Mamma mia... ho scatenato un maremoto!
Penso sia comunque una discussione interessante e ho letto i vostri interventi con molta curiosità. Il bello della Locanda, a differenza di altri luoghi, è che si può discutere tranquillamente presentando punti di vista diametralmente opposti senza per questo scannarsi a vicenda.
Sarà che sono di parte (anzi, naturalmente sono di parte
), ma ovviamente il mio punto di vista è vicino a quello di gio e di Lord.
Partendo sempre dalla mia esperienza, cerco di spiegare meglio cosa ne pensa un autore a riguardo. Io ho lavorato tre/quattro anni per realizzare il mio primo libro. Sei mesi circa per scriverlo, i tre anni successivi trascorsi a revisionarlo all'infinito per cercare di renderlo migliore, e nel frattempo sbattimenti vari per cercare una casa editrice. Ci ho perso il sonno, la salute e parecchie energie che di sicuro avrei potuto investire altrimenti. Voi direte: scelta tua. Per carità, nessuno mi ha obbligato. Sean potrà dire: "e io non faccio altrettanto per Midda e con lo stesso impegno?" Ovviamente sì, non voglio certo fare la parte della vittima...
Però il fatto è questo. Il mio libro alla fine è stato pubblicato da un editore (minuscolo quanto volete, ma che comunque ha creduto in me). Spero, nel mio piccolo, di regalare ai lettori qualche giorno o settimana - i tempi di lettura di un romanzo di 500 pagine spesso sono di quell'ordine - di svago, divertimento o quello che volete. Penso di meritare un compenso per questo? Ebbene sì, non lo nego e non lo negherò mai. Sapete quanto prendo a libro? L'8% (e in generale le percentuali per gli autori non superano quasi mai il 10%), vale a dire 1,56 euro a copia.
Qualcuno si gode il frutto di quattro anni del mio lavoro e io ci guadagno meno di 2 euro.
Un po' pochino, ne converrete, però... almeno a quello secondo voi avrò diritto?
Dite che non c'è differenza fra lo scambio o il prestito di libri, le catene di lettura, il prestito in biblioteca da un lato, e la pirateria dall'altro? Beh, per me c'è. Ed è enorme. Se con un banale clic del mouse ottengo il libro gratis... basta, ho finito, quel libro è mio. Le biblioteche, come hanno fatto notare altri, fanno parte di un sistema legale ed è tutto un altro discorso. Le uniche catene di lettura che esistono sul mio libro le ho aperte io in accordo con l'editore, è stata una nostra scelta, per fare "assaggiare" ai lettori la qualità del nostro lavoro. Ma se ti è piaciuto e lo vuoi a casa per rileggertelo, te lo vai a comprare.
Se vuoi sapere come prosegue la storia, ti vai a comprare i seguiti.
Noi abbiamo visto le catene di lettura come una mossa pubblicitaria, perfino un po' azzardata. I prestiti e gli scambi di libri sono attività limitate da tanti fattori, lasciano il tempo che trovano, e non possono arrivare a danneggiare un autore o una casa editrice come un e-book piratato immediatamente disponibile per migliaia di lettori. Sean, davvero ti sembra che sia la stessa cosa?
A me proprio no.
Sui prezzi esosi degli e-book, concordo con te. Non è tanto un fatto di complotti stile x-files (
), è solo che le case editrici e le librerie on-line hanno creduto (erroneamente) di aver trovato la gallina dalle uova d'oro. Non hanno messo in conto il fatto che i lettori non sono stupidi e che si rendono perfettamente conto che l'abbattimento dei costi di stampa e distribuzione dovrebbe provocare uno scarto di prezzo abissale fra la versione cartacea e quella elettronica. E infatti col mio editore abbiamo fatto vari discorsetti in proposito. Quando i miei libri saranno disponibili in e-book, spero - e ho portato argomentazioni varie a sostegno - che il loro prezzo non superi in nessun caso i 4 euro (massimo massimo 5, e già per me sono troppi), ma la scelta finale ovviamente non è mia. Qui sta tutto all'intelligenza e alla capacità di osare delle case editrici.
Per il discorso che faceva nihal (a cui voglio un sacco di bene, spero non se la prenda per quello che sto per dire
)... questa non mi sembra affatto la legge del mercato.
Il Mercato prevede un produttore e un consumatore, un'offerta e una domanda; non sono un'economista, ma in tutto questo non mi sembra sia contemplato chi, senza averne il minimo diritto, mette a disposizione di tutti (non di un paio di amici suoi a cui presta il libro, faccio notare, ma del mondo intero) prodotti che non gli appartengono!
Per non incappare in fregature, basta fare molta attenzione. Negli ultimi anni, per esempio, ho comprato un bel po' di libri, e quelli che non mi sono piaciuti li conto sulle dita di una mano. Non avendo molti soldini a disposizione, infatti, non posso assolutamente permettermi di acquistare ciofeche. Grazie a Dio (almeno fino a quando non imploderà) c'è aNobii, pieno di Amici e Vicini con gusti simili ai miei e dei cui pareri mi fido (e finora non mi hanno mai tradito). Ci sono le librerie, dove ti puoi mettere comodo comodo a sfogliare i libri e a leggiucchiarne stralci. Ci sono le preview on-line. Ci sono le catene di lettura aperte da chi ha il diritto di farlo (di solito l'autore, che decide
lui stesso di mettere a disposizione
una o due copie della sua opera per
un numero limitato di utenti che vogliono leggerla e poi rispedirla). Fra gli esordienti italiani, per esempio, in questo modo ho scoperto Marco Mazzanti, che reputo uno scrittore molto interessante - sia per stile che per tematiche - e di cui in futuro probabilmente leggerò altro con vero piacere.
In tutto questo ho speso un centesimo di cui mi sono pentita? Quasi mai.
Bene. Queste sono le mie riflessioni in merito.
Detto questo, Peace and Love a tutti!