Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Romanzi fantasy (e horror) di autori italiani (per ora) ancora poco conosciuti...

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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi Noewle » 23/09/2010, 18:36

Per quotare Sean ci vorrebbero due Forum :lol: Caspita... ora capisco come mai i tuoi libri sono così lunghi: non hai il dono della sintesi :lol: (e questo è detto in tono bonario, prima che salti subito a conclusioni affrettate!)

Veramente ti risponde il libro stesso alla tua prima domanda. Il libro è stato stampato a mie spese. Questo cosa vuol dire? Che ragionevolmente non c'è dietro un lavoro di editing realizzato da un professionista di una grande Casa editrice, quindi che se ne intende. E questo cosa vuol dire? Se un editor avesse rivisto il testo, non l'avrebbe solo corretto, ma avrebbe appunto potuto dare un target a chi si rivolge. Ed eventualmente la dicitura fantasy filosofico :lol: In quel caso ne sarei stata l'inventrice :lol:
Il mio libro non è per intellettuali filosofi. Almeno... :? Ripeto, per non essere sprovveduta, l'ho fatto leggere da una persona molto colta e mi ha detto che le visioni oniriche gli ricordavano i fumetti di Corto Maltese, fumetti che non ho mai letto, e poi che c'erano felici richiami alla filosofia di S. Agostino. Ma non mi ha affatto detto che non si capiva e non aveva alcun interesse a non dirmelo.
Era un periodo che soffrivo molto (anche se comunque soffro sempre). Quando soffri sei portato (almeno io) a porti delle domande profonde prima di tutto sul dolore e, quindi, sull'esistenza umana. Il mio libro, la mia storia è una scusa per raccontare il dolore, la sofferenza umana di fronte all'ineluttabilità del destino. Infatti, ha un finale negativo.
Credevo che l'accentuato simbolismo presente poteva essere compreso da chi lo leggeva, ma a quanto pare mi sono davvero sbagliata. Comunque, anche leggendolo così come storiella alla fine la storia torna.
Ma... ti riporto la quarta di copertina (concedimi una battuta: spero la capirai! :lol: :lol: :lol: ), credo, almeno dal canto mio, che si intuisca che non è un libro "leggero":
In un'intervista rilasciata a La Repubblica delle Donne, lo scrittore olandese Karel Van Loon ha affermato: "Il fatto è che non sappiamo niente della persona che amiamo, ma tendiamo a ricordare le storie passate come le migliori della nostra vita".
Una buona chiave di lettura per questo romanzo fantasy.
Sembra di essere in un microcosmo delicato e sottile come una ragnatela. Dove i luoghi descritti sono ovattati in una irreale atmosfera.
Tutto ha inizio con un viaggio per cercare quel qualcosa che non si possiede. Un giovane ricerca avventure, ma diventa una pedina della scacchiera che farà muovere l'intrigato gioco della vita di un anziano scrittore.
I loro dialoghi nel presente sono una scusa per raccontare la storia del passato. E, di volta in volta, ramificazioni del passato di ciascun personaggio.
Un punto di non ritorno, verso cui tenere fisso lo sguardo per scoprire il dolore degli uomini di fronte ad eventi più grandi di loro...

Poi dimmi tu...
Noewle
 

Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi koukla » 23/09/2010, 18:54

A me sembra che ci siamo arrivati con questa discussione al punto di non ritorno... :roll:
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Re: "La bambola di vetro" di Teresa Di Gaetano

Messaggiodi Noewle » 23/09/2010, 19:10

E se stiamo qui a discuterne è proprio perchè, come ha scritto anche Blackie, la trama, l'idea di fondo è originale e interessante. Mi pare che anche su questo punto le recensioni anobiane concordino.[/quote da Gio]

e appunto, allora le mie argomentazioni sono valide: mi spieghi come mai il libro non si capisce, ma la trama è interessante? Un libro è fatto della sua trama, se si afferma che non lo si capisce, mi spieghi come ne apprezzi la trama? O sono troppo logica!!!!

