.

Nel 1992 Miyazaki portò a termine Porco Rosso, il cui titolo rimaneva in italiano anche nelle altre lingue: esso narrava le avventure di un pilota di caccia dal volto di maiale, leggenda dell'aviazione italiana all'inizio degli anni trenta.

In questi anni il regista divenne spesso anche sceneggiatore, produttore e responsabile di molti altri processi, nei propri film e in altri prodotti da Ghibli: produsse il film di Takahata Omohide poro poro del 1991; collaborò al soggetto di Heisei tanuki kassen ponpoko, di Takahata, uscito nel 1994; l'anno successivo fu sceneggiatore e produttore di Mimi wo sumaseba, la cui regia era affidata a Yoshifumi Kondō, sempre all'interno dello Studio.

Dopo alcuni anni di lavorazione uscì nel 1997, Principessa Mononoke che batté ogni record di incassi in Giappone e collezionò numerosi premi. Era un film che inscenava il difficile rapporto tra l'uomo e la natura (e tra gli uomini stessi), il suo lato violento e quello armonioso, all'interno di un'atmosfera mistica popolata di dei ed era ambientato in Giappone nel Periodo Muromachi (1333-1568).

In quest'occasione Miyazaki affermò di volersi dedicare ad altri ruoli all'interno dello Studio Ghibli, lasciando la regia ai giovani autori nel frattempo cresciuti alla sua scuola. Ritornò però presto dietro la macchina da presa e nel 2001 usciva La città incantata che in patria ripeté l'ormai consueto rituale di successi presso la critica e il pubblico, ma lo stesso avvenne nel resto del mondo (tra i premi vinti l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e l'Oscar 2003 per il migliore lungometraggio di animazione).

Nel 2004 Miyazaki ha partecipato alla 61a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia col suo ultimo film, Il castello errante di Howl, tratto da un libro di Diana Wynne Jones. Nello stesso anno realizza Ōtsuka Yasuo no ugokasu yorokobi, un lungo film documentario dedicato al suo senpai Yasuo Ōtsuka. Nel 2005 è stato insignito alla 62a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del Leone d'Oro alla carriera.

Miyazaki stabilì un proficuo sodalizio anche con Joe Hisaishi, il compositore di numerose colonne sonore (e degli album "derivati") dei suoi film.

Dal 2008, con Ponyo sulla scogliera, presentato in anteprima alla 65a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, lo Studio Ghibli diviene l'unico studio d'animazione giapponese ad usare tecniche di disegno tradizionali per i suoi film, volendo così contrastare l'uso della grafica computerizzata.

(Nota di Blackie: è per questo che adoro e amo tutti i suoi film d'animazione!!! Ti riportano indietro nel tempo quando eri piccola e non esisteva la grafica computerizzata che, secondo me, ha rovinato la caratterizzazione dei personaggi anime perchè non hanno più gli stessi colori, le stesse profondità, le stesse espressioni...sono tutti uguali!!!! Miyazaki invece...con lui riesco ancora sognare come quando ero piccola!!)


MIYAZAKI E L'OCCIDENTE

Regista, autore di numerosi cartoni animati e di manga (fumetti giapponesi), Hayao Miyazaki ha conosciuto con le proprie opere un enorme successo in patria, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, ma in occidente è rimasto a lungo poco conosciuto fuori dagli ambiti specializzati.

L'Orso d'oro per la La città incantata nel 2002 ed il premio Oscar per il miglior film d'animazione ottenuto con la stessa pellicola nel 2003 (questo non ritirato personalmente per protesta contro la guerra in Iraq[3]), hanno consacrato Miyazaki tra i maestri assoluti dell'animazione mondiale. A conferma di ciò anche il Leone d'oro alla carriera assegnato durante la 62a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

TEMATICHE

Tra le tematiche ricorrenti dei film di Miyazaki troviamo la relazione dell'uomo con la natura, vista come contrapposizione anche feroce, ma che può ritornare ad essere armoniosa. Molto presente è la dimensione spirituale, presentando nei propri lavori creature mitiche e ultraterrene spesso prese dal pantheon della mitologia nipponica. Si nota anche un'attenzione particolare alla valorizzazione delle diversità culturali e delle specie, che hanno influsso notevole nella trama di Nausicaä della Valle del Vento o di Principessa Mononoke. Infine possiamo riconoscere la presenza nella maggior parte dei suoi film, di protagonisti bambini: la loro innocenza, contrapposta alla violenza degli adulti, li porta spesso ad avere il potere di riappacificare gli uomini fra di loro e con la natura. Un'ulteriore tematica tipica a volte collegata a quella del rapporto degli uomini con la natura è quella delle mestose macchine (semoventi o simili a grandi impianti civili, talora funzionanti in base a principi magici, altre volte esemplari di futuristica tecnologia) e delle grandi organizzazioni umane viste anche esse come meccanismi che si esprimono in rapporti di lavoro o di sudditanza formalizzata. Le tematiche di Miyazaki, oltre ad essere esposte nei dialoghi e nelle azioni dei personaggi, si concretizzano anche e soprattutto in celebri immagini ricorrenti nei film di Miyazaki: il volo nei cieli blu, la contemplazione di un grande albero, l'incontro con creature antiche e possenti.

OPERE

REGIA, SCENEGGIATURA E STORYBOARD

Le avventure di Lupin III (1971)
Le nuove avventure di Lupin III (1977)
Saraba itoshiki Lupin yo (1977)
Conan, il ragazzo del futuro (1978)
Lupin III - Il castello di Cagliostro (1979)
Nausicaä della Valle del Vento (1984)
Il fiuto di Sherlock Holmes (1984)
Laputa: il castello nel cielo (1986)
Il mio vicino Totoro (1988)
Kiki consegne a domicilio (1989)
Porco Rosso (1992)
Sora iro no tane (1992) (spot televisivo animato)
Nandarō (1992) (spot televisivo animato)
On Your Mark (1995) (videoclip musicale)
Principessa Mononoke (1997)
Koro no daisanpo (2001) (proiettato al museo Ghibli)
Kujiratori (2001) (proiettato al museo Ghibli)
La città incantata (2001)
Mei to Konekobasu (2002) (proiettato al museo Ghibli)
Kūsō no sora tobu kikaitachi (2002) (proiettato al museo Ghibli)
Ornithopter monogatari: Tobe! Hiyodori tengu gō! (2002) (proiettato al museo Ghibli)
Il castello errante di Howl (2004)
Ōtsuka Yasuo no ugokasu yorokobi (2004)
Mizugumo Monmon (2006) (proiettato al museo Ghibli)
Yadosagashi (2006) (proiettato al museo Ghibli)
Hoshi wo katta hi (2006) (proiettato al museo Ghibli)
Ponyo sulla scogliera (2008)


SCENEGGIATURA E STORYBOARD

Panda kopanda (1972)
Akadō Suzunosuke (1972) (solo storyboard)
Panda Kopanda: Amefuri circus no maki (1973)
Mimi wo sumaseba (1995)


ANIMAZIONE

Wan Wan chūshingura (1963) (intercalazione)
Ōkami shōnen Ken (1963) (intercalazione)
Shōnen ninja kaze no Fujimaru (1964)
Hustle Punch (1965)
Gulliver no uchū ryokō (1965) (intercalazione)
Rainbow sentai Robin (1966)
Sally la maga (1966)
La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968)
Il gatto con gli stivali (1969)
Sora tobu Yūreisen (1969)
Lo specchio magico (1969)
Moomin (1969)
Dobutsu takarajima (1971)
Ali Baba to 40piki no tōzoku (1971)
Hela Supergirl (1971)
Yuki no taiyō (1972)
Sam il ragazzo del West (1973)
Samurai Giants (1973)
Il fedele Patrashe 1975)
Rascal, il mio amico orsetto (1977)
Super Robot 28 (1980)
Space Adventure Cobra (1982)
Nandarō (1992) (spot televisivo animato)
La leggenda di Zorro (1996)


SCENOGRAFIA

La grande avventura del piccolo principe Valiant (1968)
Heidi (1974)
Marco (1976)
Conan, il ragazzo del futuro (1978)
Anna dai capelli rossi (1979)
*___*

ILLUSTRAZIONI E STORIA

Sabakuno tami (1969)
Nausicaä della Valle del Vento (1982)
Shuna no tabi (1983)
Hayao Miyazaki no zassō note (1984)
Akai Crow to yūreisen (1989)
Hikōtei jidai (1989)


PROGETTO E PIANIFICAZIONI

Dōbutsu takarajima (1971)
Heidi (1974)
Marco (1976)
Anna dai capelli rossi (1979)
Heisei tanuki kassen ponpoko (1994)


PRODUZIONE

Yanagawa horiwari monogatari (1987)
Omohide poro poro (1991)
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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GO NAGAI

Messaggiodi demon black » 16/05/2010, 9:47

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Kiyoshi Nagai, noto come Gō Nagai (Wajima, 6 settembre 1945) è un autore di fumetti e scrittore giapponese. Considerato uno dei più importanti mangaka di sempre, è autore di opere che hanno segnato la storia moderna del fumetto e ha portato due importanti innovazioni nei manga e negli anime giapponesi: nel 1968 con lo sdoganamento dell'erotismo nei manga destinati ai ragazzi con Harenchi Gakuen (Scuola senza pudore) e nel 1972 con l'introduzione dei mecha, enormi robot guidati da piloti posti al loro interno, con l'anime Mazinga Z (Majinga Zetto).

GLI ESORDI DA MANGAKA

Inizia a lavorare nel mondo del fumetto nel 1965, collaborando con Shotaro Ishinomori, ma già nel 1967 crea Meakashi Porikiki, il suo primo manga. Nel 1970 fonda la Dynamic Production, per produrre e distribuire i suoi lavori, che col tempo si dotò di filiali in tutto il mondo (anche in Italia, vedi sotto).

Profondo innovatore in ogni campo del fumetto giapponese, con il manga Mao Dante inizia la sue esplorazione delle tematiche religiose e demoniache che si interrompe per la chiusura della rivista su cui era pubblicato. Da quanto dichiarato da Nagai stesso durante la Napoli Comicon 2007 fonte di ispirazione per Mao Dante (e successivamente) per Devilman fu una copia della Divina Commedia di Dante Alighieri illustrata da Gustave Doré, che aveva avuto modo di leggere durante l'infanzia.

DALLA CARTA AL VIDEO

Nagai allora crea, come soggetto per una serie TV sperimentale dedicata ad un pubblico più adulto, un "quasi remake" e nasce così Devilman, forse la sua opera più famosa a livello mondiale. Per supportare la serie TV ne crea anche un manga, molto meno edulcorato (la serie TV infatti presenta richiami all'iconografia del supereroe occidentale). In tempi più recenti verranno realizzati due OAV che riprenderanno più fedelmente la prima parte del manga, in cui introduce situazioni ai limite dello splatter ed un finale apocalittico imprevedibile, soprattutto a quei tempi.

