(...) un palazzo a due piani su cui spiccava una rozza insegna che lo designava come un albergo, senza però dargli un nome preciso.
Appena entrarono nel locale gli astanti si zittirono all'istante girandosi verso la porta. Il posto era proprio come Richard se l'era aspettato. Le lampade a olio illuminavano una stanza pervasa dallo spesso e pungente fumo delle pipe, dall'odore della birra e del sudore. I tavoli erano disposti a casaccio e alcuni di questi erano fatti con un asse appoggiato su due botti. Non c'erano sedie solo panche. Sulla sinistra c'era una porta chiusa, probabilmente si trattava della cucina.
Il pavimento era coperto di spazzatura e costellato di macchie scure e pezzetti di legno.
I clienti erano una variopinta accozzaglia di cacciatori di pelli, viaggiatori e probabili delinquenti. Alcuni avevano la barba incolta, molti erano grossi.
(Da La spada della verità, volume primo, di Terry Goodkind)