Finito.
Libro che ti lascia in sospesissimo. Certo è il primo di una trilogia, ma a volte anche i vari volumi di una saga si chiudono con la risoluzione di qualche vicenda, lasciando aperto il filone principale. Non è questo il caso, ma vabbè.
Veniamo alla sostanza. Primo commento a caldo: mah. Non so bene.
Mi aiuto con le parole di ziadada, laddove le sue osservazioni esprimono particolarmente bene le mie sensazioni.
Lettura discontinua. Sì. Perchè mentre alcune pagine mi hanno catturato e volevo vedere come procedeva la storia, cosa succedeva, altre mi hanno annoiato e così ho saltato qualche riga. A volte tante. E' il caso dell'esercito delle mani. A me interessava sapere di Caius e cosa sarebbe accaduto a lui, quindi le sofferenze delle mani e le loro reazioni, le descrizioni di quanto fosse orrendo il Venditore rallentavano solo il ritmo (il *mio* ritmo, quello della storia che seguivo io), tanto che a un certo punto ho proprio saltato paragrafi per cercare l'azione.
Ziadada scrive:
Di parti belle ce ne sono molte; purtroppo però sono controbilanciate dalle parti che l'autore vorrebbe spaventose, ma che spesso io ho trovato invece ridondanti e noiose,
ecco, sì concordo.
. Però non basta dirmi che una cosa è orrenda, anzi orrendissima, anzi orribilmente orrendissima, per farmi provare orrore. A volte, anzi, è ciò che non viene detto, che fa paura...
e qui siamo al nocciolo della questione. Personalmente ho avuto l'impressione che si insistesse molto sulla descrizione dell'orrore, solo per farci provare orrore, sì, ma fine a se stesso, non alla storia. Ho avuto l'impressione che ci fosse un certo compiacimento nelle descrizioni di nausea, intestini, odori insopportabili e visioni disgustose solo per... produrre orrore? Però quest'intenzione a volte viene perseguita in modo così esplicito che ti tira fuori dagli eventi, ti allontana dalla storia per richiamare la tua attenzione sulle parole e all'improvviso i tuoi occhi non leggono più immagini e sensazioni, ma appunto... parole e frasi.
A volte, l'intenzione di farci provare orrore è tale che - a me - ha infastidito. Ho avuto l'impressione che il narratore mi dicesse che dovevo provare orrore o nausea. Ma io non la provavo. A volte sì, ma era proprio quando la storia si raccontava da sè, più agile e veloce, senza interferenze o particolari ricercatezze letterarie.
Un esempio a caso, si legge a un certo punto che il nome Tarlato, il solo nome, faceva venire la nausea. Non ricordo se era una sensazione di Caius, immagino di sì. Ma lì si è rotta l'immedesimazione perchè a me personalmente, in tutta onestà, il nome Tarlato sembrava addirittura "simpatico"! Perchè nausea?
Ecco, quello che cerco di dire è che a volte, ho avuto l'impressione che il narratore mi suggerisse le sensazioni che avrei dovuto provare e quando questo accadeva, si innescava immancabilmente la reazione da bastian contrario (tipo, be' a me non fa poi tutta questa paura
).
Sicuramente per farmi entrare nella storia e farmi affezionare ai personaggi sarebbero stati d'aiuto alcuni dettagli in più sulle loro emozioni e sui loro caratteri, almeno su quelle di Caius. Magari si potevano permutare alcuni dettagli orror con qualche pensiero o emozione (dei personaggi) in più?
Che poi nel caso di Caius, sicuramente dovevano essere intense e terribili, avendo appena perso entrambi i genitori e trovandosi catapultato in una realtà-fuori-dalla-realtà... Però di questo non si parla quasi, evidentemente non erano quelli emotivi gli aspetti che interessavano di più al narratore.
Peccato per me, che invece ero più interessata a quelli.
Per quanto riguarda la trama avrei tante domande, ma immagino sia dovuto al fatto che questo libro è solo un inizio e lascia aperta ogni domanda.
Ora gli aspetti positivi, alcuni nomi e alcune idee. Molto belli. La libreria Cartaferina, Rochelle la Rarefatta, il fischietto d'argento, l'Obsessum, i Giorni Perduti.
E alcuni attimi: Rochelle che sussulta, Buliwyf che fa come per circondare le spalle di Rochelle con il braccio, ma subito si ritrae... Attimi che ho potuto vedere e che quindi mi sono rimasti nella mente.
Ma che purtroppo non sono stati abbastanza per farmi dire che questo libro mi è piaciuto.
Resta la sensazione di volerne sapere di più, su Caius, su quello che sarà, sulla moneta d'argento, sui genitori di Caius, sul re fil di ferro, su Gus. Ma anche la sensazione che, effettivamente, a me di Wunderkind sono piaciute le parti meno tese all'orrore che invece - immagino - siano il suo elemento caratterizzante. Insomma, probabilmente non era il libro per me.
Leggerei il seguito? Sì, perchè sono curiosa. Ma saltando le pagine, se necessario.