Case editrici, grandi e piccole e autopubblicazione

Leggere, rileggere, e leggere ancora. Come, quando, cosa e perchè...

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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi LucaCP » 07/12/2009, 1:41

SeanMacMalcom ha scritto:I miei due centesimi sull'argomento.

Nella premessa che non mi interessa essere considerato o non considerato autore, scrittore o chissà cosa, dove come credo di aver adeguatamente espresso, scrivo innanzitutto per me stesso e non per dimostrare qualcosa a qualcuno, dal momento in cui mi sono rivolto a Lulu.com, ho iniziato a essere discriminato in maniera decisa in tantissimi contesti "del settore".
Il trattamento riservatomi qui, così come in pochi altri forum/community, ha da considerarsi qual eccezione, non regola.

In pratica, fino a quando mi limitavo a scrivere le Cronache soltanto online, ero considerato senza infamia e senza lode, uno fra i tanti che si dilettano a scrivere online.
Quando ho voluto prendere lo stesso materiale già presente online, rivederlo, correggerlo (e quindi sottoporlo a editing, nel limite delle mie capacita), formattandolo al meglio, cercando di renderlo il più professionale possibile nel rispetto dovuto a coloro che mai avrebbero deciso di comprarlo (come giustamente sottolineato in questo stesso thread da qualcuno), addirittura adoperandomi per arricchirlo il più possibile con l'aggiunta delle tavole illustrate e tutto il resto, la reazione che ho incontrato dai più è stata di violenta discriminazione ("L'autopubblicazione è fondamentalmente una minchiata dove chiunque potrà bullarsi di aver scritto e pubblicato un libro che nessuno leggerà.", "Io per un libro autoprodotto non ci spenderei un euro, se me lo vogliono far leggere gratis bene, altrimenti non è che sto a pagare per fare il correttore di bozze.", tanto per citare letteralmente un paio di pensieri, fra tanti, che mi sono stati gentilmente offerto poco tempo fa a tal riguardo).
E questa reazione, a ragione o a torto, deriva dal pensiero estremamente comune (non solo in Italia, ma nel mondo intero) che il self publishing, nell'assenza di un editore, sia privo sia di un controllo sui contenuti che di uno sulla forma, tale da permettere anche a "merda" di essere pubblicata.

Io non so se quello che scrivo potrebbe essere realmente meritevole di attenzione o di pubblicazione. Non so se sia "merda" o se sia paragonabile a una normale narrativa di intrattenimento, senza pretese di sorta. Non sta a me giudicarlo, e, sincermente, allo stato attuale delle cose non mi interessa nemmeno particolarmente.

Ciò che mi fa, però, rabbia, è sentir parlare di libri pubblicati da case editrici, grandi o piccole che siano, che sono considerati degni di attenzione in quanto pubblicati da una casa editrice ma che, in ciò, si dimostrano evidentemente privi di un più o meno completo editing. Ossia privi di quel controllo "di qualità" del quale io vengo accusato di essere.
Mi fa rabbia e mi verrebbe da credere, forse peccando di arroganza, che se i miei libri venissero presi così come sono ora su Lulu.com e venissero stampati da una casa editrice, piccola, media o grande che essa sia, molta gente che ora non mi considera neanche degno di avere le dita per battere i tasti sulla tastiera, magari, cambierebbe di netto idea, nel decadimento di ogni pregiudizio negativo prima esistente e, peggio ancora, spronati da un pregiudizio positivo che associa alla casa editrice un'aura di illuminismo che, forse, non le dovrebbe essere tale.

Quindi, in virtù della mia personale esperienza, ribadendo il concetto già espresso durante la serata della tavola rotonda nel merito dell'editing innanzitutto necessario da parte dell'autore, quale forma di rispetto (1) verso se stesso, (2) verso la propria opera, (3) verso i propri ipotetici lettori, sottolineo come, a mio modesto parere, se un libro è pubblicato dall'editoria tradizionale, grande o piccola che sia, quel libro DEVE assolutamente tendere all'impeccabilità, sia nella forma sia nei contenuti, ove, in caso contrario, tutti gli insulti con i quali, ogni giorno, mi ritrovo a fare i conti, non da parte di chi ha letto i miei scritti, ma da parte di chi mi pregiudica in quanto non "scelto" da un editore, non hanno ragione d'essere.