L'EPOPEA DEI SUPER ROBOT

Il 1972 è un anno importantissimo per Nagai, in cui crea Cutie Honey, che unisce le tematiche super-eroistiche con quelle erotiche che tanto gli stanno a cuore, e finalmente Mazinga Z, il primo cartone animato con protagonista un super robot controllato dall'interno da un essere umano. Di quest'opera furono pubblicate varie versioni a fumetti, la più importante delle quali è quella sceneggiata da Nagai e disegnata da Gosaku Ota, che segue fedelmente la trama della versione televisiva accentuandone la violenza e introducendo anche alcune innovazioni (tipo l'episodio in cui l'esercito del Dottor Hell conquista uno staterello africano). Inoltre, nel corso del fumetto e della serie televisiva viene introdotto il personaggio del Duca Gorgon, primo esponente del popolo di Mikenes che darà battaglia al successore di Mazinga Z, Il Grande Mazinga. Nel 1973 ha poi inizio la lunghissima epopea di Violence Jack, una serie in cui la penisola del Kantō (dove si trova Tokyo) viene isolata da un cataclisma e diventa teatro di selvagge lotte per la sopravvivenza, che Nagai interromperà e riprenderà ripetutamente, fino a completarla solo nel 1990. Tornando al Grande Mazinga, la sua serie televisiva del 1974 approfondirà ed estremizzerà le tematiche presenti in Mazinga Z: questa volta il pilota del mecha non è un ragazzino inesperto, ma un vero e proprio soldato addestrato al compito e che ha come unico scopo nella sua vita la sconfitta del popolo dei Micenei, che si presentano nelle mostruose fattezze di enormi mostri robotici con teste umane incastonate solitamente nel ventre. Sempre nel 1974, Nagai da di nuovo prova del suo genio e, assieme a Ken Ishikawa, inventa i "mecha componibili" con Space Robot (Getter Robot). Anche in questa serie ritorna la tematica del "nemico che viene dal passato", ovvero l'Impero dei Dinosauri, una razza di rettili umanoidi particolarmente intelligenti, rimasti in ibernazione per secoli e tornati a reclamare la Terra. Della serie TV vengono nuovamente create molte riduzioni a fumetti, la cui più importante è senza dubbio quella disegnata (e dopo i primi capitoli anche sceneggiata) da Ken Ishikawa, co-autore di Getter, che è continuata fino al 2006, anno della sua morte. Questa "riduzione" comunque risulta essere radicalmente diversa dalla versione televisiva, mantenendo solo i presupposti di base. Sempre del '74 è il fumetto Kekko Kamen (Maschera libidinosa), un'ennesima fusione di supereroi ed erotismo in cui la protagonista combatte il crimine vestita della sola maschera.

Nel 1975 viene prodotto il seguito di Space Robot, Jet Robot (Getter Robot G) e soprattutto di due serie molto amate in Italia, Jeeg robot d'acciaio (Kotetsu Jeeg) e Ufo Robot Goldrake (Ufo Robot Grendizer). Anche in questo caso ci sono innovazioni nei mecha: in Jeeg, il pilota si trasforma esso stesso nella testa del robot con una metamorfosi e le altre parti, agganciate magneticamente, vengono "sparate" da una piccola navetta volante, appunto chiamato Big Shooter. I nemici provengono di nuovo dal passato, per la precisione dall'antichità giapponese. In Goldrake, invece, il mecha può entrare o uscire da un vero e proprio disco volante che gli fa da armatura e da mezzo di trasporto nello spazio. I temi sono questa voltà più "classicamente" fantascientifici, con una vera e propria invasione aliena.

Goldrake ha avuto particolare fortuna in Europa, dove in alcuni stati (Francia e Italia) ha dato origine ad un vero e proprio fenomeno di costume, studiato perfino nelle facoltà di sociologia. In Italia, in particolare, Goldrake ha segnato ufficialmente l'ingresso degli anime nella programmazione televisiva. L'impatto che ebbe all'epoca fu molto forte, in quanto c'erano molte differenze, sia di tecnica d'animazione sia di tematiche, con le serie allora conosciute come i cartoni animati della Warner Bros o di Hanna e Barbera. Goldrake era veramente "un mondo a parte" in confronto ai suoi predecessori, tanto che la prima trasmissione sulla RAI fu preceduta da una breve introduzione. Famosissime divennero anche le sigle italiane, create da Vince Tempera. Inoltre Goldrake dimostra finalmente che molti dei personaggi di Nagai appartengono tutti allo stesso "universo narrativo": nella serie compare Koji Kabuto (in Italia lo si è rinominato Alcor), pilota di Mazinga Z, alla guida di un innovativo mezzo volante a forma di disco. In più, in seguito saranno prodotti numerosi film e OAV in cui i super robot di Nagai si uniranno per una causa comune, tra i quali Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinga, Mazinga Z contro Devilman, Il Grande Mazinga contro Getta Robot e lo spettacolare team-up Il Grande Mazinga, Getta Robot G, UFO Robot Goldrake contro il Dragosauro.

Nel 1976 Nagai collabora a due serie forse meno originali, ma che pure sono state trasmesse in Italia con un buon successo: Gackeen, il robot magnetico (Magne Robot Ga-Kin) e Gaiking (Daiku Maryu Gaiking). Proprio ad una disputa sui diritti di Gaiking si deve una violenta lite di Nagai con la Toei Animation, che fino a quel momento aveva prodotto tutte le sue serie, e la conseguente separazione.

LA STAGIONE DEI REMAKE

Da questo punto in poi la carriera di Nagai prende una piega curiosa: oltre a produrre nuove opere, si dedicherà in maniera quasi maniacale alla "riscrittura" delle opere che lo hanno reso celebre, spesso aiutato nei disegni da Ken Ishikawa e recentemente da Yu Kinutani, ma anche da altri autori. In questo modo verranno riletti Mazinga (God Mazinger, Z Mazinger, Mazinsaga), Devilman (Neo Devilman, Devillady, Amon - The Darkside of Devilman, Amon - The Apocalypse of Devilman, Strange Days - The Apocalypse of Devilman) e Cutie Honey (Cutie Honey a Go Go, Cutie Honey SEED). Oltre ai remake cartacei, produrrà anche molti remake e/o seguiti delle sue serie animate: Shin Cutie Honey (seguito della serie del 1972), Cutie Honey F, Re:Cutie Honey (entrambi remake), tre remake di Getter Robot (Change!! Getter Robot, gli Ultimi Giorni del Mondo, Neo Getter Robot contro Shin Getter Robot, Getter Robot re:model), due remake/spin-off di Mazinga Z e del Grande Mazinga, Mazinkaiser ed il successivo film Mazinkaiser contro il Generale Nero. Vi è anche la serie TV di Devil Lady, che tuttavia non segue il manga. Esiste infine una parodia umoristica super deformed, Il pazzo mondo di Go Nagai (del 1991), in cui compaiono tutti i personaggi delle sue serie più celebri.

STILE E TEMATICHE

Per quanto si può vedere in Devilman e in Mazinga Z, lo stile di Nagai è agli antipodi dell'eleganza: semplice eppure incline al grottesco, all'effetto splatter, all'eccessivo, eppure capace di realizzare tavole che hanno influenzato generazioni di disegnatori (ad esempio Kentaro Miura, che nel suo Berserk fa più di un omaggio alle tavole di Devilman). Insomma, uno stile completo, anche se di difficile assimilazione ed assolutamente non kawaii (carino).

Al di là dell'erotismo, le tematiche trattate da Nagai nei suoi manga e anime possono essere così schematizzate:

-Fiducia nella scienza, ma non completa: in molte sue opere la scienza è l'unica risorsa in grado di salvare gli esseri umani dai pericoli delle antiche civiltà che le assalgono. È la scienza che crea le nuove divinità mecha, salvifiche e spaventose allo stesso tempo, col potere di salvare il mondo ma anche di distruggerlo. Così come esistono scienziati scrupolosi e pacifici, allo stesso tempo spregevoli scienziati pazzi tramano per utilizzare le proprie conoscenze allo scopo di conquistare il mondo. Questa opposizione è rappresentata alla perfezione in Mazinga Z con la coppia di scienziati Dottor Inferno/Professor Kabuto.

-Ambiguità tra male e bene: i "cattivi" di Nagai non lo sono mai nel senso classico, monodimensionale come quello dei cartoon americani. Sono esseri che spesso hanno vissuto un destino spaventoso e che adesso vogliono vendicarsi sugli esseri umani, che hanno loro strappato il dominio della Terra. Sono di certo malevoli e crudeli, ma anche intelligenti e astuti. Inoltre, hanno una visione della vita diversa da quella moderna e sono anzi più vicini ad una visione ancestrale, barbara della vita: il più forte sopravvive ed ha ragione, tutto il resto è solo fumo negli occhi. Ma anche i buoni, soprattutto nei fumetti di Nagai, non lo sono certo nel senso dei prodi cavalieri medioevali: pur rispettando la via del Bushidō, spesso hanno psicologie disturbate che li rendono altrettanto spaventosi di coloro che devono combattere (si vedano, ad esempio, le personalità di Tetsuya Tsurugi del Grande Mazinga o quelle di Ryoma Nagare e Hayato Jin nel manga di Getter Robot). Perfino le "armi finali" dell'umanità, siano esse mecha o Devilmen, hanno tutte elementi sia di angeli che di demoni; non a caso, Nagai le indica col termine "majin", dove "ma" vuol dire "demone" e "jin" vuol dire "divinità".

-Fiducia nelle giovani generazioni: sempre, nell'universo di Nagai, sono i giovani e la loro mentalità più aperta che riescono ad avere ragione di spaventosi pericoli. Nati nella società tecnologica, si rapportano più facilmente con i mecha e capiscono più rapidamente la natura e le intenzioni del nemico, oltre a possedere la grande forza e l'indomabile volontà che Nagai vorrebbe fosse propria delle giovani generazioni. Viceversa, i nemici provengono quasi sempre dall'antichità, dal passato, ed hanno un aspetto "da vecchi", con lunghe barbe o lunghi capelli bianchi. Non capiscono il mondo moderno e vorrebbero distruggerlo, per riportare tutto a com'era quando loro dominavano il mondo. Per loro le tradizioni sono legge e sono "imprigionati" in una rigida architettura gerarchica che non prevede scalata sociale.

