Christina Rossetti, che vedete nella ritratta con la madre nella foto che fa da copertina al libro (scattata udite udite da Lewis Carroll), è stata una poetessa dalla vita solitaria e ritirata. Ha scritto poesie su temi morali e religiosi, come anche poesie d'amore e versi per bambini. Tra questi viene - a tortissimo secondo me - ricompreso anche il poema Il mercato dei folletti (The Goblin Market), che invece è uno di quei testi, tipo appunto "Alice" e "Peter Pan" in cui si può leggere ogni genere di significati (e ad un certo punto non si sa più quanti ne abbia messo l'autrice(autore) e quanti se ne stia immaginando il lettore
).
Comunque, la storia è questa: Laura e Lizzie sono due sorelline che vivono in campagna. Una delle due accetta imprudentemente di comprare ed assaggiare i frutti prelibati offerti in vendita da una masnada di folletti, per scoprire poi dolorosamente come il desiderio e l'impossibilità di assaggiarne ancora la struggano fino a minarne la salute e metterne a rischio la sopravvivenza. Toccherà alla sorellina saggia salvarla...
(illustrazione ad opera di Dante Gabriel Rossetti, pittore preraffaellita fratello di Christina: Laura compra dai folletti dando in cambio uno dei suoi riccioli dorati. Questa è una famiglia di gente famosa: il nonno materno è Polidori, medico ed amico di Byron, autore del primo romanzo moderno di vampiri. Immagine proveniente da
http://www.victorianweb.org)
Ultimo messaggio promozionale: sentite cosa scrive Virginia Woolf di Christina Rossetti
Le tue poesie traboccano di polvere d'oro e della "diversa luminosità dei gerani"; il tuo occhio vedeva il "capo di velluto" dei giunchi e la "strana cotta metallica" delle lucertole - era un occhio che guardava con una sensuale intensità preraffaellita, che deve aver sorpreso l'anglo-cattolica Christina. Ma a lei, forse, dovevi la fissità e la malinconia della tua musa. La pressione di una fede tremenda circonda e salda tra loro queste canzoncine. [...] Appena avevi con gli occhi gustato la bellezza, la mente ti diceva che era vana e caduca. L'onda scura della morte, dell'oblio e del riposo lambisce i tuoi canti. Ma, a un tratto, un suono assurdo di risate e passi affrettati. Uno scalpiccio di zampe e strane note gutturali di cornacchie e sbuffare di ottusi animali pelosi che grugniscono e fiutano. Non eri certo una santa. Eri ironica e salace. Avevi dichiarato guerra a ogni inganno, a ogni simulazione. Eri modesta ma intransigente, sicura del tuo dono, convinta della tua visione. Una mano ferma potava i tuoi versi; un orecchio esperto ne valutava il suono. Nulla di lezioso, ozioso, irrilevante appesantiva la tua pagina. In una parola, eri un'artista.per chi legge in inglese, i testi originali sono disponibili gratis su
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