GUNDAM WING - 20.000 leghe nello spazio

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GUNDAM WING - 20.000 leghe nello spazio

Messaggiodi demon black » 01/09/2010, 16:03

Sul finire del XIX secolo, Jules Verne anticipò nei suoi romanzi numerose scoperte scientifiche che per l’epoca erano considerate mera fantasia, e che nondimeno di lì a qualche decennio trovarono piena e rigorosa realizzazione, fondando in maniera inappellabile proprio su quel metodo scientifico che fino a cinquant’anni prima le aveva categoricamente escluse.
Oggi la letteratura fantascientifica non opera qualcosa di molto diverso, anche se al posto dei sottomarini abbiamo le navi spaziali, e al posto dei carri armati abbiamo delle armature da combattimento, o persino dei robot. Infatti per quale recondito motivo non dovremmo considerare il fumetto come una importante componente della narrativa popolare?
Nel 1959, con Fanteria dello Spazio, Robert A. Heinlein introduceva nella letteratura fantascientifica un topos narrativo con cui molti di noi hanno ormai dimestichezza, grazie ai cartoni e ai manga giapponesi. Si tratta della “tuta potenziata”, strumento che assume le forme di un enorme scafandro, utilizzabile anche come tuta spaziale, che permetteva al soldato di essere lanciato direttamente dalle astronavi sul campo di battaglia, aumentandone all’infinito le prestazioni belliche. Una serie di sensori e di circuiti complessi aumentava i movimenti di chi la indossava, permettendo di compiere salti di decine di metri, di planare per brevi tratti grazie alla propulsione di razzi, e di dotare un singolo uomo della potenza di un intero battaglione di soldati “vecchio stampo”, grazie alla presenza fra le armi in dotazione della tutta di lanciafiamme, armi atomiche, gas e quant’altro.

Da anni vediamo e ammiriamo i mobile suit di GUNDAM, e non possiamo fare a meno di pensare che forse un giorno oltre che nei fumetti e nelle televisioni potremmo vederli all’opera a qualche metro dal balcone di casa nostra, magari mentre ristrutturano un palazzo, o spengono un incendio.
Forse è ancora prematuro parlare di argomenti così delicati, ma chi mai avrebbe supposto nel 1870, leggendo la prima edizione di “20.000 leghe sotto i mari”, che nel 1958 un sottomarino dal nome Nautilus, gioiello a propulsione nucleare della marina americana, sarebbe effettivamente stato in grado di eguagliare le mirabolanti azioni del Capitano Nemo?

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