Che Rey è alla stazione l'hai capito? Sì
Che incontra Samantha e che gli parla del libro? Anche
Che sale sul treno ed incontra la sua fumettista preferita? Pure
Che Reinhold è innamorato di Latakìa e non è ricambiato e soffre per questo? E' chiaro.
Che Latakìa ha perso il suo innamorato Alexander e che non riesce a dimenticarlo? La vediamo che da sola alla spiaggia che piange nel ricordo del suo amato.

Allora: cosa c'è di difficile?

L'unico capitoletto forse un pò intrecciato è il tredicesimo della prima parte, quando parlo dello scambio delle pozioni d'amore, perchè di questi personaggi se ne sente parlare solo lì.

Ma vedi: a grandi linee la storia si comprende e questo senza essere profondi come ho voluto (purtroppo :? ) essere io.
Questa è la trama: liberare Virginia dal maleficio che l'ha trasformata in bambola di vetro, maleficio che si trova in un antico libro stregato.
Dico: è incomprensibile? Possono sfuggire alcuni significati reconditi di alcuni personaggi. Koukla, ad es., non aveva capito che Charles, il nipote del vecchio, simboleggiasse la coscienza dello scrittore cattivo. Ma dico, anche senza approfondire questa funzione del personaggio, comunque si capisce che Thomas e Charles chiaccherano sul libero arbritrio in casa del vecchio e il vecchio lo dice (pagg. 99) che Charles è solo un fantasma (da questo si potrebbe dedurre che non esistendo i fantasmi, lui sta parlando con se stesso... ma va bè... lasciamo perdere). Riporto la battuta:
- E l'uomo, per cosa optato? E poi: può il male trasmormarsi in bene? Rey lo ha capito... Charles. Che sei solo un fantasma, un'ombra del passato [...]
Eh? C'è scritto. La storia sebbene sintetica c'è. Quindi, affermare che tutto il libro non si capisce è assurdo. Ed ancora di più in contemporanea dire: io non l'ho capito, ma la trama però è interessante. Cosa, scusa? :shock: E un libro di cosa è fatto se non di trama, se non lo capisci, non capisci la trama, c'è poco da fare... il libro vive grazie alla trama. :ugeek:
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi Noewle » 23/09/2010, 19:15

koukla ha scritto:A me sembra che ci siamo arrivati con questa discussione al punto di non ritorno... :roll:


Come nel "La storia infinita" di Ende. I capitoli terminano con "ma questa è un'altra storia" :lol:
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Re: "La bambola di vetro" di Teresa Di Gaetano

Messaggiodi demon black » 23/09/2010, 19:43

Noewle ha scritto:Quello che ha scritto Balckie fa apparire il libro come se fosse una serie sconclusionata di eventi. Invece, il libro ha un suo perchè, è il frutto di un raffinato e delicato pensare. Tant'è che le parole dei personaggi sembrano quasi delle poesie. Insomma, bisogna avere rispetto di chi scrive, perchè davvero dietro non c'è stato solo un grandissimo lavoro di cesellatura, ma anche un grande amore per la scrittura e mi sembra che anche qui sul Forum si sia capito.


Quindi mi stai dicendo chiaramente che io non ho rispetto per te perchè non mi piace il tuo libro? :shock:
Per me autore e libro sono due cose differenti, l'ho sempre detto e dichiarato qui in Locanda e su anobii...può darsi che sia una teoria filosofica e per questo non l'ho capita, ma per me una persona ha una sua identità differenziata da quello che scrive, ma se tu mi dice che ciò non è vero, che se un autore non è un individuo ma una cosa legata al proprio libro....allora in quel caso devo darti ragione.
Non mi piacciono i libri di King? Non gli porto rispetto.
Non mi piacciono i libri di Gibran? Non gli porto rispetto
...è questa la tua filosofia, vero?!
Beh, allora ringrazio il cielo di avermi dato l'ignoranza filosofica perchè una filosofia e un ragionamento del genere non porta rispetto a nessuno, tanto meno a chi lo esprime o segue!

