di Ayram » 16/02/2009, 16:48
Tutto s'è fatto buio davanti ai miei occhi. Non sento suoni nè odori, mi sembra d'essere sporofondata in uun pozzo senza fondo. un pozzo davvero molto, molto caldo.
Sto sudando e questa sensazione è l'unica certezza che sono ancora viva. Cerco di concentrarmi su me stessa, e dopo diversi tentativi, con un certo sforzo sento formicolar la punta dei piedi e delle mani. Inspiro a fondo e anche l'olfatto torna a compiere il suo dovere, seguito a ruota dall'udito. L'odore che sento non mi è familiare, ma capisco di trovarmi in un luogo chiuso. L'immagine degli ultimi avvenimenti appare bruscamente davanti ai miei occhi serrati, che si spalancano di colpo. <NEDVED!> grido, ma il risultato è solamente un sussurrare roco. Mi fa male la gola, come se avessi ingoiato dei chiodi. Deglutisco più volte e mi guardo intorno. Sono in una piccola stanza e un'occhiata più accurata alle pareti mi informa che son all'interno di un grosso albero. Mi trovo su un letto troppo piccolo per me, potrebbe essere quello di un bambino o di un essere più piccolo della norma. Mi metto seduta e poso i piedi per terra, osservandomi. Sono un vero disastro. Le vesti sono lacere e ciò che resta del mio splendido mantello son pochi lembi di tessuto. Mi passo una mano tra i capelli per sentir impigliarsi le dita tra rametti e fogliame secco. Ma non è il momento adatto per pensare al mio aspetto. Voglio sapere dove sono e come stanno gli altri. Mi alzo in piedi, ma prima di aver il tempo di raggiunger la porticina che separa la stanza dal resto dell'abitazione un capogiro mi costringe a tornare seduta. Stringo i denti, soffocando un'imprecazione. Ho la febbre, ecco perchè sudo. Ma non posso starmene qui comoda senza sapere che ne è stato del mio premuroso compagno mezzelfico e di Gec. Incurante dei muscoli tremanti raggiungo la porta e la spalanco. Entro barcollando nel locale successivo. Una miriade di stelle nere minaccia di divorar il mio campo visivo, ma sorreggendomi allo stipite evito di cadere. Una gnoma corpulenta, ma snella secondo i canoni della sua razza, è affacciata a quella che sembra una botola. Mi accosto a lei, annunciando la mia presenza con dei passi più pesanti di come li farei altrimenti <Salve...suppongo che siate Voi, quella che devo ringraziare se sono ancora viva> la Gnoma si volta con un sorriso, una ruga di preoccupazione sulla fronte. <Che ne è di Nedved?> domando, prima che l'ennesimo capogiro tenti di farmi lo sgambetto. La Gnoma corre e mi impone di sedermi, accostandomi una sedia un po' troppo piccola ma dall'aria robusta. Mi accomodo riluttante e accetto la tisana curativa che mi offre in una bella tazza decorata. L'odore è decisamente sgradevole e non sono del tutto sicura di dovermi fidare. Ma del resto, se avesse voluto uccidermi , avrebbe potuto benissimo farlo mentre ero incosciente. Affero la tazza e la svuoto in un sorso, lo sguardo perso verso la botola. Mi mordo il labbro infieriore, preoccupata per la sorte degli altri. Dove sono? E quanto ci mettrerà questa tisana a far scemare la febbre?