P.S. sia chiaro che io non rifiuto l'idea che qualcuno mi dica "scrivi di merda".
Ma che questa frase sia conseguenza di una lettura della mia opera (nella forma grezza presente online o nella forma riveduta e corretta del cartaceo)... e non quale semplice pregiudizio perché, sotto la mia copertina, non appare il nome di un editore.


Guarda, sono d'accordo, ma solamente in parte. Sono d'accordo quando parli dei pregiudizi ad esempio, ma non sul resto. Mi spiego meglio. Secondo me ogni casa editrice seria (grande, piccola o media che sia) ha un limite e un pregio: il limite è quello di dover scegliere il 70% dei manoscritti in base alla moda, il 20% in base al valore e il 10% in base ad altre motivazioni personali; il pregio invece è quello di poter lavorare, sul 100% dei manoscritti, con esperti nel settore. L'editing non è semplice correzione del testo, controllo dei refusi e via dicendo. Quello è il lavoro dei correttori di bozze. Un editor ha il compito di "aggiustare" ciò che non va, di cercare una nuova chiave di lettura se il lavoro ha potenziale, di tagliare tutto e dare imput allo scrittore. Io queste cose le ho imparate per esperienza personale, ma può anche essere che altrove capiti in modo diverso! ^^ Nel mio piccolo ho avuto accanto persone che mi hanno dato molto, persone che non hanno riscritto nulla, ma che hanno preteso che aggiustassi il mio lavoro in base alle loro indicazioni. Ho avuto la fortuna di far parte di quel 20% di cui sopra, di avere un manoscritto con tante potenzialità ma con altrettanti limiti. E per due anni ho lavorato con l'editore, per rifinire un qualcosa di grezzo che, ad oggi, non è neppure perfetto!

E' questo il limite di Lulu secondo me. Uno scrittore non sarà mai buon giudice dei propri lavori. Non avrà mai il distacco necessario per dire "questo va bene e questo invece no". Io poi non parlo del semplice "aggiungi questo elemento che va di moda!" ma del lavoro vero; quello di persone capaci che fanno di tutto per dare risalto a un romanzo.

PS: Ovviamente non è solo un limite di Lulu, ma anche di quelle piccole case editrici che non spendono un euro in editing, lasciando onore/onere all'autore.
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi demon black » 07/12/2009, 1:57

Wow!!!...sono senza parole Mac!!! :shock:

Ma davvero ti hanno insultato in quella maniera?! :o
Io sono ignorante in materia, l'unica cosa che so è che mi piace leggere e quindi guardo solo il libro, quindi...dov'è il problema?!
Voglio dire...perchè ti hanno insultato? Io non riesco a capire dov'è il problema?
Non ti potevi pubblicare da solo? E' scritto da qualche parte che non si può fare?
...non trovo il problema se uno ha scritto e si pubblica un libro da solo...sono ignorante in materia, lo ammetto, non ci capisco nulla di case editrice, editing, editor (sono 2 persone differenti? :roll: ), autopubblicazioni, etc etc,...ma dov'è il problema se uno si pubblica da solo?!
Io non posso scrivere un libro e farmelo rileggare e pubblicare anche solo per darlo ai miei amici?
...non riesco a capire il perchè degli insulti che ti hanno rivolto :?

Ammetto che nei post precedenti sono stata un pò troppo animata, ma quello che volevo dire, in sintesi (se mai sono capace di farne una....calcolate che i miei riassunti a scuola erano di 2 e + pagine di quadernone :lol: :lol: ), era che io compro un libro, spendo dei soldi che nessuno mi regala ma che mi vado a guadagnare facendo alle volte degli orari bestiali per aiutare tutti (un mio grande problema è che non riesco a dire di no a nessuno e tutti allegramente mi calpestano x questo :evil: ) e francamente non mi sembra di chiedere troppo se voglio leggere un libro senza troppi strafalcioni!
Luca, capisco quello che tu vuoi dire, ma non mi sembra giusto e corretto nei confronti dei lettori! Se non sei capace di darmi un libro senza degli errori così madornali tanto da farmi pensare di essere diventata dislessica, chiudi baracca e burattini e te ne vai via dal mercato per lasciare il posto a qualcuno più serio di te!!!
Se non sei in grado di darmi il servizio per il quale ti pago, fattene via e fai largo a qualche d'un altro più serio e capace di te. Io ti pago per un servizio e tu mi devi dare e garantire quel servizio!!!
Non c'entra niente il discorso che tu sei grosso e devi corregere più libri, lui è piccolo e deve corregere meno libri....sono scuse inaccettabili!!!!
Devi corregere più libri?! Assumi più personale che lo faccia!!!
Da che mondo è mondo, esistono i collaboratori esterni alle grandi imprese, se non vuoi assumere + personale rivolgiti ai collaboratori esterni ma non rifilatemi la pietosa e insulsa scusa che sei + grosso e hai + libri da corregere!!! Accetto una cosa del genere da un bambino dell'asilo non da una casa editrice perchè, a costo di essere ripetitiva, ti ripeto che se non sei in grado di fare il tuo lavoro chiudi e vattene via!!!!