-Interesse nel mondo antico, sia giapponese che europeo: Nagai ha spesso dichiarato di nutrire molto interesse nella romanità antica e nelle civiltà che l'hanno ispirata. Gli omaggi in questo senso sono innumerevoli. In Mazinga Z il cattivo vive in un'isoletta greca ingombra di ruderi ellenici e comanda i mostri con una Verga di Rodi, simile ai bastoni del comando delle antiche civiltà. Nel Grande Mazinga i nemici sono i Mikenes, ovvero i Micenei, ed uno dei generali si chiama Yuri Cesar (da Giulio Cesare), inoltre i mostri umanoidi vestono come i gladiatori e hanno armi similari. In Jeeg, invece, i nemici si ispirano all'antico Giappone, con la regina che si chiama Himika come si chiamava Himiko un'antichissima sacerdotessa a capo del Regno Yamatai, antico nome di una zona del Giappone. Allo stesso modo i suoi soldati assomigliano alle statuette votive che si trovano nelle tombe dell'epoca, così come le Campane di Bronzo sono un oggetto cerimoniale molto diffuso nel periodo.

GO NAGAI IN ITALIA

Molte delle serie animate di Nagai sono state trasmesse in Italia, benché in ordine diverso da quello giapponese e con adattamenti spesso discutibili (nomi cambiati, riferimenti tra serie eliminati ecc.). Il grande successo che riscossero produsse una veritiginosa impennata della produzione del merchandising relativo, spesso pirata e realizzato senza che in Giappone se ne sapesse nulla. Inoltre, Il grande Mazinga è stato il primo manga in assoluto ad essere pubblicato in Italia, dalla Fabbri Editori.

Nel 1995 aprì una succursale della Dynamic Production anche in Italia, la Dynamic Italia, che oltre alle opere di Nagai importò in Italia numerose serie a fumetti e anime, con una cura per la qualità, la traduzione e la fedeltà alla versione giapponese quasi maniacale. Nel 2003, a causa di dissapori interni e di un cambio di politica editoriale in Giappone, la Dynamic Italia chiuse ed il suo staff si divise tra Dynit, Shin Vision e d/visual. Quest'ultima è diretta emanazione della Dynamic Production giapponese. L'ultima sua apparizione in Italia è stata a Napoli, in occasione della fiera fumettistica Napoli Comicon 2007 -ove ha annunciato la realizzazione di una nuova Mazin-saga che avrebbe incluso anche un remake di Goldrake- per essere poi successivamente ospite, il 27 e il 30 aprile dello stesso anno, alle università La Sapienza di Roma e Ca' Foscari di Venezia.

Tutte le opere di Go Nagai sono pubblicate in Italia da d/visual

OPERE PRINCIPALI

SAGA DEI MAZINGA

Mazinga Z
Grande Mazinga
Ufo Robot Goldrake
Il ricordo di K-Kun
God Mazinger
MazinSaga
Z Mazinger
Mazinkaiser
Mazinger Angels
Mazinger Angels Z
Shin Mazinger Shōgeki! Z-Hen


GETTER SAGA

Getter Robot
Getter Robot G
Getter Robot Go
Shin Getter Robot
Getter Robot - The Last Day
Shin Getter Robot contro Neo Getter Robot
Getter Robot Ark
Getter Robot re:model
Getter Robot Hien
Getter Robot Apocrypha: DASH


DEVIL SAGA

Mao Dante
Devilman
Devilman - Time Travellers
Neo Devilman
Devilman Armageddon
Devillady
Amon - The Darkside of Devilman
Strange Days - The Apocalypse of Devilman
Mao Dante - Nuova serie (Mao Dante - Apocalypse)


CUTIE HONEY SAGA

Cutie Honey
Cutie Honey '70
Cutie Honey '90
Cutie Honey '21
Cutie Honey a Go-Go!
Cutie Honey Seed
Cutie Honey (film)
Cutie Honey - The live
Re: Cutie Honey


ALTRE OPERE

Animard
L'arcipelago dello scompiglio
Aztekaiser
Bakuratsu Kyoshitsu
Barabanba
Battlehawk
Benvenuti alle terme dei vampiri
The Bird
Burai the Kid
La canaglia in minigonna
Il cane divino
Cappuccetto rotto
Change! Sabu
Chowman
Cinderella Knight
La cozza del palcoscenico
Dinosaur Savers
Disposta a tutto!
La Divina Commedia
Dongara Musketeers
Dosuryu
Dundun l'eroe
Dynamic Superobot Wars
Dynamic Heroes
La famiglia Reginacoeli
Il fiore della gioventù
Firehawk
Full Metal Lady
Gackeen, il robot magnetico
Gaiking, il robot guerriero
Gaiking - Legend of Daiku-Maryu
Garla
Go! Go! Explosion
Golf Gambler
Groizer X
Gruppo giovani escursionisti
Guerra di quartiere
Guerrilla High
Hanappe Bazooka
Happy Wedding Go & Sumiko!
Henchin Pokoider
Henkin Tamaider
Illusion Panty
Gli investigatori dell'occulto
Iron Fighter Musashi
Iron Muscle
Iron Virgin Jun
Iyahaya Nantomo
Jeeg robot d'acciaio
Jintaro Sandogasa
Kamasutra
Kedaman
Ken Falco
Kekko Kamen
Kikkaikun
King Bomber
Kinta il cowboy
Kishin
Kotetsushin Jeeg
Il leone nero
Lovely Angel
Lupin il ladro gentiluomo
Maboroshi Panty
Maro
Memory Glass
Midnight Soldier
Mild Seven
Omorai
Oni
Outlaw High
Il padiglione della morte
Il palazzo del teschio
Il pazzo mondo di Go Nagai
Panjee
La piccola Sweetie
Il professor Rambo
Il pugno assassino
Riger la bestia divina
Robochoi Ace
Salachia
La Samurai senza pudore
Samurai World
Satanikus!
Scuola di ladri
Scuola senza pudore
Sei miliardi di dinosauri
Sengun
Sharaku
Shersciokko Holmes
Shutendoji
Shutendoji: il banchetto delle tenebre
Space Shool
Spy School
Supersaiyuki
Susanoo
Taiga
Technolog-Men
Tokugawa Ieyasu Inc.
Ufo Girl
L'uomo alato
V
Violence Jack
Viva le lottatrici di catch
Wakabakasama
Yadamon il piccolo mostro
Zubaban
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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MAMORU OSHII

Messaggiodi demon black » 16/05/2010, 10:22

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Mamoru Oshii (Tokyo, 8 agosto 1951) è uno scrittore e regista giapponese operante soprattutto nel campo degli anime.

GLI INIZI: DALLA TATSUNOKO ALLO STUDIO PIERROT

Appassionato di fantascienza e di cinema, inizia a scrivere racconti già a quindici anni. Attivista del movimento studentesco negli anni settanta, dopo la laurea alla Tokyo Gakugei Daigaku, conseguita nel 1976, inizia a lavorare in una radio come direttore della programmazione. Insoddisfatto, decide allora di seguire la sua passione e l’anno seguente entra alla Tatsunoko di Tatsuo Yoshida, lavorando subito come assistente animatore nella serie Kagaku ninjatai Gatchaman II (La battaglia dei pianeti), e poi come regista di alcuni episodi della serie Zendaman delle Time Bokan Series. Nel 1978, dopo l'improvvisa morte di Yoshida, molti dirigenti ed animatori lasciano lo studio Tatsunoko, e da questa diaspora nascono la Ashi Production e lo Studio Pierrot, fondato da Yuji Nunokawa e Hisayuki Toriumi, dove dopo poco approda anche Mamoru Oshii. Qui avrà modo di mettersi alla prova e farsi conoscere, arrivando alla regia generale già nel 1981, con il progetto della serie Urusei yatsura (Lamù la ragazza dello spazio), tratta dal manga di Rumiko Takahashi, di cui dirige ben 129 episodi su 195, e che sarà caratterizzata fortemente dal suo senso del grottesco e del surreale, così come dal suo anarchismo di fondo. Nel 1983, sull’onda del clamoroso successo riscosso dalla serie televisiva, lo Studio Pierrot inizia a produrre un ciclo di sei lungometraggi dedicati agli stessi personaggi, ed Oshii scrive e dirige i primi due, Only You e Beautiful dreamer l’anno seguente. Proprio il secondo film lo porta all’attenzione della critica e segna quella che può definirsi la fine dell’adolescenza nell’opera di Oshii, che approderà progressivamente ma inesorabilmente a tematiche decisamente più mature ed inquiete. Sempre nel 1984, cogliendo il potenziale dei dati sulla vendita di videoregistratori in Giappone, lo Studio Pierrot realizza il primo OAV della storia degli anime, Dallos, scritto a quattro mani da Hisayuki Toriumi e Mamoru Oshii, che ne cura pure la regia. Cinque mesi dopo, Oshii scrive anche il suo primo manga, Todo no tsumari, pubblicato sulla rivista Animage.

LA MATURITA': IL PROGETTO HEADGEAR E LA KERBEROS SAGA

Ormai emancipatosi dall’ala protettiva del suo maestro Toriumi, nel 1985 Mamoru Oshii lascia definitivamente il nido per dedicarsi alla sua prima vera prova d’autore, il film Tenshi no tamago (letteralmente “L’uovo dell’angelo”). Prodotto dallo Studio DEEN e realizzato in collaborazione con il pittore e character designer Yoshitaka Amano, l’opera narra la criptica storia di un’arca sopravvissuta ad un diluvio, di una bambina che in un mondo oscuro e desolato si preoccupa di proteggere un grosso uovo e di un uomo che “porta una croce” intenzionato a distruggerlo. Disseminato di simboli e citazioni bibliche, il film è una sorta di sogno/incubo in cui il significante prevale sul significato, con molteplici esiti interpretativi. Nel 1986, dopo il prevedibile insuccesso commerciale di Tenshi no tamago, inizia un periodo di lavoro molto intenso e fecondo. Nello stesso anno dirige il film dal vivo Jigoku no banken: akai megane, primo capitolo della Kerberos Saga, un corpus narrativo che Oshii svilupperà nel tempo in varie forme, quindi l’anno seguente dà vita al progetto Headgear con Masami Yuki, Kazunori Itō, Akemi Takada e Yutaka Izubuchi, ai quali va senz’altro aggiunto Kenji Kawai, il compositore elettivo di Oshii, che scriverà la musica per quasi tutte le sue opere. Primo frutto l’OAV Twilight Q, seguito dalla celeberrima saga di Kidō keisatsu Patlabor (Patlabor), di cui Mamoru Oshii scriverà e dirigerà, tra il 1988 ed il 1993, due OAV, una serie TV ed in particolare due lungometraggi memorabili, che elaborano uno dei suoi temi più ricorrenti e già presente in Akai megane: il presagio di un futuro cupo e sempre più socialmente complesso che, anche a causa della tecnologia, inevitabilmente attende l’umanità. Nello stesso anno inizia a scrivere il manga Kenrō densetsu, secondo capitolo della Kerberos Saga, e nel 1989, parallelamente alla serie di Patlabor, si occupa della regia dell’OAV Gosenzo-sama banbanzai!, cui segue nel 1990 l’edizione cinematografica intitolata Maroko. Nel 1991 è quindi la volta di un altro film dal vivo, Jigoku no banken: kerberos (in occidente Stray Dog), terzo capitolo della Kerberos Saga, e l’anno seguente realizza Talking Head, pellicola sperimentale che alterna riprese dal vivo a sequenze animate, ambientata autoironicamente in uno studio di animazione. Nel 1993 si consuma quindi l’addio a Patlabor e la fine dell’esperienza del gruppo Headgear, con il soggetto e la regia del secondo film, Patlabor 2 The Movie scritto assieme ad Itō. Il successo di critica e di pubblico riscosso dal film ne favorirà la distribuzione internazionale, facendo conoscere l’autore in tutto l’occidente, Italia compresa. Dal soggetto originale del film Oshii ha tratto anche un romanzo pubblicato nel 1994, dal titolo Tokyo War, in cui sviluppa ulteriormente la sua critica al Giappone contemporaneo che, insieme a tutto l’occidente, fonda il suo benessere sulla miseria e la guerra imperanti nel resto del mondo.

