L'Orsa

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L'Orsa

Messaggiodi demon black » 16/09/2010, 14:45

FIABA


Si racconta che c'era una volta il re di Roccapalumba che aveva una sposa perfettamente bella. Ma quando era ancora nel fiore degli anni la regina si ammalò tanto gravemente che nessuno riuscì a guarirla, e sentendo che la sua ora era arrivata chiamò il re e gli disse:
"So che mi hai sempre amato con tutto il cuore, e ora che la mia vita finisce voglio l'ultima prova del tuo amore: promettimi che non ti risposerai mai se non trovi una donna bella come me, o ti giuro che ti odierò anche nell'altro mondo".
Il re, che le voleva un bene inimmaginabile, sentendo il suo ultimo desiderio scoppiò in pianto, e per un bel pezzo non riuscì a pronunciare una parola. Alla fine, interrompendo il suo lamento, le disse:
"Piuttosto che risposarmi, voglio che il fulmine mi incenerisca, meglio essere trafitto da una spada, meglio essere sbranato dalle bestie feroci. Sai tesoro mio, nemmeno in sogno potrei amare un'altra donna, perché tu mi hai fatto innamorare la prima volta, e tutto il mio amore morirà con te".
Mentre diceva queste parole, la moglie stava già rantolando, poi rigirò gli occhi e rimase secca.
Il re, vedendo che se ne era andata, lasciò andare le lacrime e si mise a gridare, quelli che erano nel palazzo accorrevano e vedevano il re che si strappava i peli della barba, chiamando per nome la sua povera sposa, maledicendo il destino che gliela aveva rubata e le stelle che gli avevano mandato questa disgrazia.
Ma morto un papa se ne fa un altro, e poco tempo dopo il re cominciò a dire fra sé e sé:
"Dunque, ora mi è morta la moglie e sono restato vedovo. Sono solo con questa povera bambina che mi ha lasciato e non ho neanche un figlio maschio, dovrei fare in modo di avere un erede, ma dove la vado a cercare la donna che mi ci vuole? E dove si potrebbe trovare una bella come quella che mi è morta? Ora sì che sono nei pasticci! Con quella promessa mi ha messo in un labirinto dal quale non potrò mai uscire, povero me! Ma non è giusto che io rinunci prima di provare, via, è mai possibile che in tutto il mondo non ci sia una donna che possa prendere il posto di mia moglie? Perché dovrei rinunciare a vivere, con tutte le donne che ci sono dappertutto?".
Così dicendo fece subito pubblicare un bando, col quale ordinava che tutte le donne belle del mondo venissero da lui per una gara, la più bella sarebbe diventata sua sposa e regina di Roccapalumba. La notizia si diffuse dappertutto e tutte le donne vennero a tentare la fortuna, anche le più brutte, perché quando si parla di bellezza non c'è donna che si tiri indietro, arrivano anche le più brutte e racchie, e se lo specchio riflette una figura storta dicono che lo specchio è sciupato.
Il re le fece mettere in fila e camminando le guardava come il Gran Turco quando entra nel serraglio per scegliere la scarpa per il suo piede; andava in su e in giù tutto agitato, adocchiandone una e squadrandone un'altra, questa gli sembrava troppo bassa, quella spilungona, una aveva il naso schiacciato, l'altra le labbra troppo grosse, quella era grassa e questa troppo secca, una era troppo seria e un'altra pareva sciocca, avevano la pelle troppo scura o i capelli sbiaditi, troppo pallore o troppo rosso.



