30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi Il Prenna » 14/01/2017, 14:32

Io quando ho copiato il messaggio lo ho detto che mi sono preso la libertà di riportarlo tale e quale di qua e che se vuole passare è la benvenuta... vedremo...
In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto.
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi AlessiaMonfreina » 24/01/2017, 10:15

Buongiorno a tutti,

come vedete finalmente sono riuscita a trovare la strada per la Locanda!

Mi sto ancora un po' aggirando fra i tavoli per orientarmi, ma nel frattempo sono passata di qui a salutarvi direttamente e a ringraziarvi ancora per aver letto i miei racconti (oltre che per l'invito ad unirmi al forum)!

Un saluto a tutti

Alessia
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi Il Prenna » 24/01/2017, 14:51

Inizio a darti il benvenuto!
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi AlessiaMonfreina » 03/02/2017, 10:22

Una delle cose più interessanti che sto scoprendo nella mia veste di autrice è la varietà dei gusti dei lettori...
Non vorrei dire una banalità, ma finché si è un semplice lettore non lo si coglie così chiaramente: sembra sempre che un libro che ti piace debba piacere a tutti e che sia bello in modo "oggettivo", e sembra impossibile che lo stesso testo dia adito a valutazioni diametralmente opposte (a parte alcuni casi eccezionali e discussi che generano magari un rapporto di amore/odio).
Se poi i testi li hai scritti tu, è naturale che tu abbia delle preferenze e delle opinioni sulle tue opere, e ti sembra scontato che i pareri degli autori riflettano le tue preferenze. Tra i tre racconti pubblicati nel libro, ad esempio, non mi aspetterei mai che qualcuno mettesse "La maga della luna" al primo posto, perché io stessa lo metterei all'ultimo, visto che è un racconto giovanile e che, dopo averlo corretto e stracorretto, mi sono decisa a pubblicarlo insieme agli altri solo perché è il primo, serve a presentare i personaggi e a fornire la base di alcuni avvenimenti dei racconti successivi. Allo stesso modo considero "Il rivale" una delle mie migliori produzioni (anche calcolando tutti i racconti inediti, che sono lì in attesa di essere diffusi...), mentre "Lo specchio del silenzio" non è nella mia top 3 delle preferenze (sempre calcolando tutti i racconti, che sono una decina): pure lui corretto e stracorretto, è il terzo che ho scritto in assoluto (il secondo, "La torre sul mare", non verrà mai pubblicato) e mi pare di aver scritto molto di meglio in seguito. "Il rivale", invece, sta lì per cronologia interna dei racconti, ma in realtà l'ho scritto molto più di recente (penso per settimo od ottavo...), infilandolo in una serie già costruita e con personaggi che ormai padroneggiavo alla perfezione. Motivo per cui mi sembra scontato che sia il racconto del libro che piace di più a tutti.
Ieri sono stata molto incuriosita dal fatto che l'ultima recensione della Maga su Anobii (di per sé positiva) si sia mossa invece in modo opposto a quella di IlPrenna: a parte il giudizio sul primo racconto, che con qualche sfumatura coincide nelle due recensioni, "Il rivale" è stato per Prenna il racconto che ha alzato il livello di tutto il libro, per Alessandro (l'autore dell'ultima recensione) quello che lo ha abbassato. La cosa è stata stimolante perché mi ha scosso dalle mie certezze (di cui sopra) e mi ha portato ad interrogarmi su come il racconto si distingua nettamente dagli altri: evidentemente questo distinguersi può piacere molto o non piacere affatto, a prescindere da valutazioni tecniche. Però sono rimasta colpita perché, mentre la recensione di Prenna rispecchia perfettamente il giudizio che anch'io darei dei miei racconti (conoscendone anche la genesi), non mi aspettavo un podio diverso e mi sembrava che tra "Il rivale" e "Lo specchio del silenzio" non ci fosse storia! :lol: :lol: :lol:
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi gio » 03/02/2017, 23:44

Eccomi, non ho letto il messaggio di Alessia perché non so se magari conteneva spoiler, in ogni caso prima preferisco finire il terzo racconto!

