gio ha scritto:Dicono che in Italia ci sono più scrittori che lettori... Secondo voi c'è ancora spazio? Per tutti i neoscrittori fantasy esordienti ed emergenti e già noti?
Questo è un altro argomento che, solitamente, mi fa prendere a testate con la "massa".
A mio umile avviso, scrivere non dovrebbe essere considerata quale un'attività elitaria, riservata a pochi eletti. Chiunque veda in questo modo la scrittura, secondo me, non ha mai compreso le parole pronunciate dal professor Keating ne "L'attimo fuggente":
Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.
Una volta ho letto, mi pare sempre su Anobii, un utente che si lamentava denunciando quanto fosse sbagliato, per lui, lasciar pubblicare libri a ragazzi adolescenti, che, in tal modo, possono illudere altri loro coetanei a sentirsi in grado di scrivere.
Ma, dannazione, sarebbe veramente bello se tutti avessero veramente desiderio di scrivere, si impegnassero veramente nello scrivere. Sarebbe veramente bello se a tutti fosse offerta tale possibilità, tale incentivo. E, in questo, sicuramente internet merita un elogio, essendosi proposto quale il primo e principale media globale utile a tale scopo.
Io ho un sogno. E il mio sogno è che non vi siano più scrittori che lettori, ma che tutti i lettori possano anche essere scrittori... o musicisti... o poeti... o disegnatori... perché le arti non vengano considerate quale una sfera riservata a pochi, ma siano un traguardo di ascensione personale per chiunque.
In questo sostengo fermamente fenomeni come internet, le blog-novel, gli e-Book, il self-publishing e tutto ciò che possa permettere veramente a chiunque di scrivere, pubblicare e essere letto. Perché la diffusione della scrittura non può e non deve essere vista, a mio umile avviso, come un danno per l'umanità... non diversamente da come potrebbe esserlo la diffusione delle medicine.
Ma... ops... le medicine in effetti non sono liberamente diffuse... e, quindi, forse per le stesse ragioni per cui è comodo che vi sia qualcuno che decida chi si può curare o meno, è altrettanto comodo che vi sia qualcuno che decida chi può scrivere o meno...
Chiedo venia per i toni forse non gradevoli.