GHOST IN THE SHELL E LA PRODUCTION I.G

Il 1995 è sicuramente l’anno d’oro di Mamoru Oshii, chiamato dalla Bandai Visual e dalla Production I.G di Mitsuhisa Ishikawa a dirigere un nuovo ambizioso progetto di lungometraggio, Kokaku kidotai, meglio conosciuto come Ghost in the Shell. Il film, tratto dall’omonimo manga di Masamune Shirow e sceneggiato dall’inseparabile Kazunori Itō, ottiene un grande successo in tutto il mondo, divenendo un autentico cult movie cyberpunk (più volte citato dai fratelli Wachowski come loro fonte di ispirazione), e consacra Mamoru Oshii tra i grandi dell’animazione giapponese. Nel 1996 scrive e produce un film di fantascienza dal vivo, intitolato Remnant 6, dopo di che, divenuto in pochi anni una figura di spicco della Production I.G, si dedica alla creazione di un suo vero e proprio staff (cd. Team Oshii) con il quale affrontare tutti i progetti ancora nel cassetto. E così nel 1999, dopo tre anni di intenso lavoro, Production I.G presenta in una serie di festival cinematografici internazionali (tra cui la Berlinale ed il Future Film Festival di Bologna) il film Jin-Roh, di cui Oshii ha scritto il soggetto e la sceneggiatura traendoli in parte dal manga Kenrō densetsu, per la regia del giovane allievo Hiroyuki Okiura.

GLI ANNI 2000

Nel 2000 scrive il romanzo Blood the last vampire: night of the beasts, in cui immagina che il secolo appena concluso sia stato l’evo dei vampiri sulla Terra, e da questo trae il soggetto per l’OAV Blood the last vampire, affidato alla regia di Hiroyuki Kitakubo e prodotto sempre da Production I.G nello stesso anno. Nel frattempo ritorna alla regia di un film dal vivo con Avalon, girato in Polonia con attori europei e quasi in monocromia, incentrato ancora sul tema della dicotomia reale/virtuale, già presente in Ghost in the Shell. La pellicola viene presentata in anteprima al Festival di Cannes del 2001 e gode di una distribuzione internazionale, Italia compresa. L’anno successivo scrive il soggetto dei tre minifilm di cui si compone Mini Pato, animazione Super Deformed ambientata nel mondo di Patlabor, e nel 2004 torna alla regia di un lungometraggio animato, il secondo capitolo di Ghost in the Shell, Innocence, pure presentato a Cannes. Visivamente sontuosa e tecnicamente avanzata nel combinare animazione tradizionale e grafica computerizzata, l'opera svolge ulteriormente i temi, già affrontati nel primo film, della distanza tra realtà e percezione e dell’individualità umana, cercando anche qui una risposta all’eterna domanda su cosa la connoti con certezza. Nello stesso anno supervisiona la serie breve Fūjin monogatari, sempre per Production I.G. Tra le ultime regie, il film in superlivemation (una tecnica di animazione digitale che utilizza la fotografia) Tachiguishi retsuden del 2006, distribuito anche in Italia, e The Sky Crawlers, lungometraggio d'animazione del 2008 presentato in concorso alla 65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Nel 2009 è autore del soggetto originale e della sceneggiatura del film Miyamoto Musashi soken ni haseru yume, sulle epiche gesta del samurai Musashi Miyamoto.

OPERE PRINCIPALI

ANIME

Kagaku ninjatai Gatchaman II (La battaglia dei pianeti), serie TV, 1977 - animatore
Ippatsu kanta-kun (Il fichissimo del baseball), serie TV, 1977 - direzione animazione
Zendaman, serie TV, 1977 - regia episodi
Nils no fushigi na tabi (Nils Holgersson), serie TV, 1980 - regia
Urusei yatsura (Lamù la ragazza dello spazio), serie TV, 1981 - regia
Urusei yatsura: Only you (Lamù - Only You), film, 1983 - regia
Spoon Oba-san (Lo strano mondo di Minù), serie TV, 1983 - sceneggiatura e storyboard
Dallos, OAV, 1984 - soggetto e regia
Urusei yatsura: Beautiful Dreamer (Lamù - Beautiful Dreamer), film, 1984 - soggetto, sceneggiatura e regia
Tenshi no tamago, film, 1985 - soggetto e regia
Twilight Q: meikyu bukken file 538, OAV, 1987 - soggetto e regia
Kidō keisatsu Patlabor (Patlabor), OAV, 1988 - regia, storyboard
Kidō keisatsu Patlabor gekijōban (Patlabor), film, 1989 - regia
Kidō keisatsu Patlabor (Patlabor), serie TV, 1989 - regia
Gosenzo-sama banbanzai!, OAV, 1989 - soggetto, sceneggiatura e regia
Maroko, film, 1990 - soggetto, sceneggiatura e regia
Kidō keisatsu Patlabor (Patlabor), OAV, 1992 - regia
Kidō keisatsu Patlabor 2 gekijōban (Patlabor 2), film, 1993 - soggetto e regia
Kokaku kidotai (Ghost in the Shell), film, 1995 - regia
Jin-Rō (Jin-Roh: Uomini e lupi), film, 1999 - soggetto e sceneggiatura
Blood the last vampire (Blood the last vampire), OAV, 2000 - soggetto e sceneggiatura
Mini Pato, cortometraggi, 2002 - soggetto
Kokaku kidotai: Innocence (Ghost in the Shell: L'attacco dei Cyborg), film, 2004 - soggetto e regia
Fūjin monogatari, serie TV, 2004 - supervisione
Kokaku kidotai Stand Alone Complex 2nd GIG (Ghost in the Shell: S.A.C. 2nd GIG), serie TV, 2004 - soggetto originale
Kokaku kidotai Stand Alone Complex 2nd GIG: Solid State Society, film, 2006 - soggetto originale
The Sky Crawlers, film, 2008 - regia
Miyamoto Musashi soken ni haseru yume, film, 2009 - soggetto originale e sceneggiatura


FILM DAL VIVO

Jigoku no banken: Akai megane, film, 1987 - soggetto e regia
Jigoku no banken: Kerberos, film, 1991 - soggetto e regia
Talking Head, film, 1992 - soggetto e regia
Remnant 6, film, 1996 - soggetto
Avalon (Avalon), film, 2001 - soggetto e regia
Tokyo Scanner, cortometraggio, 2004 - supervisione
Tachiguishi retsuden (idem), film, 2006 - soggetto e regia


MANGA

Todo no tsumari, 1984 - soggetto
Kidō keisatsu Patlabor, 1988~1994 - soggetto
Kenrō densetsu, 1988~1999 - soggetto
Seraphim, 1995 - soggetto
Kenrō densetsu: Akai ashikon, 2003~2005 - soggetto


ROMANZI

Tokyo War, 1994
Avalon, 1995
Blood, the last vampire: night of the beasts, 2000
Tachiguishi retsuden, 2004
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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KATSUHIRO OTOMO

Messaggiodi demon black » 16/05/2010, 10:38

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Katsuhiro Ōtomo (Hasama, 14 aprile 1954) è un regista e autore di fumetti giapponese.

GLI ESORDI

Katsuhiro Ōtomo nasce ad Hasama nella prefettura di Miyagi, 400 km a nord-est di Tokyo, il 14 aprile del 1954. Finita la scuola superiore decide di trasferirsi a Tokyo per cercare lavoro come disegnatore e sceneggiatore. Firma il suo primo contratto per una serie di brevi strip da pubblicare settimanalmente sulla rivista Action, la prima delle quali è, a partire dal 4 ottobre 1973, Jûsei, un adattamento della novella Mateo Falcone dello scrittore e drammaturgo francese Prosper Mérimée. Ne seguiranno diverse altre, tra cui Shinyû, Sumairii Ojisan e Jôkai Kaze. Il 25 aprile del 1974 viene pubblicata, ancora su Action, Boogie Woogie Waltz 1, una raccolta di storie brevi che delineano la realtà urbana di una sempre più caotica Tokyo contemporanea, fra abuso di droghe, musica rock, violenze, sesso, omicidi; la seconda parte esce circa un mese più tardi. Ancora decisamente sperimentale per lo stile, è un lavoro chiave della sua prima produzione, che lo stesso Ōtomo nel 1981 proporrà alla casa editrice Kodansha di ripubblicare in un unico volume, con la volontà di rintracciare il suo passato di mangaka. Nel 1978 disegna e pubblica sulla testata Young Comic una personale parodia di Hansel e Gretel dei fratelli Grimm. Inizia così la realizzazione di una serie di parodie di classici occidentali, da Il Mago di Oz a Biancaneve, da I tre porcellini a Robinson Crusoe.

1979 - FIREBALL

È del 1979, dopo anni di storie brevi, il lavoro più importante della produzione che va dal 1971 al 1979: il 27 gennaio, su Draks Action esce Fireball, della lunghezza di 50 pagine. L'introduzione è un omaggio all'opera "Mano e globo riflettente" dell'artista grafico olandese M. C. Escher e le pagine seguenti compongono un dettagliato corpo contraddistinto da quelle che saranno, per le produzioni a venire, le principali caratteristiche stilistiche e tematiche di Otomo: efficace semplicità nei volti, pulizia del tratto, dettagliate e monumentali architetture, ritmo narrativo incalzante, attenzione alle tecnologie, poteri telecinetici, esplosioni atomiche.