Sono passata di qui per aggiornare le mie impressioni. Ho letto il secondo racconto e devo dire che è stata una lettura piacevole, mi ha convinto più del primo. E' ben raccontato, ci sono personaggi simpatici e belle ambientazioni. La scrittura non si sofferma mai tanto sui sentimenti, sulla psicologia dei vari personaggi, ma immagino sia una scelta, l'autrice ci racconta essenzialmente i fatti (o almeno, questa è la mia impressione). La storia scorre e stasera inizio molto volentieri Il rivale!
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi AlessiaMonfreina » 04/02/2017, 10:42

gio ha scritto:Eccomi, non ho letto il messaggio di Alessia perché non so se magari conteneva spoiler, in ogni caso prima preferisco finire il terzo racconto!

Sono passata di qui per aggiornare le mie impressioni. Ho letto il secondo racconto e devo dire che è stata una lettura piacevole, mi ha convinto più del primo. E' ben raccontato, ci sono personaggi simpatici e belle ambientazioni. La scrittura non si sofferma mai tanto sui sentimenti, sulla psicologia dei vari personaggi, ma immagino sia una scelta, l'autrice ci racconta essenzialmente i fatti (o almeno, questa è la mia impressione). La storia scorre e stasera inizio molto volentieri Il rivale!


Grazie Gio!
Il mio commento non conteneva spoiler ma forse è meglio comunque che tu lo legga dopo aver finito, così non rischio di influenzarti! :mrgreen:
Su tutti i commenti di Prenna e tuoi, che mi stanno dando un sacco di spunti, vi scriverò magari qualcosa alla fine, terminata tutta la catena!
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi Il Prenna » 04/02/2017, 11:26

Alessia ho letto il tuo commento e sono d'accordo con te. Un libro non può piacere a tutti perché piace a me, e allo stesso modo i tuoi racconti possono ottenere feedback diversi a seconda delle persone.

Io mi ritengo un lettore onnivoro, anche se a volte leggo delle cose che non sono proprio nelle mie corde, ma capisco che i miei gusti non possono essere universali...

A me è piaciuto tanto "Il rivale" per due grossi principali:

- la magia rimane, ma non ha quella capacità di risolvere tutto che spesso si incontra in un fantasy
- la storia è strutturata come un giallo ben congegnato, con gli incastri al posto giusto e la giusta suspense.

Dato che i miei generi preferiti sono fantasy, fantascienza e gialli, un racconto che ne prende due su tre entra decisamente in risonanza con me, ma sono consapevole che se uno ama il fantasy ma odia i gialli, "Il rivale" non potrà mai piacerli di più di una classica avventura di cappa e spada, come "lo specchio del silenzio".

Poi personalmente mi piace che un autore cambi un po' il suo modo di scrivere e di raccontare, anche se a volte è davvero rischioso, ma preferisco un rischio a un brodino riscaldato :)
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi gio » 04/02/2017, 11:29

Il Rivale iniziato e... terminato. Immagino si capisca se mi è piaciuto :)
Allora il terzo racconto è quello che ho apprezzato di più. E' quello che mi ha tenuto incollata alla pagina fino a tardi, per arrivare al suo giusto lieto fine.

attenzione spoiler...


In questo racconto i personaggi nuovi mi sono sembrati delineati meglio, sono molto ben caratterizzati, il re, la principessa, il capitano delle guardie, il giovane prepotente. Poche pennellate che ci regalano il personaggio, ce lo fanno capire e amare/odiare chiaramente. Per quanto riguarda i protagonisti principali, be'... finalmente si scoprono le carte e i sentimenti che immagino siano nati sin dal primo racconto vengono dichiarati.
La vicenda narrata è semplice, ma è raccontata bene, per cui si legge d'un fiato e volentieri.

