Wow ragazze, mi colpisce quando un libro viene molto criticato o molto osannato, vuol dire che cmq è un libro che trasmette molto nel bene o nel male, il che secondo me è un pregio e una premessa per un buon romanzo, a prescindere dal fatto che lo si possa trovare bellissimo od orribile
Io ho amato molto questa trilogia (anche se sono passati un bel pò di anni da quando l'ho letta e temo che dovrò rileggerla per esprimere un giudizio aggiornato e maturo ^_^) forse lo potete immaginare dal nick
quando la lessi rimasi molto colpita dal doppio binario in cui scrive pullman: il primo più superficiale, quello del romanzo di avventura accessibile anche ai ragazzi, e il secondo più filosofico quello tra le righe, accessibile agli adulti, ma che non inficia per me il gusto del romanzo, almeno nei primi due libri.
In effetti nel terzo romanzo forse ricordo anche io di aver pensato che avesse un pò esagerato, che le vicende le avesse un pò troppo allungate intorno a questa storia della polvere e della guerra... però nel terzo c'è una parte favolosa che io ho trovato davvero filosoficamente molto molto interessante
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però sono d'accordo sull'assurdità della storia d'amore tra due bambini, è vero che a 13 anni anche noi ci sentivamo già grandi ^_^, ma l'improvviso passaggio dal sodalizio che viene dall'aver condiviso favolose quanto terribili avventure all'innamoramento romantico nel romanzo è troppo repentino e lascia chiaramente temere che Pullman si sia scordato qualche passaggio (ricordo che tornai indietro a cercare riferimenti su quanto tempo fosse realmente passato nella storia per timore di essermi persa qualche anno XD). Non so se pensare che Pullman si sia scordato come era lui a 13 anni (nella realtà e non nell'immaginazione) e ha solo presente i giovani come li mostrano nel telefilm dove l'attore ha almeno 20 anni anche se interpreta un 15 enne ^^ o se ha fin troppo presente i giovani di oggi che a 12 e 13 anni già fumano, bevono e parlano come se avessero già vissuto una generazione di disillusioni o come potessero vivere in eterno senza prospettive....
Inoltre a me piace anche C.S.Lewis e ho amato molto anche le avventure di Narnia, benchè ripetto ad altri scrittori fantastici il suo mi sia sembrato più un esercizio di stile con il fantasy piuttosto che voler creare un molto reale alla Tolkien o alla Eragon per capirci, e sarà per questo che non ho trovato in alcun modo fastidioso il suo essere "di parte" cristiana nel raccontare le sue vicende, che sono chiaramente una metafora e mi è piaciuto soprattutto l'ironia (tipicamente inglese) di cui è permeato il libro, quasi nemmeno lui si volesse prendere tanto sul serio.
Non so nulla della diatriba intercorsa tra i due autori, ma verosimilmente potrebbe essere questo ad aver tanto infastidito Pullman che invece chiaramente dal suo stile di scrittura si prende molto sul serio e considera il mondo della Polvere come il luogo in cui vive la sua visione del mondo e della vita.