Alla fine le rimandò via tutte, chi per un difetto e chi per un altro, e disperando di trovarne una davvero bella era deciso a farla finita, quando incontrò sua figlia per le scale, e si disse:
"Ma cosa speravo di trovare in giro per il mondo, se mia figlia Preziosa è bella proprio come la sua mamma? Ho questa meraviglia qui a palazzo e andavo a cercarla lontano!".
Disse subito a sua figlia quello che pensava e si prese una sfuriata piena di sdegno. Allora si arrabbiò e disse:
"Rimetti la lingua tra i denti e non provarti a discutere la mia volontà, stasera io e te ci sposiamo, e se ti rifiuti finirai a pezzettini".
Quando Preziosa sentì qual era la volontà di suo padre si chiuse in camera disperata, e si mise a piangere graffiandosi e strappandosi i capelli, finché arrivò una vecchietta che vendeva i profumi, e trovandola fuori di sé, dopo aver saputo cosa le era successo, disse:
"Sta' di buon animo, bambina mia, non disperarti, perché non c'è male al quale non si possa trovare un rimedio, fuorché la morte. Ora ascolta: quando tuo padre, che è diventato un asino, verrà in camera tua per fare lo stallone, mettiti in bocca questo steccolino, e immediatamente ti trasformerai in un'orsa; allora scappa, perché lui s'impaurirà e ti lascerà fuggire, e va' diritto nel bosco, dove è nascosta la tua fortuna. E quando vuoi mostrarti fanciulla, come sei e resterai sempre, basta che ti levi lo steccolino di bocca e tornerai alla tua vera forma".
Preziosa, dopo aver abbracciato la vecchia e averla ricompensata con generosità, la mandò via; quando venne la sera il re fece venire i suonatori, e invitò tutti i suoi nobili a una grande festa, ballarono per parecchie ore e poi si misero a tavola, e quando ebbero finito di mangiare e bere il re andò a letto. Ma appena ordinò a sua figlia di venire accanto a lui, Preziosa si mise lo steccolino in bocca, si trasformò immediatamente in un'orsa terribile e lo assalì. Il re atterrito da questo incantesimo si arrotolò dentro i materassi, e non mise fuori il naso nemmeno la mattina dopo.



Intanto Preziosa uscì fuori e prese la strada per il bosco, tanto fitto che non c'entrava mai un raggio di sole, dove stava a parlare dolcemente con gli altri animali, finché un giorno venne a caccia in quelle terre il figlio del re di Acquedolci, che quando vide questa orsa quasi morì dallo spavento. Ma accorgendosi che questo animale tutto festoso si accucciava, dondolava la coda come un canino, e gli veniva dietro, si sentì riavere, e facendogli le carezze, dicendogli 'cuccia cuccia, micio micio, titti, fufi, ciccia ciccia, puccino, vieni vieni', se la portò a casa, e ordinò che la trattassero con tutti i riguardi, come facevano con lui stesso, facendola stare in un giardino accanto al palazzo reale, per potersela guardare da una finestra quando ne aveva voglia.
Una volta che tutti erano usciti dalla casa e il principe era rimasto solo, si affacciò per vedere l'orsa e vide Preziosa, che per curare i suoi capelli, dopo esservi levata lo steccolino di bocca, si pettinava le trecce d'oro. Per questo, vedendo una bellezza inimmaginabile rimase tutto sconvolto, poi si buttò per le scale e corse nel giardino. Ma Preziosa, accorgendosi dell'assalto, s'infilò lo steccolo in bocca e tornò com'era prima.
Arrivato giù il principe, non trovando quello che aveva visto da sopra, se la prese tanto per questo scherzo che gli venne una grande malinconia, in pochi giorni cadde ammalato, e diceva sempre:
"Orsa mia, orsa mia!".
La madre, che sentì questo suo lamento, immaginò che l'orsa gli avesse fatto qualcosa di male, e diede ordine che venisse uccisa. Ma i servitori, affezionati a lei perché era così buona e mansueta che conquistava tutti, non ebbero cuore di macellalarla e la portarono nel bosco, mentre dissero alla regina che l'avevano uccisa.