Ho letto ora il commento di Alessia a proposito delle diverse opinioni dei lettori. Mi sono chiesta anche io come poteva non essere piaciuto il Rivale, e l'unica spiegazione che mi sono data è che forse per un appassionato di fantasy il terzo racconto manca un po' di elementi fantasy. Nella storia dello specchio di ghiaccio ci sono creature fantastiche, spiriti, molta magia, ambientazioni da fiaba, il terzo racconto invece starebbe in piedi benissimo anche se non fosse un fantasy, tranne un breve ricorso alla magia per interrogare Arne, infatti, non ci sono altri elementi strettamente fantastici. Forse è quello che potrebbe non convincere un super appassionato di fantasy?
Personalmente, pur amando molto il fantasy, sono stata felicissima di leggere Il rivale così com'era, oltre ad essere scorrevole, a livello di scrittura e di stile mi è sembrato indiscutibilmente superiore.
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi AlessiaMonfreina » 04/02/2017, 18:07

Buongiorno a tutti!
Grazie Gio e grazie ancora a tutti per i vostri pareri! :)

Aggiungo alle vostre riflessioni alcune considerazioni mie sulla scorta delle vostre osservazioni:

Io ho terminato il primo racconto e posso dire che l'idea, la storia in sè non mi spiace. Non è un'idea nuovissima, ma va bene così, la giovane maga ha carattere e si segue volentieri per vedere se riesce a riconquistare il regno.

Il primo racconto mi è risultato davvero ostico... Intendiamoci si inizia nella migliore tradizione del fantasy, con un cattivone che prende il potere sterminando la famiglia reale, una profezia oscura, un sopravvissuto che tornerà per vendetta...


Questa scarsa originalità è evidentemente uno dei maggiori problemi di questo mio primo racconto, scritto a vent'anni e sotto la forte influenza di libri come Il signore degli anelli e la saga di Shannara... Non per niente il vecchio Adamante è un chiaro omaggio a Gandalf, :ugeek: così come ripresi dalla tradizione sono il viaggio, la profezia, la figura dell'antagonista ecc. Unici elementi di originalità sono (ritengo) i ruoli che ho gestito un po' diversamente... volevo una maga e non una principessa guerriera o altro. Diciamo che, attualmente, la storiella ha più che altro la funzione di introdurre personaggi e ambientazione, oltre che trattare di alcuni fatti (la tirannia di Eubetius e i suoi delitti) che serviranno come premesse di racconti successivi.

Ecco, il finale non mi ha convinto. No. Il negromante doveva essere potente e sufficientemente astuto per conquistarsi un regno come ha fatto e conservarlo per tanti anni, ma poi si fa sconfiggere così... in un niente, da una maga che immagino fosse meno potente di lui, ma soprattutto... le guardie? Il mago mi pare avesse potenziato le difese sapendo che lei stava arrivando, come hanno conquistato il castello una manciata di ribelli contro tanti soldati? Non so, non mi ha convinto. Mi è parso tutto troppo facile.


Poi passano vent'anni nei quali il cattivone può fare il bello e cattivo tempo e alla fine di tutto questo una straniera (e non solo una straniera, ma colei che la profezia indica come unico essere vivente in grado di mettere il bastone tra le ruote al cattivo) riesce a girare per mezzo regno senza colpo ferire prima di venir ripresa come una scolaretta da uno sconosciuto in un vicolo (di solito gente di quella risma ha metodi molto più spicci...)
Poi è incredibile non incontra difficoltà di sorte... si presenta un problema e bam soluzione, il primo incontro in terra straniera si rivela essere una spalla e amico fidato, con i contatti giusti nella resistenza... lo scontro con lo stregone è quasi disarmante nella sua semplicità... insomma come sommo cattivo lascia alquanto a desiderare.... non si capisce ha complottato per anni per avere il potere, ha ucciso e fatto uccidere tanta gente e poi dalla decisione di non uccidere di persona Selene con lei non ne imbrocca una, diciamo che si è meritato la fine che ha fatto.


