Una tranquilla Locanda II: Ritorni e nuovi arrivi?

[demon black]

Sissi

Dico solo un "Oh!" e così questi sono i famosi Nedved e Angy, i gemelli che Gec ha accolto come se fossero i suoi figli....di bene in meglio!!!
Gec è una buona samaritana, una vecchia saggia, cuore d'oro...ma avrà pur dei difetti!!!
E' impossibile che esista un essere perfetto....e credo che sarà divertente scoprirli, penso sorridendo.
"Sai zia, credo di aver cambiato idea, in fondo...non sarà così noioso...ora non più!"
poi mi giro verso il nano che domanda di Gec "Piacere di conoscerla signor....nano, io sono Sissi, cugina di secondo grado di Gec e di Silvanus di Santamarta. Gec è nella locanda a parlare con un'elfo oscuro accompagnato da due bimbi...da quanto ho capito, voleva chiedere a Gec se conosceva i loro genitori "

"Scusami per essere stata maleducata" dico garbatamente, tanto che zia Pam sgrana gli occhi (non ci è abituata), verso Adaydi, Nedeved ed Angy "...Adaidy, giusto?! Io sono Sissi ma...già mi conosci, vero?! ...posso chiamarvi Ady, Ned e Angy?! ...scusate ma...adoro i diminutivi!!!"

[B. Franck]

[Dangeron]
<Bene! grazie per l'informazione> dico rivolto verso le due che ho or ora conosciuto; faccio un cenno a Krog che inizia a invamminarsi mentre mi giro verso i miei tre ex- compagni di viaggio <Nn ho tempo per parlare; devo prima vedere Dec. Poi nel caso ci saluteremo nel giusto modo> faccio un cenno con l'elmo e mi dirigo verso la locanda, che per fortuna raggiungiamo in pochi minuti

[gio]

GEC

Sto ancora riflettendo sul da farsi a proposito dei due orfanelli, quando chi vedo entrare nella locanda?
Quasi non credo ai miei occhi, che gioia! Il mio buon vecchio amico, il burbero nano che ci ha aiutato a salvare la Città Murata cinque anni fa...

Mi rivolgo all'elfo oscuro prima che Dageron ci raggiunga. "Posso chiedervi un favore?" esordisco. "Vi chiedo se potete gentilmente restare con i piccoli e occuparvi di loro fino a domattina. Per domattina conto di aver trovato una collocazione per loro".

Quasi senza attendere risposta, mi alzo per andare incontro a Dageron.

[SeanMacMalcom]

[Nessuno - Al tavolo di Gec]

Il sentimento a metà fra macelata soddisfazione e retorica prevedibilità che ritrovo negli sguardi dei due pargoli, voltatisi verso di me alla richiesta della Saggia della Città, mi appare estremamente prossimo a una minaccia, quasi volessero commentare l'accaduto con un: "Ah-ahh! Non ti libererai di noi tanto facilmente..."

« Bene. » replico verbalmente, in loro direzione, riappoggiando la ciotola sul tavolo e rialzandomi da esso nel trascinarli, ora, quasi di peso ancora fermamente legati alle mie catene « Direi che la cena è conclusa. E' tempo di dormire... »

Con un cenno del capo, ringrazio - non che sia mio dovere farlo, vista la costrizione impostami - la locandiera, intenta a servire il non-umano dai capelli rossi incontrato nel pomeriggio, per poi avviarmi verso le stanze del piano superiore.

[gio]

GEC

Mi volto e ringrazio con un sorriso aperto e sincero l'elfo oscuro per la disponibilità dimostrata. Il suo malcontento è evidente, ma ho bisogno di qualche clessidra per sistemare i due piccini.
Poi raggiungo Dageron che mi è venuto incontro a grandi passi. "Amico mio" esclamo, sorridendo.

[B. Franck]

[Dangeron]
Entro dentro la locanda e vedo Gec che si avvicina a me sorridendo; le sorrido anche io e allargo il braccio destro come a volerla abbracciare <Certe persone non invecchiano mai Gec sei incredibile; è da più di un anno che non ci vediamo> le do una pacca sulle spalle e poi faccio entrare nella locanda il mio amico <Ti ricorderai anche di Krog vero? Un bestione dal cuore d'oro...anche se l'ultima volta a tentato di scaraventare l'ambasciatore delle Selve sul muro ti ridcordi Ge?> dico ridendo mentre mi guardo attorno e riconosco la locandiera. Sorpreso le faccio un cenno e grido <Gio! non ci posso credere; che diamine ci fai qui in questa città?? aspetta....Rompi ancora i boccali di birra sulle teste dei tuoi poveri clienti> le chiedo guardandola attentamente

[SeanMacMalcom]

[Nessuno - In camera]

Ho segregato i due cuccioli figli dell'uomo nel loro alloggio e, ora, ho raggiunto il mio. Solo una parete in legno mi separa dalla coppia, ma sembra una distanza meravigliosa e interminabile dopo gli ultimi giorni trascorsi perennemente a contatto con loro, giorno e notte, dovendo subire il loro odore, il loro rumore, i loro capricci insistenti.