È interessante notare che Fireball, nonostante sia un'opera formalmente incompiuta, in realtà testimonia la capacità di sintesi dell'autore che, in poche tavole riesce ad offrire la necessaria quantità di informazioni al lettore, un'abilità certamente sviluppata nei molti anni di produzione di racconti brevi.

Fireball è l'ouverture ad una lunga, costante e variegata attività artistica, e conferma definitivamente l'autore nel panorama nazionale.

Nel marzo del 1979 esce Short Piece, raccolta di alcuni lavori eseguiti fra il 1976 e il 1979. Nel luglio dello stesso anno esce il numero 7 della rivista mensile PAFU completamente dedicato ad Otomo, sulla scia del successo di Fireball. Infine, sempre nel 1979, ad ottobre esce una terza pubblicazione, Highway Star, seconda raccolta di storie brevi disegnate tra il 1975 e il 1978. Da notare la meravigliosa figura antropomorfa sulla prima di copertina. Nel 1980, fra la creazione di altre storie brevi e la realizzazione di nuove rivisitazioni in chiave parodistica di altrettanti classici, arriva la prima parte di quella che sarà un'altra opera chiave dell'autore, Domu (in Italia Sogni di bambini). Nel 1981 escono quindi le seguenti pubblicazioni:

Good Weather, raccolta di storie brevi prodotte tra il 1974 ed il 1980, famosa per la sua splendida copertina che ha richiesto ad Otomo circa due mesi e mezzo di intenso lavoro per essere concepita e disegnata;
Sayonara Nippon, altra raccolta di storie disegnate tra il 1977 ed il 1980.
Hansel To Gretel, raccolta di tutte le parodie e rielaborazioni di classici occidentali finora realizzate.
Il manga autoconclusivo Apple Paradise.

1982 - DOMU

Alla fine del 1982 Otomo inizia la stesura di Akira e completa Domu, pubblicato un anno dopo in un unico volume che ne raccoglie le quattro parti con l'aggiunta di materiale inedito rispetto alla serializzazione vista sulla rivista Draks Action. Premiato con lo "Science Fiction Grand Prix Award" nel 1983 e primo manga a essere onorato con tale riconoscimento, Domu narra di una serie di misteriosi omicidi che avvengono in un enorme complesso condominiale. Vagando smarrita in cerca di indizi nel tentativo di risolvere il caso, la polizia scettica e intimorita non riesce mai del tutto a entrare in quel microcosmo e a scoprire, o ad immaginare, le vere cause delle morti. Servirà il coraggio di una bambina per porre fine alla serie di inspiegabili incidenti.

In Domu Otomo matura molte delle caratteristiche del suo stile, come la maniera di concepire e disegnare gli sfondi ed i volti dei personaggi. Sotto il profilo tematico, poi, riprende temi già affrontati in Fireball, come i poteri telecinetici.

Dello stesso anno è la pubblicazione di Kibun Ha Mô Sensô, su soggetto di Toshihiko Yahagi, e della già introdotta raccolta Boogie Woogie Waltz.

DISEGNI IN MOVIMENTO: L'ANIMAZIONE

Nel 1983 lavora come character designer al film Genma Taisen (Harmagedon - La guerra contro Genma), per la regia di Rintaro, primo contributo dell'autore nella realizzazione di un anime. Il risultato è ben visibile nell'artbook edito lo stesso anno, Character off - Genma Taisen. Nell'arco di tempo che va dal 1982 al 1990 Otomo completa la realizzazione di Akira, che sarà pubblicato in Giappone in sei volumi tra il 1984 ed il 1993. Non solo: oltre a quanto già detto, tra il 1982 ed il 1987 si occupa anche dei titoli di testa e di coda del programma televisivo You, del lungometraggio animato tratto da Akira (che uscirà il 16 luglio 1988, con sceneggiatura scritta a quattro mani insieme ad Izo Hashimoto), di varie illustrazioni pubblicitarie (per la macchina fotografica T70 Gun ed il condizionatore 'Honda City Turbo 2'), dell'uscita della ristampa di Short Piece (1986), delle sequenze di apertura e chiusura del lungometraggio animato Robot Carnival (1987), del cortometraggio Koji Chusi Meirei, terzo episodio dell'animazione Manie Manie Meikyu Monogatari (sempre del 1987, edito in Italia come Manie-Manie - I racconti del labirinto), e della preparazione e pubblicazione dell'artbook antologico KABA (1989).

Nel 1989 uscirà inoltre in Giappone Otomo Anthology 1, prima di due antologie che raccolgono lavori realizzati tra il 1977 ed il 1982, tra cui Fireball.

LA CONSACRAZIONE CON AKIRA

Akira è l'opera che da molti è considerata il capolavoro di Katsuhiro Otomo. Come dichiarato dallo stesso autore a proposito dell'incompletezza di Fireball, egli passò diversi anni nel tentativo di riprendere e concludere la storia, per poi arrivare alla consapevolezza di doverlo scrivere da capo, con più tempo a disposizione e con l'obiettivo di approfondire quello che inizialmente era stato solamente accennato. È così che nasce Akira, la sua opera più significativa e conosciuta: 2200 tavole mostrano una viva e pulsante Neo-Tokyo del 2019 costruita sulle rovine della precedente Tokyo, semidistrutta da un'esplosione atomica. Un giovane biker, Shotaro Kaneda, si ritroverà coinvolto nelle conseguenze che deriveranno dall'incontro che il suo migliore amico Tetsuo Shima farà con un misterioso bambino proprio tra le rovine situate nell'epicentro della vecchia esplosione, lasciate intatte al centro della città. Personaggi profondi e memorabili, un ritmo narrativo teso e incalzante ed un notevole impatto visivo compongono un'opera destinata ad influenzare centinaia di artisti nipponici e d'oltre confine per anni.

Akira, il lungometraggio d'animazione che viene tratto dal manga omonimo nel 1988, diverrà dal canto suo un nuovo punto di riferimento in termini di realizzazione, tecnologia ed organizzazione nel campo dell'animazione e darà un contributo fondamentale all'affermazione dell'animazione giapponese sulla scena cinematografica mondiale. In seguito alla sua uscita, un'abbondante quantità di merchandise, artbooks e materiale a tema invade il globo sulla scia del culto generato dal manga e dal film: da segnalare in proposito l'uscita nel 1995 dell'artbook "Akira Club", recentemente ripubblicato anche in Italia dalla Planet Manga.

OLTRE AKIRA

Del 1990 è The Legend of Mother Sarah, soggetto disegnato da Nagayasu Takumi. L'anno seguente realizza il live-action World Apartment Horror, esordio alla regia di un film con attori in carne ed ossa dopo le esperienze nell'animazione, tratto dal suo manga omonimo realizzato nello stesso anno in collaborazione con Satoshi Kon e Keiko Nobumoto. Sempre nel 1991 scrive l'anime Roujin Z, di cui poi è stato realizzato anche il manga (in Italia ZeD). Suoi sono questa volta soggetto, sceneggiatura, character e mecha design, su disegni di Tai Okada, mentre la regia dell'anime è di Hiroyuki Kitakubo. Dal 1991 al 1995 si concentra principalmente sull'animazione e pubblica alcuni racconti come Night Flames (pubblicato nella Otomo Anthology 2 nel 1996). Nel 1995 supervisiona il film di animazione ad episodi Memories, di cui dirigerà il terzo episodio intitolato Taihô no Machi (Cannon Fodder).

Del 1996 è anche l'omaggio a Batman intitolato Batman, the Third Mask all'interno della pubblicazione Batman: Black & White. Nello stesso anno inizia i lavori del suo secondo lungometraggio animato, Steamboy. Tra il 1996 ed il 2002 parteciperà da dietro le quinte a diverse opere di animazione come Perfect Blue di Satoshi Kon, al quale darà un piccolo supporto; Spriggan, diretto da Norihiko Sudo, del quale curerà la supervisione; Metropolis, diretto da Rintaro, del quale scriverà la sceneggiatura. Esce nel 2002 il testo per bambini Hipira, in collaborazione con Shinji Kimura.

STEAMBOY, OPERA CONTROVERSA

Nel luglio del 2004 esce finalmente nelle sale Steamboy, secondo lungometraggio animato di Ōtomo. Il film lascia la critica fredda (soprattutto quella statunitense), così come molti fan che lamentano una mancanza di complessità dell'opera rispetto ad Akira, visti tra l'altro anche i lunghi tempi di produzione.

La pellicola, per quanto più lunga della media, soffre i limiti della durata di un film, ma si impone comunque per il ritmo delle molte scene d'azione e per la realizzazione delle architetture, degli sfondi e dei macchinari che davvero non hanno paragone alcuno, tale è la loro quantità, complessità e bellezza. Ciò che ha deluso molti critici e fan spesso è l'eccessiva semplicità e linearità dell'intreccio, considerato a volte del tutto prevedibile, se non abusato, e mancante di un vero climax nella troppo lunga sequenza d'azione finale, fatta di interminabili esplosioni.

Al tempo stesso, un altrettanto congruo numero di critici e di spettatori ha, al contrario, sottolineato come linearità e semplicità non corrispondano necessariamente a superficialità e banalità, e come l'obiettivo degli sceneggiatori non fosse necessariamente una serie di colpi di scena inaspettati o un complesso intreccio della trama, quanto piuttosto sviluppare l'ambiguo rapporto che sussiste tra Ray Steam (il protagonista), suo padre e suo nonno, i quali si alternano continuamente in una serie di alleanze e conflitti. Ancora, si è sottolineata l'arguta provocatorietà della sequenza finale, in cui la multinazionale statunitense produttrice di armi si serve di Londra come campo di prova per i suoi ultimi prototipi, sottoponendo gli edifici ed i suoi abitanti ad un continuo bombardamento, utile a dimostrare ai propri clienti senza scrupoli la loro potenza distruttiva prima di concludere gli affari comodamente seduti in poltrona.

PROGETTI RECENTI

Nel 2006 partecipa in concorso alla 63a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con il film live-action Mushishi, tratto da un manga di Yuki Urushibara (pseudonimo di Yuki Yoshiyama) e già serializzato su schermo come anime sempre nel 2006, per la regia di Hiroshi Nagahama. Il suo ultimo progetto, datato sempre 2006 è l'anime Freedom, in collaborazione con la Nissin Food Products. Nato come progetto pubblicitario, ha costituito la base per la realizzazione di sette OAV in cui Otomo ha sperimentato l'utilizzo della computer grafica anche per i personaggi, e di cui ha curato storyboard, mecha design e character design originali, mentre la regia è di Shuhei Morita, già regista del mediometraggio animato Kakurenbo.

