[Puck]
Pessimo finale.
Anche perché mi costringe a dar ragione a Titania.
Mai offrir ragione a una donna, soprattutto se regina e immortale, là dove per l'intera eternità ella ti potra rimproverare dicendo "Io te lo avevo detto...".
Ma purtroppo Smythe si è rivelato non essere proprio così idiota...
E l'intervento dei tre Fantasmi non mi ha permesso di poter tentare di deviare la questione.
La regina vuole il sogno di una notte di mezzo inverno?
E che così sia... sebbene l'inverno possa considerarsi iniziato solo da pochi giorni...
<< Buon Natale, Ebenezer. >> sorrido verso di lui, soffiandogli in faccia un po' di sabbia presa in prestito al mio buon amico Morfeo << Però, la prossima volta, ricordati di controllare la data di scadenza del cibo che mangi... o continuerai a fare sogni veramente strampallati. >>
<< E buon Natale anche a te, Thomas. >> incalzo subito verso il segretario, agendo in egual maniera << A te, invece, farebbe bene iniziare a mangiare qualcosa di più... giusto per riuscire a dormire bene la notte. >>
I due cadono, così, profondamente addormentati, secondo il volere di Titania, permettendomi di ritornare alla mia forma naturale e volgermi, allora, verso i tre Fantasmi...
<< Con voi regoliamo i conti più tardi... >> commento, aggrottando la fronte << Per intanto, riportate Hatchic a casa sua. Domani mattina sarà già tanto se riuscirà ad avere memoria di qualcuno di questi eventi. >>
Riguardo a Smythe, invece, mi faccio carico personalmente, rimettendolo a riposo nel suo letto là dove tutto ha avuto inizio e, successivamente, anche occupandomi del suo terminale.
Meglio evitare di lasciare tracce di sorta di quanto è avvenuto questa notte, così da costringerlo a ritenere il tutto, realmetne, quale il frutto della sua immaginazione, il parto di una mente stanca e, forse, in rivolta contro se stessa.
Del resto, come potrebbe credere persino a se stesso di fronte a ricordi tanto assurdi, con personaggi da fiaba, in un mondo dominato da acciaio e cemento?
Dormi, Smythe. Dormi e sogna la tua vita passata, il tuo presente e quelo che potrebbe divenire il tuo futuro...
Quanto a voi...
Sì... parlo proprio con voi...
Tu, lì, seduto davanti al PC: pensi veramente che non ti stia vedendo?!
Attento agli spaghetti... che se ti distrai troppo rischiano di scuocere!
No... non mi chiamo Neo e questa non è Matrix.
Ti sembra che abbia parlato di un coniglio bianco?!
Però sto parlando proprio con te...
Il mio nome è Puck... o Robin Goodfellow... o in mille altri diversi, a seconda di come preferisci chiamarmi.
E questa... beh... che ti sia piaciuta o no, che ti abbia appassionato o no... è solo una storia come altre.
Una storia utile a conceder svago o diletto.
A ricordar quei valori forse retorici, e pur fondamentali.
A comprender la vita e il suo scopo.
E ad augurar di non riservarsi mai rimpianti.
Insomma... Una storia di Natale.
E per questo, permettetevi di dire... a tutti un buon Natale e una buona notte!
Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.
Se vana e insulsa è stata la vicenda,
gentile pubblico, faremo ammenda;
con la vostra benevola clemenza,
rimedieremo alla nostra insipienza.
E, parola di Puck, spirito onesto,
se per fortuna a noi càpiti questo,
che possiamo sfuggir, indegnamente,
alla lingua forcuta del serpente,
ammenda vi farem senza ritardo,
o tacciatemi pure da bugiardo.
A tutti buonanotte dico intanto,
finito è lo spettacolo e l’incanto.
Signori, addio, batteteci le mani,
e Robin v’assicura che domani
migliorerà della sua parte il canto.