Adoro questo anime....e stradoro la sigla italiana!!! *___*
Blue Noah - Mare spaziale è un anime televisivo prodotto dalla toei Animation nel 1979, e trasmesso in Italia nel 1980.
TRAMA
La trama di questo anime è ambientata nella seconda metà del 21° secolo. L'umanità è tranquilla, libera da guerre, e la vita di ogni individuo si svolge nella serenità più assoluta. Ad un tratto tutto però viene sconvolto. Nell'anno 2052 la Terra è invasa dagli alieni del pianeta Gotham, giunti nel sistema solare a bordo di un enorme satellite che accoglie 200 milioni di persone. Grazie ad uno speciale dispositivo, il satellite artificiale inizia a ruotare attorno alla Terra, sbilanciandone l'asse di rotazione e provocando numerose catastrofi naturali, aggravando ulteriormente la situazione a seguito degli attacchi alieni. Durante uno di questi, Makoto Kusaka, il protagonista, perde il padre, Kenshiro Kusaka — esimio scienziato — che però prima di morire gli consegna un ciondolo e un messaggio da tenere a mente: Blu Noah. Makoto, a bordo di una navicella recupera alcuni compagni di università e una ragazza, Kei, partendo poi per un'isola presso la quale si fermano per un tuffo tra le onde. Uno dei ragazzi è risucchiato da un gorgo e, raggiunto dagli altri arriva di fronte ad un pannello a tenuta stagna situato in una grotta. Makoto, usando il ciondolo, riesce a farlo aprire e, proseguendo, scopre di essere a bordo di un sottomarino. Azionando il comando vocale la nave emerge dall'isola rivelandosi per quello che è: il sottomarino Blue Noah. Caso vuole che ad assistere alla fortuita emersione della Blue Noah vi sia il capitano Domon a bordo dello Sheila, sorpreso dell'inavvertita messa in funzione del sottomarino. Grazie al pilota automatico, lo Sheila si aggancia alla chiglia della Blue Noah e il capitano Domon scopre il gruppo di ragazzi (fra i quali anche sua figlia Kei). Questi chiedono e ottengono di entrare a far parte dell'equipaggio, e vengono assegnati allo Sheila, un'unità semi-indipendente, agli ordini del comandante Shimizu. Inizia così il viaggio della Blue Noah verso le Bermuda, dove verrà equipaggiata con il motore antigravitazionale che la trasformerà in sottomarino spaziale. Durante il viaggio la Blue Noah distrugge diverse basi gotamiane, ma è costretta a riparare al Polo Nord per i danni subiti, e l'equipaggio perde il comandante Shimizu prima e il cuoco di bordo poi (reso inspiegabilmente napoletano dal doppiaggio italiano). Giunta al punto numero 9, la Blue Noah viene modificata e resa nave spaziale. Dopo aver distrutto l'ultimo avamposto gotamiano sulla Terra, situato nel Sahara, la Blue Noah parte all'attacco del satellite Gotham.
FINALE
A causa delle sconfitte riportate, i generali di Gotham chiedono rinforzi al satellite orbitante ma il comandante Zetler rifiuta misteriosamente. Uno dei generali scopre la verità: il satellite partito da Gotham con la missione di cercare, non di invadere, un altro pianeta abitabile dai gothamiani è difettoso e tutta la popolazione del satellite è morta. Alcuni sospetti erano emersi già prima, infatti la scelta della Terra non era coerente col progetto iniziale, che aveva una funzione meramente esplorativa, ecco perché i gothamiani erano costretti a mutare la biosfera terrestre, producendo "acqua pesante" nelle loro basi oceaniche, alimentate col diossido di deuterio. Zetler aveva invaso la Terra perché a conoscenza del fatale difetto del satellite, ed aveva anche progettato di fuggire assieme al patrimonio genetico dei gothamiani, abbandonando quelli in carne ed ossa al loro destino. Intanto la Blue Noah attacca, danneggia il satellite e un'esplosione uccide Zetler, ormai messo alle strette dai tre generali rimasti. Uno di questi informa la Blue Noah del destino che spetta al satellite e parte con l'ultima nave da guerra rimasta, con un equipaggio di 12 soldati, per l'ultima battaglia contro la Blue Noah, nell'orbita di Marte. La Blue Noah vince ancora ma il capitano Domon è ferito e muore tra le braccia della figlia Kei, dopo aver lasciato il comando a Makoto. Resta da fermare il satellite la cui avaria rischia di farlo schiantare contro la Terra. Con una manovra disperata, gli ultimi due superstiti della spedizione gothamiana frenano la corsa del satellite che finisce bruciato nel Sole. L'anime si chiude cosi, con la Blue Noah che fa ritorno sulla Terra, che attende di essere ricostruita.
RIFERIMENTI AD ALTRE OPERE
Come detto all'inizio la storia è avvincente, anche se i prestiti da Starblazers sono un po' troppo evidenti,in particolare il mecha della Blue Noah (corrispettivo marino della Yamato) assomiglia ad un mix tra la Yamato stessa e l'astronave Andromeda della seconda serie di Starblazers. Altra similitudine è la presenza di un "arma finale" (sul modello del "cannone a onde moventi" della Yamato) ovvero un raggio neutronico sparato da una bocca da fuoco posta a prua. Blue Noah ricalca anche la linea grafica di Starblazers (in particolare la serie 2), infatti pur essendo diverso il character designer (Akiyoshi Hane in Blue Noah e Kenzo Koizumi in Starblazers II) vi sono gli stessi direttori dell'animazione (Kazuhiko Udagawa e Kenzo Koizumi). Medesimo è anche l'ideatore e produttore (Yoshinobu Nishizaki) e il musicista (Hiorshi Miyagawa). I "prestiti" finiscono qui. Infatti mentre Blue Noah si prospetta come una storia autoconclusiva che narra l'unico grande viaggio della Blueh Noah, Starblazer si profila come una saga in costante divenire sempre pronta ad arricchirsi di un nuovo tassello. Inoltre, mentre in Starblazers emergono sostanzilmente due personalità, il capitano Avatar e il suo erede designato Derek Wildstar, in Blueh Noah il personaggio di Makoto è sì centrale ma guida la Blue Noah solo nell'ultimissimo segmento di battaglia, senza dare mai l'impressione di essere stato prescelto o di esservi naturalmente portato. Inoltre, questo anime è uno dei tanti titoli rovinati dal doppiaggio italiano, molte volte mancante del numero necessario di voci, pieno di vistosi errori e troppe volte con dialoghi riscritti per un pubblico più giovane di quello cui è originariamente dedicato. La storia rimane comunque gradevole ed appassionante.
SIGLA
"Blue Noah, mare spaziale" di Migliacci, Tamburelli, Meakin è cantata dai Superobots.