Hai affermato che anche a te non sono piaciuti alcuni autori...non è perchè non hai abbastanza cultura per capirli?!

Io non riesco a capire se ti stai divertendo un mondo ad insultarmi oppure neanche te ne rendi conto...potresti spiegarti meglio?!

Prima mi dai della pecora che segue il gregge, poi mi dici che non ho abbastanza cultura per capire il tuo libro ed ora addirittura che non ho rispetto per te perchè non mi piace il tuo libro?!
Non credi di incominciare ad esagerare un pochino? Non credi che io mi stia un pò arrabbiando per tutti gli insulti che sto ricevendo gratuitamente?

Non riesco a capire perchè sei rimasta sconvolta dal fatto che la trama mi piace ma non il modo in cui è stato scritto...per una culturalmente più elevata di me dovrebbe essere chiaro ciò, no?! :roll:

Comunque Blackie si scrive con la L dopo la B e non dopo la A
Ultima modifica di demon black il 23/09/2010, 20:37, modificato 2 volte in totale.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi koukla » 23/09/2010, 20:19

S.Agostino ha scritto:La filosofia di S.Agostino pur basandosi su un messaggio rivelato ritorna ad una ricerca umana che è molto personalizzata e esistenzializzata, nel suo filosofare vi è una forte speculazione teologica , poiché egli basa tutta la filosofia sulla ricerca interiore, donde la parola confessione che per lui significava “dialogare con se stesso”. Agostino crede che la verità sia dentro ogni uomo e non fuori , “noli foras ire inte ipsum redi” afferma cioè che ogni uomo trova la verità all’interno di se stesso, e ognuno trova una verità personale che però coincide con tutti. A suo parere ragione e fede formano un binomio iniscindibile: “ credo ut intelligam, et intelligo ut credam” (credo per capire,capisco per credere). Agostino si propone di studiare l’uomo e Dio, Dio e l’uomo convinto che se cerchi l’io trovi Dio e se cerchi Dio trovi l’io; quindi mentre cerchi Dio trovi te stesso e viceversa, non c’è io senza Dio . Cercare Dio significa cercare la verità, quindi la verità fa da cerniera tra l’io e Dio e Agostino afferma che se l’uomo cerca la verità l’ha già trovata perché la domanda è indice di risposta.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi gio » 23/09/2010, 21:04

io non l'ho capito, ma la trama però è interessante


Può una trama contenere degli spunti originali e interessanti ma non risultare chiara? Direi di sì. Quante volte capita di sentir parlare di una trama promettente che, purtroppo, non è stata ben sviluppata?
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi avalost » 23/09/2010, 22:10

Mi spiace entrare così e intromettermi ma quando leggo commenti come quelli che ho letto, da parte di un "collega scrittore" (scrittrice in questo caso), non posso non interagire. Se poi Gio vorrai bannarmi pazienza per la durezza che sto per usare... ma non ce la faccio a starmi zitto.
Per prima cosa, tanto per precisarlo, a Demon Black il mio libro non è piaciuto per niente e io, può dirlo lei stessa, ho accettato il suo parere. Perché sono convinto che LAUREA o meno un libro debba coinvolgere un lettore, renderlo partecipe della storia, fargli vivere in prima persona le avventure degli stessi personaggi. Purtroppo il mio non è riuscito a dare a Blackie questo effetto e... pazienza. Non mi sono offeso, non le ho detto, per dimostrarle il mio punto di vista che due grosse case editrici me lo avevano chiesto per visionarlo, quindi era impossibile che non le piacesse o, anzi, che non si fosse sentita attratta dalla storia. Nel momento in cui pubblico un libro la prima cosa che mi dico è: "Ora sarà silurato, pazienza". Devo metterlo in conto. E può essere che a un lettore non piaccia per dei motivi che invece un altro apprezza da morire. Detto questo....

Noewle ha scritto:
Ma io non ho offeso proprio nessuno!


