Le regole del narrar fantasy

[gio]

Ci sono delle regole per chi vuole raccontare fantasy?

Se sì quali?

Le regole limitano la fantasia o aiutano ad esprimerla al meglio?

[guidaharrypotter]

Le regole indubbiamente aiutano, ma c'è chi ne fa una prigione per se stessi e per gli altri, e il riferimento a certi blog che dissezionano i libri pensando di scrivere recensioni (che sono tutt'altra cosa) sono l'esempio di quanto solo l'inesperienza possa elevarle al rango di Tavole della Legge

[gio]

Concordo con il rischio di imprigionarsi da soli.
Personalmente credo che una certa consapevolezza (dell'esistenza delle regole e dei loro effetti) sia d'aiuto, ma poi sono per la libertà di gestione, rielaborazione, interpretazione personale delle regole.

[guidaharrypotter]

Concordo anch'io, pur tenendo fermo che le regole, prima di aggirarle, uno senz'altro le deve prima conoscere.

[guidaharrypotter]

[ La mia proposta voleva dare a intendere che mi piacerebbe parlare di regole della fiction nello specifico. Parlarne in generale è come non parlarne.

e parlarne nello specifico senza un testo davanti non è possibile. O quantomeno senza una domanda molto specifica su un argomento altrettanto specifico: che so sul punto di vista, sui dialoghi, sulla caratura dei personaggi...

PS Vedo che hai postato solo questo mex, non abbiamo avuto il piacere di una tua presentazione... Ti spiacerebbe provvedere?...

[gio]

Se avete un'idea chiara mi piacerebbe conoscerla

em dr Jack ti segnalo che detto così sembra quasi che tu lo metta in dubbio, sicuramente non era tua intenzione, ma non suonava benissimo

Secondo me, poichè - ti quoto - discutere in generale non ha senso, sarebbe utile, come sottolinea GuidaHP, portare degli esempi concreti, il tale scrittore e il tale brano, per valutare l'uso o meno delle regole e i risultati ottenuti.

Comunque, in astratto, vediamo cosa intendo per rielaborazione personale delle regole:

Punto di vista. Tutti sappiamo che una gestione ballerina del punto di vista - partire con Caio, passare al punto di vista di Tizio e poi ancora dirottare su Sempronio - risulta disturbante per il lettore e può rendere il testo di difficile comprensione. In generale, cambiare punto di vista all'interno della stessa scena, sarebbe da evitare (giusto?)
Però l'autore può scegliere una gestione diversa del punto di vista poichè in una scena lo ritiene necessario: esempio, i nostri eroi accerchiati dai nemici, l'autore immagina la cinepresa sulla spalla di Tizio, poi su quella di Caio, poi su quella di Tizio per dare l'idea del movimento, della concitazione, della frammentarietà della situazione stessa. Non un guazzabuglio eh, un passaggio della cinepresa da una spalla all'altra, effetto cinematografico.

Oppure Tizio e Caio discutono. Ma non è una discussione normale. Entrambi stanno dicendo bianco e intanto pensano nero. Se per il lettore è importante conoscere questo retroscena in questo esatto momento della storia, uno sdoppiamento del punto di vista è funzionale alla storia e il risultato è sensato (buon senso docet) e gradevole.

[dr Jack]

Rieccomi.

e parlarne nello specifico senza un testo davanti non è possibile.

Sono d'accordo, anche se il testo non è poi così necessario. In ogni caso se non rendiamo la discussione più specifica diventa inutile discutere.

Sono in disaccordo con la questione sul punto di vista.
1) creare un libro che continua a cambiare il PDV è completamente fuori luogo.
2) cambiare PDV dentro lo stesso paragrafo, o perfino nella stessa frase rende meno scorrevole il flusso della storia, uno scrittore dovrebbe riuscire a mostrare i sentimenti dell'altro tramite l'uso del linguaggio del corpo o inventarsi qualcosa di meglio che scrivere l'emozione dell'altro nuda e cruda
3) una frase con PDV onniscente in una storia con PDV personaggio in terza persona potrebbe forse FORSE andare bene...
4) rimane che cambiare PDV da un paragrafo all'altro è del tutto lecito.

