Dato che la Loc mi ha finalmente autorizzato a leggere qualcosa di suo, ho potuto conoscere anch'io Alice!
Non sono un amante del genere, ma il racconto è scritto così bene che l'ho letto tutto d'un fiato, senza trovare tempi morti o passaggi più lunghi del necessario, come capita — a mio avviso fin troppo spesso — nelle opere introspettive o d'amore. Qui non si indulge in struggimenti fini a se stessi, la narrazione al presente ti spinge a non distrarti mai perché perderesti un gesto, una sfumatura o un'espressione cruciali. L'essenzialità imho è un gran pregio, perché eliminare i fronzoli ti costringe a lavorare con la massima attenzione su quanto resta. Idem la scelta del presente, che richiede molta tecnica affinché il libro non diventi un'antologia di telegrammi e che qui invece dona forza e freschezza alla prosa: vivi sempre l'attimo, proprio come quando innamorato e non conta nient'altro che strappare alla sorte un secondo in più con chi ti fa battere il cuore.
Di Alice ho apprezzato il modo in cui l'autrice ha reso lo smarrimento e la disperazione crescenti, si ha davvero l'impressione di precipitare in un abisso insieme a lei, e il tatto con cui ha saputo descriverne le prime fasi dell'innamoramento. L'unica scena che non mi ha convinto del tutto è stata quando ha accettato l'invito del belloccio della nuova scuola, dato che era abbastanza ovvio come sarebbe andata a finire. Invece mi ha fatto riflettere il passaggio su come siano stati carnefici anche coloro che si sono limitati a inoltrare il video, non banale in una società che ha fatto del mettere alla gogna il prossimo, innocente o colpevole, la nuova ghigliottina.
Lorenzo invece è un personaggio difficile da inquadrare, di cui non mi fido sino in fondo e che quindi infonde la giusta dose di tensione alla trama. L'idea di riscattare il bello e maledetto fa sempre presa sull'animo femminile, ma la rabbia è ancora troppo forte perché l'amore possa cambiarlo in profondità. Prima o poi la belva dentro di lui avrà di nuovo di fame, e allora povera Alice...
In conclusione, un'ultima riflessione su un passaggio che mi ha fatto riflettere: quello in cui Alice parla della vergogna dei suoi genitori per ciò che le è accaduto. Niente da dire a livello autoriale, è perfettamente in linea con il sentire del personaggio e aiuta il lettore a comprendere quanto dovesse essere profonda le disperazione di Alice, perché il peso di aver condizionato anche le loro vite può giustificare meglio di ogni altra cosa la sua scelta "finale", ma il lettore medio (e mediamente distratto/superficiale) è in grado di scindere il pensiero del personaggio dalla visione dell'autore? Non c'è il rischio che qualcuno pensi che parlare di vergogna dei genitori sia quasi una forma di victim blaming, magari frutto del classico commento da bar "se l'è andata a cercare"? Anche perché il problema è che l'abbiano drogata e ne abbiano abusato sia fisicamente che a livello di immagine, non che lei abbia fatto sesso. Se fosse stata maggiorenne e consenziente (sia ai rapporti che al video), non ci sarebbe stato niente di male, soprattutto oggi che più o meno tutti abbiamo scambiato qualche foto senza veli con il partner di turno.
Non vedo l'ora di poter leggere qualche altra opera della Loc!