gio ha scritto:che dire. ovviamente è vero. verissimo. ma faccio la pessimista, forse buona parte di quei genitori rientra nella popolazione che legge un libro (o meno di un libro all'anno) e allora... che valori può passare ai figli. Occhio, non parlo solo di libri, è ovvio. Ma proprio di cultura, desiderio di sapere, imparare, arricchirsi (nel senso di elevarsi migliorando se stessi).
Infatti è così. I figli di una coppia di capre molto probabilmente saranno anch'essi delle capre. La mela non cade lontano dall'albero. Ma onestamente è giusto che le capre possano pretendere che la scuola levi loro le castagne dal fuoco? Secondo me no, perché sarà un incentivo a perseverare nelle pessime abitudini, esattamente come in certe situazioni di degrado in cui l'ignoranza fa da padrona, ci si affida alla fatidica divina provvidenza perché veda e provveda (a me viene la pelle d'oca quando al telegiornale o sul giornale spuntano casi di famiglie con 8, 10, 12 figli e neanche mezzo lavoro, eppure se ne escono sempre con questa frase).
La scuola deve funzionare meglio, ma non può essere un alibi per le famiglie. E comunque la scuola non potrà mai diventare una soluzione finché le capre, imbottite in un egalitarismo alla rovescia, saranno convinte che i loro figli abbiano diritto a buoni voti e pezzi di carta anche senza impegno e voglia di fare. Laddove il '68 in tanti paesi è stato una battaglia perché tutti avessero gli stessi diritti in partenza e potesse emergere la capacità a prescindere dal censo, nel nostro paese è diventata una lotta perché si ottenessero gli stessi risultati a prescindere dall'impegno, il che è pura follia. Ed ecco il 18 politico all'università, diplomi e lauree che non valgono la carta su sono stampati (il valore legale del titolo di studio è antimeritocratico, vista la discrepanza formativa tra istituti e atenei vari), genitori che minacciano querela se i figli prendono un brutto voto o vengono ripresi dagli insegnanti, docenti con lacune vergognose (io ne ho avuta una che metteva il Portogallo sul Pacifico, indicava la Spagna come repubblica ed era convinta che Hiroshima e Nagasaki fossero stati attacchi preventivi americani al Giappone perché non entrasse in guerra...) e una lista infinita di altri mali italici. Perché è ovvio che se tutti hanno diritto a tutto anche quando non fanno niente per meritarselo, ecco che diventa più facile spalancare la strada a nepotismo, raccomandazioni e favori sessuali. Tanto nessuno entrerà mai nel merito di niente. Basta un pezzo di carta. Magari comprato.
I mali italiani partono da lontano, hanno radici secolari e dubito esista un rimedio. Sono pessimista anch'io, ma non è nemmeno giusto aspettare che la soluzione cali dall'alto. Che lo facciano ignoranti e analfabeti di ritorno purtroppo è inevitabile, ma ormai è un vizio diffuso anche tra chi i titoli e gli strumenti li avrebbe