« L'uomo si illude di essere il fautore della propria vita, ma esistono elementi superiori che guidano e controllano il destino di ognuno di noi... ...chiamatele forze sovrannaturali oppure intervento divino, ciò che è certo è che le nostre azioni non sono il risultato del libero arbitrio... »
(Prologo)
Berserk è un manga scritto ed illustrato da Kentaro Miura. In Italia è pubblicato dalla Panini Comics: la prima edizione italiana risale all'agosto 1996 ed in seguito sono state pubblicate diverse ristampe che portano il nome di Berserk Collection, Maximum Berserk e Berserk Collection Serie Nera. Il successo di questo manga ha portato anche alla realizzazione di una serie anime per la televisione.
Le vicende si centrano su Gatsu, un guerriero maledetto costretto a vagare senza sosta per sopravvivere e trovare vendetta. La storia, inizialmente horror ma via via arricchita di elementi del genere fantasy, esplora il meglio ed il peggio della natura umana. Le tematiche principali sono l'illusorietà del libero arbitrio, il destino dell'uomo, l'istinto di conservazione, l'onnipresenza del male. Tanto l'anime quanto il manga sono noti per la grande violenza delle scene.
TRAMA
Il protagonista è Gatsu detto il "guerriero nero". Gatsu nasce dal corpo di una donna morta, impiccata ad un albero a seguito di una razzia, cadendo a terra ai piedi dello stesso albero («emise il suo primo vagito in un misto di sangue e liquido amniotico»).
Quando una compagnia di mercenari passa di lì decide di evitarlo, ritenendolo un presagio di sventura, ma Sys, la donna del capitano di ventura Gambino, che aveva appena perso il suo vero figlio, lo prende con sé.
Gatsu viene così allevato in una compagnia mercenaria, dove viene iniziato dallo stesso Gambino al combattimento e alla guerra fin dalla tenera età, affinando la sua tecnica ed allenandosi sempre con armi troppo grandi per lui. Ma ben presto Gatsu deve soffrire nuovamente la perdita della madre dopo la morte di Sys per peste; Gambino, addolorato dalla perdita della compagna, sviluppa un crescente odio per Gatsu, al quale imputa la morte, e arriva prima a vendere il ragazzo ai suoi compagni d'arme, e poi a tentare di ucciderlo nel sonno. Gatsu però si accorge di essere attaccato e riesce difendersi, ma quando Gambino si getta su di lui per dargli il colpo di grazia, senza volerlo, lo trafigge al collo, uccidendolo.
I compagni del campo, credendo che sia stato Gatsu ad assalire Gambino, lo inseguono per ucciderlo ma nella fuga, colpito da una freccia, cade in uno strapiombo ed i mercenari lo credono morto.
Gatsu invece sopravvive e viene ancora una volta salvato da una squadra mercenaria di passaggio alla quale si unisce per sopravvivere; nei quattro anni successivi continuerà a combattere e ad uccidere nemici nelle guerre che dividono il paese, affinando sempre di più le sue abilità.
La sua vita cambierà con l'incontro di Grifis e della sua Squadra dei Falchi. Grifis è un individuo particolare; dotato di straordinario carisma ed eccezionali capacità di combattimento e di comando, guida un gruppo di alcune centinaia di uomini, la Squadra dei Falchi, nella quale gode di assoluta fiducia e fedeltà. Il suo sogno è quello di riuscire a conquistare un giorno un regno e chiunque lo incontri non può fare a meno di rimanerne affascinato e di seguirlo, anche nella speranza che aiutandolo un giorno anche i propri sogni possano realizzarsi.
Alcuni mercenari della Squadra dei Falchi decidono di attaccare Gatsu per derubarlo, ma questi riesce senza alcuna difficoltà a batterli. Interviene allora Grifis che grazie alle proprie abilità di combattimento riesce a ferirlo gravemente e a farlo svenire.
Due giorni dopo, al suo risveglio, Gatsu sfida nuovamente Grifis mettendo in palio la propria libertà ma, sconfitto, cede alla volontà di Grifis ed entra a far parte della Squadra dei Falchi. Fa quindi la conoscenza dei membri più importanti della squadra: Caska, Judo, Pipin, Kolcas e Rickert.