E qui ti sbagli, mia cara. Sottolineare che Miriam Mastrovito è laureata in filosofia e che lei l'ha apprezzato e quasi quasi come dare dell'ignorante a Blackie.
Dire a una persona che non ha capito qualcosa non è bello se ciò non è reale. Blackie, invece, ha proprio dimostrato di avere “capito” che il tuo libro, secondo il suo parere, i suoi gusti e la sua cultura, “non si capisce”. Se è laureata o ha frequentato solo le elementari, questo non importa. La prossima volta, scrivi in copertina “ADATTO AI FILOSOFI CON LAUREA”.
Rammento come nel precedente thread hai sottolineato un errore (refuso anche il suo ma non l'hai capito) di Balckie. Le hai corretto il "qual'è" scritto da lei con la forma corretta "qual è" senza apostrofo.
Peccato poi che se leggessi il tuo post che riporto sotto, vi si trovano parecchi errori. Per prima cosa le “e” accentate in modo sbagliato, uno scrittore dovrebbe capire la differenza tra accenti diversi. Non parliamo della punteggiatura, sbagliata anche quella. Alcune frasi sono un tantino contorte:
“almeno dal punto mio di vista d’autrice” --- mi sembra che l’ordine della frase non sia poi così corretto.
“ai primi righi” --- alle prime righe. I righi sono quelli che disegniamo con il righello. E se puoi usare indifferentemente riga o rigo per una linea retta, non altrettanto puoi fare per le RIGHE di una pagina.
Accusare in modo indiretto di non aver fatto qualcosa, come se fosse stato dovere di qualcuno farla, non è carino.
Quoto: “se qualche volta vi sareste soffermate a leggerle... l'avreste saputo”.

Dici che non vuoi invitare Blackie a rivalutare la sua posizione, ma non è quello che pensi.
Quoto te: “Ed è proprio per questo che mi sembra davvero strano che tutti nelle recensioni affermate di non capirlo.” (aggiungo: evidentemente non si capisce davvero).
“Che la scelta di non far annoiare il lettore con molte pagine, quindi la mia sinteticità non è stata apprezzata (preferite di gran lunga i libri più lunghi), ma non è possibile che non si capisca.”
Ribadisci, come si legge su, che ti pare impossibile (non è possibile, dici tu) che non si capisca. Eppure più lettori l’hanno affermato. Una cosa: il lettore non si annoia nella misura in cui si sente attratto da ciò che legge. Puoi leggere un libricino di venti pagine, scritto a caratteri cubitali, e annoiarti. Leggerne uno di duemila pagina, scritto piccolo, e trovarlo affascinante e scorrevole.
Noewle ha scritto:
Mi spiace Gio che la pensi così. Siccome questo è un Forum e nel Forum i discorsi che si aprono si chiamano "discussioni" e non monologhi, mi è sembrato giusto, nonchè opportuno esprimere la mia opinione sull'opinione di Blackie. Fermo restando che ogni libro è soggettivo, quindi può anche non piacere. Infatti, non è che alla fine ho obbligato Balckie comunque a rivalutare la sua opinione. Quando ho scritto non ero (e non sono affatto arrabbiata) però non mi sembra giusto (almeno dal punto mio di vista d'autrice) che si affermino cose non vere sul mio libro. Quello che ho scritto è una ponderata quanto meditata, nonchè ragionata, spiegazione su quello che non ha approvato Balckie del mio libro. Riferendomi ai primi righi del post, quando la scrittrice Miriam Mastrovito, che è laureata in filosifia, ha scritto la recensione ed ha apprezzato il mio libro ho capito che forse (infatti nel mio post ho scritto "può darsi") occorreva conoscere questi argomenti per poterlo apprezzare in pieno, giacchè l'ho ripetuto qui, nel mio blog, nelle mie numerose interviste (se qualche volta vi sareste soffermate a leggerle... l'avreste saputo), che il libro è filosofico, mi piace Sartre (non l'ho mai nascosto) e, quindi, l'esistenzialismo. E il fatto che c'era la filosofia di S. Agostino l'ha rivileato la persona colta alla quale l'ho fatto valutare (perchè non sono stata così sprovveduta da farlo pubblicare senza farlo rivedere da qualcuno). Ed è proprio per questo che mi sembra davvero strano che tutti nelle recensioni affermate di non capirlo. Posso capire che magari la trama risulti troppo articolata, quindi arzigogolata. Che la scelta di non far annoiare il lettore con molte pagine, quindi la mia sinteticità non è stata apprezzata (preferite di gran lunga i libri più lunghi), ma non è possibile che non si capisca. Il libro è stata riveduto e non mi è stato affatto additato questo difetto dell'incomprensione. Mi è stato detto che somiglia ai fumetti di Corto Maltese per le visioni oniriche, ma io non li ho mai letti: evidentemente è solo una coincidenza.
Poi, ripeto, anche a me libri che sono di grandi autori pubblicati da grandi case editrici non mi sono piaciuti. Quindi, sul fatto che a Balckie il libro non sia piaciuto, non obietto. Ma mi sembrava giusto precisare la mia posizione, dato che sia sulla mia catena, sia qui mi sono gentilmente resa disponibile (anche con entusiasmo) a parlare del mio libro.
Bè... spero ora sia tutto chiaro... e per tutti!!!!

