Comincio (dopo una breve pausa di riflessione da quando ho aperto il thread
) con questo capolavorissimo che è a tutti gli effetti un film unico in due parti. La prima parte (Pandora's box) e la seconda (Cinderella) uscirono infatti nelle sale di Hong Kong a poche settimane di distanza l'una dall'altra, perché il materiale era troppo per una proiezione unica.
Joker, il protagonista, è il capo di una banda di scalcinati briganti, il cui rifugio diventa misteriosamente l'oggetto delle attenzioni di mostruosi demoni ed affascinanti demonesse. Nel corso del film si scopre che in realtà Joker è nientepopodimenoche Monkey King, reincarnatosi in forma umana dopo cinquecento anni dalla condanna impartitagli dagli dei. Viaggiando avanti ed indietro nel tempo, e muovendosi tra episodi farseschi, combattimenti, colpi di scena a raffica, mito, magia ed intensi momenti sentimentali, il bel re scimmia recupererà identità e memoria, e riunitosi al suo maestro ed ai compagni partirà alla volta dell'Occidente.
Questo film (che se non si fosse capito mi piace infinitamente
) è una delle infinite rielaborazioni del classico della letteratura cinese "Viaggio in Occidente"; il racconto del viaggio del monaco Sanzang, con i suoi discepoli Scimmiotto (alias Sun Wukong, alias Monkey King), Sabbioso e Porcellino alla volta dell'India, con la missione di recuperare un testo sacro buddista perduto. Il regista Jeffrey Lau (in questo e nel successivo film in cui torna su questo tema, "A chinese tall story") ha per me in particolare due meriti. Da un lato rivisita un tema comune in maniera assolutamente originale, surreale, ricostruendo ex novo personalità e motivazioni dei protagonisti e ponendoli in situazioni inedite e paradossali. Dall'altro ha mantenuto presente che il Viaggio in occidente è molte cose, ma soprattutto un racconto mistico pervaso di etica buddista. I suoi protagonisti dovranno con fatica distaccarsi dai desideri umani, compreso quello di un futuro felice con la persona amata, per dedicarsi integralmente alla ricerca della perfezione.
Come spettatori occidentali facciamo fatica a concepire un unico film che è contemporaneamente una commedia brillante, una comica volgarotta alla Pierino, una struggente storia d'amore, un'ucronia letteraria ed un apologo morale, ma se avete voglia di dargli una possibilità, può darsi che vi lasci nel cuore un segno indelebile come è stato per la sottoscritta...
Il protagonista, fenomenale, Stephen Chow (quello di Shaolin soccer e Kung fusion):
qui in forma umana
e qui come Monkey King
Ed a seguire, nella traballante traduzione di ziadada (
) una frase pronunciata da Joker/Monkey King, che il regista tornerà a citare in molti dei suoi lavori successivi, sprofondandomi nella commozione
:
"Un tempo mi fu offerto un vero amore; io non l'ho saputo tener caro. Soltanto quando ho perso quell'amore ne ho provato un gran rimorso. Non c'è un dolore più grande nella vita. Se il destino mi offrisse una seconda possibilità, le direi tre parole: "io ti amo". E se questo amore dovesse avere un limite di tempo, io sceglierei... 10.000 anni."