Noewle ha scritto:Caspita... ora capisco come mai i tuoi libri sono così lunghi: non hai il dono della sintesi
(e questo è detto in tono bonario, prima che salti subito a conclusioni affrettate!)
In verità non ho mai preteso o affermato di avere il dono della sintesi.
Né ho mai fatto mistero di scrivere perché mi piace l'atto della scrittura in quanto tale... se così non fosse non avrei completato già 21 racconti per un totale di quasi mille episodi giornalieri (o, se preferisci in altri termini, 1.314.508 parole per un totale di 8.592.567 caratteri, nelle versioni "originali"... sino a oggi).
Al contrario: alla luce di questi dati potrei persino considerarmi un "feticista" della parola scritta...
una perversione che forse non mi permetterà mai di essere pubblicato, ma alla quale non intendo rinunciare in quanto mi offre piacere e, almeno sino a oggi, ha offerto anche a qualcun altro il medesimo piacere. Non a tutti... ma... amen! Non me ne faccio un problema e, anzi, ho sempre chiesto scusa a coloro che non sono riuscito ad appagare (e proprio Blackie ne ha esperienza).
Chiarito questo aspetto, ti ringrazio per la tua risposta, sebbene questa non riesca a trovarmi pienamente soddisfatto.
Tu scrivi:
Noewle ha scritto:Il libro è stato stampato a mie spese. Questo cosa vuol dire? Che ragionevolmente non c'è dietro un lavoro di editing realizzato da un professionista di una grande Casa editrice, quindi che se ne intende. E questo cosa vuol dire? Se un editor avesse rivisto il testo, non l'avrebbe solo corretto, ma avrebbe appunto potuto dare un target a chi si rivolge. Ed eventualmente la dicitura fantasy filosofico
In quel caso ne sarei stata l'inventrice
ma con queste parole, dal mio punto di vista, sfondi molto banalmente la proverbiale porta aperta.
Personalmente non ho mai considerato valido il pensiero secondo il quale l'autore non ha responsabilità di sorta verso i suoi lettori.
Forse sbaglio, ma dal mio punto di vista qualsiasi autore si arroga (perché, sostanzialmente, è un atto di arroganza) il pensiero di avere diritto al tempo e all'attenzione dei propri lettori... diritto che, però, non ha da considerarsi inalienabile e che, al contrario, deve essere sempre e continuamente difeso, conquistato e ri-conquistato con le unghie e con i denti. Perché quanto si sta chiedendo al lettore non è semplicemente il pagamento di un prezzo di copertina (fattore, sostanzialmente, quasi minimale)... ma, appunto, il suo tempo e la sua attenzione: due cose che non hanno prezzo e non possono (!!!) avere prezzo alcuno.
Terribile, quindi, è la responsabilità di un autore verso i propri lettori... una responsabilità che non si può assolvere semplicemente cercando di scrivere un buon testo, ma giungendo a far sanguinare le proprie dita per ottenere il prodotto più prossimo alla perfezione che si possa ottenere.
In quanto autore (?!), lungi da me considerare le mie opere prive di errori e orrori (magari lo fossero)...
Lungi da me considerare le mie opere quali economiche nel loro formato cartaceo (sebbene in molti sostengano che sono più che in linea con i prezzi di mercato per me chiedere 20 o più euro per un libro scritto da un idiota come me è follia, ma purtroppo non ho possibilità di ridurre ulteriormente il prezzo)...
Lungi da me, persino, considerare le mie opere quali professionali (dal momento in cui l'unico responsabile per la loro correzione, la loro impaginazione, il loro formato, etc, etc, etc... sono stato io... e io non ho neppure una maturità classica, figuriamoci una laurea in lettere)...
... ciò nonostante, in maniera forse immodesta, posso guardarmi allo specchio con l'impropria convinzione di aver fatto del mio meglio per offrire a un mio eventuale (folle?!) lettore il meglio delle mie possibilità, sforzandomi a creare un libro in tutto e per tutto simile a un libro "vero", benché sia frutto di auto-pubblicazione.
E, ancora, come già detto, nel momento in cui un lettore che ha deciso di spendere il suo tempo con una mia opera, individua un errore o lamenta una difficoltà nella lettura, non posso evitare di scusarmi immediatamente con lui, nella certezza del danno che comunque ho arrecato nel sottrargli tempo e attenzione senza concedergli nulla in cambio.
Tu ti difendi citando il fatto che ti sei rivolta a un editore a pagamento, che hai pagato di tasca tua la pubblicazione e che non hai ottenuto neppure un minimo di editing da lui.
Ma, francamente, il lettore che "colpa" ha per tutto questo?
O, meglio ancora, quale interesse può avere nel merito delle tue scelte personali?
Per il lettore, nel momento in cui si trova davanti a un libro, quel libro è semplicemente un libro... e come tale viene letto e giudicato, a prescindere da chi l'ha scritto e per quale ragione è stato scritto. E quando il lettore, vuoi per simpatia verso l'autore, vuoi per altre ragioni, ricorre a un'unità di misura agevolata verso qualcuno, è solo un terribile danno quello che sta operando in tal senso, proprio in contrasto all'autore stesso e alla sua opera.
Mi permetto di sottolineare come quanto ho detto non deriva da un'esperienza diretta con la tua opera né vuole essere un critica verso la tua stessa opera, dal momento in cui io non l'ho ancora letta (e, a questo punto, sono onesto, non penso che mai la leggerò, non avendo le basi culturali adeguate per poterla apprezzare, per tua stessa ammissione).
Ciò che sto dicendo, il mio "vaneggiamento", deriva molto semplicemente da quanto tu stessa stai dichiarando in questa sede... in un confronto con un discorso più generico quale è quello della responsabilità di un autore sulla sua opera o di un autore verso i propri lettori. Opinioni che non mi trovano d'accordo.
Poi... per carità... io non sono neppure un vero autore, quindi non mi voglio riservare il diritto di indicare la retta via a nessuno. Le mie parole vanno intese semplicemente per ciò che sono... ossia, molto banalmente, le mie mutande: possono piacere, possono non piacere, ma sono le mie mutande!