Queste che giustamente notate sono debolezze interne alla struttura del racconto, che le successive revisioni hanno migliorato, ma non risolto del tutto. Essendo il primo racconto da me scritto, non avevo ancora le idee molto chiare: :roll: :?: in seguito ho costruito un mondo con le sue leggi e i suoi personaggi, preparando prima della scrittura degli schemini con gli intrecci, appuntando le caratteristiche dei personaggi, facendomi mappe di castelli e luoghi, calcolando le distanze e i tempi dei viaggi, stabilendo l’ordinamento e gli apparati degli stati che descrivo, costruendo cronologie...
Allora invece ho scritto di getto sulla base di un’idea, per di più ancora un po’ vaga e con personaggi nuovi, che non conoscevo/pianificavo ancora del tutto. Del resto non pensavo affatto di costruirci su una saga...
Attualmente il racconto ha per me un valore un po’ affettivo, ma riconosco i suoi limiti. Le modifiche apportate hanno riguardato in particolare due punti: - la resistenza, che prima era praticamente assente; (è vero, è una strana coincidenza che Arne ne faccia parte, ma meglio così piuttosto che lasciare Arne e Selene da soli, con il solo aiuto delle creature magiche, contro le guardie...); la presenza dei ribelli, sommata a quella delle creature magiche, rende un pelo più convincente la battaglia con le guardie, che in ogni caso non sono sconfitte da loro, ma fuggono solo dopo la fine di Eubetius (e si può supporre che l’evocazione dell’Esercito Furioso da parte del negromante abbia spaventato anche qualcuno di loro, spingendolo a cercare aria migliore :mrgreen: :mrgreen: :twisted: ). - La seconda modifica ha interessato il finale, che prima era troppo affrettato. Per quanto riguarda la potenza di Eubetius e il suo duello con Selene, è con l’ultima modifica che la donna è diventata, sostanzialmente, potente quanto il negromante. Mi rendo conto che ciò non è del tutto credibile, o per lo meno il lettore non se lo aspetta. Nella versione precedente, Eubetius era davvero più potente e metteva Selene in seri guai, da cui la donna usciva solo con l’aiuto del suo medaglione, che originariamente era un talismano magico anti-magia oscura. Insomma, il medaglione faceva da deus ex machina. Ora, ho deciso di modificare il finale e lasciare che Selene sconfiggesse Eubetius con le sue sole forze perché le debolezze di questa soluzione mi sembravano sempre minori della presenza di un oggetto-risolvi-tutto-che-guarda-caso-la-madre-ha-affidato-a-Selene: un oggetto che a volte funzionava, a volte no (perché non ha salvato Clivia, ad esempio?), e che nei racconti successivi diventava addirittura scomodo, perché impediva la costruzione di trame con difficoltà magiche (perché, ad esempio, il medaglione avrebbe funzionato contro Eubetius, ma non contro la Signora del Silenzio?). Così ho deciso di farne un oggetto non magico e di rendere Selene più dotta, preparata e potente, anche se questo toglie (molta) suspense.
Sul tale nel vicolo, effettivamente ora che ci penso sarebbe stato meglio far arrivare Arne qualche minuto prima, sorprendendo l’aggressore, che sarebbe stato così disturbato e si sarebbe dileguato prima di far fuori Selene. (Mumble) :roll: :?: :roll:

Il secondo racconto è più carino, ci sono più personaggi giocanti e le difficoltà dell'avventura iniziano a farsi sentire... mi sono perso un po' per strada con il passare del tempo e tenere i vari fili allo stesso livello, ma la storia prendere ritmo e spessore, i personaggi secondari assumo una forma più convincente e i colpi di scena si incastrano nella storia dando vita un racconto piacevole.


Ho letto il secondo racconto e devo dire che è stata una lettura piacevole, mi ha convinto più del primo. E' ben raccontato, ci sono personaggi simpatici e belle ambientazioni. La scrittura non si sofferma mai tanto sui sentimenti, sulla psicologia dei vari personaggi, ma immagino sia una scelta, l'autrice ci racconta essenzialmente i fatti (o almeno, questa è la mia impressione). La storia scorre e stasera inizio molto volentieri Il rivale!