Ti ripeto, a me, i soldi che spendo per i libri, non me li regala nessuno, quindi PRETENDO che con i soldi che spendo tu mi dia un servizio decente!!!


Il mio è solo uno sfogo, non è diretto a nessuno di voi ( ci mancherebbe altro!!!), quindi prendetelo così com'è...ok?!

LUCA....non era contro di te ;) ...contro di te sono solo quando mi fai i spoiler gratuiti :evil:
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/12/2009, 2:23

LucaCP ha scritto:E' questo il limite di Lulu secondo me. Uno scrittore non sarà mai buon giudice dei propri lavori. Non avrà mai il distacco necessario per dire "questo va bene e questo invece no". Io poi non parlo del semplice "aggiungi questo elemento che va di moda!" ma del lavoro vero; quello di persone capaci che fanno di tutto per dare risalto a un romanzo.


Concordo assolutamente e non credo di averlo mai negato nel discorso precedente. :)

E ti dirò di più. Alla base della filosofia di Lulu.com, per dichiarazione esplicita del suo stesso creatore Bob Young, il giudice dei lavori pubblicati in Lulu.com non è né deve essere l'autore, quanto il lettore. Ma qui si finisce in folosofia, appunto, che è leggermente OT rispetto al tema trattato...
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/12/2009, 2:52

demon black ha scritto:Wow!!!...sono senza parole Mac!!! :shock:

Ma davvero ti hanno insultato in quella maniera?! :o


Le due citazioni che ho riportato sopra, in verità, non erano rivolte direttamente al mio lavoro ma al metodo che ho scelto per presentarlo (quindi, indirettamente, anche al mio lavoro e a me... ma quelle due in particolare non esplicitamente a me). Ti posso dire che, comunque, frasi come quelle, pur "violente", sono quasi accettabili nel confronto con altri comportamenti formalmente più "asettici" ma, sostanzialmente, decisamente peggiori... comportamenti che, in talune occasioni, sono state rivolte in maniera anche molto diretta al sottoscritto, sempre per partito preso.
Il problema principale, e non solo italiano, è che l'autopubblicazione è vista non come una via alternativa all'editoria tradizionale, ma come il refugium peccatorum di tutti i falliti dell'editoria tradizionale. Per la serie "Ho tentato con Tizio, ho tentato con Caio... nessuno mi vuole ma io - ah ah - mi pubblico da solo.". Discorso che, in certi casi, può anche essere vero, ma che, come ogni generalizzazione, si propone estremamente sbagliata e discriminatoria alla radice (cfr. "gli italiani sono mafiosi"). In USA, molti autori di Lulu.com, stanno "lottando" per farsi riconoscere come "editoria indipendente" piuttosto che "autopubblicazione", dove il termine "indipendente", comunque, pur avendo lo stesso significato finale offre un suono diverso, un'accezione più sofisticata (basti pensare al "cinema indipendente").