La Squadra dei Falchi viene quindi arruolata dal regno di Midland nella guerra dei cent'anni contro il vicino regno di Tuder; di vittoria in vittoria inizia ad acquistare potenza ed influenza, oltre che la fama di invincibile. Grifis viene anche fatto nobile, e comincia a mettere gli occhi su Charlotte, la principessa di Midland; sposare lei sarebbe il modo più veloce per diventare un re. Alla fine la Squadra dei Falchi riesce a riconquistare la fortezza di Dordrey, situata al confine tra il regno di Midland ed il regno di Tuder, e a mettere fine alla guerra; Gatsu allora realizza di non volere più rimanere imprigionato nella mediocrità dei suoi compagni e all'ombra di Grifis e lascia la squadra in cerca della propria identità. Grifis è sconvolto per l'abbandono di Gatsu tanto da rovinarsi da solo: volendo accelerare i tempi va dalla principessa Charlotte per consumare il matrimonio prima del tempo, però viene scoperto dal re che infuriato lo fa imprigionare. Le torture subite per un anno intero gli costano i tendini e la lingua. Nel frattempo la Squadra viene radunata con l'inganno per essere sterminata, ma grazie alla guida di Caska, luogotenente di Grifis, una parte di loro si salva.
Gatsu, lontano ed all'oscuro di tutto questo, viaggia per un anno, cercando avversari sempre più forti da sfidare. Alla fine di quest'anno scopre che una banda di guerrieri prezzolati sta dando la caccia ad una squadra di banditi che capisce essere la Squadra dei Falchi, ed appena tornato dai suoi amici apprende la notizia dello sbando della squadra e della prigionia di Grifis. Con il suo aiuto riescono a liberarlo dalle prigioni del re di Midland.
Grifis però capisce che il suo sogno è finito per sempre e, preso dalla disperazione, tenta il suicidio. Tuttavia, tramite il Bejelit riesce accidentalmente ad evocare la Mano di Dio durante un'eclissi e, poiché quello che possiede è il Bejelit rosso, essi gli propongono di risorgere come loro quinto membro, ottenendo poteri divini in cambio del sacrificio delle cose a cui tiene di più, cioè la Squadra dei Falchi. Grifis acconsente, e rinasce come Phemt, le Ali delle Tenebre.
Comincia così il massacro della Squadra dei Falchi: mostri e spiriti, evocati dalle tenebre, accorrono all'eclisse ed iniziano a cibarsi dei corpi dei membri della squara dopo averli orribilmente dilaniati; solo Gatsu, Caska e Rickert (che non era presente al sacrificio), grazie al misterioso Cavaliere del teschio, riescono a sfuggire all'eclissi ed alla carneficina. Gatsu però nella lotta perde un braccio e un occhio, mentre Caska perde la ragione a causa della violenza subita dal neo arcidemone Phemt.
Comincia così, dopo questo lungo flashback, la narrazione della storia di Gatsu, della sua vendetta contro Phemt e la Mano di Dio, accompagnato dall'inseparabile Ammazzadraghi, la sua spada gigantesca. Nella sua furia Gatsu darà la caccia agli Apostoli, esseri che come Grifis hanno sacrificato una parte della loro vita in cambio di un'esistenza sovrumana, ed incontrerà personaggi come Pak, Farnese, Serpico, Isidoro e Shilke, in viaggio alla ricerca del compimento di una vendetta che appare impossibile per un semplice uomo.
Proprio per questo, nel prosieguo del manga Gatsu entrerà in possesso di un artefatto dei nani custodito dalla strega Flora, maestra di Shilke, l'armatura del Berserk che consentirà sì a Gatsu di superare i limiti propri della sua natura di essere umano, ma a prezzo di sacrificare tutto sé stesso. Ne sa qualcosa il Cavaliere del teschio, l'antico possessore dell'armatura. Nonostante tutto, sia Gatsu sia Shilke credono di poter controllare il grande potere dell'armatura così che il destino di Gatsu possa essere diverso da quello del Cavaliere del teschio.
INFLUENZE
Per stessa ammissione dell'autore, film come L'amore e il sangue di Paul Verhoeven, Ladyhawke di Richard Donner e Hellraiser di Clive Barker sono stati essenziali per ricreare la sua cupa e drammatica visione di un Medioevo realistico permeato di elementi fantasy. Tutto sommato, è anche bene notare che le similitudini tra Gatsu e Ash, il protagonista della serie Evil Dead, sono del tutto casuali, in quanto Miura non aveva ancora visionato, all'epoca della realizzazione del primo Tankobon, le pellicole di Sam Raimi. All'uscita nelle sale de L'armata delle tenebre, infatti, l'autore fu preso dallo sconforto, credendo che qualcuno potesse notare un'effettiva somiglianza tra i due protagonisti (cosa che in effetti è avvenuta). Per quanto riguarda il suo stile grafico, Miura utilizza come suo punto di riferimento il maestro Go Nagai, ricreando lo stesso tratto nevrotico, cercando addirittura di renderlo più energico ed elegante.