Barricando la mia porta allo stesso modo in cui ho ordinato di compiere ai due pargoli, al fine di evitare possibili sorprese nel corso della notte, posso finalmente prendere in considerazione l'idea di rilassarmi.
Mi osservo attorno per un rapido inventario su quanto mi circonda: una branda, un tavolinetto con un paio di sedie, uno specchio, una bacinella e una brocca per l'acqua, un asciugamano in lino bianco.
Mi libero della falce, che appoggio con delicatezza soto il letto, ove potrà restare a portata della mia mano, per un eventuale uso notturno. Lentamente, quasi ritualmente, sciolgo ogni laccio del mio giaccone e lo tolgo, liberando in questo modo il mio torso nudo. Nello specchio osservo la pelle del mio addome e della mia schiena segnata dalle numerose cicacrici, ricordo della mia prigionia non iversamente dalle catene che ricadono ancora dai miei polsi: ogni segno sulla mia carne è come una pagina di un diario, una strofa di una ballata, in cui i ricordi di quei giorni trovano occasione di essere rievocati con drammatica precisione. Non sciolgo le bende attorno alle mie mani o ai miei piedi, non desiderando lasciare tracce del mio passaggio, ma, grazie all'ausilio dello specchio, libero i miei lobi dagli orecchini d'argento che li adornano, tre in tutto, dolce ricordo della mia Nora.
Mi lavo il viso e il collo, mi detergo le spalle e il petto, e cammino senza emettere il minimo rumore, senza far scricchiolare alcun'asse, quasi non fossi neppure presente nella stanza, fino alla sola finestra qui concessami, a osservare il mondo esterno.

Nora...

Credo di poter approfittare della quiete di queste mura per scriverle una lettera.

[gio]

Gio, la locandiera

Ma tu pensa cosa vedono i miei occhi????? Dageron? Lascio il bancone per correre ad abbracciare il vecchio nano! L'ultima volta che l'ho visto ero una ragazzina, abitavo ancora lontano da questa città... "Ma quanto è piccola la Terra di Altrove?" esclamo guardando il nano. "Non sei invecchiato per niente" dico. "anche perchè eri già vecchissimo allora!" concludo ridendo.

[gio]

GEC, saggia della Città Murata

Saluto gentilmente Krog, mentre Gio la locandiera corre a salutare Dageron. Non mi stupisce più di tanto questa conoscenza, perchè un giorno, ormai più di cinque anni fa, quel nome era scappato dalle labbra di Dageron e allora, nonostante non avessimo avuto tempo di parlarne, avevo intuito che i due si conoscevano.

SArebbe interessante scoprire in quale delle molte vite di Gio si erano incontrati. Ma lasciamo a ognuno i propri segreti. Gio non può avere più di venticinque anni, ma ha vissuto già in molti luoghi...

Con la coda dell'occhio vedo l'elfo oscuro salire con i bimbi verso le camere. Domattina dovrò tornare qui per risolvere questa faccenda. Per ora voglio solo andare a casa mia per parlare con calma con Dagerone Krog.

[B. Franck]

[Dangeron]
<Già! quando ci siamo conosciuti ero già un vecchio soldato di ventura...ma a quanto pare il Dio dei nani non mi ha ancora chiamato a se> dico ridendo per poi continuare <Preparaci due grosse birre amica mia, mentre parlo con Gec.......Fa piacere vederti Gec, devo parlarti ma dobbiamo sederci, prima>

[demon black]

Sissi

Oh bene...e così Gec è sempre stata così vecchia penso mentre mi nascondo per spiare il nano e Gec.

Mi sono allontanata dalla stretta sorveglianza della zia con la scusa che volevo conoscere un pò la città, visto che avremmo dovuto restarci per un pò mentre in realtà ho seguito Dangeron e Krog....ero troppo curiosa di sapere che cosa può volere un nano e un mezz'orco da una tipa noiosa come Gec....

Entro senza esser vista, stringendo forte a me, inconsciamente, la Eril, e mi siedo in un angolo dietro una colonna...da qui posso sentrili e vederli senza essere vista....chissà come si saranno conosciuti...

[B. Franck]

[Krog]
mentre aspetto birra, giro per locanda; capo parla con gec, mentre io ho fame...ad un tratto vedo persona che spia da tavolo. Con due passi veloci mi avvicino e la prendo in mano guardandola bene <Capo cibo!>

[demon black]

Sissi

Oh no!!!! ... Krog mi ha scoperto...
"Ma..quale cibo e cibo!!! Io stavo solo....aspettavo di essere servita...avevo sete....Gec, per favore!!!"