Come ti senti, ora, Noewle? Beh, anche Blackie si è sentita colpita dopo che hai cominciato ad attaccare il suo commento (perché l’hai fatto, non puoi negarlo).
Il mio consiglio è: desidera i commenti “negativi” che ti svelano quali sono le cose che di un tuo romanzo non sono piaciute. Mettili insieme, e se più lettori ti sottolineano la stessa cosa, forse sarebbe il caso di rivedere proprio quei punti.
Non arrabbiarti quindi se qualcuno non apprezza un tuo libro, in fondo, l’importante è che lo apprezzi tu, no?
ps: fossi in te comincierei a rivedere il mio punto di vista... perché qui tutti ti stanno cercando di fare capire che, forse, stai sbgliando a ritenre continuamente che "il tuo libro si capisce".
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 23/09/2010, 22:54

Noewle ha scritto:Caspita... ora capisco come mai i tuoi libri sono così lunghi: non hai il dono della sintesi :lol: (e questo è detto in tono bonario, prima che salti subito a conclusioni affrettate!)


In verità non ho mai preteso o affermato di avere il dono della sintesi. :)
Né ho mai fatto mistero di scrivere perché mi piace l'atto della scrittura in quanto tale... se così non fosse non avrei completato già 21 racconti per un totale di quasi mille episodi giornalieri (o, se preferisci in altri termini, 1.314.508 parole per un totale di 8.592.567 caratteri, nelle versioni "originali"... sino a oggi).
Al contrario: alla luce di questi dati potrei persino considerarmi un "feticista" della parola scritta... :lol: :lol: una perversione che forse non mi permetterà mai di essere pubblicato, ma alla quale non intendo rinunciare in quanto mi offre piacere e, almeno sino a oggi, ha offerto anche a qualcun altro il medesimo piacere. Non a tutti... ma... amen! Non me ne faccio un problema e, anzi, ho sempre chiesto scusa a coloro che non sono riuscito ad appagare (e proprio Blackie ne ha esperienza).

Chiarito questo aspetto, ti ringrazio per la tua risposta, sebbene questa non riesca a trovarmi pienamente soddisfatto.

