Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino non è un fantasy, ma in quanto a fantasia, è bellissimo!
Il castellano-locandiere che ci ospita non può tardare a dir la sua. Facciamo conto che sia il Fante di Coppe e che un insolito avventore (Il Diavolo) si sia presentato alla sua locanda-castello. Con certi ospiti è buona norma non offrire mai da bere gratis, ma - richiesto di pagare: - Oste, nella tua taverna tutto si mescola, i vini, ed i destini... aveva detto l'Avventore.
- Vossignoria non è contento del mio vino?
- Contentissimo! (...) Perciò, ben più di due denari voglio darti!
A questo punto La Stella, arcano numero diciassette, rappresentava non più Psiche, nè la sposa uscita dalla tomba, nè un astro del firmamento, ma solo la fantesca mandata a riscuotere il conto che tornava con le mani sfavillanti di monete mai viste e gridava: - Sapeste! Quel signore! Cos'ha fatto! Ha rovesciato una delle Coppe sul tavolo e ne ha fatto cascar giù un fiume di Denari.
- Che incantesimo è questo? - aveva esclamato il tarverniere-castellano.
L'avventore era già sulla soglia. - In mezzo alle tue coppe adeso ce n'è una che pare uguale alle altre, invece è magica.