SOS! Tokyo Metro Explorers: The Next, diretta da Shinji Takagi e basata sul racconto di Otomo "SOS! Big Tokyo Metro Explorers". L'animazione ha una durata di 40 minuti ed è concepita come una radicale reinterpretazione del racconto, in forma di sequel.

OPERE PRINCIPALI

MANGA

Jûsei (1973)
Highway Star (1979)
Short Piece (1979)
Fireball (1979)
Sound of Sand (1979)
Farewell to weapons (1981)
Good Weather (1981)
Hansel to Gretel (1981)
Apple Paradise (1981)
Sayōnara Nippon (1981)
Kibun Ha Mô Sensô (1982)
Boogie Woogie Waltz (1982)
Akira (1982/1990)
Domu (Sogni di bambini) (1983)
KABA (1989)
World Apartment Horror (1989)
Otomo Anthology 1 (1990)
Roujin Z (ZeD) (1990)
The Legend of Mother Sarah (1990)
Otomo Anthology 2 (1996)
Hipira (2002)


ANIME

Harmagedon - La guerra contro Genma (Genma taisen) (1983)
Tratto dal manga di Shotaro Ishinomori. Regia di Rintaro, character design di Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Dynit in DVD.

Manie-Manie - I racconti del labirinto (Meikyû monogatari) (1987)
3 episodi:
Labyrinth, diretto da Rintaro.
L'uomo che correva, diretto da Yoshiaki Kawajiri.
Fermate i lavori!, diretto da Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Dynit in DVD.

Robot Carnival (1987)
Sequenza di apertura e chiusura di Katsuhiro Otomo
Inedito in Italia.

Akira (1988)
Adattamento dell'opera omonima diretto dallo stesso Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Explosion Video e Stormovie in VHS e DVD.

Roujin Z (1991)
Regia di Hiroyuki Kitakubo. Sceneggiatura e mecha design di Katsuhiro Otomo.
Inedito in Italia.

Memories (1995)
3 episodi:
Magnetic Rose, diretto da Koji Morimoto e basato sul manga Kanojo no omoide di Katsuhiro Otomo.
Stink Bomb, diretto da Tensai Okamura.
Cannon Fodder, scritto e diretto da Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Columbia Pictures in DVD.

Perfect Blue (1997)
Regia di Satoshi Kon. Supervisione di Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Yamato Video in VHS e DVD.

Spriggan (1998)
Regia di Hirotsugu Kawasaki. Tratto dal manga di Hiroshi Takashige e Ryoji Minagawa. Supervisione di Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Dynit in DVD.

Metropolis (2001)
Regia di Rintaro. Tratto dal manga di Osamu Tezuka e liberamente ispirato all’omonima opera cinematografica di Fritz Lang. Sceneggiatura di Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Columbia Pictures in DVD.

Steamboy (2004)
Regia di Katsuhiro Otomo.
Distribuito in Italia da Columbia Pictures in DVD.

Freedom (2006)
Storyboard, mecha design e character design di Katsuhiro Ōtomo, regia di Shuhei Morita

Shin SOS Dai Tokyo Tankentai (2006)

Defenders of Nippon (2008)

LIVE ACTION

World Apartment Horror (1991)
Regia e sceneggiatura di Katsuhiro Otomo. Tratto dal manga breve dello stesso Otomo e Satoshi Kon.
Inedito in Italia.

Mushishi (2006)
Regia di Katsuhiro Otomo. Tratto dal manga omonimo di Yuki Urushibara.
Inedito in Italia.
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RINTARO

Messaggiodi demon black » 16/05/2010, 10:47

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Rintarō, pseudonimo di Shigeyuki Hayashi (Tokyo, 22 gennaio 1941) è un regista e produttore cinematografico giapponese famoso per i suoi anime.

GLI ESORDI TRA TEZUKA E MATSUMOTO

Inizia la sua carriera nel mondo degli anime nel 1958 come colorista ed intercalatore alla Toei Doga, dove, sotto la guida di Yasuji Mori, lavora nel celebre lungometraggio Hakujaden, cui seguono Shonen Sarutobi Sasuke e Saiyuki. Due anni più tardi entra alla Mushi Production, fondata dal maestro Osamu Tezuka. Qui, tra l'altro, supervisiona la sua prima serie degli anni sessanta, Tetsuwan Atom (Astro Boy), tratta dall'omonimo manga di Tezuka ed è l'art director della serie Jungle Taitei (Kimba il leone bianco), sempre di Tezuka. Ma è alla fine degli anni settanta che Rintaro, grazie all'incontro con Leiji Matsumoto, ha modo di cogliere il successo che lo pone tuttora tra i più rispettati professionisti del settore. Nel 1978 dirige infatti la serie Uchu Kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock), e l'anno seguente il suo primo lungometraggio, Ginga Tetsudo 999 (Galaxy Express 999), entrambi tratti da opere di Matsumoto e divenuti dei veri e propri cult.

LA MATURITA' TRA OTOMO E MADHOUSE

Nel 1983, ormai affermato e riconosciuto, dirige il lungometraggio Genma Taisen (Harmagedon - La guerra contro Genma) con Katsuhiro Ōtomo come character designer, e due anni dopo Kamui no Ken (La spada dei Kamui), tratto dall'omonimo romanzo di Tetsu Yano, realizzato con la Madhouse, di cui è co-fondatore. Dopo aver diretto innumerevoli serie, OAV e film, tra cui l’adattamento anime del manga X nel 1996, l’anno seguente si ritrova di nuovo Katsuhiro Otomo per realizzare un vecchio ed ambizioso progetto, la trasposizione sul grande schermo del famoso manga di Osamu Tezuka Metropolis. Il lungometraggio vede la luce dopo quattro anni di lavoro, nel 2001, ed incontra il favore internazionale di critica e pubblico. Nel frattempo produce con la Madhouse anche l’innovativa serie Alexander Senki (Alexander). Tra i lavori più recenti il nuovo OAV di Capitan Harlock, The endless odyssey, ed il contributo agli storyboard dell’OAV Master Keaton, tratto dall’omonimo manga di Naoki Urasawa e Hokusei Katsushika, e della serie breve Paranoia Agent di Satoshi Kon.

OPERE PRINCIPALI

ANIME

Hakujaden, film, 1958 - intercalatore
Shonen sarutobi Sasuke, film, 1959 - intercalatore
Saiyuki, film, 1960 - intercalatore
Tetsuwan Atom (Astro Boy), serie TV, 1963 - animatore, regia ep. 4
Jungle taitei (Kimba il leone bianco), serie TV, 1965 - art director
Shin jungle taitei, Susume Leo!, serie TV, 1966 - regia
Wanpaku tanteidan, serie TV, 1968 - regia
Sabu to ichi Torimonocho, serie TV, 1968 - regia
Moomin, serie TV, 1969 - regia, art director
Hoshi no ko Chobin (Chobin il principe delle stelle), serie TV, 1974 - animazione, storyboard
Wanpaku omukashi Kum Kum (Kum Kum), serie TV, 1975 - regia
Manga sekai Mukashi Banashi, serie TV, 1976 - regia episodi
Jetter Mars (Capitan Jet), serie TV, 1977 - regia
Arrow Emblem: Grand Prix no taka (Grand Prix e il campionissimo), serie TV, 1977 - regia
Uchu kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock), serie TV, 1978 - regia
Ginga tetsudo 999 (Galaxy Express 999), film, 1979 - regia
Ganbare! Genki (Forza Sugar!), serie TV, 1980 - regia
Sayonara ginga tetsudo 999: Andromeda shuchakueki, film, 1981 - regia
Dr. Slump to Arale-chan: Hoyoyo uchu daiboken, film, 1982 - planning
Waga seishun no Arcadia - Mugen kido SSX (Capitan Harlock SSX - Rotta verso l'infinito, serie TV, 1982 - regia
Genma taisen (Harmagedon - La guerra contro Genma), film, 1983 - regia
Kamui no Ken (La spada dei Kamui), film, 1985 - regia
Hi no tori: Houou hen, film, 1986 - regia
Toki no tabibito Time Stranger, film, 1986 - produttore
Meikyu monogatari, episodio di Mani Mani meikyu monogatari (Manie-Manie - I racconti del labirinto), film, 1987 - regia
X Densha Deiko, OAV, 1987 - soggetto e regia
Kaze no Matasaburo, OAV, 1988 - regia
Tezuka Osamu monogatari boku wa Son Goku, special, 1989 - soggetto e regia
Lodoss no senki (Record of Lodoss War), OAV, 1990 - storyboard ep. 3 e 7
Dragon Quest: dai no boken, serie TV, 1991 - regia
Teito monogatari (Megalopolis), OAV, 1991/1992 - regia
Gunnm (Battle Angel Alita), OAV, 1993 - supervisione
X2: Double X, OAV, 1993 - regia
Kaze no na wa Amnesia, film, 1993 - supervisione
Final Fantasy: Suishō no densetsu, OAV, 1994 - regia
Shin Kujaku-Oh, OAV, 1994 - regia
X, film, 1996 - regia
Alexander senki (Alexander), serie TV, 1999 - produttore
Alexander senki gekijōban (Alexander - The Movie), film, 2000 - regia
Metropolis (Metropolis), film, 2001 - regia
Uchu kaizoku Captain Harlock: The Endless Odyssey, (Captain Herlock - The endless odyssey), OAV, 2003 - regia
48 x 61, OAV, 2004 - regia
Master Keaton, OAV, 2004 - storyboard
Mōsō dairinin (Paranoia Agent), serie TV, 2004 - storyboard
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ISAO TAKAHATA

Messaggiodi demon black » 16/05/2010, 10:48

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Isao Takahata (Prefettura di Mie, 29 ottobre 1935) è un animatore e regista giapponese noto per il suo importante apporto nel mondo degli anime.