Per il resto, è valida la nota di Luca: il limite di Lulu.com è dato dalla "solitudine" dell'autore, il quale da solo deve scrivere, deve correggere, deve impaginare, deve farsi pubblicità, e quasi andare a bussare di porta in porta a chiedere "lei vuole comprare il mio libro?". Una solitudine che potrebbe essere vista anche come sfida (da parte dell'autore) o come ragione di nobilitazione (da parte del pubblico), ma che spesso si traduce in frustrazione per l'autore (io che pur tanto difendo Lulu.com un sacco di volte gliene griderei, e gliene grido - tipo su Twitter o sul forum ufficiale - volentieri dietro, per l'indolenza nell'offrire le cose più stupide, quali i buoni sconto in Euro e non solo in Dollari) e sfiducia nel pubblico.

demon black ha scritto:Luca, capisco quello che tu vuoi dire, ma non mi sembra giusto e corretto nei confronti dei lettori! Se non sei capace di darmi un libro senza degli errori così madornali tanto da farmi pensare di essere diventata dislessica, chiudi baracca e burattini e te ne vai via dal mercato per lasciare il posto a qualcuno più serio di te!!!
Se non sei in grado di darmi il servizio per il quale ti pago, fattene via e fai largo a qualche d'un altro più serio e capace di te. Io ti pago per un servizio e tu mi devi dare e garantire quel servizio!!!
Non c'entra niente il discorso che tu sei grosso e devi corregere più libri, lui è piccolo e deve corregere meno libri....sono scuse inaccettabili!!!!


Quoto totalmente. Tanto come lettore quanto come pseudo-autore.

Se compro un cellulare dalla Vodafone e questo cellulare non funziona o non prende mai la linea, io ho il diritto di andare a lamentarmi dalla Vodafone se non, addirittura, chiedere il rimborso per il prodotto scadente.
Perché ciò non vale per le case editrici?

E non solo come libri... anche come fumetti.
Quando la Planeta DeAgostini ha acquistato i diritti di pubblicazione DC Comics in Italia, è uscita in un mese scarso con dozzine di serie... serie che sono state tradotte malamente da personale spagnolo (neppure italiano), che hanno colmato i volumi di errori al punto tale da renderli illeggibili. E non solo i fumetti da edicola, ma anche i cartonati deluxe da libreria da 30-40 euro! Provare per credere. Cercate in qualsiasi libreria il volume Planeta de "Il ritorno del cavaliere oscuro": aprite la prima pagina e guardate il titolo come è scritto dentro. Troverete "Il ritorno del cavalierO oscuro". Primo orrore di una lunga serie su un volume costosissimo.
Un'azione moralmente discutibile, dove lo scopo della Planeta, in quel caso, non era stato quello di vendere un prodotto serio... quanto semplicemente invadere il mercato con dozzine di testate per cercare di imporsi come nuovo colosso in Italia! Alla faccia del rispetto verso i lettori...

P.S. Poi, sia chiaro, per quanto mi schieri in contrasto al cattivo editing, non posso di certo mettere le mani sul fuoco che il mio stesso libro non contenga problemi... quindi non prendete il mio comportamento come ipocrita nel un tentativo di promozione personale.
Ciò che posso dire è che ogni mio volume cartaceo è stato corretto tre volte da solo e una in compagnia (quattro occhi sono meglio di due)... ma io non sono un professionista e, come anche CMT fa notare nel suo commento su Anobii (che apprezzo tantissimo anche nelle critiche in quanto è comunque frutto di lettura e non di pregiudizio), il volume poteva comunque essere migliore...
Moralmente posso dire di aver comunque cercato di dare il massimo, anche perché, appunto, l'ho dato prima di tutto come rispetto verso me stesso, poi verso la mia opera e, infine, verso eventuali malcapitati... err... lettori! :P
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi FraAngel82 » 07/12/2009, 8:42

SeanMacMalcom io quoto tutto! Tra le altre cose chi demonizza l'autoproduzione secondo me non capisce 2 cose: la prima è che non tutti gli autori aspirano al grande editore, ma che in tanti cerchiamo cose diverse da fama, denaro e successo, quando scriviamo un libro, perchè (permettetemi di essere polemica) i mega editori non ti danno di più o di meno rispetto a un editore medio che abbia un buono staff e una buona distribuzione, se non in termini di visibilità e quindi di possibile successo di pubblico; la seconda è che a volte è meglio autopubblicarsi, con la consapevolezza di dover fare tutto da soli, e poi magari, se è ciò che si vuole, mostrare a un editore serio un progetto completo, compresi magari i dati di vendita, che non finire nelle mani di uno pseudo editore/stampatore.
Tornando alla questione editing: io penso che se sei un grande editore e vedi che la qualità dei tuoi testi sta calando perchè i tuoi editor hanno tropo lavoro (poverini! scusa Luca se non mi fanno pena per niente)... beh, apri il portafogli e ne assumi altri! Un piccolo editore spesso non può farlo, è un mondo diverso e un modo diverso di lavorare, per cui non è una scusa questa, ma solo un prendere atto della situazione. Perchè E' una questione di soldi, solo di soldi. Le case editrici sono società, non opere di bene. Se sei la Mondadori con fatturato da miliardi, e una storia alle spalle, e mi fai pagare 18 euro un romanzo io mi aspetto che questo romanzo sia impeccabile. Se sei Pinco Pallo editore, magari nato l'altro ieri, con due dipendenti e tanta passione... beh, capisco che non tutto sia perfetto, ma mi auguro che lo diventi.
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi gio » 07/12/2009, 12:51