Qui l’unico commento che mi sento di fare è: “Bene!” :lol: :lol: :lol: Scherzi a parte, lo Specchio del Silenzio non è tra i miei preferiti in assoluto, ma certamente è più originale (anche se, in controluce, si nota l’influenza della “Regina delle nevi”, una delle mie fiabe preferite). Anche lui corretto più volte, ma in questo caso le revisioni hanno dato frutti migliori. Le ambientazioni rimangono molto fantasiose e, a quel tempo, ero davvero prodiga di personaggi strani e fantastici (lupi parlanti, folletti, chimere...). Nel tempo è un lato che ho un po’ lasciato per strada. Sui sentimenti e sulla psicologia, è vero quanto noti, Gio. Diciamo che la mia scrittura consiste sempre più di fatti che di scavi psicologici, preferisco far sì che il carattere dei personaggi emerga dalle loro azioni e dai loro discorsi più che dai loro rimuginamenti. In più ho sempre avuto una certa diffidenza per una scrittura che si soffermi troppo sui sentimenti (in particolare quelli amorosi). :| :? Ho sempre avuto il terrore di cadere nel patetico o nello smanceroso. Le smancerie, poi, proprio non mi piacciono. Quando ho scritto i primi racconti, questo lato era pure più pronunciato, anche perché i personaggi erano ancora poco caratterizzati. In seguito ho saputo soffermarmi maggiormente sulla psicologia e costruire racconti in cui il lato emotivo è molto importante, ma è qualcosa che ho imparato col tempo.

Il terzo devo dire che è il mio preferito, sia perché la magia passa in secondo piano e la protagonista si trova costretta a trovare soluzioni ai problemi come tutti i comuni mortali, sia perché tutta la storia, costruita come un giallo, spinge davvero a divorare le pagine e poi finalmente i due protagonisti ammettono a loro stessi quello che era chiaro a tutti dopo circa venti parole dal loro incontro... si sono innamorati e due racconti e mezzo di amici e confidenti e consiglieri iniziavano davvero a stancare


A me è piaciuto tanto "Il rivale" per due grossi principali:
- la magia rimane, ma non ha quella capacità di risolvere tutto che spesso si incontra in un fantasy
- la storia è strutturata come un giallo ben congegnato, con gli incastri al posto giusto e la giusta suspense.


Il Rivale iniziato e... terminato. Immagino si capisca se mi è piaciuto
Allora il terzo racconto è quello che ho apprezzato di più. E' quello che mi ha tenuto incollata alla pagina fino a tardi, per arrivare al suo giusto lieto fine.
In questo racconto i personaggi nuovi mi sono sembrati delineati meglio, sono molto ben caratterizzati, il re, la principessa, il capitano delle guardie, il giovane prepotente. Poche pennellate che ci regalano il personaggio, ce lo fanno capire e amare/odiare chiaramente. Per quanto riguarda i protagonisti principali, be'... finalmente si scoprono le carte e i sentimenti che immagino siano nati sin dal primo racconto vengono dichiarati.
La vicenda narrata è semplice, ma è raccontata bene, per cui si legge d'un fiato e volentieri. (...) Personalmente, pur amando molto il fantasy, sono stata felicissima di leggere Il rivale così com'era, oltre ad essere scorrevole, a livello di scrittura e di stile mi è sembrato indiscutibilmente superiore.


