di SeanMacMalcom » 10/12/2009, 21:14
[Cam]
Ascolto la giovane elfo, ascolto l'impavido nano e, nel contempo, ascolto anche Gec della Città Murata, umana, certo, e pur non vincolata come molti altri suo simili a limiti della propria mortalità, alla fretta chiassosa di una vita troppo breve per aver possibilità di maturare reale consapevolezza sull'esistenza e sulla natura dell'intero Creato.
Alla fine, chinando il capo in segno di assenso, torno a offrire nuovamente la mia voce, a beneficio di coloro che ancora potrebbero non aver colto il senso di parole inespresse.
«Per coloro i quali necessitano riparo, le nostre dimore diverranno loro.» enunciò, con tranquillità «Per coloro i quali necessitano cure, la nostre premure diverranno loro. Per coloro i quali, poi, nulla desiderano, nulla sarà imposto loro.» in ultimo e chiaro riferimento all'opinione del nano.
«Non abbiate dubbi per il fato del vostro compagno di ventura: la lama di Zara è certamente impietosa, ma la Natura, suo contrario, non è mai avara di compassione.» proseguò poi, con motivata certezza, nel muovermi fino al mutaforma, chinandomi sul suo corpo esanime e facendomene carico, senza fatica, senza affanno, come non sarebbe del resto stato neanche per un peso maggiore rispetto a quello.
Stringo quella creatura a me, cercando la musica del suo stesso animo, le note donate dalla Natura a ogni essere, mortale e immortale, e caratterizzanti l'intero destino del medesimo, qual singolo suono, semplice strumento, all'interno di un'immensa corale, una maestosa sinfonia chiamata Universo.
Altri, più anziani di me, più saggi di me, pur delineando il medesimo significato con diversi significanti, avrebbero saputo trovare più rapidamente quella che io definisco musica, quelle che io chiamo note nel limite pur proprio della mia mente, di un intelletto ancor giovane nel confronto schiacciante con l'Infinito e con l'Eternità. Ma, fortunatamente, riesco alfine a raggiungere la dolce melodia propria di quel mutaforma, sfiorandola con le note del mio animo e, in questo, offrendole la mia energia, facendole dono della mia forza a sostegno di una vita altrimenti posta in dubbio.
«Guarirà.» dichiarò verso il gruppo, sorridendo.