Tu scrivi:
Noewle ha scritto:Il libro è stato stampato a mie spese. Questo cosa vuol dire? Che ragionevolmente non c'è dietro un lavoro di editing realizzato da un professionista di una grande Casa editrice, quindi che se ne intende. E questo cosa vuol dire? Se un editor avesse rivisto il testo, non l'avrebbe solo corretto, ma avrebbe appunto potuto dare un target a chi si rivolge. Ed eventualmente la dicitura fantasy filosofico :lol: In quel caso ne sarei stata l'inventrice :lol:

ma con queste parole, dal mio punto di vista, sfondi molto banalmente la proverbiale porta aperta. :)

Personalmente non ho mai considerato valido il pensiero secondo il quale l'autore non ha responsabilità di sorta verso i suoi lettori.
Forse sbaglio, ma dal mio punto di vista qualsiasi autore si arroga (perché, sostanzialmente, è un atto di arroganza) il pensiero di avere diritto al tempo e all'attenzione dei propri lettori... diritto che, però, non ha da considerarsi inalienabile e che, al contrario, deve essere sempre e continuamente difeso, conquistato e ri-conquistato con le unghie e con i denti. Perché quanto si sta chiedendo al lettore non è semplicemente il pagamento di un prezzo di copertina (fattore, sostanzialmente, quasi minimale)... ma, appunto, il suo tempo e la sua attenzione: due cose che non hanno prezzo e non possono (!!!) avere prezzo alcuno.
Terribile, quindi, è la responsabilità di un autore verso i propri lettori... una responsabilità che non si può assolvere semplicemente cercando di scrivere un buon testo, ma giungendo a far sanguinare le proprie dita per ottenere il prodotto più prossimo alla perfezione che si possa ottenere.

In quanto autore (?!), lungi da me considerare le mie opere prive di errori e orrori (magari lo fossero)...
Lungi da me considerare le mie opere quali economiche nel loro formato cartaceo (sebbene in molti sostengano che sono più che in linea con i prezzi di mercato per me chiedere 20 o più euro per un libro scritto da un idiota come me è follia, ma purtroppo non ho possibilità di ridurre ulteriormente il prezzo)...
Lungi da me, persino, considerare le mie opere quali professionali (dal momento in cui l'unico responsabile per la loro correzione, la loro impaginazione, il loro formato, etc, etc, etc... sono stato io... e io non ho neppure una maturità classica, figuriamoci una laurea in lettere)...
... ciò nonostante, in maniera forse immodesta, posso guardarmi allo specchio con l'impropria convinzione di aver fatto del mio meglio per offrire a un mio eventuale (folle?!) lettore il meglio delle mie possibilità, sforzandomi a creare un libro in tutto e per tutto simile a un libro "vero", benché sia frutto di auto-pubblicazione.
E, ancora, come già detto, nel momento in cui un lettore che ha deciso di spendere il suo tempo con una mia opera, individua un errore o lamenta una difficoltà nella lettura, non posso evitare di scusarmi immediatamente con lui, nella certezza del danno che comunque ho arrecato nel sottrargli tempo e attenzione senza concedergli nulla in cambio.

Tu ti difendi citando il fatto che ti sei rivolta a un editore a pagamento, che hai pagato di tasca tua la pubblicazione e che non hai ottenuto neppure un minimo di editing da lui.
Ma, francamente, il lettore che "colpa" ha per tutto questo?
O, meglio ancora, quale interesse può avere nel merito delle tue scelte personali?
Per il lettore, nel momento in cui si trova davanti a un libro, quel libro è semplicemente un libro... e come tale viene letto e giudicato, a prescindere da chi l'ha scritto e per quale ragione è stato scritto. E quando il lettore, vuoi per simpatia verso l'autore, vuoi per altre ragioni, ricorre a un'unità di misura agevolata verso qualcuno, è solo un terribile danno quello che sta operando in tal senso, proprio in contrasto all'autore stesso e alla sua opera.