SeanMacMalcom ha scritto:I miei due centesimi sull'argomento.

Nella premessa che non mi interessa essere considerato o non considerato autore, scrittore o chissà cosa, dove come credo di aver adeguatamente espresso, scrivo innanzitutto per me stesso e non per dimostrare qualcosa a qualcuno, dal momento in cui mi sono rivolto a Lulu.com, ho iniziato a essere discriminato in maniera decisa in tantissimi contesti "del settore".



Quanta carne al fuoco...
Sono sorpresa di quanto ci racconti, e anche dispiaciuta non tanto per te (che sei sicuramente superiore ai pregiudizi stupidi) quanto in generale, la stupidità fa male al mondo...

Su Lulù sono sorpresa perchè: io la trovo una scelta precisa.
Ora vediamo se riesco a esprimermi senza risultare offensiva (senza volerlo), io PERSONALMENTE preferisco mille volte Lulù alle millanta case editrici a pagamento che stanno dilagando e facendo i soldi sui sogni della gente.
Certo che non fanno editing a loro non frega niente (alle case a pagamento intendo, forse non tutte, le generalizzazioni non vanno mai fatte, ma insomma la maggior parte) della qualità del prodotto. Il loro guadagno è sui soldi dell'autore, non per nulla pubblicano praticamente di tutto senza selezione.

A fronte di questa realtà, io (ribadisco il personalmente) credo che l'autopubblicazione sia una scelta precisa: una presa di coscienza della situazione editoriale e quindi una reazione: per riempire le tasche di uno pseudo-editore, mi autopubblico e stop. Le copie vendute saranno le stesse, poichè lo pseudo editore non fa seriamente nè promozione nè distribuzione, quindi alla fine tutto sta alle capacità di autopromozione dell'autore e al passaparola.

è evidente che qualunque editore a pagamento o qualunque piccola casa editrice avrebbe pubblicato Midda's (Sean è vero che non ho letto l'opera quindi dovrei tacere, ma mi baso sulla storia e sui brani letti on line), ed è evidente che Sean ha fatto scelte precise.

Poi io sono sincera, nella mia visione del mondo essere pubblicati da una casa editrice 'grande' rimane è un bel botto. Lo so, sarò banale, ma questo è.
Se casa editrice 'grande' (nel senso che distribuisce bene in libreria) non può essere, allora autopubblicazione. E opera scaricabile dal sito.

Sul fatto di discriminare Sean o chi per lui (nel senso di autori autopubblicati) mi viene da ridere, umanamente parlando è segnale di pochezza morale, e in generale mi sembra molto una guerra tra poveri...
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/12/2009, 13:27

Concordo con il punto di vista di Gio: senza volontà di lusinga, non posso negarmi stupore per la sua sincera e corretta analisi sull'argomento. Forse la migliore che, ad oggi, mi sia capitata di leggere.

gio ha scritto:è evidente che qualunque editore a pagamento o qualunque piccola casa editrice avrebbe pubblicato Midda's (Sean è vero che non ho letto l'opera quindi dovrei tacere, ma mi baso sulla storia e sui brani letti on line), ed è evidente che Sean ha fatto scelte precise.


Ringraziandoti per la fiducia ( :oops: ), confermo - come del resto già espresso in numerose altre sedi - il fatto che l'autopubblicazione, nel particolare riguardo di Midda's Chronicles, nasce da scelte coscienti.