LA FORMAZIONE

Takahata nasce nella prefettura di Mie, anche se trascorre gran parte della sua infanzia e adolescenza nella prefettura di Okayama. Cresce in un ambiente dove ha la possibilità di accostarsi sin dall'infanzia alla letteratura e alla musica, ed uno dei suoi primi interessi è la storia dell'arte, che intraprenderà come percorso di studio. Conclusi gli studi superiori si immatricola alla prestigiosa Università di Tokyo, iscrivendosi al corso di letteratura francese e conseguendo una laurea nel 1954. Grande ammiratore della poesia di Prévert, che scopre durante il periodo universitario, tanto che più avanti cura la traduzione delle sue opere dal francese al giapponese. Una raccolta di questi lavori è stata pubblicata alla fine del 2004. Durante il periodo universitario nasce in lui un interesse per la storia del cinema e prende parte al club di studi cinematografici e scrive articoli sul cinema su una rivista studentesca. È particolarmente interessato al cinema francese e scopre in Prévert non solo il poeta ma anche lo sceneggiatore, ed il suo lavoro con l'animatore Paul Grimault. Nel 1953 esce in Francia La Bergère et le ramoneur di Grimault e Prévert, un'opera di grande portata ma rinnegata dai suoi autori - in questa versione - perché poco curata e incompleta. Nonostante questo il film viene comunque proiettato in Giappone due anni dopo, affascinando fortemente il pubblico. Per Takahata questo film è un'illuminazione, poiché l'animazione giapponese era ancora saldamente legata al modello disneyano. La Bergère et le ramoneur diventa per lui un punto di partenza per esplorare tutto ciò che il cinema d'animazione consente di fare.

GLI INIZI ALLA TOEI DOGA

Nel 1959 vince un concorso ed entra a far parte della Toei Doga come allievo regista - dal momento che Takahata non è mai stato un disegnatore - dove apprende il mestiere grazie alla messa in scena di vari lungometraggi; inizialmente non c'è una mansione che lo affascina particolarmente, ma poi dichiarerà di cominciare ad interessarsi all'arte dell'animazione solo dopo aver visto il film francese La bergère et le ramoneur di Paul Grimault[1]. Tra il 1959 ed il 1965 - anno della sua prima regia - collaborerà a diverse produzioni, sia cinematografiche che televisive, quali Anju to Zushiōmaru (1961), Tetsu monogatari (1962), Wanpaku ōji no orochi taiji (1962), Ankokugai saidai no kettō (1963) e Hustle Punch (1965). Ma intanto per gli animatori della Toei i primi anni sessanta sono tempi duri. Il presidente della compagnia, Hiroshi Okawa, richiede una produzione continua e ad ampio respiro, che possa reggere il confronto con quella americana. Il 22 ottobre 1958 è così pronto il primo lungometraggio a colori nella storia del cinema d'animazione giapponese, Hakujaden (La leggenda del serpente bianco).

Dal momento che il film riscuote un grande successo anche in ambito internazionale, Okawa decide di realizzare ogni anno un lungometraggio in modo da rimanere sempre sul mercato ed ammortizzare le spese in tempi ridotti. Questo però significa orari disumani e straordinari non retribuiti per gli animatori, che provano quindi ad unirsi in sindacato senza, tuttavia, ottenere alcun riconoscimento da parte dell'azienda (infatti i sindacati verranno riconosciuti a partire dal 1961). In ogni caso, i film della Toei ottengono un buon successo anche se, a causa dei ritmi di lavoro eccessivi, molti lavoratori vengono ricoverati per malattie nervose e psicosomatiche.

L'animazione dello studio Toei è ancora legata ai canoni estetici disneyani ma tra i registi e animatori si avverte il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo. Nonostante i dirigenti dell'azienda cerchino di incanalare le aspirazioni creative in questo orizzonte piuttosto angusto, le condizioni lavorative, le ambizioni autoriali e il desiderio di creare un cinema d'animazione originale travolgono questi vincoli: in pochi anni si affermano talenti fuori dal comune. Tra i molti è doveroso citare l'animatore Yasuo Ōtsuka, il primo a notare il talento di Takahata e le notevoli capacità dell'allora giovane disegnatore Hayao Miyazaki. Questi uomini gettano le basi di un'estetica originale che segnerà profondamente l'animazione giapponese.

Grazie a film come Il cavallino gobbo di Ivan Ivanov-Vano , La regina delle nevi di Lev Atamanov e naturalmente La bergère et le ramoneur di Grimault, un numero non esiguo di animatori e registi di questa generazione scopre un modello alternativo all'animazione disneyana. Si comprende che è possibile concepire un'animazione di qualità distante dai modelli dominanti, attraverso la quale si può manifestare una sensibilità originale ed una diversa rappresentazione del movimento. Per l'immaginario di Takahata il film di Grimault è un punto fermo nella sua ricerca di un nuovo realismo; ciò che lo colpisce maggiormente è la visione sociale e l'attaccamento a una realtà culturale definita.

Nel frattempo anche nelle case giapponesi si imponeva la televisione e questo costringeva le varie case di produzione a rivedere i canoni secondo cui avevano lavorato fino a quel momento. Anche l'animazione dovette rivoluzionare gli standard e le ambizioni di un cinema d'animazione d'autore per andare incontro ad una produzione seriale e massificata, con un budget estremamente ridotto. Tetsuwan Atom (Astro Boy) di Osamu Tezuka, il primo anime televisivo della storia, aveva stravolto completamente i codici della produzione di animazione e le altre aziende dovettero adattarsi, come prontamente fece la Toei, che rispose con la serie Okami shonen Ken (Ken il ragazzo lupo), di cui Takahata diresse alcuni episodi.

LA PRIMA REGIA CINEMATOGRAFICA

Del 1968, invece, è la sua prima regia cinematografica con il lungometraggio Taiyo no oji - Horusu no daiboken (La grande avventura del piccolo principe Valiant), in cui il direttore dell'animazione è Ōtsuka e Miyazaki si occupa del layout e dei fondali, apportando molte idee e soluzioni che contribuiscono alla concezione grafica del film. Questo lungometraggio è la prima occasione che il gruppo ha per mettere in pratica possibilità tecniche e orientamenti stilistici completamenti nuovi. La spada del sole è una focosa impresa epica ambientata in una cornice di mito. Il film rompe nettamente con le produzioni infantili che avevano caratterizzato fino a quel momento lo studio Toei. Per Takahata è un punto di partenza personale e anche un programma di ricerca formale. Allo stesso tempo questo lungometraggio segna l'inizio di un cammino comune con l'amico e collega Miyazaki. Il costoso progetto viene sviluppato più come una produzione indipendente gestita dagli stessi artisti piuttosto che un progetto diretto dagli organi di produzione veri e propri. È un'opera visionaria e pionieristica rivolta non solo ad un pubblico infantile, ma in grado di coinvolgere anche gli adulti. Ottiene un grande successo di critica, a cui però non corrispose un'altrettanto uguale risposta da parte del pubblico, rivelandosi un disastroso fallimento commerciale.

IL SODALIZIO CON HAYAO MIYAZAKI

A partire da questo film Isao Takahata imposta le sue regie in funzione dell'apporto di Miyazaki e l'affiatamento privato e professionale tra i due artisti si approfondisce sempre più, elevando anche le qualità dei lavori come nel caso di Dobutsu Takarajiama, conosciuta in italiano col nome Gli allegri pirati dell'isola del tesoro.

Ma proprio a causa delle loro ambizioni artistiche sia Miyazaki che Takahata diventano figure ingombranti alla Toei e così raccolgono l'invito di Otsuka a raggiungerli alla A Production, un'affiliata della Tokyo Movie. La complicità artistica che si è instaurata tra i due diventa lampante nei due mediometraggi Panda kopanda (Panda piccolo panda), diretti da Takahata sempre per lo studio A Production tra il 1972 ed il 1973, sull'onda dell'entusiasmo popolare suscitato dal dono da parte della Cina di due panda, ospitati nello zoo di Ueno a Tokyo.

CINEMA E TELEVISIONE

Nel 1971 affianca Miyazaki quando questi subentra nella regia della prima serie di Rupan Sansei (Le avventure di Lupin III), e nel 1973 si accinge ad intraprendere una nuova sfida: la realizzazione integrale della sua prima serie televisiva (anche se nel 1964 aveva diretto alcuni episodi della prima serie TV della Toei, Okami shonen Ken) nell'ambito di un ciclo della Nippon Animation chiamato World Masterpiece Theater, grazie al quale si cimenterà nell'adattamento di famosi romanzi di letteratura per ragazzi di vari paesi occidentali. La prima opera che affronta è Arupisu no shojo Heidi (Heidi) nel 1974, che ottiene un enorme successo, seguita da Haha wo tazunete sanzenri (letteralmente 30.000 leghe per trovare la mamma, in Italia nota come Marco), tratta da Dagli Appennini alle Ande (da Cuore) nel 1976, e Akage no Anne (Anna dai capelli rossi) nel 1979.

Parallelamente a queste serie televisive Takahata dirige per il grande schermo Sero hiki no Goshu (Goshu il violoncellista) adattando un racconto di Kenji Miyazawa. La produzione, curata dalla Oh! Production, è effettuata in condizioni artigianali e si conclude dopo ben sei anni. In questo film, il cui progetto è di Kazuo Komatsubara, al posto dell'usuale collaborazione di Miyazaki, si avvale del talento di Toshitsugu Saida e proprio grazie a questa nuova unione professionale emerge un tratto distintivo di Takahata: l'interesse per le sfumature. Infatti prestando attenzione anche solo al nome del protagonista Goshu, traslitterazione della parola francese gauche, maldestro. In Sero hiki no Goshu vediamo come l'avventura si sostituisce alla crescita interiore in un percorso che è innanzitutto alla scoperta di sé stesso. Il terzo lungometraggio di Takahata, uscito anch'esso nel 1982, è Jarinko Chie (Chie la piccola monella), adattamento di un manga comico, ambientato nei quartieri popolari di Osaka. Goshu e Chie segnano la nascita dello stile personale di Takahata, volto all'esplorazione della vita quotidiana e all'introspezione dei personaggi, piuttosto che ad un'epica favolistica, per un approdo ad un cinema molto più orientato verso un pubblico adulto rispetto alle scelte fatte da molti animatori, tra cui lo stesso Miyazaki.

LO STUDIO GHIBLI

Nel 1984 Kaze no tani no Naushika (Nausicaa della valle del vento) prodotto da Takahata e diretto da Hayao Miyazaki ottiene un enorme successo, ma spinge il regista a scontrarsi con le richieste dei produttori a proposito dei suoi prossimi film. Così nel 1985, grazie all'aiuto della Tokuma Shoten, Miyazaki e Takahata riescono a realizzare il loro sogno e fondare un proprio studio di animazione: lo Studio Ghibli.

A questo punto tra i due uomini si stabilisce un rapporto di complementarietà: Takahata produce Tenku no shiro Rapyuta (Laputa: castello nel cielo) nel 1987 e l'anno seguente Miyazaki produce Yanagawa horiwari monogatari (Storia del canale della Yanagawa), documentario "dal vero" a proposito della lotta condotta dalla popolazione locale per salvare il canale dalla cementificazione.