Mi permetto di sottolineare come quanto ho detto non deriva da un'esperienza diretta con la tua opera né vuole essere un critica verso la tua stessa opera, dal momento in cui io non l'ho ancora letta (e, a questo punto, sono onesto, non penso che mai la leggerò, non avendo le basi culturali adeguate per poterla apprezzare, per tua stessa ammissione).
Ciò che sto dicendo, il mio "vaneggiamento", deriva molto semplicemente da quanto tu stessa stai dichiarando in questa sede... in un confronto con un discorso più generico quale è quello della responsabilità di un autore sulla sua opera o di un autore verso i propri lettori. Opinioni che non mi trovano d'accordo.
Poi... per carità... io non sono neppure un vero autore, quindi non mi voglio riservare il diritto di indicare la retta via a nessuno. Le mie parole vanno intese semplicemente per ciò che sono... ossia, molto banalmente, le mie mutande: possono piacere, possono non piacere, ma sono le mie mutande! :)
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi Il Prenna » 23/09/2010, 23:17

Certo che ne avete scritte di cose, e devo ammettere che sono anche interessanti (per la maggior parte)...
Io non sono un autore e non credo di diventarlo mai, ma una cosa so per certo, quando qualcosa che tu hai creato viene "liberato" e offerto agli altri non ci si può aspettare che piaccia a tutti e che tutti la capiscano così come è stata pensata. Anche uscendo dall'esempio filosofico (che essendo ragioniere prima e ingegnere dopo ammetto di essere parecchio ignorante in materia), può cambiare solo l'angolo di visuale per far sembrare una scritta un ammasso di righe senza senso. Per un libro la faccenda è ancora più complessa, tanti incastri, tanti personaggi, tanti vicende, tanti fatti che possono (e devono) essere interpretati in maniera diversa dalle diverse persone.
Blackie ha detto la sua opinione (non sono nessuno io per giudicare come) e stava all'autrice prenderla con il giusto peso. Se sei davvero convinta che il tuo libro sia buono e che Blackie sia una voce fuori dal coro considera come outlier e fatti la tua media senza di lei. Se invece il suo commento ti preoccupa perché come dici tu, su anobii il libro è stato bollato come complesso, forse che forse un fondo di verità c'è...
Quanto ai termini generali credo che un autore rende un libro libero al popolo deve aspettarsi di prendere le sue sane mazzate sui denti, in caso contrario si inizi a preoccupare, perché vuol dire che il suo libro non viene letto, ma solo usato come oggetto di tendenza o fermatavolo, e poi sappia che non sempre chi legge lo fa con la sua stessa visione del mondo, dovuta a n fattori diversi, tra i quali di certo sta anche il background di conoscenza che uno si porta dietro.
In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi SeanMacMalcom » 23/09/2010, 23:21

Piccolo OT:

Il Prenna ha scritto:che essendo ragioniere prima e ingegnere dopo


Panico. Lo sono anche io. :shock: :shock: :shock:
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi nihal87 » 23/09/2010, 23:24

Ho pensato e ripensato se farlo o meno, ma poi ho deciso di scrivere anche io :-P
Questo "tavolo" è stato aperto proprio per un problema che ho avuto io con uno scrittore.
Direi che le parole volate in quel caso erano decisamente più limitate e che la mia risposta al suo post ha chiuso definitivamente ogni discussione.
Quello che volevo dire è sostanzialmente quello che fino ad ora ti hanno detto tutti.

Non scrivo, ma leggo tanto. Questo non significa che le mie letture siano culturalmente elevate, leggo cose normalissime e libri comunissimi.
Quindi la mia esperienza in questo campo è poca.
Però penso di saper trattare con le persone abbastanza bene e posso dirti che sbandierare la richiesta di Rispetto è insensato se non è seguito, anzi preceduto, da un TUO rispetto.
Avresti potuto replicare a Blackie in 100000 modi diversi. Avresti potuto spiegarle tranquillamente i pezzi che magari non erano stati chiari, avresti potuto dirle "Pace, grazie comunque di averlo letto" o addirittura non dire niente.
Ma replicare in quel modo è eccessivo.
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Re: Il rapporto autore-lettore (estratto da La bambola di vetro)

Messaggiodi nihal87 » 23/09/2010, 23:26

SeanMacMalcom ha scritto:Piccolo OT:

Il Prenna ha scritto:che essendo ragioniere prima e ingegnere dopo


Panico. Lo sono anche io. :shock: :shock: :shock:
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