[gio]

Sono in disaccordo con la questione sul punto di vista.
1) creare un libro che continua a cambiare il PDV è completamente fuori luogo.

su questo concordo, un libro in cui continua a cambiare il pdv non avrebbe senso e farebbe venire il mal di testa, io parlavo di una scena, un momento molto particolare. Secondo te non si potrebbe sperimentare un cambio di punto di vista per una scena particolare? Ad esempio appunto un combattimento?

La seconda osservazione invece la trovo molto interessante. non ci avevo pensato, sì utilizzando il linguaggio corporeo si può ottenere il risultato senza sdoppiare il punto di vista.

Una domanda sulle eccezioni: tu credi che in un romanzo sia permessa una deviazione ad esempio dalla regola del punto di vista, in un numero ristretto di occasioni? Diciamo 2 su 100, per dare un'idea della proporzione? O sarebbe in ogni caso sempre peggiorativo?

[dr Jack]

Secondo te non si potrebbe sperimentare un cambio di punto di vista per una scena particolare? Ad esempio appunto un combattimento?

Direi assolutamente no :p. Un combattimento è una fase troppo importante per fare scivoloni con il PDV. Qualsiasi sia questa cosa da mostrare penso che sia la creatività dello scrittore a dover trovare un modo migliore per trasmetterla in questo caso.

Una domanda sulle eccezioni: tu credi che in un romanzo sia permessa una deviazione ad esempio dalla regola del punto di vista, in un numero ristretto di occasioni? Diciamo 2 su 100, per dare un'idea della proporzione? O sarebbe in ogni caso sempre peggiorativo?

Prima di tutto dipende dal tipo di violazione. Poi dipende da DOVE la si inserisce. 2 su 100 è sicuramente troppo. 1 su un libro da 300 pagine A4 FORSE può non peggiorare il libro. Migliorarlo... bo', ma non me la sento di dire un NO secco.


Ho visto usare il PDV onniscente per una frase all'inizio di qualche storia che poi è diventata PDV terza persona... e mi è sembrato passabile, ma non sono ancora certo di accettarla come soluzione.

[gio]

ok, ho capito la tua posizione sul punto di vista.

Ora vorrei chiederti - e chiedere a tutti i viandanti - se hanno in mente degli autori che 'usano bene' lo SDT (show don't tell), cioè che sanno mostrarti, farti vedere, sentire, toccare, annusare la storia, anzichè raccontartela.

ci sono autori così tra le vostre letture?

[Il Prenna]

La storia dei punti di vista mi fa venire in mente una domanda... che ne dite del risultato delle "eterne" cronache del fuoco e del ghiaccio di martin?? Cioè mi spiego per chi non le avesse mai lette. La storia viene raccontata dai punti di vista dei singoli personaggi e può capitare che lo stesso fatto venga preso in considerazione dai due punti di vista (o più). Per esempio se uno scappa e l'altro lo insegue, martin racconta la fuga attraverso gli occhi del fuggitivo e poi la riracconta attraverso gli occhi del cacciatore. Devo dire che il risultato è carino!!

Per il mostrare e non raccontare credo che la prima cosa che mi viene in mente è tolkien, che è talmente in sintonia con il mio cervello che spesso vengo rapito dal libro!!

[claudia]

A proposito del punto di vista. Ho finito proprio ieri Il destino degli Eldowin, in cui il punto di vista cambia continuamente e in alcuni casi la stessa scena è raccontata da due punti di vista differenti, e addirittura ci sono continui slittamenti temporali, ma non ho incontrato particolari difficoltà nella lettura, né nel seguire la storia.

[Dubricius]

Fanasy ... fantasia. Per me non dovrebbero esserci limiti. Ovunque la fantasia porti e che sia ben scritto. Seguire determinate regole, secondo me, può creare una serie di libri fotocopia in cui cambiano i nomi dei personaggi ma le trame si somiglian tutte.
Quando leggo voglio esser sorpreso, non dire " ero sicuro che finiva così"