Quando ho iniziato con Midda's Chronicles, mai avrei pensato di poterla poi raccogliere in cartaceo: la blog novel è nata (e continua ancora) per mero piacere personale, diletto intimo, una "masturbazione" creativa se mi consentite il termine non esattamente aulico.
E quando, al primo anniversario dell'opera online, ho voluto riserarmi l'occasione di averne una copia qui, nella mia libreria personale, non ho iniziato a lavorare alla revisione del libro nella volontà di diventare famoso, di essere acclamato dalle folle o, addirittura, di arricchirmi, tant'é che all'inizio non volevo neppure mettere una minima percentuale di guadagno sulla vendita dei libri (lasciando solo gli inevitabili costi di produzione), successivamente introdotta nel voler associare all'iniziativa cartacea una finalità, seppur minima, di beneficienza, così da non farla apparire del tutto fine a se stessa.
Perché, allora, Lulu.com e, in generale, il self publishing, autopubblicazione, autoeditoria o "editoria indipendente" che dir si voglia?
Perché desideravo poter avere il mio libro di Midda così come era nei miei sogni, nelle mie ambizioni, senza dovermi impelagare in qualche giro strano, qualche giro che, magari - se non sicuramente -, avrebbe anche richiesto l'eliminazione dell'opera online. Midda's Chronicles è nata per diletto e desideravo potesse proseguire in quella medesima via.

Sarei ipocrita a dire che mai e poi mai (come già del resto sottolineato nell'intervista) cederei alle lusinghe di un'eventuale grande casa editrice: è una situazione talmente lontana dalla mia mente che non riesco neppure ad immaginarla.
Di certo, però, ora come ora non voglio tentare neppure con una piccola casa editrice in quanto non desidero essere "privato" di qualcosa che è mio, della mia libertà nello scrivere Midda, nel pubblicarlo giorno dopo giorno online, gratuitamente, permettendo a chiunque possa essere vagamente interessato di darci un occhio e, magari, gradire o no l'opera. Il libro (anzi, i libri, dove due sono già editi ed un terzo sta arrivando) è qualcosa in più... è un "danno collaterale", non l'obiettivo principare di quello che faccio. E, in questo, il self publishing di Lulu.com mi offre assoluto controllo, assoluta libertà, ovviamente non promettendomi fama o gloria, ma neppure richiedendomi di rinunciare a qualche mi diritto su quanto, in fondo, è mio.
Altrettanto sicuro credo sia da intendersi, comunque, che se un giorno dovessi riuscire a trovare una casa editrice che, in maniera onesta, sincera e professionale, possa essere interessata a Midda, offrendomi non solo quanto già mi riconoscere l'autopubblicazione (prima fra tutte la possibilità di proseguire online come ho sempre fatto), ma anche ciò che ora, al contrario, non ho, quale un supporto in fase di editing (l'argomento da cui questa parentesi ha avuto inizio) e in fase di vendita... allora l'editoria tradizionale sarà da me preferita. :)
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi niji » 07/12/2009, 14:11

FraAngel82 ha scritto:Tornando alla questione editing: io penso che se sei un grande editore e vedi che la qualità dei tuoi testi sta calando perchè i tuoi editor hanno tropo lavoro (poverini! scusa Luca se non mi fanno pena per niente)... beh, apri il portafogli e ne assumi altri! Un piccolo editore spesso non può farlo, è un mondo diverso e un modo diverso di lavorare, per cui non è una scusa questa, ma solo un prendere atto della situazione. Perchè E' una questione di soldi, solo di soldi. Le case editrici sono società, non opere di bene. Se sei la Mondadori con fatturato da miliardi, e una storia alle spalle, e mi fai pagare 18 euro un romanzo io mi aspetto che questo romanzo sia impeccabile. Se sei Pinco Pallo editore, magari nato l'altro ieri, con due dipendenti e tanta passione... beh, capisco che non tutto sia perfetto, ma mi auguro che lo diventi.

sono assolutamente d'accordo. Ma anche da Pinco Pallo mi aspetto che non mi si prenda per il sedere dicendo che "noi sull'editing ci puntiamo molto" per poi trovarmi con testi che evidentemente smentiscono l'affermazione. :) Ma neanche editing, correzione bozze! Purtroppo le case editrici piccole che non la fanno sono talmente tante che gettano cattiva luce anche sulle altre! Tutto qui.

