Vado controcorrente e faccio un manifesto del mio essere assolutamente "antiquata" in materia di fantasy.
Leggo da ogni dove, dure critiche agli scrittori del genere, che si ostinano a riproporre... Riproporre cosa? Oh, guarda, ripropongono gli ingredienti base del genere.
Sì perchè possiamo fare i critici raffinati finchè vogliamo, ma i disprezzatissimi elfi, l'abusata lotta tra bene e male, i noiosissimi eroi con i loro punti di forza e le loro, altrettanto abusate, debolezze, per me SONO il fantasy.
Tanto quanto il delitto, l'astuto colpevole e il detective sono il genere giallo. E gli innamorati felici, contrastati, divisi e poi riuniti sono il genere rosa.
Il fantasy non ha bisogno di "nuovi fronti", ma di buoni autori, che sappiano sfruttare i soliti, vecchi, amati (dagli appassionati del genere) ingredienti, per creare prodotti nuovi, stilisticamente validi, piacevoli.
La cosa assurda è che ora, il valore dell'autore sembra doversi misurare - a priori - dalla capacità di innovazione. Se nel tuo romanzo c'è un elfo, stai certo che hai già meritato il pubblico ludibrio, anche senza andare a verificare cosa farà il tuo elfo o come lo hai descritto. Se fai certe scelte, sei OUT. Non sei al passo. Sei uno di quei "copioni senza fantasia che crede che il fantasy sia solo Tolkien". Perchè l'ipotesi che tu di fantasy ne abbia letti centinaia e che tu abbia SCELTO di inserire la tua opera in un determinato filone, non passa per la mente a nessuno.
Viceversa, abbiamo nuovi aspiranti scrittori che pensano di aver "fatto bene", semplicemente perchè hanno eliminato dal testo questo e quell'elemento tradizionalmente legato al fantasy.
Attenzione, non sono contro all'innovazione, amo leggere opere fresche, originali, che contengono elementi di novità e sono ben scritte, ma oggi si confonde la capacità di innovazione che dovrebbe essere propria di ogni autore, con lo scardinamento dei tòpoi del genere. Per rinnovarsi si chiede al fantasy di rinunciare a se stesso, di diventare altro dal fantasy.
Ebbene, io vi dico (citazione famosa questa eh )
io amo il fantasy "tradizionale", mi piace leggere fantasy "tradizionale".
Nel mio immaginario ma, vedo, anche nell'immaginario "comune" (non in quello dei critici raffinati e dei giovani bloggersss forse, ma in quello degli umili lettori), il fantasy è questo: ricerca, viaggi e mantelli, locande ed eroi...
E chi ama il fantasy ama tutto questo, perchè non sono clichè, ma sono elementi che rispondono a un nostro bisogno forte, quello di sognare, ma anche quello di sperare che il bene alla fine prevalga sul male, che ci possa essere altro e di più (cosa amiamo degli elfi, i capelli lunghi? o piuttosto il fatto che incarnano l'umana aspirazione di una vita eterna, dell'immortalità?), quello di fermarci e riposare corpo e spirito al tavolo di una locanda.
Grazie a tutti gli autori che scrivono ancora fantasy tradizionale e lo scrivono bene. Continuerò a leggerli con grande gioia.