BEJELIT
Il bejelit (o behelit) è un ciondolo magico, nonché un essere sovrannaturale, che ha potere di evocare la Mano di Dio. Ha le fattezze di un uovo, sulla cui superficie spuntano due occhi, un naso e una bocca, disposti caoticamente come in un quadro cubista. Nella storia si fa riferimento a lui come ad un vero e proprio essere vivente, tant'è vero che, nonostante abbia la consistenza della pietra, in più di un'occasione sembra che muova un occhio a fissare uno dei protagonisti.
In particolari condizioni, che contemplano sia aspetti oggettivi come il verificarsi di particolari fenomeni astronomici, sia aspetti soggettivi inerenti allo stato psicologico del possessore, è possibile richiamarne il potere di evocare i cinque arcidemoni che compongono la Mano di Dio. Sembra comunque che i Bejelit tendano ad entrare in possesso delle persone che in seguito li useranno; per questo motivo chi non è destinato ad utilizzare un Bejelit, per quanto stretto lo tenga a sé, finirà per perderlo, mentre chi ne sfrutterà il potere non avrà modo di disfarsene.
Solitamente è di colore verde acqua e conferisce a chi lo possiede la facoltà di diventare un apostolo della Mano di Dio, ossia un loro luogotenente sulla terra. Ne esiste tuttavia una variante, il leggendario "Bejelit scarlatto" di cui è entrato in possesso Grifis, che dà la facoltà di diventare membro integrante della stessa Mano di Dio.
Il Cavaliere del Teschio è alla ricerca dei Bejelit, come è possibile vedere nella cerimonia di reincarnazione di Grifis, durante la quale questo personaggio mangia letteralmente uno di questi oggetti. In seguito viene mostrato il perché di questa ricerca: ingoiando la lama della sua spada (o almeno pare che venga ingoiata) egli le conferisce il potere di aprire un varco tra gli strati dell'esistenza. La spada si ricopre della carne dei bejelit, compresi nasi, bocche e occhi, pur mantenendo la sua forma.
Graficamente, invece, ricorda la "configurazione del lamento", usata in Hellraiser per evocare i Cenobiti.
L'ANIME
L'anime tratto da Berserk, dal titolo originale Kenpū denki Berserk, conta 25 episodi di durata standard (ovvero intorno ai 25 minuti) ed è stato trasmesso in Giappone dalla Nippon Television (NTV), dal 7 ottobre 1997 al 31 marzo 1998. La produzione è della VAP, con animazioni Oriental Light and Magic; la regia è di Naohiko Takahashi, il character design di Yoshihiko Umakoshi e le musiche di Susumu Hirasawa. Come il manga, la serie televisiva parte dal presente di Gatsu, ma in un contesto differente dal manga, per continuare poi (già dal termine del primo episodio) con un lungo flashback, che si incentra però esclusivamente sulle vicende della Squadra dei Falchi, eliminando quasi tutta l'infanzia del protagonista, fino ai terribili momenti dell'Eclissi. Rispetto al manga sono stati eliminati i personaggi del Cavaliere del Teschio e dell'elfo Pak, la cui mancanza, in particolare, rende ancora più cupa la serie televisiva: i toni tetri della versione a fumetti erano infatti di tanto in tanto smorzati da questo brioso (e spesso provvidenziale) accompagnatore.
In Italia l'anime di Berserk è andato in onda su Italia Uno tra il 2001 ed il 2002, in collocazione notturna; la sua programmazione senza censure ha suscitato l'incredulità del pubblico degli appassionati, abituati ai pesanti adattamenti in genere riservati alle serie animate provenienti dal Giappone.
SIGLA ...la trasmissione italiana ha mantenuto le originali
La canzone che viene utilizzata come sigla di testa dell'anime Berserk si intitola Tell me Why, del gruppo giapponese PENPALS. La sigla di coda si intitola, invece, Waiting so long, scritta e cantata dal duo Silver Fins.
Tell me why
Waiting so long