Della fantascienza si dice che è uno specchio nel quale poter analizzare il presente con sguardo più obliettivo, astraendosi dalle situazioni che ci coinvolgono direttamente nel trasferirle in contesti simili ma a noi estranei.
Della fantascienza si dice, anche, che è una previsione più o meno attendibile delle vie entro le quali ci muoveremo in futuro, con tecnologie oggi inimmaginabili e che domani, altresì, diventeranno quotidianità. (cfr. tutto Jules Verne... oppure i d-Padd di Star Trek e gli smartphone/tablet odierni).
Ma se la fantascienza rappresenta tanto il presente, quanto e persino il futuro... il fantasy cosa resta essere?!
Uno sguardo "nostalgico" e "romantico" verso un passato mai esistito? Un modo per dire che si stava meglio quando si stava peggio? O per lamentarsi che almeno, un tempo, i treni arrivavano in orario?!
Scherzi a parte... davvero. Il fantasy è legato al passato, in maniera tanto viscerale e imprescindibile, al punto tale da risultare soltanto quale l'elaborazione moderna di molteplici mitologie, con relativi pantheon (non obbligatoriamente costituiti da divinità)? Oppure è qualcosa di diverso? Qualcosa di più, soprattutto nel confronto con l'eterna "rivale"... la fantascienza?!