Quando questa notizia arrivò alle orecchie del principe gridò cose da non credersi, si levò dal letto e voleva fare una strage di servitori; e dopo aver saputo da loro com'erano andate le cose saltò sul cavallo e correndo come un pazzo girò tanto e tanto cercò che riuscì a trovarla, se la riportò a casa, la fece entrare in una stanza e le disse:
"O bel bocconcino da re, che stai rifugiato in questa pelle! Perché mi hai fatto le feste e mi hai seguito, per vedermi cadere malato e consumato di malinconia? Io muoio disperato, confuso e allucinato dalla tua bellezza, guarda come sono pallido, sono ridotto pelle e ossa perché il desiderio di te mi consuma tutto. Ti supplico, levati questa coperta pelosa, fammi vedere la tua pelle splendente, scosta la tenda di pelliccia e vieni fuori, meravigliosa fanciulla! Chi è stato che ha imprigionato in un baule di duro cuoio la tua tenerezza? Rivelati a me e scopri il mio cuore, non ho altro desiderio che te al mondo".
Ma dopo aver parlato tanto, non ricevendo nemmeno un piccolo cenno di risposta, si ributtò a letto, gli venne un brutto male, e i medici dissero che forse non c'era più nulla da fare. La mamma, che non aveva altro che lui, seduta accanto al letto gli disse:
"Figlio mio, da dove viene questa disperazione furiosa? che cos'è questa nera malinconia che ti prende? Tu sei giovane, sei amato, sei grande, sei ricco: cosa ti manca, figlio mio? parla, a chi non bussa non si apre la porta. Se vuoi una sposa, tu la scegli e io la procuro, tu compri e io pago. Non vedi che il tuo male fa male anche a me? Se il tuo polso batte forte, a me viene il batticuore, se bruci di febbre io mi sento andare in fumo il cervello, perché ho solo te nella vita. E allora sta' contento e accontentami, questo regno senza te è perduto, il nostro casato finisce e io son disperata".
Il principe, sentendo queste parole, disse:
"Nessuna cosa mi può dar conforto se non la vista dell'orsa. Perciò se mi vuoi vedere star bene, falla stare in questa stanza, e non voglio che nessun altro pensi a me e mi faccia il letto e da mangiare, solo lei e lei sola, e di certo con questo piacere guarirò in quattro balletti".
La mamma, pur sembrandole uno sproposito che l'orsa facesse la cuoca e la cameriera e pensando che suo figlio aveva perso la testa, volle accontentarlo e la fece venire. E lei, avvicinatasi al letto del principe, alzò la zampa e toccò il polso del malato, cosa che terrorizzò la regina, convinta che da un momento all'altro gli avrebbe sbranato il naso.
Ma quando il principe disse all'orsa:
"Puccina mia, non vuoi cucinare per me e darmi da mangiare e farmi le cose?", lei abbassò il capo facendo capire che accettava.
Allora la regina ordinò che portassero un po' di galline e che accendessero il fuoco nel camino della camera per far bollire l'acqua. L'orsa prese in mano una gallina, la scottò e la spennò con garbo, e dopo averla svuotata ne infilò una parte nello spiedo e con l'altra parte preparò un bel gratinato, che il principe, al quale non riuscivano a far inghiottire nemmeno lo zucchero, mangiò tutto leccandosi le dita, e quando ebbe finito di mangiare l'orsa gli diede da bere con tanta grazia che la regina la volle baciare in fronte.
Fatto questo, mentre il principe era sceso a fare quella roba che guardano i medici per giudicare come sta il malato, l'orsa rifece subito il letto e, correndo in giardino, colse un bel mazzo di rose e fiori di cedrangolo e ce li sparse, tanto che la regina disse che questa orsa valeva un patrimonio, e che aveva proprio ragione suo figlio a volerle bene.
Ma il principe, vedendo con che cortesia lo serviva, sentì ravvivarsi il fuoco d'amore, e se prima si consumava piano piano, ora rischiava di finire in un colpo solo, e disse alla regina:
"Mamma, signora mia, se non do un bacio a questa orsa, rimango senza fiato!".
La regina, che lo vedeva perdere i sensi, disse:
"Bacialo, bacia, bell'animale mio, non vedi che questo povero figlio mio sta morendo?".
E come l'orsa si accostò, il principe dopo averla presa a pizzichini non si stancava di baciarla, e mentre stavano muso a muso non so come scappò lo steccolino dalla bocca a Preziosa e restò fra le braccia del principe la creatura più bella del mondo. E lui, tenendola stretta forte fra le braccia, le disse:
"Ti sei fatta acciuffare scoiattolina, non mi scappi più senza ragione!".
Preziosa, spandendo il colore della vergogna sulla sua naturale bellezza, gli disse:
"Sono già nelle tue mani, ti affido il mio onore e rifletti pensa e mettimi dove vuoi".
Alla regina che domandò chi era questa bella fanciulla e cosa l'aveva costretta a quella vita selvatica, lei raccontò per filo e per segno tutta la storia delle sue disgrazie; per questo la regina, lodandola perché era buona e onorata, disse al figlio che era felice che la sposasse.
E il principe, che non chiedeva nient'altro che questo dalla vita, le diede la fede, mentre la loro bellissima unione fu festeggiata in tutto il reame di Acquedolci, dove vissero felici per sempre.




di Gianbattista Basile
Un giorno senza un sorriso...è un giorno perso (Charlie Chaplin)
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