Rory era una bambina con lunghi capelli neri e due splendenti occhi grigi. Abitava ai margini della Foresta Triste e, al contrario della sua gente, lei amava ridere e scherzare. Per lei, qualsiasi cosa era bella, anche il semplice soffiare del vento! Ma loro, ogni volta che lei rideva, le dicevano
“Non c’è niente da ridere! Guardati intorno, non vedi che la gente è triste per quello che non c’è più?!”
Quello che non c’è più…così le dicevano. Credevano che lei non lo vedesse? Eccome se lo vedeva! Ma che senso ha disperarsi per qualcosa che non c’è più invece di gioire per quello che ancora c’è?!
Cos’è che non c’è più? Non c’era più il suo paese, questo è quello che rispondeva la sua gente. Ma per Rory non era così, per lei, quello che non c’era più, quello che la gente aveva scordato, era il sorriso! Anche se, a dirla tutta, la sua gente non era mai stata capace di sorridere…
Non c’è niente di più bello al mondo di un sorriso, che esso sia di un bambino, di un adulto o di un vecchio! Per Rory, un sorriso, era veramente importante. Se fosse il sorriso a sparire, quello sarebbe la cosa più triste del mondo, così pensava Rory. Ma era sempre stato così, la sua gente non aveva mai sorriso, solo che ora davano la colpa a quello che non c’è più!
Quello che c’era prima della Grande Guerra che distrusse la sua casa.
La Grande Guerra venne all’improvviso, mentre lei faceva colazione. Lei non sapeva che doveva venire, altrimenti si sarebbe preparata, ma, la sua gente sapeva che sarebbe arrivata! Non facevano altro che litigare con tutto e tutti e, tutto e tutti, reagirono facendo venire la Grande Guerra!
La Grande Guerra distrusse ogni cosa, ogni casa, la sua casa! Ma quello che non riuscì a distruggere, fu il suo sorriso, no, Rory non glielo permise!
Un giorno, mentre stava era nella Foresta Triste, sentì all’improvviso della dolce musica. Incuriosita, si avvicinò ad essa e, vide che proveniva da uno strano essere su di un ramo.
“Ciao! Chi sei?”
“Ciao!” le rispose “Io sono un usignolo e canto la musica della natura.”
“Che bello deve essere!” disse Rory, poi guardandosi intorno per essere sicura che nessuno la sentisse “Ti conviene andare via da questo posto, altrimenti la tua musica cesserebbe.”
“Perché” chiese incuriosito l’usignolo
“Qui la gente non sorride mai e rimprovera me che lo faccio, figuriamoci quello che potrebbero dire della tua musica!” spiegò Rory
“Oh, mi spiace! Deve essere triste per te vivere qui….”
“Oh, ma io non li ascolto mica! Non c’è nulla di più bello al mondo che sorridere! Anche se la Grande Guerra ha distrutto la mia casa, non ha distrutto il mio sorriso!” spiegò Rory.
“Brava bambina!” si complimentò l’usignolo e aggiunse “Che ne pensi di venire via con me?”
“Dove?” chiese stupefatta Rory.
“In giro per il mondo! Io non sto mai fermo in un posto, mi piace ascoltare la natura e riprodurla con la mia voce ma sono sempre solo…”
Rory ci pensò su un momento e decise che si, voleva andare con quell’usignolo. In fondo non aveva più una casa e neanche persone con cui scambiare un sorriso.
“Si!” rispose con entusiasmo la bambina “Verrò con te!”
Fu così che Rory partì con l’usignolo e, di posto in posto, scoprì che c’erano persone che, come lei, amavano sorridere nonostante la Grande Guerra avesse distrutto tutto!
Una volta domandò ad una signora perché sorrideva e lei le rispose :
“Perché sorrido? Perché un giorno senza un sorriso, è un giorno perso!”
Elisabetta Bragoni
Scritta per e pubblicata sul nr 4 della fanzine Notizie dalla Terra di Altrove