Qui inserisco un altro “bene”! :P Il rivale è tra i miei preferiti in assoluto ed è una mia produzione molto più recente. Mi piace sostanzialmente per gli stessi motivi che cita Prenna: siccome anch’io sono un’amante dei gialli, sposare il fantasy e il giallo mi ha divertito assai; in più la magia perde quel ruolo di deus ex machina che, quando si esagera, diventa poco credibile e fastidioso. In più mi sono divertita con qualche opportuna dose di sano umorismo, perché nel tempo ho anche imparato a ironizzare sui miei personaggi e sulle storie, il che aiuta a “sdrammatizzare” e ad alleggerire ogni tanto il tono della scrittura. Infine, ero riuscita a fare un buon lavoro con i personaggi di contorno (l’odiosissimo re Onorius è uno dei miei “antagonisti” preferiti in assoluto :twisted: ).
Quanto alla storia d’amore, ehm ehm... :oops: :oops: :oops: Questo racconto è nato anche per spiegare un po’ meglio, a distanza di anni, un “buco” che avevo lasciato nella serie, perché, per la mia idiosincrasia per le storie amorose, non avevo mai avuto il coraggio di scrivere come Selene ed Arne si fossero innamorati. (O, meglio, come si fossero dichiarati: perché, se nel primo racconto può rimanere qualche dubbio, nel secondo è abbastanza evidente per il lettore che cosa i due provino, pur non avendo il coraggio di dirselo a vicenda...) Così si passava dallo Specchio del Silenzio al racconto successivo, “Il Lupo Nero”, e si passava contemporaneamente da due che non si erano dichiarati proprio niente a due che stavano insieme... E il lettore si chiedeva “Mi sono perso qualcosa?” :?:
Ora, quale modo migliore, per spingere il povero Arne a dichiararsi, di introdurre sulla scena un rivale coi fiocchi e controfiocchi? :twisted:
Il resto della storia è venuto da sé.
Tra l’altro questo racconto dimostra come, nel tempo, abbia spostato molto il baricentro dal personaggio di Selene (assolutamente centrale nelle prime storie) ad Arne, che ne passa di tutti i colori ma è in assoluto il mio personaggio preferito. Ogni tanto mi sento pure un po’ in colpa... :cry:

Poi personalmente mi piace che un autore cambi un po' il suo modo di scrivere e di raccontare, anche se a volte è davvero rischioso, ma preferisco un rischio a un brodino riscaldato


D’accordo al 100%. Motivo per cui ho spinto le mie sperimentazioni anche verso altre ibridazioni (non la fantascienza, però. E neanche i libri di cucina). :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Mi sono chiesta anche io come poteva non essere piaciuto il Rivale, e l'unica spiegazione che mi sono data è che forse per un appassionato di fantasy il terzo racconto manca un po' di elementi fantasy. Nella storia dello specchio di ghiaccio ci sono creature fantastiche, spiriti, molta magia, ambientazioni da fiaba, il terzo racconto invece starebbe in piedi benissimo anche se non fosse un fantasy, tranne un breve ricorso alla magia per interrogare Arne, infatti, non ci sono altri elementi strettamente fantastici. Forse è quello che potrebbe non convincere un super appassionato di fantasy?


Penso proprio di sì. Per lo stesso motivo, a due persone diverse potrebbe piacere tantissimo o pochissimo un racconto fantasy senza lieto fine. Per alcuni, l’happy end è legge, nel fantasy. Anch’io sono tendenzialmente fra quelli, ma penso che un’eccezione sia sempre consentita! :twisted:
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi gio » 04/02/2017, 21:22

Diciamo che la mia scrittura consiste sempre più di fatti che di scavi psicologici, preferisco far sì che il carattere dei personaggi emerga dalle loro azioni e dai loro discorsi più che dai loro rimuginamenti. In più ho sempre avuto una certa diffidenza per una scrittura che si soffermi troppo sui sentimenti (in particolare quelli amorosi)


Sì infatti avevo capito :)
Grazie Alessia per questo bello scambio, mi ha fatto piacere leggere le tue spiegazioni sulla nascita e l'evoluzione dei racconti!
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi AlessiaMonfreina » 05/02/2017, 10:23

Piacere mio, Gio :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Peraltro, vi dovevo anche questa...
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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi AlessiaMonfreina » 05/02/2017, 11:17

E questa :mrgreen:

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Re: 30. La maga di Reinkar di Alessia Francone

Messaggiodi gio » 05/02/2017, 13:04

belle! le hai fatte tu?

Il Regno di Reinkar l'avevo immaginato abbastanza bene, brava vuol dire che hai descritto bene i vari passaggi ;)
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