Nel 1988 sia Miyazaki che Takahata raggiungono una vetta altissima della loro produzione, con segni destinati a durare nel tempo e ad influenzare l'immaginario collettivo. Infatti Miyazaki dirige Tonari no Totoro il cui profilo diventerà il simbolo dello studio Ghibli, mentre Takahata firma la regia di Una tomba per le lucciole, triste vicenda che ha per protagonisti due bambini nella Kobe straziata dalla seconda guerra mondiale.

Nel 1991 Takahata realizza il suo secondo lungometraggio targato Ghibli: Omohide poro poro. Oltre alla storia di una giovane donna che si trova ad un bivio della sua vita, il film tratta della contrapposizione tra mondi diversi quali possono essere la campagna e la città o l'infanzia e l'età adulta; analizza queste differenze giustapponendo flashback e vita presente fino a comporre una persona nella sua integrità, con il passato conciliato al presente.

Heisei tanuki kassen ponpoko, premiato al festival di Annecy nel 1994 tratta del rapporto tra la natura e l'uomo, visto da un gruppo di tanuki che rischia di perdere il proprio habitat a causa dell'espansione degli insediamenti umani. Quasi come risposta al problema sollevato da Pompoko, Hayao Miyazaki tre anni dopo firma la regia di Mononoke-hime (Principessa Mononoke) in cui evidenzia il conflitto tra gli uomini e gli dei della natura.

L'interesse di Isao Takahata si concentra sull'essere umano e l'animazione è il territorio privilegiato per studiare i problemi e i sogni dell'uomo contemporaneo. Nel suo ultimo lavoro, Hōhokekyo tonari no Yamada-kun del 1999, Takahata infatti pone la famiglia Yamada al centro della vicenda, una famiglia media vista nella sua quotidianità con leggerezza e humour. La tecnica del film cambia però radicalmente abbandonando il disegno tradizionale su acetato e rivolgendosi alla grafica computerizzata, dando però l'impressione di un tratto grezzo, come se i personaggi fossero solo stati abbozzati su carta e ripresi.
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OSAMU TEZUKA

Messaggiodi demon black » 16/05/2010, 10:56

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Immagine questi sono i due francobolli fatti su di lui :-P

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Osamu Tezuka (Toyonaka, 3 novembre 1928 – 9 febbraio 1989) è stato un autore di fumetti, animatore, regista di anime giapponese.

La sua prolificità e le sue tecniche e generi pionieristici gli sono valsi i soprannomi di "padre dei manga" o addirittura "dio dei manga" (Manga no Kamisama).

Uno dei tratti distintivi dell'animazione giapponese, gli "occhioni", furono inventati da Tezuka, che si basò su cartoni animati dell'epoca come Betty Boop di Max Fleischer e Topolino di Walt Disney. Per avere un'idea della sua produttività, il volume Complete Manga Works of Tezuka Osamu ( pubblicato in Giappone) comprende oltre 400 volumi e più di 80.000 pagine, ma, nonostante questo, la raccolta non è completa; la sua produzione completa, infatti, comprende oltre 700 storie e un totale di circa 170.000 tavole.

BIOGRAFIA

Tezuka passa gran parte della sua giovinezza nella piccola città di Takarazuka, che nel 1994 ha aperto un museo in sua memoria, incoraggiato dai genitori a seguire la propria passione per il disegno, scoperta già da giovanissimo. Terminati gli studi scolastici si iscrive alla facoltà di Medicina dell'Università di Osaka nel 1946, laureandosi nel 1952. Dopo aver conseguito il titolo, si specializza nel 1961, ma non eserciterà mai il mestiere di medico.

Infatti nel 1946, proprio mentre si iscriveva all'Università, esordisce, diciottenne, nel campo dei manga, grazie alla pubblicazione della serie Ma-chan no Nikki. Il successo vero e proprio, però, arriva l'anno seguente con Shin Takarajima, che lo pubblicizza agli occhi del grande pubblico giapponese, evidenziando la carica di originalità, che già le prime opere di Tezuka mostravano. Tra i tratti più interessanti ci sono l'uso innovativo delle inquadrature, quasi cinematografiche, che creano una forte dinamicità nelle tavole, ribaltando i canoni dei manga statici dell'epoca.

Osamu Tezuka Manga Museum a Takarazuka, GiapponeI lavori successivi sono dedicati alla fantascienza: Lost World - Zenseiki (1948), Metropolis (1949) e Kitaru beki sekai (1951), che registrano un boom di vendite con oltre 400.000 copie ciascuno.

Nel 1950 crea una delle sue opere più celebri, Jungle Taitei per il mensile "Manga Shonen", che anticipa in un certo senso le tematiche de "Il re leone" della Disney (ancora oggi i sostenitori di Tezuka continuano a chiedere alla Disney il risarcimento di una cospicua cifra per plagio del soggetto).

Il personaggio più celebre della produzione di Tezuka prende vita un anno più tardi, nel 1951: nasce così Tetsuwan Atom (Astro Boy), un personaggio che ha avuto (ed ha tutt'oggi) un successo unico ed assolutamente ineguagliabile nella storia del fumetto giapponese.

Nel 1954, sulla rivista "Shojo Club", nasce Ribbon no kishi (La Principessa Zaffiro), che viene oggi considerato da molti il primo shojo (fumetto per ragazze) moderno, che avrà un seguito nel 1959 e una seconda pubblicazione rivista e corretta nel 1963.

Sempre nel 1954 ha inizio il progetto più ambizioso di Tezuka: Hi no Tori (La Fenice), definita dall'autore stesso "l'opera della vita". Si tratta di un lungo affresco che narra la storia dell'umanità e la vana ricerca dell'immortalità da parte del genere umano, simboleggiata, appunto, dalla Fenice. La serie fu interrotta, dopo dodici capitoli, dalla scomparsa dell'autore nel 1989.

Presto il ruolo di mangaka non basta a Tezuka, che diventa anche animatore, dichiarando più volte che "il fumetto è la vera moglie, l'animazione l'amante". Nel 1958 collabora con la casa di produzione Toei Doga per la realizzazione del lungometraggio animato Saiyuki.

Nel giugno 1961 fonda la propria casa di produzione di anime, la Tezuka Osamu Production Doga-bu, divenuta nel 1963 la Mushi Production ("mushi" significa insetto, ed è un kanji usato spesso da Tezuka per scrivere il proprio nome).

Nel 1963 vede la luce la serie Tetsuwan Atom (Astro Boy), prima serie animata trasmessa dalla televisione giapponese, e l'anno seguente quella di Big X. Nel 1965 Jungle Taitei (Kimba il leone bianco) ottiene un nuovo primato come prima serie animata giapponese a colori. Tra le serie più curiose tra quelle create da Tezuka spiccano Uchuu Patrol Hopper, realizzata con pupazzi animati e trasmessa tra il 1963 e il 1965, e Banpaiya (Vampire), una serie che mescola insieme disegni animati ed attori in carne ed ossa, tratta da un suo manga di successo, trasmessa nel 1968 e 1969.

Francobolli commemorativi di Osamu Tezuka emessi dalle Poste Giapponesi nel 1997.Accanto alla produzione di serie commerciali, Tezuka affianca alcuni lavori più sperimentali, che sfruttano nuove tecniche di animazione non tradizionali. Tra le opere di questo tipo figurano Aru machikado no monogatari (1962), Memorii (1964), Tenrankai no E (1966) e Jumping (1984), grazie al quale vince il Grand Prix dello Zagreb International Animation Festival nel 1984; Onboro Film (1985) gli vale il Grand Prix alla prima edizione dell'Hiroshima International Animation Festival; seguono Push (1987) e Mori no densetsu (1987), che ottiene il Premio CIFEJ di nuovo allo Zagreb International Animation Festival.

Il 14 giugno 1969 esce nelle sale Sen'ya Ichiya Monogatari, tratto da Le mille e una notte, seguito dal lungometraggio Kureopatora (Cleopatra) il 15 settembre 1970): si tratta di due film erotici a disegni animati, realizzati con un nuovo tipo di grafica sperimentale, influenzata dalla cultura pop.

Nel 1971 Tezuka abbandona la Mushi, che fallisce nel 1973, per dedicarsi alla sua nuova società, la Tezuka Production, fondata a Tokyo nello stesso anno, con cui realizza la serie Fushigi na Melmo (I bon bon magici di Lilly).

Tezuka prosegue comunque la sua prolifica e continua produzione di manga: Buddha, una personale rivisitazione avventurosa della vita di Gautama Siddharta viene pubblicato tra il 1972 ed il 1983, mentre nel 1973 dà inizio a Black Jack, una serie molto lunga, composta da 25 volumi per più di 5000 tavole, dedicata alle avventure di un abilissimo medico senza licenza, apparentemente avido e cinico, in realtà una figura tragica e umana.

Negli anni ottanta continua a sfornare albi di successo senza sosta. L'opera più significativa di questo decennio è il dramma storico Adolf ni tsugu (La storia dei tre Adolf), ambientato durante la Seconda guerra mondiale e pubblicato tra il 1983 ed il 1985 su Shukan bunshun, vincitrice del Kodansha Manga Award nel 1986.

Tezuka continua a disegnare finché si spense per una attacco di cuore, avvenuta il 9 febbraio 1989, all'età di 60 anni, lasciando incompiute due nuove serie Ludwig B. (1987) e Neo Faust (1988). Si può visitare la sua tomba nel Cimitero Souzen-ji Temple, a Tokyo.

Poco prima della sua morte, più volte alcuni importanti giornali giapponesi hanno portato avanti una campagna a favore dell'assegnazione a Osamu Tezuka del premio Nobel per la Letteratura. Nel 1994 la città di Takarazuka ha aperto un museo in sua memoria, e, nel 1997, il governo giapponese gli ha dedicato una serie di francobolli.

MANGA PUBBLICATI IN ITALIA

Ayako: 3 volumi (Hazard Edizioni)
Black Jack: 1 volume (Dynamic Italia), 3 volumi (Comic Art), 25 volumi (Hazard Edizioni)
Buddha: 14 volumi (Hazard Edizioni)
Dororo: 2 (Kabuki Publishing) - la serie avrebbe dovuto essere composta da 4 albi, ma è stata interrotta
Kimba, il leone bianco: 3 volumi (Hazard Edizioni)
Kirihito: 4 volumi (Hazard Edizioni)
La fenice: 12 di 16 volumi (Hazard Edizioni)
La Principessa Zaffiro: 3 volumi (Hazard Edizioni)
La storia dei tre Adolf: 5 volumi (Hazard Edizioni)
MW: 3 volumi (Hazard Edizioni)
Astro Boy: 2 volumi (Comic Art), 5 volumi (Planet Manga) attualmente in corso di pubblicazione
Kimba, il leone bianco: 3 volumi (Comic Art)
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