Sean: Ma tu che conosci il mondo dell'autoproduzione, non ci sono persone che si offrono di riempire i ruoli che "mancano"? così come hai trovato un'illustratrice (che, vorrei dire, è molto meglio della maggior parte che avresti potuto trovare in una casa editrice), non ci sono figure come il correttore bozze e l'editor?
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/12/2009, 14:43

Sean: Ma tu che conosci il mondo dell'autoproduzione, non ci sono persone che si offrono di riempire i ruoli che "mancano"? così come hai trovato un'illustratrice (che, vorrei dire, è molto meglio della maggior parte che avresti potuto trovare in una casa editrice), non ci sono figure come il correttore bozze e l'editor?


Ci sono molte persone pronte a guadagnarci. :)

Illustratori, revisori, editor, addirittura traduttori, che sono disposti a "lavorare" per te... ovviamente venendo retribuiti per il proprio lavoro. Questione sulla quale risulta poi effettivamente difficile esprimersi perché, in fondo, a fronte di una prestazione professionale un compenso dovrebbe essere lontano da ogni possibile discussione in una realtà capitalistica come la nostra, dove altrimenti non si tratta di prestazione professionale ma di hobby.

E' giusto che vi sia chi è disposto a tradurmi Midda facendomi pagare 9,00 € ogni 1.500 caratteri, dove il secondo volume di Midda conta 1.720.476 caratteri (più di 10.300,00 € in pratica)?
Forse no... ma non sarebbe neanche giusto che qualcuno si impegnasse in una cosa del genere (e da cui, ipoteticametne, io potrei trarre un profitto personale) senza alcun riconoscimento economico.

Ma poi... soprattutto... a chi discrimina l'autopubblicazione potrebbe realmente interessare che il libro non nasca solo da me ma anche da altre persone, nel momento in cui resta comunque autopubblicazione e manca sempre il nome dell'editore di sotto, a garanzia della qualità dell'opera?
Credo di no.

La "professionalizzazione" dell'autopubblicazione, per come la vedo io e in virtù di quanto sopra, è in contrasto al concetto stesso di autopubblicazione... dove, avendo risorse quali illustratori, revisori, editor e traduttori, nonché i mezzi per pagarli, allora sarebbe forse più logico lasciar perdere l'autopubblicazione e fondare direttamente una piccola casa editrice, utile in ciò a vincere anche la ritrosia dei più sciocchi e superficiali, nel porre un nome in calce alla copertina... :?
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi demon black » 07/12/2009, 14:47

SeanMacMalcom ha scritto:La "professionalizzazione" dell'autopubblicazione, per come la vedo io e in virtù di quanto sopra, è in contrasto al concetto stesso di autopubblicazione... dove, avendo risorse quali illustratori, revisori, editor e traduttori, nonché i mezzi per pagarli, allora sarebbe forse più logico lasciar perdere l'autopubblicazione e fondare direttamente una piccola casa editrice, utile in ciò a vincere anche la ritrosia dei più sciocchi e superficiali, nel porre un nome in calce alla copertina... :?


...a quando la Mac Editrice?! ;)
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Re: TAVOLO ROTONDA

Messaggiodi SeanMacMalcom » 07/12/2009, 23:25

demon black ha scritto:
SeanMacMalcom ha scritto:La "professionalizzazione" dell'autopubblicazione, per come la vedo io e in virtù di quanto sopra, è in contrasto al concetto stesso di autopubblicazione... dove, avendo risorse quali illustratori, revisori, editor e traduttori, nonché i mezzi per pagarli, allora sarebbe forse più logico lasciar perdere l'autopubblicazione e fondare direttamente una piccola casa editrice, utile in ciò a vincere anche la ritrosia dei più sciocchi e superficiali, nel porre un nome in calce alla copertina... :?


...a quando la Mac Editrice?! ;)


Averci i soldi non esiterei un solo istante a trasformare il progetto New Wave Novelers nella casa editrice New Wave Novelers. :lol: :lol: :lol:
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Re: Case editrici, grandi e piccole e autopubblicazione

Messaggiodi ziadada » 08/12/2009, 17:01

Aggiungo qualcosina, anche se il più è già stato detto:
personalmente, tra una merda autoprodotta ed una merda pubblicata a pagamento, preferisco di gran lunga la prima. In entrambi i casi mi aspetto di trovarmi di fronte l'opera di uno scrittore che presumibilmente non si può permettere un editor decente o non sarebbe stato pubblicato da una casa editrice che disponga di editor decenti (salvo che la suddetta non abbia intravisto che quel sottogenere di merda lì vada bene esattamente com'è, probabilmente perchè commercialmente lo destina ad un pubblico di merda). Nel caso dell'autoproduzione, però, l'operazione è schietta e franca, e non cerca di sembrare diversa da quello che è; viceversa, il libro pubblicato a pagamento non ha stampigliato in copertina "l'autore ha versato duemila (o tremila, o fate voi) euro perchè questo libro venisse pubblicato, altrimenti questo sarebbe l'ennesimo manoscritto rimasto nel cassetto". Spesso, a fronte di una casa editrice poco nota, bisogna fare indagini a volte anche sottili per capire che pubblica a pagamento, e questo, a me consumatrice, non piace. E poi, l'autoproduzione è, credo sempre, on demand; se io autore ho sovrastimato il numero di amici/parenti/succubi disposti a comprare o accettare in dono il mio libro, almeno non intaserò le discariche con inutili copie cartacee del parto del mio ingegno...

Ancor più dell'autoproduzione mi piace molto, ed incondizionatamente, il romanzo reso disponibile gratuitamente online. Il primo motivo va individuato, ovviamente, nel mio nobile animo genovese, ma il secondo, quasi altrettanto importante, è che credo molto nella distribuzione libera e gratuita del sapere e delle capacità. Personalmente, ho letto racconti e romanzi bellissimi pubblicati magari sotto pseudonimo su forum o siti vari. Conservo per il dono di questi sconosciuti benefattori un affetto ed una gratitudine almeno pari al sordo rancore che riservo a chi mi ha venduto una merda. Ci sono autori ben affermati che mettono a disposizione i loro libri; l'esempio più illustre che conosco sono i Wu Ming, ma, per dire, in ambito anglosassone è comune che gli autori pubblichino sui propri siti almeno il primo capitolo dei loro romanzi, così che ci si possa fare un'idea senza dover rimpiangere il cattivo uso dei propri soldini. Inoltre, credo che se la tecnologia ci ha messo a disposizione la possibilità di diffondere quello che siamo capaci di fare ad un costo pressochè nullo questa sia una cosa buona e giusta; la possibilità di avere il libro stampato dovrebbe essere, semmai, un servizio a disposizione di chi lo desidera. Senza contare che, se sei uno scrittore affermato, prima o poi i tuoi libri lo diventano comunque, disponibili gratuitamente online, che tu lo voglia o no, e non aggiungo altro 8-) .
Ma se tu sei un esordiente, che già hai interiorizzato che con il tuo libro, se ti va bene, non ci guadagnerai, già per il fatto stesso che l'hai messo online ti amo a prescindere. Se il tuo libro mi piace, ne parlerò sperticatamente bene ogni volta che ne avrò l'occasione, e chissà che questo, moltiplicato per n lettori, non contribuisca al fatto che tu possa avere riscontri diversi in futuro; se il tuo libro non mi piace, siccome contrariamente a chi mi ruba i soldi io a te ti stimo, posso decidere di condividere un po' del mio tempo con te per raccontarti cosa e come forse potresti migliorare; se oltre a me che non capisco un fico lo fanno anche due o tre che magari ci acchiappano, ecco lì che hai gratis quell'editing che non avresti potuto avere; magari puoi fare un'altra stesura, oppure tenerne conto la prossima volta che ti siedi ad una tastiera, oppure te ne freghi, perchè non condividi ma sei un signore e non te la prendi... insomma: tutti i soggetti coinvolti ci hanno guadagnato, ed il mondo è un po' più libero e felice :)


p.s.: il termine "merda" è sempre utilizzato in senso rigorosamente metaforico e con il massimo del rispetto e dell'affetto :)
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Re: Case editrici, grandi e piccole e autopubblicazione

Messaggiodi ziadada » 08/12/2009, 17:12

p.p.s.: il "tu" della seconda parte del post prima è un "tu soggetto generico", non un "tu Sean", come potrebbe sembrare dal fatto che Sean ha scritto subito sopra!

... che poi a Sean il mio apprezzamento per la sua "politica editoriale" già l'ho espresso in tempi non sospetti... :)
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